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CERCHEREMO DI TROVARE UN GIORNO SETTIMANALE DI APERTURA PER GARANTIRE IL MINIMO SERVIZIO, MA TRATTANDOSI DI UN SERVIZIO DI VOLONTARIATO NON POSSIAMO GARANTIRE ALTRO.

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venerdì 30 aprile 2010

COMUNICATO STAMPA DEL 28 APRILE 2010

"Prima vittoria per l'Associazione Pluto Progetto Fauna: il Tribunale di Fermo respinge le richieste di pagamento avanzate dall'A.n.t.a."

FERMO - Nel dicembre del 2008 l'A.n.t.a, l'associazione che è "subentrata" nella gestione del canile ( la cui sede oggi non è più Sant'Elpidio a Mare ma Montegranaro) ha citato  in giudizio l' "Associazione Pluto Progetto Fauna" domandandone la condanna al pagamento della somma di 19.200 euro ( oltre ad interessi legali dal dovuto al saldo, o la diversa somma risultante dal giudizio) quale compenso per il mantenimento di venti cani, allora ospitati pressso la struttura di Sant'Elpidio a Mare, sostenendo che la proprietà fosse dell'associazione convenuta.

L'Associazione "Pluto Progetto Fauna" che si è costituita in giudizio ha contestato tramite il proprio legale, l'avv. Paolo Bacalini del foro di Fermo, la pretesa creditoria così come avanzata dall'A.n.t.a. contestando di essere proprietaria degli animali e comunque obbligata al pagamento della somma richiesta e contestando, altresì, l'entità della pretesta dell'attore.

Le ragioni dell'Associazione Pluto Progetto Fauna sono state tutte accolte dal giudice del tribunale di Fermo, dott. Pierfilippo Mazzagreco, che con sentenza del 27 marzo 2010 ( depositata il 9 aprile 2010), ha respinto le pretese creditorie avanzate dall'A.n.t.a nei confronti dell'Associazione Pluto Progetto Fauna dichiarando la domanda inammissibile e condannando parte attrice al pagamento delle spese di lite.

Esprime soddisfazione per l'esito del giudizio il vicepresidente dell'associazione Pluto, sig.ra Lidia Gomez Olivera :   "Oggi a distanza di tre anni - afferma -  qualcosa si è mosso a nostro favore,  ripagandoci pur se di una minima parte di tutto quanto nei nostri confronti è stato detto e fatto. Quei cani, come d’altronde tutti gli altri che abbiamo dovuto lasciare, li abbiamo sempre sentiti nostri, è vero, sotto ogni punto di vista etico e morale  e pur con mille problematiche, che solo una struttura non a norma può causare,  e non abbiamo mai rinunciato nè a sfamarli né a curarli, nonostante i Sindaci non li abbiano mai trovati sui loro conteggi. Di giusto, quei 20 cani, dal 12 Marzo 2007, avrebbero dovuto trovare la stessa disponibilità in coloro che hanno voluto sostituirci sotto ogni punto di vista nell’intera gestione"

 


martedì 2 febbraio 2010

SCANDALO CACCIA

SONDAGGIO DELLA STAMPA SULLA CACCIA....VOTA NO!

http://www.lastampa.it/sondaggi/cmsvota.asp?IDsondaggio=1421

PRIMA DA NOI 
29 GENNAIO 2010

 

«Scandalo caccia», Senato toglie limiti temporali per attività venatoria

 

ROMA. Il Senato approva l’articolo 38 della legge comunitaria ed apre la strada alla caccia senza regole con l’approvazione dell’emendamento del senatore del Popolo delle Libertà, Giacomo Santini, si lascia alle Regioni la possibilità di estendere senza limiti il periodo di caccia (attualmente ricompreso tra il 1° settembre ed il 31 gennaio).Il testo è stato approvato in Senato e deve tornare alla Camera prima della definitiva approvazione. Oltre 100 associazioni avevano chiesto un intervento al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, «per fermare la strage».«È scandaloso avere un Parlamento che legifera a totale favore dei cacciatori», ha com-mentato Dante Caserta, consigliere nazionale del Wwf Italia. 
«La stragrande maggioranza degli italiani è contraria alla caccia, ma nonostante questo il Senato ha approvato una norma che di fatto apre alla caccia selvaggia. L’Italia inaugura proprio bene il 2010 che è stato dichiarato Anno Internazionale della biodiversità. An-dando contro a qualunque regola di gestione faunistica e contro quanto prevede l’Unione Europea, i senatori che hanno votato per far sparare tutto l’anno di fatto hanno accolto le istanze della lobby dei cacciatori e dei fabbricanti di armi, non curandosi minimamente di ciò che effettivamente vogliono gli italiani».
Il Wwf continuerà a contrastare questa norma e si augura che alla Camera si potrà ribaltare «questo voto vergognoso». 
«'I limiti della stagione sono saltati», hanno detto Lipu e Enpa (Ente nazionale protezione animali) che hanno chiarito che «a scanso di equivoci», con l'approvazione del testo della legge Comunitaria al Senato «è del tutto falso che i limiti primo settembre - 31 gennaio siano stati ripristinati dal subemendamento Ronchi alla legge Comunitaria, che sempli-cemente esclude dalla norma approvata tre specie di mammiferi». 
La verità, avvertono, è che «per decine di specie di uccelli, migratori e non, il governo sta chiedendo l'estensione della caccia ai mesi di febbraio, agosto e chissà cos'altro». Insomma, concludono, «un nuovo assalto alla natura».


IL GIORNALE

29 GENNAIO 2010

 

Vince la lobby del fucile ma così perde l’Italia

 

REDAZIONE

 

Mentre il mondo intero si interroga su quali provvedimenti siano realmente efficaci per tutelare un ambiente che, con l’arroganza e l’insipienza tipiche della nostra specie, abbiamo degradato fino a procurarci una lunga e lenta agonia all’insegna delle malattie cancerose e degenerative, il Senato del popolo italiano approva un emendamento sul quale anche i cacciatori moderati, quelli che rispettano l’arte venatoria, mugugnano in silenzio. Dovesse, e Dio non voglia, passare anche alla Camera, l’Italia diventerebbe uno dei Paesi più arretrati dell’Europa allargata, in materia di protezione ambientale e faunistica.
Oggi l’attività venatoria si svolge, in Italia, durante il periodo che va da settembre a fine gennaio. Cinque lunghi mesi che vedono decine di specie, tra cui la maggioranza migratorie, falcidiate nei periodi di passo, quando i Paesi più civili concedono, a chi compie quell’arcano e mirabile viaggio che chiamiamo migrazione, di riposare negli specchi d’acqua, nei prati o tra le fronde amiche di piante secolari. Ma per la lobby degli armieri, più ancora per quella dei cacciatori estremisti, cinque mesi non bastano più. Neanche il parere negativo dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, neanche il parere inizialmente negativo dello stesso ministro Ronchi sono riusciti ad arginare gli interessi economici e le passioni selvagge di chi vuole concedere alle Regioni la possibilità di derogare anche sul numero di mesi in cui si può andare a caccia. Questo significa che le Regioni potranno decidere che in agosto o in febbraio si possa continuare a cacciare.
«E così - mi dice sconsolato Danilo Selvaggi, della Lipu - chi si concedeva le prime passeggiate tranquille ai primi di febbraio, dovrà attendere marzo, prima che scompaiano i fucili dal terreno di casa». Si pensi poi ad agosto, con boschi e prati pieni di turisti e i cacciatori che già scambiano regolarmente ragionieri per cinghiali.
Il ministro Brambilla è seriamente preoccupato. «Al di là delle posizioni politiche - afferma - l’Italia è un Paese in cui il turismo fa da volano per l’economia e non può permettersi di sottoporre chi ama stare a contatto con la natura al rischio di essere impallinato, come già tristemente e troppo spesso succede nei canonici cinque mesi di caccia. Un emendamento inaccettabile».
Il paradosso è che tutto ciò avviene nel contesto della legge comunitaria che serve all’Italia per rispondere alle contestazioni della commissione europea. Su questa materia la commissione contesta all’Italia di cacciare «troppo e male», di non prevedere il divieto assoluto nei periodi di migrazione, e di concedere troppe deroghe. «Viste tali premesse - conclude con triste ironia Selvaggi - l’Italia si organizza per cacciare ancora di più e peggio». Naturalmente pagheremo con le nostre tasse le multe che l’Europa ci comminerà per la nostra folle disobbedienza.
Sento già le veementi repliche dei cacciatori, specie di quelli più estremisti (senatore Carrara, sono certo che il direttore è pronto a ospitare il dibattito), però mi si conceda che, dai cacciatori moderati e saggi (e ce ne sono!) mi aspettavo una presa di posizione netta e contraria circa un provvedimento che disonora i puristi dell’ars venandi e che, se disgraziatamente dovesse passare alla Camera, si tramuterà in una vittoria di Pirro per la maggioranza che ne ricaverà una sonora perdita di suffragi elettorali. Meditate, onorevoli parlamentari, quando sarà il vostro turno di decidere.


MOVIMENTAZIONE DI CANI VERSO L'ESTERO, GLI INTERVENTI DEL MINISTERO DELLA SALUTE


MOVIMENTAZIONE DI CANI VERSO L'ESTERO, 
GLI INTERVENTI DEL MINISTERO DELLA SALUTE
1 feb 10
Annuncio del Sottosegretario Martini alla Camera dei Deputati.


