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domenica 17 gennaio 2010

AUSTRIA: TEST MAIALI INTERROTTO

ANSA
15 GENNAIO 2010
 
AUSTRIA: MAIALI-CAVIE SEPOLTI DA NEVE, TEST INTERROTTO /ANSA
 
(ANSA) - BOLZANO, 15 GEN - Poco dopo essere cominciati, e dopo che le immagini televisive dei porcellini morenti in mezzo alla neve avevano fatto il giro dell'Austria, sono stati interrotti, anche per le polemiche degli animalisti, alcuni esprimenti condotti in Austria per un test sulle slavine con maiali vivi, che morivano a Vent nella valle dell'Oetztal. Gli esperimenti sulle possibilita' di sopravvivenza sotto le valanghe erano condotti da un'equipe internazionale di scienziati sotto la guida della clinica universitaria di anestesia di Innsbruck, in collaborazione con l'Accademia europea Eurac di Bolzano dove sorge un centro per la Medicina d'urgenza in montagna fondato appena pochi mesi fa. Come si legge in una nota dei responsabili diffusa a Bolzano, gli esperimenti sono stati interrotti ''dato che il loro regolare svolgimento non poteva piu' essere garantito'', viste le pressioni esterne. In sostanza, erano insorti gli animalisti, non solo in Austria, ma anche in Italia dove la Lega anti-vivisezione Lav aveva fatto presente che esperimenti di questo genere, almeno in Italia sarebbero illegali. L'esperimento avrebbe dovuto durare un paio di settimane, ma pochi minuti dopo la divulgazione della notizia erano arrivate le proteste dall'Austria come dall'Alto Adige. I responsabili hanno ribadito l'importanza scientifica del loro operato, volto - hanno sottolineato - a migliorare le possibilita' di sopravvivenza di persone che fossero eventualmente travolte da valanghe. L'equipe di ricerca composta da ricercatori provenienti da Austria (Universita' di Medicina di Innsbruck), Germania (Charite' Berlin), Norvegia (Universita' di Tromsoe), Alto Adige (Accademia Europea di Bolzano) e con collaborazioni negli Stati Uniti (Mayo Clinic, Rochester) ha ora espresso il proprio rammarico ''per la scarsa attenzione riservata alla rilevanza medica e scientifica dell'esperimento''. ''Nel corso degli ultimi otto anni, abbiamo soppesato con cautela i benefici che la ricerca medica avrebbe tratto dallo studio con la sofferenza inflitta alla cavie'', hanno detto i responsabili dello studio, Hermann Brugger e Peter Paal. Benefici che si sarebbero tradotti in diminuzione del tasso di mortalita' grazie al perfezionamento delle terapie e allo sviluppo di nuove attrezzature''.(ANSA).

TRENTINO
15 GENNAIO 2010
 
Slavine, stop ai test con maiali narcotizzati
 
BOLZANO. Maiali vivi utilizzati in un esperimento sulle morti provocate dalle slavine. Il test era in programma sul versante austriaco della Ötztal ed è curato dalla facoltà di medicina di Innsbruck e dall’Istituto per la medicina di emergenza in montagna dell’Eurac, diretto da Hermann Brugger. La notizia, diffusa ieri, ha scatenato la reazione dei Verdi dell’Alto Adige e della Lav, che hanno duramente critiche l’uso di cavie animali (29 i suini destinati a morire sotto la neve) per l’esperimento in quota. Nel tardo pomeriggio di ieri il presidente del Tirolo, Anton Steixner, ha deciso, in accordo con il Ministero della ricerca, di bloccare i test. Lo stesso Steixner ha dichiarato che l’esperimento è «moralmente discutibile». «E’ un crudele e macabro esperimento, che va subito sospeso - hanno detto i Verdi - tra l’altro, nella comunità scientifica è stato sollevato più di un dubbio sull’utilità dei dati che da simili prove possono essere ricavati. E’ significativo che perfino il soccorso alpino del Tirolo abbia preso le distanze da questo esperimento». «Sono chiare a tutti, ad esclusione dei ricercatori coinvolti, le ovvie e doverose implicazioni etiche legate all’esperimento: l’approccio metodologico è invece, ottocentesco e fuorviante - commenta Michela Kuan, responsabile Lav settore Vivisezione - l’anatomia e la fisiologia del maiale, infatti, sono differenti dalla nostra specie: parametri come il diverso spessore cutaneo, rapporto tra masse grassa e magra, frequenza del battito cardiaco».  «I 29 maiali selezionati per l’esperimento sono stati alloggiati in una stalla ufficialmente certificata e approvata da una commissione internazionale di esperti - ha replicato Brugger prima che arrivasse lo stop ai test - nel giorno di avvio dell’esperimento, agli animali viene somministrata una dose di narcotico e fino alla loro morte non percepiscono niente dell’ambiente circostante. Il carico sugli animali - prosegue - è quindi ridotto al minimo e molto inferiore ai metodi tradizionalmente utilizzati per la macellazione. Considerato il grande numero di vittime che le valanghe provocano nell’arco alpino e in Europa, il progetto internazionale si pone l’obiettivo di intervenire con maggiore efficacia per salvare vite umane. Visto che non è possibile simulare in laboratorio la pressione atmosferica che si riscontra in alta quota, la riproduzione della slavina offre una preziosa risposta su come intervenire con i pazienti - spiega Brugger - nessuno di noi ricercatori accetterebbe di compiere un esperimento di questo tipo, se non fosse convinto della sua utilità», ha concluso. 

