15 GENNAIO 2010
Affidamento diretto, la ricetta contro il randagismo
OLBIA. La lotta al randagismo non è persa. La battaglia è dura da vincere, ma chi è in prima linea da una vita non vuol sentir parlare di sconfitta annunciata. Anche durante le feste di Natale e lestate, cioè i periodi dellanno in cui gli abbandoni dei cani aumentano in maniera vertiginosa. I momenti in cui i padroni si dimenticano dei loro piccoli amici a quattro zampe. Ne sa qualcosa Elisa Magnanensi, la responsabile dellArpa, la lega autonoma anti randagismo e protezione ambientale. «Mi occupo di cani da oltre 25 anni - spiega -. Da sempre in prima linea, superando anche vicende amare e difficili, sono ancora oggi più che mai convinta che questo problema sociale non abbia possibilità di soluzione definitiva in quanto è sempre in fieri, ma allo stesso tempo è indispensabile un controllo costante con strategie mirate per impedirne il dilagare». Strategie che, secondo la paladina dei cani, già collaudate da decenni e rapportate ai tempi attuali, si potranno rivelare ancora una volta la medicina più efficace per combattere il randagismo. «Innanzitutto - spiega Elisa Magnanensi - è fondamentale un collegamento costante con le scuole, il modo migliore per diffondere quella rivoluzione culturale che ha permesso la tutela degli animali attraverso leggi dello Stato. Seconda cosa, non meno importante, la sostituzione dei tanti e brutali metodi per sbarazzarsi degli animali indesiderati con la sterilizzazione, che deve essere effettuata non solo alle femmine ma anche ai maschi, per evitarne lesubero». Ma la grande novità della lega presieduta dalla Magnanensi è laffidamento diretto degli animali ai richiedenti. «Si tratta di soggetti già sensibili al problema e soprattutto responsabili. Attraverso una scheda lassociazione stabilisce le regole che riguardano cibo, salute e spazi adeguati, a cui ladottante deve attenersi. Tutto sotto il controllo dellassociazione. Inoltre, salvo rare eccezioni, evitiamo trasferimenti allesterno del nostro territorio, perché altrimenti non cè nessuna certezza di poter verificare il buon fine delladozione. La deportazione è da impedire anche per il fatto che lo Stato eroga a Regioni e Comuni sovvenzioni per occuparsi del problema nel territorio».
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