Per affrontare il problema della movimentazione di animali da compagnia verso alcuni Paesi dell'Unione Europea e la scarsa tracciabilità dei movimenti degli animali il Ministero della Salute ha costituito un gruppo di lavoro.
L'ha riferito alla Commissione Affari Sociali il Sottosegretario Francesca Martini rispondendo ad una interrogazione presentata dall'On Gianni Mancuso sulle misure di contrasto al traffico di gatti e cani verso località estere.
Ai lavori del gruppo ministeriale partecipano anche rappresentanti delle Regioni nelle quali il fenomeno in questione risulta più rilevante e delle Associazioni coinvolte, con l'obiettivo di "stabilire una procedura che dia garanzie sull'effettiva destinazione degli animali" e sia in grado di tutelare il loro benessere, "con il coinvolgimento diretto delle Autorità Sanitarie dei Paesi di partenza e di arrivo".
Il Sottosegretario ha riferito che, il 19 novembre scorso, il Gruppo ha affrontato il problema della movimentazione dei cani in ambito intra ed extra comunitario, ed ha concordato di elaborare "un documento specifico, in cui si evidenziano, tra l'altro, due importanti iniziative legislative a livello comunitario, che contribuiranno a rendere più facile il controllo di tali movimentazioni". Le iniziative in questione sono:
1) la recente adozione da parte della Commissione Europea di una proposta di modifica del Regolamento CE/998/2003 che fissa a cinque il numero massimo di animali che possono essere movimentati, senza fini commerciali, al seguito dei proprietari o responsabili anche negli scambi;
2) l'approvazione di uno schema di decisione della Commissione, che modifica la Direttiva 92/65, e prescrive la certificazione sanitaria, nell'ambito del sistema di banca dati in cui vengono registrati i movimenti di animali attraverso le frontiere entro i Paesi dell'U.E., nonché i dati relativi ai controlli veterinari di confine delle spedizioni, provenienti da Paesi terzi, che sottostanno all'obbligo di controllo (sistema denominato Trade Control and Expert System - TRACES), anche per le movimentazioni non commerciali degli animali qualora gli stessi superino le cinque unità.
Nel corso della stessa riunione, ha aggiunto il Sottosegretario, " si è convenuto di determinare una procedura nazionale mirata a regolamentare il trasferimento degli animali verso gli altri Paesi europei, al fine di garantirne la tracciabilità ed avere adeguate assicurazioni sulla loro destinazione. La procedura individuata è la seguente:
1. gli animali movimentati devono obbligatoriamente essere identificati con microchip ed iscritti all'Anagrafe Canina nazionale;
2. tutti gli animali movimentati devono essere muniti del Passaporto comunitario previsto dal Regolamento CE/998/2003, recante anche l'attestazione sanitaria di eventuali trattamenti antiparassitari e vaccinali richiesti dal Paese di destinazione;
3. le Associazioni di protezione animale che intendono effettuare tali movimentazioni devono darne comunicazione all'ASL territorialmente competente, specificando le generalità dell'Associazione ricevente o del privato cittadino che adotterà l'animale;
4. per ogni spedizione di animali il servizio veterinario della ASL territorialmente competente provvederà a rilasciare la certificazione sanitaria cumulativa conforme alla Direttiva 92/65 CE e a produrre il relativo messaggio TRACES per l'Autorità sanitaria del Paese di destinazione;
5. obbligo di iscrizione degli animali d'affezione nell'anagrafe del Paese di destinazione;
6. trasmissione annuale di un resoconto di tali movimentazioni dai Servizi Veterinari territorialmente competenti, tramite gli uffici competenti delle Regioni, al Ministero della Salute - Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario.
Le iniziative anticipate dal Sottosegretario ai parlamentari della XII Commissione "garantiscono ogni misura di rintracciabilità anche riferite al soggetto affidatario a diverso titolo dell'animale". Da ultimo, il Sottosegretario Martini ha riferito che "il documento finale sarà presentato alle Autorità dei Paesi di destinazione, già individuati, per l'acquisizione della loro necessaria collaborazione".

da AnmviOggi.it

domenica 17 gennaio 2010

AUSTRIA: TEST MAIALI INTERROTTO

ANSA
15 GENNAIO 2010
 
AUSTRIA: MAIALI-CAVIE SEPOLTI DA NEVE, TEST INTERROTTO /ANSA
 
(ANSA) - BOLZANO, 15 GEN - Poco dopo essere cominciati, e dopo che le immagini televisive dei porcellini morenti in mezzo alla neve avevano fatto il giro dell'Austria, sono stati interrotti, anche per le polemiche degli animalisti, alcuni esprimenti condotti in Austria per un test sulle slavine con maiali vivi, che morivano a Vent nella valle dell'Oetztal. Gli esperimenti sulle possibilita' di sopravvivenza sotto le valanghe erano condotti da un'equipe internazionale di scienziati sotto la guida della clinica universitaria di anestesia di Innsbruck, in collaborazione con l'Accademia europea Eurac di Bolzano dove sorge un centro per la Medicina d'urgenza in montagna fondato appena pochi mesi fa. Come si legge in una nota dei responsabili diffusa a Bolzano, gli esperimenti sono stati interrotti ''dato che il loro regolare svolgimento non poteva piu' essere garantito'', viste le pressioni esterne. In sostanza, erano insorti gli animalisti, non solo in Austria, ma anche in Italia dove la Lega anti-vivisezione Lav aveva fatto presente che esperimenti di questo genere, almeno in Italia sarebbero illegali. L'esperimento avrebbe dovuto durare un paio di settimane, ma pochi minuti dopo la divulgazione della notizia erano arrivate le proteste dall'Austria come dall'Alto Adige. I responsabili hanno ribadito l'importanza scientifica del loro operato, volto - hanno sottolineato - a migliorare le possibilita' di sopravvivenza di persone che fossero eventualmente travolte da valanghe. L'equipe di ricerca composta da ricercatori provenienti da Austria (Universita' di Medicina di Innsbruck), Germania (Charite' Berlin), Norvegia (Universita' di Tromsoe), Alto Adige (Accademia Europea di Bolzano) e con collaborazioni negli Stati Uniti (Mayo Clinic, Rochester) ha ora espresso il proprio rammarico ''per la scarsa attenzione riservata alla rilevanza medica e scientifica dell'esperimento''. ''Nel corso degli ultimi otto anni, abbiamo soppesato con cautela i benefici che la ricerca medica avrebbe tratto dallo studio con la sofferenza inflitta alla cavie'', hanno detto i responsabili dello studio, Hermann Brugger e Peter Paal. Benefici che si sarebbero tradotti in diminuzione del tasso di mortalita' grazie al perfezionamento delle terapie e allo sviluppo di nuove attrezzature''.(ANSA).

TRENTINO
15 GENNAIO 2010
 
Slavine, stop ai test con maiali narcotizzati
 
BOLZANO. Maiali vivi utilizzati in un esperimento sulle morti provocate dalle slavine. Il test era in programma sul versante austriaco della Ötztal ed è curato dalla facoltà di medicina di Innsbruck e dall’Istituto per la medicina di emergenza in montagna dell’Eurac, diretto da Hermann Brugger. La notizia, diffusa ieri, ha scatenato la reazione dei Verdi dell’Alto Adige e della Lav, che hanno duramente critiche l’uso di cavie animali (29 i suini destinati a morire sotto la neve) per l’esperimento in quota. Nel tardo pomeriggio di ieri il presidente del Tirolo, Anton Steixner, ha deciso, in accordo con il Ministero della ricerca, di bloccare i test. Lo stesso Steixner ha dichiarato che l’esperimento è «moralmente discutibile». «E’ un crudele e macabro esperimento, che va subito sospeso - hanno detto i Verdi - tra l’altro, nella comunità scientifica è stato sollevato più di un dubbio sull’utilità dei dati che da simili prove possono essere ricavati. E’ significativo che perfino il soccorso alpino del Tirolo abbia preso le distanze da questo esperimento». «Sono chiare a tutti, ad esclusione dei ricercatori coinvolti, le ovvie e doverose implicazioni etiche legate all’esperimento: l’approccio metodologico è invece, ottocentesco e fuorviante - commenta Michela Kuan, responsabile Lav settore Vivisezione - l’anatomia e la fisiologia del maiale, infatti, sono differenti dalla nostra specie: parametri come il diverso spessore cutaneo, rapporto tra masse grassa e magra, frequenza del battito cardiaco».  «I 29 maiali selezionati per l’esperimento sono stati alloggiati in una stalla ufficialmente certificata e approvata da una commissione internazionale di esperti - ha replicato Brugger prima che arrivasse lo stop ai test - nel giorno di avvio dell’esperimento, agli animali viene somministrata una dose di narcotico e fino alla loro morte non percepiscono niente dell’ambiente circostante. Il carico sugli animali - prosegue - è quindi ridotto al minimo e molto inferiore ai metodi tradizionalmente utilizzati per la macellazione. Considerato il grande numero di vittime che le valanghe provocano nell’arco alpino e in Europa, il progetto internazionale si pone l’obiettivo di intervenire con maggiore efficacia per salvare vite umane. Visto che non è possibile simulare in laboratorio la pressione atmosferica che si riscontra in alta quota, la riproduzione della slavina offre una preziosa risposta su come intervenire con i pazienti - spiega Brugger - nessuno di noi ricercatori accetterebbe di compiere un esperimento di questo tipo, se non fosse convinto della sua utilità», ha concluso. 

Comunicato stampa LAV 
15/01/2010
 
SOSPESI ESPERIMENTI SU MAIALI NELLA NEVE. LAV: SOLO PRIMO PASSO. STATO O PROVINCIA DI BOLZANO FINANZIANO L’EURAC?