Comunicato stampa LAV 
15/01/2010
 
SOSPESI ESPERIMENTI SU MAIALI NELLA NEVE. LAV: SOLO PRIMO PASSO. STATO O PROVINCIA DI BOLZANO FINANZIANO L’EURAC?

Dopo la forte posizione contraria presa dalla LAV, insieme ad associazioni animaliste austriache, esponenti politici e opinione pubblica, gli esperimenti che prevedevano l’utilizzo di 29 maiali sepolti vivi nella neve per indagare gli effetti del congelamento e morte in condizioni simili sull’uomo, sono stati sospesi.
L’incoraggiante notizia deve però essere solo il primo passo verso l’annullamento totale della procedura, considerata eticamente e scientificamente scorretta.
La LAV ha quindi chiesto al Ministero della Salute e alla Provincia autonoma di Bolzano se l’EURAC (Istituto per la medicina d’emergenza in montagna di Bolzano), l’Ente con sede in Italia coinvolto nelle sperimentazioni in territorio austriaco, abbia ricevuto fondi pubblici per finanziare il progetto. Se così fosse, si tratterebbe di un’aggravante, anche politicamente scorretta, vista la chiara posizione legislativa in vigore nella Provincia, che vieta da anni la vivisezione.
Oggi leggiamo che il direttore dell’Istituto giustifica l’esperimento adducendo motivazioni di facile coinvolgimento emotivo, come la possibilità di sopravvivenza di persone vittime di slavine, ma dal punto di vista scientifico il confronto tra anatomia e risposta alle condizioni esterne nei suini non è comparabile con quella umana. Sarebbe più utile sviluppare tecniche di diagnostica, raccolta e analisi di dati epidemiologici e studio dei fattori che incidono in situazioni climatiche, geografiche e logistiche estreme”, commenta Michela Kuan, responsabile LAV settore Vivisezione. 
In Italia tale sperimentazione non sarebbe potuta avvenire – prosegue Michela Kuan – nel nostro Paese, infatti, vige il Decreto legislativo 116 che prevede la dichiarazione e autorizzazione dello stabulario utilizzatore e fornitore di animali. Tale decreto è la trasposizione della Direttiva europea, e lascia quantomeno stupiti che l’Austria, appartenente anch’essa al territorio comunitario, possa effettuare tali esperimenti, a fronte anche del fatto che, incredibilmente, il progetto è stato autorizzato e vagliato anche dal Comitato etico austriaco”.
15.1.2010

IL BUSINESS DEI SEQUESTRI DI ANIMALI...

 
FEDERFAUNA
15 GENNAIO 2010
 
IL BUSINESS DEI SEQUESTRI DI ANIMALI...
 