Dopo la forte posizione contraria presa dalla LAV, insieme ad associazioni animaliste austriache, esponenti politici e opinione pubblica, gli esperimenti che prevedevano l’utilizzo di 29 maiali sepolti vivi nella neve per indagare gli effetti del congelamento e morte in condizioni simili sull’uomo, sono stati sospesi.
L’incoraggiante notizia deve però essere solo il primo passo verso l’annullamento totale della procedura, considerata eticamente e scientificamente scorretta.
La LAV ha quindi chiesto al Ministero della Salute e alla Provincia autonoma di Bolzano se l’EURAC (Istituto per la medicina d’emergenza in montagna di Bolzano), l’Ente con sede in Italia coinvolto nelle sperimentazioni in territorio austriaco, abbia ricevuto fondi pubblici per finanziare il progetto. Se così fosse, si tratterebbe di un’aggravante, anche politicamente scorretta, vista la chiara posizione legislativa in vigore nella Provincia, che vieta da anni la vivisezione.
Oggi leggiamo che il direttore dell’Istituto giustifica l’esperimento adducendo motivazioni di facile coinvolgimento emotivo, come la possibilità di sopravvivenza di persone vittime di slavine, ma dal punto di vista scientifico il confronto tra anatomia e risposta alle condizioni esterne nei suini non è comparabile con quella umana. Sarebbe più utile sviluppare tecniche di diagnostica, raccolta e analisi di dati epidemiologici e studio dei fattori che incidono in situazioni climatiche, geografiche e logistiche estreme”, commenta Michela Kuan, responsabile LAV settore Vivisezione. 
In Italia tale sperimentazione non sarebbe potuta avvenire – prosegue Michela Kuan – nel nostro Paese, infatti, vige il Decreto legislativo 116 che prevede la dichiarazione e autorizzazione dello stabulario utilizzatore e fornitore di animali. Tale decreto è la trasposizione della Direttiva europea, e lascia quantomeno stupiti che l’Austria, appartenente anch’essa al territorio comunitario, possa effettuare tali esperimenti, a fronte anche del fatto che, incredibilmente, il progetto è stato autorizzato e vagliato anche dal Comitato etico austriaco”.
15.1.2010

REGIONE MARCHE: Lotta al randagismo canino: al via la campagna MEGLIO UNO CHE CENTOUNO !

REGIONE MARCHE: Lotta al randagismo canino: al via la campagna MEGLIO UNO CHE CENTOUNO ! 

CAMPAGNA DI CONTROLLO DELLE NASCITE DEI CANI DI PROPRIETA'

Mezzolani: “Per ridurre il randagismo è necessario anche agevolare economicamente i proprietari che appartengono a particolari categorie sociali”

La Regione Marche concederà ai Comuni contributi per incentivare la sterilizzazione dei cani di sesso femminile i cui proprietari appartengono a fasce sociali deboli: titolari di pensione minima o pensione sociale; possessori di un reddito annuo lordo non superiore a 15 mila euro; disoccupati o non occupati.

“Ogni giorno – spiega l’Assessore Regionale alla Veterinaria, Almerino Mezzolani – nascono numerosi cuccioli di cane. Una femmina che, per negligenza o incuria del proprietario, è libera di accoppiarsi, può avere fino a 20 cucciolate durante tutta la sua vita riproduttiva, rappresentando il bacino di reclutamento per cani potenzialmente randagi.

Molti proprietari non sterilizzano i propri animali perché non hanno le informazioni adatte o si basano su luoghi comuni che non hanno riscontri scientifici.

Fra tutte le motivazioni – continua Mezzolani – il costo dell’intervento è quello che, però, incide maggiormente, alimentando così il randagismo. 

Di conseguenza, per favorire le sterilizzazioni occorre incentivare economicamente i proprietari, specie coloro che appartengono a fasce socialmente deboli”

Il progetto biennale (2009-2010) “Campagna per il controllo delle nascite nei cani di proprietà di particolari categorie sociali approvato con D.G.R. n. 1398 del 7 settembre 2009, nasce allo scopo di proseguire nelle azioni di contrasto, a valenza “strutturale”, nei confronti del randagismo canino,  intraprese dalla Regione Marche, come fatto per  “Vigilare è prevenire” del gennaio scorso, grazie al  quale sono stati donati ai Comuni 250 lettori di microchip destinati a potenziare la vigilanza svolta in ambito territoriale.

I fondi dedicati al progetto provengono da risorse ministeriali con destinazione vincolata alla lotta al randagismo e verranno ripartiti tra i comuni, entro il prossimo mese di dicembre, in quantità proporzionale al numero dei cani iscritti all’anagrafe canina informatizzata regionale. In questo modo i comuni potranno contribuire in parte a sostenere il costo della sterilizzazione.
Con 
Decreto dirigenziale n. 159 del 5 ottobre 2009 è stata definita l’entità del contributo regionale assegnato a ciascun comune.
Al contempo gli Ordini dei medici veterinari delle province marchigiane si sono impegnati a garantire collaborazione e ad applicare una tariffa agevolata per l’intervento.

L’obiettivo è diminuire il sovraffollamento dei canili ed il costo sociale per il mantenimento dei cani randagi; ridurre i danni provocati dal randagismo sia all’uomo (morsicature, incidenti, trasmissione di malattie) sia agli altri animali (aggressioni); aumentare il risparmio per la realizzazione di nuove strutture; migliorare il rapporto uomo/cane nell’ambiente urbano ed il controllo dell’igiene urbana.

Chi potrà accedere al contributo ??

I proprietari di cani di sesso femminile  in regola con l’iscrizione all’anagrafe canina informatizzata regionale che appartengono ad almeno una delle seguenti categorie:

  •  titolari di pensione minima
  •  titolari di pensione sociale
  • possessori di un reddito annuo lordo non superiore a 15 mila euro
  • disoccupati o non occupati 

 Cosa fare per accedere al contributo ??

I proprietari interessati potranno presentare domanda di contributo al proprio Comune che, valutate le richieste ricevute, per quelle accolte invierà apposita comunicazione ai richiedenti.

Entro 30 giorni dal rilascio del modulo di accoglimento della domanda, il proprietario dovrà far sterilizzare il proprio animale da un veterinario a sua scelta tra quelli che hanno aderito al progetto. Orari e tempi dell’intervento saranno concordati tra utente e struttura veterinaria prescelta.

Il medico veterinario provvederà:

  • alla verifica del  microchip e dell’ iscrizione del cane all’anagrafe canina regionale

alla compilazione di una apposita scheda individuale con i dati del proprietario, i dati del cane con il numero di microchip, la data dell’intervento ed il codice identificativo assegnato dal comune di competenza. 

All’inserimento dell’operazione nel Sistema Informativo Veterinaria Alimenti ( SIVA ) 

Il proprietario rilascerà al veterinario che ha eseguito la prestazione il modulo di concessione del contributo ricevuto dal comune e pagherà al professionista l’eventuale differenza tra la tariffa dell’intervento e il contributo concesso dal Comune.

L’amministrazione comunale provvederà al pagamento del corrispettivo spettante al professionista, con frequenza bimestrale, dietro presentazione di regolare fattura e/o ricevuta comprovante gli interventi effettuati.

La Deliberazione della Giunta regionale  n.1398 del 7 settembre 2009, con la quale è stato approvato il progetto, la relativa modulistica, necessaria per aderire al progetto ed il successivo Decreto dirigenziale n. 159 del 5 ottobre 2009, di suddivisione dei contributi regionali  per i Comuni , sono  fruibili consultando i link  e gli allegati correlati al presente articolo.


IL BUSINESS DEI SEQUESTRI DI ANIMALI...

 
FEDERFAUNA
15 GENNAIO 2010
 
IL BUSINESS DEI SEQUESTRI DI ANIMALI...
 
Un vero e proprio racket mascherato da "tutela del benessere animale". I fatti risalgono allo scorso novembre e si riferiscono ad un sequestro di uccelli promosso e condotto, in alta Italia, da una nota associazione animalista, nei confronti di un commerciante. Gli animali, sequestrati perche' ritenuti "di provenienza illecita", nonostante il detentore avesse mostrato tutta la documentazione relativa all'acquisto, sarebbero poi stati "liberati". Motivo: sempre a detta degli animalisti, per "naturale insofferenza degli animali a permanere nella gabbietta". Gli stessi animali pero', sarebbero invece stati trovati in vendita, poco tempo dopo, in un altro esercizio commerciale sempre del nord Italia. Vista la gravita' dei fatti che hanno generato diversi procedimenti penali attualmente in corso, FederFauna non e' ancora possesso di ulteriori particolari che, non appena possibile, verranno resi pubblici. A difesa del commerciante e' stato chiamato l'avvocato Massimiliano Bacillieri di Bologna che, in una nota, sottolinea che l'intera vicenda sara' oggetto di attente valutazioni di carattere processuale e procedurale, con particolare riguardo ai poteri e alle facolta' concesse dalla legge a tutti coloro che si fregiano del titolo di guardie particolari giurate o di guardie volontarie di associazioni animaliste. E pensare, che se passasse il Ddl che tanto vuole la Martini, gli animalisti potrebbero percepire anche dei soldi per "mantenere" gli animali, oltre ai soldi delle sanzioni inflitte sempre a chi il sequestro aveva subito. Sara' sicuramente un caso, ma fa pensare, il fatto che ieri, quasi contemporaneamente, sui media sono comparse due notizie: una riportava del sequestro di 186 bovini di razza piemontese (animale che dimostra una buona adattabilita' ai climi piu' diversi e che risponde bene sia nell'allevamento stallino, sia in quello brado o semibrado), perche' "esposti al gelo e alle intemperie" e del loro allevatore, naturalmente accusato di maltrattamento; l'altra, sulla macellazione clandestina, in particolare di bovini "sottratti" alle aziende agricole, che e' particolarmente pericolosa anche per la salute dei cittadini, perche' priva delle necessarie garanzie sanitarie.

Salviamo i cani di Quartu S. Elena

La storia di questi 4 cani (ora diventati 3, perchè uno purtroppo è morto) è stata portata alla luce l'anno scorso. Il gestore di un distributore di Benzina dell'Agip a Quartu S. Elena (CA) da 30 anni aiuta i randagi che cercano rifugio presso la sua stazione di servizio. In tutto questo tempo nessuno ha mai avuto nulla da ridire con nessuno, ma ora tre cani, anziani, danno fastidio e sono definiti dal tribunale di Cagliari "indecorosi" per la struttura.

Il 19 gennaio si deciderà la loro sorte: dovranno lasciare il luogo che li ha visti invecchiare, accuditi con affetto dal signor Piergiorgio, titolare del distributore e dai suoi colleghi per finire in chissà quale posto. In una regione dove il fenomeno del randagimso è alto, dove gli animali vengono spesso maltrattati con crudeltà e cattiveria gratuita, si punta il dito su persone che cercano di aiutare queste povere creature gettate da umani indefinibili, come fossero spazzatura. Dobbiamo assolutamente sostenere il signor Piergiorgio scrivendo al comune di Quartù, all'ENI e ai giornali per di fermare questa assurda decisione. Non abbiamo molto tempo, per cui inviatamo TUTTI a partecipare numerosi.
Qui sotto trovate gli indirizzi email,  i numeri di fax a cui scrivere ed un messaggio tipo da personalizzare e inviare fax.
 
Per favore..........partecipate tutti. Salviamo i tre cani anziani rimasti, non lasciamoli allontanare dal sig. Piergiorgio che da tanti anni si è preso cura di loro!!!!
 
 
 
Comune di Quartu S. Elena (CA)
sindaco - Med. Luigi Ruggeri
Via E. Porcu - 09045 Quartu Sant?Elena (CA) - tel 070-86011 - fax 070-86012299
 
ENI
 
Eni Cagliari
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Giornali, radio regione Sardegna
 
 
Messaggio da personalizzare con oggetto a piacere
 
Leggiamo spesso, forse troppo, di Leggi che tutelano gli animali ma che al contrario non vengono rispettate, come leggiamo di canili troppo pieni, forse all'esasperazione, tanto da indurre gli organi di controllo a bollare la struttura come lager, all'infuori di quelli che, a seconda del vero ruolo che svolgono, continuano a generare un sovrannumero di presenze che certamente non rispettano il benessere animale ed il suo diritto ad un'esistenza dignitosa. Leggiamo più spesso che un semplice individuo, come il signor Piergiorgio Lara, pur dimostrando umanità e compassione verso quattro animali abbandonati da qualche suo concittadino (mai arrivato sulle scale di un Tribunale) possa essere osteggiato in maniera coercitiva e paradossale proprio da quella Giustizia che dovrebbe prendere le difese, sue e soprattutto di tre esseri senzienti destinati alla galera a vita in una struttura dove sembra essere negato ogni diritto alla vita stessa. Ci chiediamo se l'AGIP, parte denunciante, abbia mai pensato alla fine che farebbero i tre animali rimasti, anziani, abituati a convivere in uno spazio ben custodito, vedendosi allontanare da ciò che consideravano la propria casa e soprattutto da un uomo che li aveva salvati da morte certa. Forse certe cause vengono intraprese solo per dimostrare la propria validità, il proprio potere, e forse, nel preciso caso, solo per cambiare gestore attribuendone la causa alla presenza, non visibile alla clientela, di tre cani. Con ancor più meraviglia leggiamo della sentenza di un Giudice che, definendo quel recinto un canile, probabilmente non ha mai posto lo sguardo sui veri canili, quelli sardi e quelli di tutto il resto d'Italia perchè, se così fosse e proprio in virtù del ruolo che riveste , avrebbe dovuto essere il primo a legittimare la legalità della custodia dei tre cani sul posto da parte del Lara e rifiutarsi  di spostare gli animali in luoghi ove il benessere animale non ha mai varcato il cancello. Quando parliamo di condannare i proprietari di animali dovremmo ben fare attenzione a non allargare il concetto a quei proprietari che non vorrebbero mai abbandonare od essere costretti a rinunciare ai propri animali in  virtù di una sentenza assurda. Forse sfugge a qualcuno la definizione di canile tant'è che il Tribunale Amministrativo per l'Abruzzo, con sentenza ND 159/07 NRG 29/2007 ha annullato l'ordinanza del Comune di Tollo che costringeva una cittadina, proprietaria di 25 cani, ad allontanare i suoi animali perchè considerato il luogo di detenzione come rifugio per cani, regalando così piena soddisfazione a quella signora che accudiva animali presi dalla strada e detenuti in maniera legale ma non come canile. In Sardegna, possedere e detenere 3 cani in un recinto equivale ad essere gestore di un rifugio? In Sardegna, da dove giungono appelli continui per adottare gli animali dai canili strapieni, da dove partono animali in affido a centinaia e centinaia di Km. senza saperne, nella maggior parte dei casi, la destinazione finale così che ci possa essere la possibilità di far entrare ancora animali vaganti.
In Sardegna, dove gli animali abbandonati per strada vengono raccolti in condizioni allucinanti ,se non addirittura cadaveri seviziati, dal poco volontariato presente. In Sardegna dove si sta cercando di arginare il fenomeno del randagismo, come d'altronde nel resto del Paese,si vogliono forse far nascere tre randagi in più solo per accogliere la richiesta della potente AGIP al cui naso non arriverebbe mai alcun odore animale? Quello che chiediamo è giustizia vera perchè non vi può essere giustizia ove si lede la salute ed il benessere di ognuno, che possa anche appartenere ad altra specie e soprattutto giustizia per un cittadino che vedrebbe portarsi via, verso un destino ignoto,  tre creature al quale ha salvato la vita e che non avrebbe possibilità alcuna di gestirli in altro luogo se non il vederli rinchiusi per quel poco tempo che possa loro rimanere dietro le sbarre di un anonimo e osceno canile. Quello che chiediamo all'AGIP, o meglio ai Suoi dirigenti, è un minimo di coscienza, una prova di sensibilità e di rispetto soprattutto legato ad un luogo ove gli eventuali clienti non avrebbero possibilità alcuna di essere infastiditi.
 
Nome, cognome, località...
 
 
Testimonianza sig. Piergiorgio Lara pervenuta presso la sede del Gruppo Bairo Onlus il 13/01/2010
 
salve , sono un gestore agip. nell'impianto da me gestito ho sempre avuto dei cani salvati dalla vicina e pericolosa strada. l'agip ha sempre visto,saputo, tollerato. basti pensare che gli ispettori agip in visita(controllo)   presso il mio impianto hanno sempre giocato con i miei cani. invece da 2 anni l'eni  ha voluto e ottenuto dal tribunale di cagliari(giud.dott.gabriella dessi),un'ordinanza dall'allontanamento dei miei vecchi cani(uno quasi non vedente). tutto e' partito dall'agente eni d cagliari(giacomo giordano) e paolo micalizzi (eni roma), i quali asseriscono che i miei cani danno indecoro al distributore.il 19 01 2009 ,udienza presso il tribunale d cagliari dove la dott.dessi stabilira' le modalita' x l'allontanamento dei miei cani. grazie.
 
 
 
articoli di cronaca
 
 
CLAUDIO CUGUSI.IT
13 GENNAIO 2010
 
Il cane a sei zampe e quelli (veri) a quattro zampe (di Claudio Cugusi - Epolis)
 
Dopo quasi due anni di lotte il mostruoso cane nero a sei zampe, quello dell?Agip, ha vinto la lotta contro i cani a quattro zampe. Quelli veri, strappati ai parafanghi delle auto di viale Colombo a Quartu e ospitati in un fazzoletto di terra dietro un rifornitore. Tra pochi giorni il Tribunale di Cagliari deciderà come i cani (e anche un vecchio lavaggio, giudicato abusivo) dovranno essere sgomberati e da chi. Deciderà anche chi dovrà custodire i cani a quattro zampe? Probabile. Se però potessero essere interpellati proprio loro, questi meticci grossi e simpatici, direbbero che loro vogliono restare lì, dove hanno la certezza di cure, compagnia e cibo. Dove sono da anni, fedelmente legati a Omar, Roberto e Giorgio, la squadra di benzinai.
Per centinaia di automobilisti in questi mesi i cani del distributore di viale Colombo sono diventati un simbolo di una protesta civilissima che ha varcato il Tirreno (potenza di internet) e ha raccolto più di tremila adesioni dappertutto. Perché? Per una ragione, antica: diritto e giustizia sostanziale non camminano sempre allo stesso passo. E quando per tante ragioni, tutte inoppugnabili, la giustizia soccombe davanti al diritto nella comunità resta un senso di amarezza. Come se non tutto fosse stato fatto fino in fondo. Forse il Comune di Quartu può ancora intervenire. Ma se da oggi in viale Colombo si presentassero tanti cittadini, gli stessi che hanno firmato le petizioni, e qualcuno si offrisse di adottare i meticci, questa storia di diritto e ingiustizia avrebbe almeno una fine decorosa.
Claudio Cugusi
giornalista

L'UNIONE SARDA
28 LUGLIO 2009
 
Viale Colombo.
«Pronti a incatenarci»: i gestori vogliono opporsi alla sentenza
Agip, il giudice sfratta i quattro cani
 
Le decisione definitiva è arrivata: Jack, Schaila, Jo e Billy, i quattro cani salvati dalla strada e adottati dal gestore Piergiorgio Lara, dovranno lasciare la stazione di servizio dell'Agip nel lungosaline, in viale Colombo. Dopo la sentenza del giudice Gabriella Dessì, che aveva intimato il trasferimento immediato degli animali, il Tribunale ordinario ha respinto il ricorso presentato dal gestore. Adesso spetterà all'ufficiale giudiziario decidere la sorte dei quattro cani, che potrebbero essere trasferiti in un canile.
È l'epilogo di una vicenda che ha sollevato roventi polemiche, iniziata la scorsa estate. L'Agip non vedeva di buon occhio quel recinto nel quale sono custoditi i quattro animali, sebbene sia nascosto ai clienti e sistemato in un'area nel retro della rivendita di carburante. Così, dopo un sopralluogo, i dirigenti della società petrolifera avevano intimato l'immediato trasferimento dei cani «per non rischiare il mancato rinnovo del contratto». Dal rifiuto del gestore era nato uno scontro arrivato fino alle aule del Tribunale, e subito si era formata una rete di solidarietà a favore dei due pastori tedeschi, del cocker e del volpino.
«Non abbandoneremo mai i nostri cani», assicura Piergiorgio Lara, «se l'ufficiale giudiziario deciderà di portarli via, saremo pronti a incatenarci. Non hanno mai dato fastidio a nessuno, sono con noi da tanti anni, stanno bene e sono regolarmente controllati dal veterinario».
Per aiutare Jack, Schaila, Jo e Billy si sono mossi associazioni e cittadini. In poco tempo sono state raccolte 1.500 firme allegate a una petizione per chiedere di tenere «giù le mani dai cani». L'Aiida, il tribunale nazionale degli animali, minaccia denunce per istigazione al randagismo. «Siamo pronti ad andare con i cani a manifestare sotto l'agenzia Agip», aggiunge Lara, «certamente noi non molliamo». (g. da.)