Un vero e proprio racket mascherato da "tutela del benessere animale". I fatti risalgono allo scorso novembre e si riferiscono ad un sequestro di uccelli promosso e condotto, in alta Italia, da una nota associazione animalista, nei confronti di un commerciante. Gli animali, sequestrati perche' ritenuti "di provenienza illecita", nonostante il detentore avesse mostrato tutta la documentazione relativa all'acquisto, sarebbero poi stati "liberati". Motivo: sempre a detta degli animalisti, per "naturale insofferenza degli animali a permanere nella gabbietta". Gli stessi animali pero', sarebbero invece stati trovati in vendita, poco tempo dopo, in un altro esercizio commerciale sempre del nord Italia. Vista la gravita' dei fatti che hanno generato diversi procedimenti penali attualmente in corso, FederFauna non e' ancora possesso di ulteriori particolari che, non appena possibile, verranno resi pubblici. A difesa del commerciante e' stato chiamato l'avvocato Massimiliano Bacillieri di Bologna che, in una nota, sottolinea che l'intera vicenda sara' oggetto di attente valutazioni di carattere processuale e procedurale, con particolare riguardo ai poteri e alle facolta' concesse dalla legge a tutti coloro che si fregiano del titolo di guardie particolari giurate o di guardie volontarie di associazioni animaliste. E pensare, che se passasse il Ddl che tanto vuole la Martini, gli animalisti potrebbero percepire anche dei soldi per "mantenere" gli animali, oltre ai soldi delle sanzioni inflitte sempre a chi il sequestro aveva subito. Sara' sicuramente un caso, ma fa pensare, il fatto che ieri, quasi contemporaneamente, sui media sono comparse due notizie: una riportava del sequestro di 186 bovini di razza piemontese (animale che dimostra una buona adattabilita' ai climi piu' diversi e che risponde bene sia nell'allevamento stallino, sia in quello brado o semibrado), perche' "esposti al gelo e alle intemperie" e del loro allevatore, naturalmente accusato di maltrattamento; l'altra, sulla macellazione clandestina, in particolare di bovini "sottratti" alle aziende agricole, che e' particolarmente pericolosa anche per la salute dei cittadini, perche' priva delle necessarie garanzie sanitarie.

Salviamo i cani di Quartu S. Elena

La storia di questi 4 cani (ora diventati 3, perchè uno purtroppo è morto) è stata portata alla luce l'anno scorso. Il gestore di un distributore di Benzina dell'Agip a Quartu S. Elena (CA) da 30 anni aiuta i randagi che cercano rifugio presso la sua stazione di servizio. In tutto questo tempo nessuno ha mai avuto nulla da ridire con nessuno, ma ora tre cani, anziani, danno fastidio e sono definiti dal tribunale di Cagliari "indecorosi" per la struttura.

Il 19 gennaio si deciderà la loro sorte: dovranno lasciare il luogo che li ha visti invecchiare, accuditi con affetto dal signor Piergiorgio, titolare del distributore e dai suoi colleghi per finire in chissà quale posto. In una regione dove il fenomeno del randagimso è alto, dove gli animali vengono spesso maltrattati con crudeltà e cattiveria gratuita, si punta il dito su persone che cercano di aiutare queste povere creature gettate da umani indefinibili, come fossero spazzatura. Dobbiamo assolutamente sostenere il signor Piergiorgio scrivendo al comune di Quartù, all'ENI e ai giornali per di fermare questa assurda decisione. Non abbiamo molto tempo, per cui inviatamo TUTTI a partecipare numerosi.
Qui sotto trovate gli indirizzi email,  i numeri di fax a cui scrivere ed un messaggio tipo da personalizzare e inviare fax.
 
Per favore..........partecipate tutti. Salviamo i tre cani anziani rimasti, non lasciamoli allontanare dal sig. Piergiorgio che da tanti anni si è preso cura di loro!!!!
 
 
 
Comune di Quartu S. Elena (CA)
sindaco - Med. Luigi Ruggeri
Via E. Porcu - 09045 Quartu Sant?Elena (CA) - tel 070-86011 - fax 070-86012299
 
ENI
 
Eni Cagliari
CA - Attività Rete - CA/OR/SS/NU Carte e Buoni: ANTAS SERVIZI S.r.l. di Giacomo Giordano & C. S.a.s.
09127 cagliari - Via Logudoro, 35 Telefoni 070.6848157 - 070.673043 - Telefax 070.6848080
 
Giornali, radio regione Sardegna
 
 
Messaggio da personalizzare con oggetto a piacere
 
Leggiamo spesso, forse troppo, di Leggi che tutelano gli animali ma che al contrario non vengono rispettate, come leggiamo di canili troppo pieni, forse all'esasperazione, tanto da indurre gli organi di controllo a bollare la struttura come lager, all'infuori di quelli che, a seconda del vero ruolo che svolgono, continuano a generare un sovrannumero di presenze che certamente non rispettano il benessere animale ed il suo diritto ad un'esistenza dignitosa. Leggiamo più spesso che un semplice individuo, come il signor Piergiorgio Lara, pur dimostrando umanità e compassione verso quattro animali abbandonati da qualche suo concittadino (mai arrivato sulle scale di un Tribunale) possa essere osteggiato in maniera coercitiva e paradossale proprio da quella Giustizia che dovrebbe prendere le difese, sue e soprattutto di tre esseri senzienti destinati alla galera a vita in una struttura dove sembra essere negato ogni diritto alla vita stessa. Ci chiediamo se l'AGIP, parte denunciante, abbia mai pensato alla fine che farebbero i tre animali rimasti, anziani, abituati a convivere in uno spazio ben custodito, vedendosi allontanare da ciò che consideravano la propria casa e soprattutto da un uomo che li aveva salvati da morte certa. Forse certe cause vengono intraprese solo per dimostrare la propria validità, il proprio potere, e forse, nel preciso caso, solo per cambiare gestore attribuendone la causa alla presenza, non visibile alla clientela, di tre cani. Con ancor più meraviglia leggiamo della sentenza di un Giudice che, definendo quel recinto un canile, probabilmente non ha mai posto lo sguardo sui veri canili, quelli sardi e quelli di tutto il resto d'Italia perchè, se così fosse e proprio in virtù del ruolo che riveste , avrebbe dovuto essere il primo a legittimare la legalità della custodia dei tre cani sul posto da parte del Lara e rifiutarsi  di spostare gli animali in luoghi ove il benessere animale non ha mai varcato il cancello. Quando parliamo di condannare i proprietari di animali dovremmo ben fare attenzione a non allargare il concetto a quei proprietari che non vorrebbero mai abbandonare od essere costretti a rinunciare ai propri animali in  virtù di una sentenza assurda. Forse sfugge a qualcuno la definizione di canile tant'è che il Tribunale Amministrativo per l'Abruzzo, con sentenza ND 159/07 NRG 29/2007 ha annullato l'ordinanza del Comune di Tollo che costringeva una cittadina, proprietaria di 25 cani, ad allontanare i suoi animali perchè considerato il luogo di detenzione come rifugio per cani, regalando così piena soddisfazione a quella signora che accudiva animali presi dalla strada e detenuti in maniera legale ma non come canile. In Sardegna, possedere e detenere 3 cani in un recinto equivale ad essere gestore di un rifugio? In Sardegna, da dove giungono appelli continui per adottare gli animali dai canili strapieni, da dove partono animali in affido a centinaia e centinaia di Km. senza saperne, nella maggior parte dei casi, la destinazione finale così che ci possa essere la possibilità di far entrare ancora animali vaganti.
In Sardegna, dove gli animali abbandonati per strada vengono raccolti in condizioni allucinanti ,se non addirittura cadaveri seviziati, dal poco volontariato presente. In Sardegna dove si sta cercando di arginare il fenomeno del randagismo, come d'altronde nel resto del Paese,si vogliono forse far nascere tre randagi in più solo per accogliere la richiesta della potente AGIP al cui naso non arriverebbe mai alcun odore animale? Quello che chiediamo è giustizia vera perchè non vi può essere giustizia ove si lede la salute ed il benessere di ognuno, che possa anche appartenere ad altra specie e soprattutto giustizia per un cittadino che vedrebbe portarsi via, verso un destino ignoto,  tre creature al quale ha salvato la vita e che non avrebbe possibilità alcuna di gestirli in altro luogo se non il vederli rinchiusi per quel poco tempo che possa loro rimanere dietro le sbarre di un anonimo e osceno canile. Quello che chiediamo all'AGIP, o meglio ai Suoi dirigenti, è un minimo di coscienza, una prova di sensibilità e di rispetto soprattutto legato ad un luogo ove gli eventuali clienti non avrebbero possibilità alcuna di essere infastiditi.
 
Nome, cognome, località...
 
 
Testimonianza sig. Piergiorgio Lara pervenuta presso la sede del Gruppo Bairo Onlus il 13/01/2010
 
salve , sono un gestore agip. nell'impianto da me gestito ho sempre avuto dei cani salvati dalla vicina e pericolosa strada. l'agip ha sempre visto,saputo, tollerato. basti pensare che gli ispettori agip in visita(controllo)   presso il mio impianto hanno sempre giocato con i miei cani. invece da 2 anni l'eni  ha voluto e ottenuto dal tribunale di cagliari(giud.dott.gabriella dessi),un'ordinanza dall'allontanamento dei miei vecchi cani(uno quasi non vedente). tutto e' partito dall'agente eni d cagliari(giacomo giordano) e paolo micalizzi (eni roma), i quali asseriscono che i miei cani danno indecoro al distributore.il 19 01 2009 ,udienza presso il tribunale d cagliari dove la dott.dessi stabilira' le modalita' x l'allontanamento dei miei cani. grazie.
 