Affidamento diretto, la ricetta contro il randagismo

LA NUOVA SARDEGNA
15 GENNAIO 2010
 
Affidamento diretto, la ricetta contro il randagismo
 
OLBIA. La lotta al randagismo non è persa. La battaglia è dura da vincere, ma chi è in prima linea da una vita non vuol sentir parlare di sconfitta annunciata. Anche durante le feste di Natale e l’estate, cioè i periodi dell’anno in cui gli abbandoni dei cani aumentano in maniera vertiginosa. I momenti in cui i padroni si dimenticano dei loro piccoli amici a quattro zampe.  Ne sa qualcosa Elisa Magnanensi, la responsabile dell’Arpa, la lega autonoma anti randagismo e protezione ambientale. «Mi occupo di cani da oltre 25 anni - spiega -. Da sempre in prima linea, superando anche vicende amare e difficili, sono ancora oggi più che mai convinta che questo problema sociale non abbia possibilità di soluzione definitiva in quanto è sempre in fieri, ma allo stesso tempo è indispensabile un controllo costante con strategie mirate per impedirne il dilagare». Strategie che, secondo la paladina dei cani, già collaudate da decenni e rapportate ai tempi attuali, si potranno rivelare ancora una volta la medicina più efficace per combattere il randagismo. «Innanzitutto - spiega Elisa Magnanensi - è fondamentale un collegamento costante con le scuole, il modo migliore per diffondere quella rivoluzione culturale che ha permesso la tutela degli animali attraverso leggi dello Stato. Seconda cosa, non meno importante, la sostituzione dei tanti e brutali metodi per sbarazzarsi degli animali indesiderati con la sterilizzazione, che deve essere effettuata non solo alle femmine ma anche ai maschi, per evitarne l’esubero». Ma la grande novità della lega presieduta dalla Magnanensi è l’affidamento diretto degli animali ai richiedenti. «Si tratta di soggetti già sensibili al problema e soprattutto responsabili. Attraverso una scheda l’associazione stabilisce le regole che riguardano cibo, salute e spazi adeguati, a cui l’adottante deve attenersi. Tutto sotto il controllo dell’associazione. Inoltre, salvo rare eccezioni, evitiamo trasferimenti all’esterno del nostro territorio, perché altrimenti non c’è nessuna certezza di poter verificare il buon fine dell’adozione. La deportazione è da impedire anche per il fatto che lo Stato eroga a Regioni e Comuni sovvenzioni per occuparsi del problema nel territorio».

sequestro di cuccioli ad Ancona

CORRIERE ADRIATICO
16 GENNAIO 2010
 
Porto, maxi sequestro di cuccioli
Oltre quaranta cani e gatti salvati dal traffico clandestino. Erano in gabbia
 
Alberto Bignami
 
Ancona Chissà dove sarebbero finiti ed in che condizioni sarebbero arrivati a destinazione i cuccioli di varie razze, tra cui Labrador, Golden Retriever, Yorkeshire, Pincher, Bulbogg, West Hingland, Cocker, Maltese, Cane da pastore, Jack Russel e molte altre, salvati dallo smercio clandestino grazie all'intervento del Corpo forestale dello Stato, comando provinciale e nucleo Cites, dell'ufficio Dogane sezione marittima e della Guardia di Finanza, gruppo di Ancona. Giovedì mattina infatti al porto è stato intercettato un furgone con targa polacca in procinto di imbarcarsi per la Grecia. Fermato e controllato il mezzo, al suo interno sono stati rinvenuti 43 cuccioli di cani tra le 4 e le 10 settimane di vita oltre a un gatto persiano di 2 anni, tutti raccolti in 22 gabbie in plastica per il trasporto di animali domestici. 
Gli accertamenti dei militari non hanno consentito al personale di polizia coadiuvato dal Servizio Igiene Allevamenti e produzioni zootecniche dell'Asur di Ancona di procedere alla identificazione degli animali in quanto non erano dotati del microchip sottocutaneo e del passaporto identificativo. Le operazioni di controllo e la visita sanitaria hanno poi permesso di applicare sottopelle ai cuccioli il minuscono congegno elettronico che assegna il documento d’identità. Tutti i piccoli sono stati affidati in custodia temporanea ad un canile della provincia. Il trasportatore, un cittadino polacco residente in Grecia, è stato denunciato per maltrattamento, falso ideologico e falso in atti. Le indagini del Corpo forestale sono in corso per chiarire se all'origine risulta un'organizzazione dedita al traffico illegale di animali da affezione, in considerazione anche della progressiva riduzione delle importazioni legali. Indagini e controlli proseguiranno costantemente per capire se si tratti di un fenomeno usuale. Si cerca di scoprire con quale frequenza avvengano questi trasporti illegali. Viaggi che possono essere anche fatali per questi cuccioli privati della madre già dopo 4 settimane e sistemati in gabbie e mezzi di trasporto non idonei per le insufficienti condizioni igieniche e per la mancanza di sicurezza e ricambio d'aria e di ossigeno.

martedì 12 gennaio 2010

LEGATO A UN ALBERO E SGOZZATO...ORRORE A MONTE VIDON CORRADO

Violenza sugli animali nella notte di santo Stefano
Trovato un cane legato ad un albero e sgozzato

Monte Vidon Corrado (FM) - L'autore del gesto è ancora ignoto, ma quello avvenuto nella notte fra Santo Stefano e domenica nelle campagne di Monte Vidon Corrado resta un atto di assoluta crudeltà verso gli animali. Un cane di taglia media, probabilmente un bastardino senza collare, è stato prima legato al tronco di un albero in mezzo ai campi con una corda e poi sgozzato con un coltello. A trovarlo è stato un residente del luogo. Un fatto insolito, che ha colpito molto gli abitanti della zona. Alcuni soprattutto fra gli anziani, hanno ipotizzato si potesse trattare anche di qualche pagano. un gesto, comunque, assolutamente da condannare.


Comunicato Stampa
Quel cagnolino di taglia media piccola, colore bianco con qualche pezzatura sul marrone rossiccio, legato per ben tre volte al collo e lasciato morire impiccato nelle campagne di Monte Vidon Corrado, merita più di una semplice notizia. La sua raccapricciante fine denota unicamente la viltà di chi ha usato quel piccolo animale per sfogare i propri istinti diabolici. Non certamente riti satanici di gruppo ma solo la ferma volontà di inveire contro una creatura indifesa da parte di un semplice squilibrato che ha voluto liberarsi di una presenza da lui giudicata inopportuna. Che possa esserne stato anche il legittimo proprietario è un dilemma che solo il piccolo meticcio poteva sapere. La notizia diffusa ci fa rendere sempre più conto della mancata sensibilità di determinati umani nei confronti di animali indifesi. Non sta a noi ricordare che chiunque commette omicidio contro un essere a quattro zampe incorre nel codice penale che prevede, nel caso medesimo, persino l’arresto. Sicuramente l’attore in questione non verrà mai rintracciato ma ci auguriamo che per quanto possa continuare a vivere, viva anche in lui un rimorso tale da rendergli difficile ogni azione nella sua misera esistenza. L’appello che lanciamo è quello di tenere ben stretti i propri animali evitando loro di vagare e di incorrere in pericoli sempre più reali.
socie Circolo Legambiente Sibilla Aleramo

domenica 6 dicembre 2009

traffico di cuccioli nel fermano

Cuccioli in condizioni penose
Denunciati tre ucraini; trasportavano piccoli animali di razze pregiate.
Erano tenuti in penose condizioni igienico-sanitarie, completamente bagnati e sporchi dei loro stessi escrementi

Montegranaro (Fermo), 5 dicembre 2009 - Scoperto dai carabinieri a Montegranaro, nel Fermano, un traffico internazionale cani razze pregiate. Tre cittadini ucraini sono stati denunciati. La scoperta è stata fatta dai militari durante un servizio di prevenzione sul territorio. Un furgone, di nazionalità ucraina, con a bordo tre persone, è stato fermato e perquisito. In due gabbie metalliche di piccole dimensioni, sono stati trovati 8 cuccioli, 4 di razza Buldog inglese e 4 di razza Shar Pei, che sarebbero stati venduti nel nostro paese a un prezzo nettamente inferiore a quello del mercato corrente.I cuccioli, che erano accompagnati da falsa documentazione sanitaria e identificativa, erano tenuti in penose condizioni igienico-sanitarie, completamente bagnati e sporchi dei loro stessi escrementi. Dagli accertamenti, è emerso che i cani, di pochi mesi di vita, provenivano dall’est europeo ed erano destinati al mercato clandestino locale. I tre risponderanno di maltrattamento di animali e uso di atto falso. I cuccioli sono stati affidati a una idonea struttura di Fermo dove sono stati curati.

domenica 1 novembre 2009

DENUNCIATO IL CANILE DEGLI ORRORI

Che dire? Ci viene in mente la mattina del 12 marzo 2007, quando il canile Pluto House, gestito con enormi sacrifici dalla nostra associazione, ha iniziato a veder scendere il buio su quella struttura sì fatiscente ma piena di luce e di speranze. Sembra quasi che la storia debba ripetersi ma purtroppo in questa circostanza abbiamo la certezza, leggendo l’articolo, che la “storia ripetuta” non sarà vissuta da molte di quelle creature a quattro zampe che avevamo custodito con cura e rispetto. Siamo stati tacciati di maltrattamento nei loro confronti da quanti, intervenuti nel giorno del blitz, non erano mai stati presenti nella vita quotidiana del canile, da quanti, venuti da lontano e preparati dovutamente in ciò che era già nelle loro decisioni, hanno ritenuto opportuno cominciare a togliere il respiro ai 547 animali che in quel luogo avevano trovato serenità e rispetto.
Giusto, la storia si ripete, ma questa volta la “storia” è riferita non da “un gruppo” che ignorava la tranquilla realtà quotidiana di quelle creature, questa volta le pagine di 963 giorni sotto una custodia giudiziaria, che avrebbe dovuto garantire la massima tutela e benessere animale, sono illustrate da gente del posto, soggetti che hanno frequentato giornalmente quel rifugio sbarrato al pubblico e che hanno visto giorno dopo giorno la fine di un sogno per molti animali e l’incertezza per quelli rimasti.. Leggiamo di sevizie, di morti, di interventi chirurgici preludi di abbattimenti, vicende di cui avremmo preferito non avere notizia ma che purtroppo, stando a quanto riportato, sono effettivamente accadute e fortunatamente, per i sopravissuti, raccontate.
Vogliamo fortemente credere che stavolta la “giustizia possa essere attenta e veloce”, soprattutto per il rispetto che noi tutti dobbiamo alle “vittime innocenti” di un gioco malvagio che esula da ogni forma di rettitudine umana, a quei “martiri silenziosi” che non hanno avuto possibilità alcuna di far udire la propria voce per denunciare violenze subite e di appoggiare la voce scritta da umani artefici delle tante segnalazioni presentate e rimaste in un cassetto chissà mai per quali “ovvii” motivi, ed infine a quelle innocenti creature che hanno ancora la volontà di continuare a vivere pur se in mani ostili.
Sono loro e non noi ad essere i veri perseguitati , noi siamo solo i “capi espiatori”, quelli cercati prima, durante e dopo il sequestro, coronato con una convalida forse troppo affrettata ed alla quale allora non abbiamo avuto nemmeno tempo di replicare. La nostra voce, che aveva sempre inneggiato alla difesa dei nostri cani, in quegli attimi vissuti come un incubo aveva perso ogni tono. Ma ora, ora che la dura realtà nella quale sono stati gettati gli ospiti di Pluto House, il canile definito nel 2007 come un lager, sta venendo a galla, abbiamo ritrovato la forza e la voce necessaria per urlare: giustizia, quella vera, sia fatta. Questo lo dobbiamo ai nostri cani.


Articolo del corriere news 16-10-2009 e commenti

http://www.corrierenews.it/corrierenews3100/content/view/full/40716#

I cosiddetti “animalisti”, 17 anni dopo
Diverse associazioni intervengono sull'inaugurazione
del nuovo canile di Montegranaro

In risposta ad un articolo pubblicato ad inizio settimana

Le Associazioni animaliste Amici Animali Onlus di Osimo, Amici di Fido Onlus di Civitanova, Io non ti Abbandono Onlus di Civitanova, Anita di Falconara Onlus, Qua la Zampa Onlus di Castelfidardo e Cinofila Senigalliese di Senigallia, leggendo l’articolo apparso sul Resto del Carlino il 13/10/2009 ritengono che se tutto ciò non fosse così tragico per gli animali, di certo sarebbe una farsa.
Legambiente Circolo Sibilla Aleramo, alcuni fondatori del canile Pluto e un certo P.C. che sembra voler rimanere anonimo, forse si sono dimenticati che per ben 17 anni i cani presenti nella struttura poi sequestrata a marzo 2007 dagli organi competenti ( N.I.R.D.A. Nucleo investigativo per i reati a danno degli animali del Corpo Forestale dello Stato, Lav e Ass. A.N.T.A), vivevano in condizioni pietose di certo non a norma di legge.
Cento cani circa venivano tenuti perennemente a catena, cucce fatiscenti, cani rinchiusi nella stalla della casa colonica completamente al buio in compagnia solo di topi, box costruiti con materiale di fortuna uno dentro l’altro come scatole cinesi. Cani che non hanno mai avuto la possibilità di sgambare in uno spazio apposito come la legge prevede. Nessun ambulatorio presente nella struttura. Registri di carico e scarico dei cani assenti. Addirittura gatti rinchiusi in una piccola roulotte proprio lì vicino ai cani. Mancanza totale di sistema fognario adeguato alla normativa vigente. Non ci stiamo inventando nulla. Ci sono testimonianze e fotografie che parlano da sole.
Ora leggiamo che questi cosiddetti “animalisti” sembrano, a loro dire, gli unici a preoccuparsi delle condizioni dei cani affidati all’associazione A.N.T.A. dopo il sequestro del 2007. Chissà prima e per ben 17 anni dove fossero!
Chissà come mai, invece di plaudire chi, con sacrifici enormi è riuscito in poco tempo a realizzare una struttura che permetterà finalmente a questi animali di vivere etologicamente secondo la loro natura, continua imperterrito a gettare fango e discredito completamente gratuiti senza alcuna vergogna.
Ci vergognamo noi e ci rammarichiamo di non essere stati in grado con le nostre sole forze, di intervenire prima per bloccare quella penosa situazione che ha portato per anni gravi sofferenze agli animali ospiti.
Siamo purtroppo abituati a scontrarci giornalmente con gestori privati che non seguono le leggi e che speculano sui cani dei canili, e ci rimane difficile credere che associazioni animaliste possano giustificare per anni situazioni gravissime come quelle in cui stavano i cani di Pluto House e continuare nel loro intento di demolire chi invece si adopera solo ed unicamente nell’interesse degli animali.
Non ci risulta neanche che sia interdetto l’accesso ai volontari come si scrive nell’articolo. Noi siamo sempre andati e nessuno ci ha mai negato l’entrata e abbiamo toccato con mano i progressi che sono stati portati avanti, pur nelle estreme difficoltà di una struttura cadente, fatiscente, igienicamente inadatta con pochissime possibilità di modifica.
Finalmente domenica 11 ottobre 2009, il giorno tanto atteso dopo tanti anni è arrivato. Chi è veramente un animalista come si professa in pubblico, dovrebbe lasciare da parte orgoglio ferito, vendette personali, odi repressi ed essere solidale con chi ha potuto realizzare tale struttura dove nel giro di qualche settimana saranno trasferiti quei poveri cani.
Cosa si voleva? Far rimanere a vita e continuare ad accettare ancora altri cani in quel lager?
E’ davvero impossibile continuare a difendere l’indifendibile.


Commenti
ASSOCIAZIONE PROVINCIALE PROTEZIONE ANIMALI Onlus ASCOLI PICENO
Venerdì, 23 Ottobre 2009 15:22:25ALESSANDRO ORLANESI
Evitando di vomitare altro veleno su una vicenda dove solo severe azioni giudiziarie nei confronti degli Enti locali e delle locali ASL avrebbero reso giustizia all'inferno patito dall'Associazione Pluto colpevole solo per avere con molto coraggio e tanto cuore cercato di gestire una emergenza che negli anni novanta era diventata una grave questione di pubblica sicurezza. Ma la conoscete davvero questa gente alla quale hanno lacerato pure l'anima dopo averla infangata di calunnie ? Io ho avuto la fortuna di incontrarla e vi posso assicurare che almeno meriterebbe il diritto di non essere più molestata.

Risposta alle 5 ONLUS
Giovedì, 22 Ottobre 2009 18:00:58Lidia Gomez Olivera
In merito a tutti gli articoli di questi giorni inerenti l’inaugurazione del nuovo Canile di Montegranaro avremmo piacevolmente evitato ogni ns. intervento. Dato che la conduzione del rifugio sotto la ns. gestione è stata chiamata in causa da ben 5 onlus della Regione Marche, riteniamo doveroso, soprattutto in nome delle centinaia di animali salvati ed affidati sotto la ns. gestione e soprattutto in nome di quelli che, a partire dal giorno successivo il blitz, nel lontano 2007, non hanno più visto la luce del sole, porre alcuni appunti certamente sconosciuti alla “platea”.
Nulla da eccepire per tutte le condizioni fatiscenti riscontrate dalle 5 onlus nella struttura, anche se sinceramente ci sfuggono le periodicità delle loro visite. Tali requisiti, perfettamente a conoscenza dei Sindaci di allora sin dalla nascita del “rifugio”, li abbiamo trovati nel ns. subentro alla prima gestione del canile. Condizioni divenute certamente estreme dal diniego sempre ricevuto dall’ufficio tecnico del Comune ove sorge la struttura ad ogni ns. richiesta di miglioramento,ma nelle quali hanno trovato sistemazione, alternandosi,dal lontano 1990 circa 6.500 animali abbandonati ed o accalappiati dal servizio Veterinario. O le 5 onlus avrebbero preferito lasciarli al loro destino di randagi, con tutte le varie conseguenze negative che avrebbero creato a danno di se stessi, dell’incremento del randagismo e all’ambiente del fermano?
Siamo stati sempre ben consci che la struttura di “Pluto House” non era a norma, più volte ne abbiamo recriminato, oltre che con richieste cartacee, anche attraverso la stampa la necessità di un cambiamento radicale, come ben coscienti lo erano i 22 Sindaci quando, nel 2005, attraverso una testimonianza alla stampa avevano pubblicamente ammesso la necessità di provvedere ad nuovo rifugio autorizzando l’uso della struttura attuale per ben altri 5 anni.
Quindi piena coscienza e conoscenza di tutti, dai privati alle pubbliche istituzioni ai Corpi speciali dei Nas e del Noe a seguito di loro ispezioni constatanti la decadenza del luogo ma la massima condizione sanitaria degli animali presenti, quindi totale mancanza di maltrattamento, condizione peraltro riconosciuta dalla gestione attuale e pubblicamente resa nota attraverso due articoli della stessa in data 24-3-07 (R.d.C) e 25-3-07 (C.A.)
Ma soprattutto piena coscienza che quella di Pluto House era l’unica struttura in grado di fermare l’evoluzione del randagismo altrimenti incontrastata soprattutto grazie alle sterilizzazioni effettuate completamente a carico dell’associazione ancor prima dell’intervento della ASL in merito.
Ogni personaggio legato all’associazione, alle amministrazioni Comunali, ai vertici dell’Azienda Sanitaria ha sempre saputo del rischio che poteva correre mantenendo in piedi tale situazione, situazione che ha però permesso agli animali di “nessuno” di essere curati, saziati ed affidati a dispetto del pensiero contrario ricevuto ed infine a solo danno dell’associazione.
Se abbiamo sbagliato nel “salvare” gli animali, siamo pronti a pagarne le conseguenze anche se ci siamo solo messi a disposizione di coloro che, da una parte abbandonavano e dall’altra raccoglievano .
Si descrive quella “casa colonica” come piena di ratti, eppure nel corso degli anni alcun cane né personale è mai deceduto per malattia dovuta alla presenza di topi forse in virtù delle derattizzazioni sempre eseguite, , si parla di cento cani tenuti a catena ed ancora ci si dimentica che la catena ha salvato quelle 100 vite, si disegnano cucce fatiscenti ma alcun cane è mai deceduto perché sottoposto ad intemperie, si citano gatti rinchiusi in una piccola roulotte, certamente preferibile a gatti che passeggiano tra i denti dei cani,ma soprattutto si parla di assenza totale di registri di carico e scarico.
A questo punto ci è dovuto invitare le 5 Onlus, di cui una, dal mese di Luglio c.a., attraverso alcuni suoi componenti , presta il proprio lavoro nella struttura ex Pluto House , a chiedere al Nas e al Noe come mai abbiano potuto consentire ad un’associazione priva della dovuta documentazione di continuare a gestire una struttura ed ancor più di richiedere al Corpo Forestale dello Stato intervenuto nel blitz del 12 marzo 07 l’esibizione di tutta la documentazione posta sotto sequestro attraverso la quale riusciranno finalmente a verificare il contrario di quanto loro riportato.
Noi in quella struttura abbiamo dovuto lasciare 547 animali. Dal 12 marzo del 2007, di questi animali, senza che alcun altro vi abbia potuto trovare ricovero, 50 sono stati dati in affido e 58 sono stati trasferiti in altre strutture, presenti allo stato attuale, secondo quanto riportato dall’attuale gestione, 310 animali. Per la differenza lasciamo a chi legge la risposta.
Come lasciamo la risposta a quanti plaudano la nuova struttura con massima capienza di 300 animali.
Strano a dirsi, una struttura all’avanguardia che non è sufficiente nemmeno ad accogliere quelli che dovrebbero trovarsi nel vecchio rifugio né tanto meno i 54 cani, accalappiati successivamente al 12 marzo del 2007 nel territorio dei 4 Comuni convenzionati , che si trovano a pensione in altri rifugi della zona, di cui uno fuori asl.

mercoledì 14 ottobre 2009

VILLAGGIO DEL CANE E CANI EX PLUTO HOUSE - RASSEGNA STAMPA

CORRIERE ADRIATICO
Articolo del giorno 10/10/2009 

Cucce a quattro stelle per i cani 
Taglio del nastro per la struttura. Il villaggio sarà dedicato a Emilio Nessi 

Montegranaro Si celebrerà domani mattina l’inaugurazione del Villaggio del cane di Montegranaro, in zona Villa Luciani. Una struttura sicuramente all’avanguardia, a buon diritto tra le migliori a livello nazionale, su cui l’associazione Anta Onlus, che ne ha curato il progetto e lo terrà in gestione, lavora ormai da oltre due anni.
Si chiuderà quindi a breve la storia del canile di Sant’Elpidio a Mare, ex Pluto house, sequestrato nel marzo 2007 e finito nell’occhio del ciclone per il grave stato di degrado dell’impianto in cui erano costretti circa 600 animali. Ora il numero di cani si è quasi dimezzato e i quattro zampe saranno a breve trasferiti nel nuovo canile a cinque stelle. “Si compie un percorso – spiega con soddisfazione il presidente Anta Bruno Mei Tomasi – su cui lavoravamo da tempo.
“Senza timore di smentita posso dire che il Villaggio del cane è un’eccellenza a livello nazionale, una struttura che garantisce una vita dignitosa agli animali. Tutti i box sono pronti, così come la parte dedicata agli umani, fatta di ambulatori ed uffici. Manca solo una casetta in legno che nel progetto era stata pensata per organizzare incontri, convegni e pet therapy. Ma la realizzeremo presto”. Se l’inaugurazione si svolgerà domani, dando modo a tutti gli interessati di visionare un vero gioiello per gli amici dell’uomo, i cani prenderanno possesso della loro nuova casa nei prossimi giorni. “Effettueremo delle prove – prosegue Mei Tomasi – L’inserimento degli animali sarà graduale, per valutare eventuali problemi legati ai rumori. Effettueremo rilevamenti dei decibel e se l’abbaiare dei cani si rivelerà troppo forte e ci saranno lamentele dalle attività che si trovano nei dintorni, siamo pronti ad installare pannelli fonoassorbenti.
“Prima però vogliamo valutare se questo sarà necessario. Comunque, nell’arco di un mese contiamo di trasferire tutti gli animali dalla struttura di Sant’Elpidio a Mare al Villaggio a Montegranaro”. Il canile sarà dedicato ad Emilio Nessi, giornalista difensore degli animali che del presidente Anta era un grande amico. “Un omaggio – conclude Mei Tomasi – ad una persona speciale che si è sempre battuta per il rispetto dei cani e di tutti gli animali. Ma la vera e propria intitolazione ad Emilio Nessi la svolgeremo tra qualche settimana, quando sarà pronta la casetta in legno che ancora manca ed attaccheremo all’ingresso la pietra con il suo nome”. P.PIER.

CORRIERE ADRIATICO
Articolo del giorno 11/10/2009 

L’assessore Lucentini“Devono essere installati pannelli fonoassorbentiche ancora non ci sono”
Sorpresa: il canile è inagibile
Il Comune gela i gestori: “Noi non verremo all’inaugurazione”

Montegranaro Niente agibilità per il canile. Niente cani o altri animali sino a quando non saranno rispettate tutte le prescrizioni. In primis, sino a quando non saranno montati i pannelli fonoassorbenti. E, per evitare che il concetto sfugga, tutto è stato formalizzato in una missiva partita ieri mattina da palazzo comunale e indirizzata ai gestori. 
Il comune di Montegranaro frena gli entusiasmi sul taglio del nastro in programma per questa mattina del villaggio del cane e annuncia che l'amministrazione comunale non parteciperà a quella che, l'assessore ai lavori pubblici Mauro Lucentini, definisce come una inaugurazione virtuale. 
Assessore Lucentini che sottolinea: bene il progetto ma solo se lo stesso sarà interamente rispettato, diversamente adotteremo tutti i provvedimenti necessari a tutelare il bene dei residenti e delle aziende della zona. La zona è quella di Villa Luciani.
Nei giorni scorsi, l'associazione che gestirà il canile, ha fatto avere al sindaco Gastone Gismondi e ai suoi l'invito all'iniziativa in programma per stamattina. 
Ma, a palazzo, si è anche svolto un incontro ad hoc nel corso del quale sono emerse chiaramente le perplessità sullo stato dei lavori. Ieri, in concomitanza dell'uscita dell'annuncio relativo all'inaugurazione anche sulla stampa, è partita, firmata dal sindaco Gastone Gismondi, una lettera all'associazione presieduta da Mei Tommasi e nella quale, oltre a declinare ogni responsabilità in materia di sicurezza nei cantieri, il Comune ricorda quelli che sono gli accordi, in particolare le prescrizioni. 
Fermo l'assessore ai lavori pubblici Mauro Lucentini: Ho letto - afferma - che il presidente dell'associazione ha detto che effettueranno rilevamenti dei decibel e se l’abbaiare dei cani si rivelerà troppo forte e ci saranno lamentele dalle attività che si trovano nei dintorni, installeranno i pannelli fonoassorbenti. No, non è così. I pannelli li debbono installare prima di portare i cani. Questa è una delle prescrizioni che necessariamente debbono essere rispettate. Stesso dicasi per la piantumazione. L'agibilità - continua Lucentini - del canile ancora non c'è e non ci sarà sino a quando non sarà tutto in regola e tutto esattamente conforme agli accordi. Non è nostra intenzione - spiega ancora l'assessore ai lavori pubblici Lucentini - frenare questo progetto, la cui bontà è indubbia tanto più perchè trattasi di un progetto territoriale. Ma l'amministrazione comunale intende tutelare, prima di tutto, chi in quella zona opera e chi vi abita”. 
Il canile si trova a un passo da importanti aziende e dell'abitato di Villa Luciani. Sono stati assunti precisi impegni - conclude l'assessore ai lavori pubblici - il rispetto degli stessi deve essere bilaterale. Siamo convinti che tutto si risolverà per il meglio. Diversamente, comunque, l'amministrazione comunale adotterà tutti i provvedimenti che ritiene più opportuni. E' braccio di ferro, dunque, tra il Comune e i gestori del canile. Stamattina l'amministrazione al taglio del nastro non ci sarà. 

Una casa da 300 posti 

Montegranaro Non resta che attendere, adesso, quella che sarà la risposta dal fronte canile.
Il villaggio sarà dedicato a Emilio Nessi e conta 300 posti, oltre ad una “pensione” per gli ospiti che rimarranno solo per qualche tempo, ad esempio animali di famiglie in vacanza.
Dodici metri quadri per ciascun box, con uno spazio notte, interamente chiuso, ed uno per le ore diurne semicoperto. In più, un prato comune all’aperto, uno spazio specifico per i cani più anziani, ambulatori veterinari ed uffici.
Per ora però manca l'agibilità. Ed è in corso un braccio di ferro tra gestori e Comune di Montegranaro.





CORRIERE ADRIATICO
Articolo del giorno 13/10/2009

Dopo la dismissione per il Villaggio del cane l’'area torna all’'Asur. 
Polemica a distanza con M.Granaro 
Pluto House, ora il problema è anche cosa farci 

Sant’Elpidio a Mare Un canile è ormai prossimo a partire, un altro, per forza di cosa, si fermerà. Ma cosa succederà, da qui ai prossimi mesi, al vecchio Pluto house lungo la strada Faleriense? Se lo chiedono in molti, dal momento che il nuovo Villaggio del cane di Montegranaro, appena saranno superati alcuni dettagli per il rilascio dell'’agibilità, sarà operativo ed accoglierà gli animali al momento ancora ospiti della struttura in territorio elpidiense. Il primo problema, indubbiamente, riguarderà il risanamento di un’area che per anni ha raccolto sporcizia e richiamato ratti ed altri animali. Fa il punto il sindaco Alessandro Mezzanotte. “Lo stabile dell’ex canile Pluto house – rimarca il primo cittadino – è di proprietà dell’Asur, quindi sarà questo ente a valutare cosa farne una volta che i cani non vi abiteranno più. Il Comune da oltre due anni a questa parte versa la propria retta per il mantenimento degli animali, ma dopo il sequestro attuato nel marzo del 2007 tutta la gestione è in mano all’associazione che lo ha preso in gestione. Sicuramente è auspicabile che, una volta smantellato il canile, si effettui un accurato intervento di pulizia del sito, una sorta di bonifica. Ci attiveremo insieme all’Asur per valutare le più corrette modalità di esecuzione di questo intervento”. Il futuro, poi, lo deciderà la proprietà. Saranno rimossi con ogni probabilità i box che contornano il casale di campagna e che ancora oggi ospitano i tanti cani della struttura. Poi, probabile che l’Asur opti per la vendita dell’immobile.
E se il futuro del sito è ancora da disegnare, si fa sentire intanto la protesta dei residenti di Luce Cretarola. Non vanno giù a molti cittadini, i distinguo e le riserve degli ultimi giorni a proposito dell'’attivazione del nuovo Villaggio del cane di Montegranaro. A farsi portavoce dei residenti è Simone Trasarti. “Leggiamo i giornali – spiega Trasarti – e rimaniamo sconcertati. A Montegranaro non si vuol far partire il canile perché mancano i pannelli fonoassorbenti e senza che siano realizzati non si darà l’agibilità. Non dimentichiamoci che parliamo di una zona industriale e che le case più vicine si trovano ad almeno mezzo chilometro. Allora tutti noi residenti di Luce Cretarola in questi lunghi anni cosa dovremmo dire? Pluto house si trova a due passi dal centro abitato, è circondato da case dove abitano centinaia di persone, ha ospitato almeno il doppio degli animali che staranno a Montegranaro, che sarà molto più pulito e curato. I rumori li abbiamo dovuti sopportare per anni, senza pannelli né protezioni. Ora si portino i cani alla nuova struttura, per rispetto degli animali prima di tutto. Altrimenti, se la tutela e le attenzioni valgono solo per Montegranaro, ci sentiamo davvero presi in giro”.






Dal sito web www.antaonlus.org 11 Ottobre 2009
Inaugurazione Rifugio " Villaggio del Cane" a Montegranaro (AP)
VILLAGGIO DEL CANE

Perché e come nasce
Dopo insistenti segnalazioni pervenute al NIRDA e all’ANTA, per maltrattamento animale in un canile di Sant’Elpidio a Mare definito lager, il 12 Marzo 2007, il C. F. S. con il NIRDA è intervenuto sequestrandolo, quella struttura risultava la peggiore mai vista prima, gestita da Pluto Progetto Fauna, in occasione del sequestro il Presidente dell’ANTA è stato nominato Ausiliario di P.G.
Dopo la convalida del sequestro da parte della Procura, l’ANTA onlus ha ricevuto l’incarico di gestire la struttura in Custodia Giudiziaria, per cercare di dare un’adeguata assistenza ai cani e serenità alla popolazione disperata per quel canile indegno di un paese civile. Dopo due anni di costante impegno e in stretta collaborazione con le istituzioni l’ANTA onlus è riuscita a dare una soluzione adeguata.
I comuni hanno aderito alle iniziative dell’ANTA onlus. Grazie alla disponibilità del Sindaco di Montegranaro Giovanni Basso e alla sua Amministrazione, che hanno concesso il terreno necessario, si è potuto dare avvio alla realizzazione del VILLAGGIO DEL CANE, nome voluto dallo stesso Sindaco.
Questo è solo un piccolo passo per risolvere il problema randagismo, serve sensibilizzare, sterilizzare e continuare con l’anagrafe canina.
Bruno Mei Tomasi

Risposta e commenti dell’Associazione Pluto Progetto Fauna onlus
ex gestore canile Pluto House

il Sig. Bruno Mei Tomasi, presidente dell’ANTA onlus nazionale con sede a Cagliari come sempre i dimentica di riportare situazioni veritiere. E’ pur vero che vi è stata una segnalazione alla Sua spett.le Organizzazione, ci risulta anche nome e cognome della persona che, in buona fede, si era rivolta alla sua persona per cercare di smuovere una situazione stagnante da anni e cioè la non volontà dei Sindaci del comprensorio di attuare quanto di loro competenza: il nuovo rifugio. Purtroppo la buona fede di una volontaria è servita solo come appiglio ad altri elementi, pseudo volontari a tempo perso dell’associazione Pluto , a far sì che una semplice richiesta di collaborazione fosse trasformata in una denuncia di maltrattamento. Questi stessi elementi, sempre presenti durante il primo anno della gestione ANTA, hanno deciso tutto ad un tratto di non considerarsi più elencati nelle file dell’associazione cagliaritana tanto da non aver più messo piede nella struttura: le deduzioni di siffatto comportamento lo lasciamo a chi legge.
Meraviglia esprimiamo nello scorrere il messaggio che il Tomasi lancia al pubblico: , quella struttura risultava la peggiore mai vista prima, gestita da Pluto Progetto Fauna.
Giusto, la struttura di Pluto House non aveva i requisiti per accogliere animali, né tanto meno per accogliere quel numero esagerato di cani. Si sta forse dimenticando il Tomasi che i cani lasciati per strada, non esistendo nel territorio altro rifugio in grado di sopperire all’esistenza di altri canili, avrebbero costituito un pericolo costante per la popolazione, per l’ambiente e per gli animali stessi?
Si sta forse dimenticando il Tomasi che non è giusto classificare la struttura pubblica gestita da un’associazione come lager dimenticandosi di far rientrare nell’elenco anche quella struttura gestita dall’Associazione ANTA di Alba Adriatica? Una struttura carente di ogni requisito idoneo ma pronta a far galleggiare i cani ospitati e per la quale il presidente dell’ANTA onlus Nazionale non ha fatto alcun ricorso a Nirda e simili per far scattare controlli e sequestri accontentandosi di far generare solo la libertà di chiedere aiuti ad un’associazione tedesca per il sostentamento di cani immersi nel fango non ritenendo tale situazione oggetto di maltrattamento
Ritorniamo per un attimo alla richiesta di aiuto all’ANTA della volontaria dell’associazione Pluto e soffermiamoci sulla seguente documentazione :

1. Sindaci avvertiti dalla ASL 11 della possibilità di acquisizione della struttura e del terreno sul quale sorgeva il rifugio per edificazione di canile intercomunale: nessuna risposta ricevuta.







Pubblica autorizzazione a mezzo stampa dei Sindaci di 22 Comuni che il canile Pluto House poteva rimanere attivo per 5 anni (scadenza anno 2010) e che l’associazione poteva continuare la propria opera.
Ricordiamo, per buona memoria, che nell’anno 2005 il rifugio aveva ricevuto visita del NAS e del NOE di Ancona che nulla avevano rilevato come maltrattamento animale: cani in buona salute, muniti di regolare sigla di identificazione. Unico neo la fatiscenza di una struttura di proprietà di un ENTE pubblico, autorizzata ad esistere in attesa della costruzione di un nuovo rifugio a norma.







Impegno del Comune di Sant’Elpidio a Mare, comune capofila, a sottoscrivere con gli altri Comuni l’accordo per la realizzazione della nuova struttura finanziata da terza persona.
Il tutto a datare 9 marzo 2007, tre giorni prima del blitz. Qualsiasi personaggio legate all’associazionismo animale e qualsiasi corpo delegato al controllo del benessere animale, di fronte a siffatta documentazione, non avrebbe potuto far altro che beatificarsi della prospettiva imminente della realizzazione del nuovo rifugio o quanto meno avrebbe rivolto la propria attenzione a quanti, amministratori Comunali, avevavo autorizzato l’esistenza in quel luogo di un rifugio di animali, visitato negli anni da personale dipendente dei Comuni e dell’azienda sanitaria. Nulla di tutto questo: scopo assoluto era il sequestro di quel rifugio e dei 545 ospiti a quattrozampe dei quali per adesso non forniremo notizia.



Ritornando al discorso dell’inaugurazione del rifugio di Montegranaro ci auguriamo che lo stesso diventi nel tempo quel paradiso “innovativo e foriero” così tanto decantato in passato ………

altrimenti, restando come lo è allo stato attuale, potrebbe solo avere una spiegazione: animali in gabbia con la certezza che, nonostante la tanto decantata opera di socializzazione tra animali già sofferenti di abbandoni e maltrattamenti che sta avvenendo a livello nazionale , chiunque sarà rinchiuso in uno di quei box avrà la possibilità di guardare solo il pezzetto di mondo dall’apertura frontale e di non avere opportunità alcuna di approccio nemmeno con il proprio vicino.

Un ultimo appunto: noi abbiamo lasciato in quel rifugio ben 545 animali, non siamo certi quanti ne siano presenti al momento pur augurandoci che la riduzione numerica possa dipendere da felici adozioni. Sta di fatto che il nuovo rifugio ha ottenuto autorizzazione per 300 posti (cani), sta di fatto che secondo la legge regionale ogni nuovo rifugio può accogliere animali nel rapporto da 5 a 1000 (5 animali ogni 1000 abitanti) e a conti fatti, secondo il totale dei residenti nei 4 Comuni che avrebbero (????) stipulato convenzione con l’associazione ANTA per alloggiare i propri randagi nella nuova struttura, su un totale di circa 61.000 abitanti, la struttura potrebbe ospitare massimo 305 animali. Sta di fatto che, secondo la Nuova Normativa Nazionale le nuove strutture possono essere autorizzate solo nella capienza di un massimo di 200 cani- ordinanza Ministeriale sui canili del 16 luglio 2009 – lettera e) la struttura individuata per il mantenimento dei cani, inclusi eventuali moduli contigui alla struttura, non deve avere una capacita' superiore o superare le duecento unita' di animali; sta di fatto che l’associazione Pluto Progetto Fauna è stata incriminata per aver accolto un sovrannumero di animali, sta di fatto che la nuova struttura di Montegranaro non solo sta partendo in sovrannumero di presenze ma non sarà in grado di garantire nemmeno il ricovero di tutti quegli animali che vagano come randagi nel territorio dei quattro Comuni interessati.

Ed anche questo lo lasciamo al giudizio di chi legge.