 
 
articoli di cronaca
 
 
CLAUDIO CUGUSI.IT
13 GENNAIO 2010
 
Il cane a sei zampe e quelli (veri) a quattro zampe (di Claudio Cugusi - Epolis)
 
Dopo quasi due anni di lotte il mostruoso cane nero a sei zampe, quello dell?Agip, ha vinto la lotta contro i cani a quattro zampe. Quelli veri, strappati ai parafanghi delle auto di viale Colombo a Quartu e ospitati in un fazzoletto di terra dietro un rifornitore. Tra pochi giorni il Tribunale di Cagliari deciderà come i cani (e anche un vecchio lavaggio, giudicato abusivo) dovranno essere sgomberati e da chi. Deciderà anche chi dovrà custodire i cani a quattro zampe? Probabile. Se però potessero essere interpellati proprio loro, questi meticci grossi e simpatici, direbbero che loro vogliono restare lì, dove hanno la certezza di cure, compagnia e cibo. Dove sono da anni, fedelmente legati a Omar, Roberto e Giorgio, la squadra di benzinai.
Per centinaia di automobilisti in questi mesi i cani del distributore di viale Colombo sono diventati un simbolo di una protesta civilissima che ha varcato il Tirreno (potenza di internet) e ha raccolto più di tremila adesioni dappertutto. Perché? Per una ragione, antica: diritto e giustizia sostanziale non camminano sempre allo stesso passo. E quando per tante ragioni, tutte inoppugnabili, la giustizia soccombe davanti al diritto nella comunità resta un senso di amarezza. Come se non tutto fosse stato fatto fino in fondo. Forse il Comune di Quartu può ancora intervenire. Ma se da oggi in viale Colombo si presentassero tanti cittadini, gli stessi che hanno firmato le petizioni, e qualcuno si offrisse di adottare i meticci, questa storia di diritto e ingiustizia avrebbe almeno una fine decorosa.
Claudio Cugusi
giornalista

L'UNIONE SARDA
28 LUGLIO 2009
 
Viale Colombo.
«Pronti a incatenarci»: i gestori vogliono opporsi alla sentenza
Agip, il giudice sfratta i quattro cani
 
Le decisione definitiva è arrivata: Jack, Schaila, Jo e Billy, i quattro cani salvati dalla strada e adottati dal gestore Piergiorgio Lara, dovranno lasciare la stazione di servizio dell'Agip nel lungosaline, in viale Colombo. Dopo la sentenza del giudice Gabriella Dessì, che aveva intimato il trasferimento immediato degli animali, il Tribunale ordinario ha respinto il ricorso presentato dal gestore. Adesso spetterà all'ufficiale giudiziario decidere la sorte dei quattro cani, che potrebbero essere trasferiti in un canile.
È l'epilogo di una vicenda che ha sollevato roventi polemiche, iniziata la scorsa estate. L'Agip non vedeva di buon occhio quel recinto nel quale sono custoditi i quattro animali, sebbene sia nascosto ai clienti e sistemato in un'area nel retro della rivendita di carburante. Così, dopo un sopralluogo, i dirigenti della società petrolifera avevano intimato l'immediato trasferimento dei cani «per non rischiare il mancato rinnovo del contratto». Dal rifiuto del gestore era nato uno scontro arrivato fino alle aule del Tribunale, e subito si era formata una rete di solidarietà a favore dei due pastori tedeschi, del cocker e del volpino.
«Non abbandoneremo mai i nostri cani», assicura Piergiorgio Lara, «se l'ufficiale giudiziario deciderà di portarli via, saremo pronti a incatenarci. Non hanno mai dato fastidio a nessuno, sono con noi da tanti anni, stanno bene e sono regolarmente controllati dal veterinario».
Per aiutare Jack, Schaila, Jo e Billy si sono mossi associazioni e cittadini. In poco tempo sono state raccolte 1.500 firme allegate a una petizione per chiedere di tenere «giù le mani dai cani». L'Aiida, il tribunale nazionale degli animali, minaccia denunce per istigazione al randagismo. «Siamo pronti ad andare con i cani a manifestare sotto l'agenzia Agip», aggiunge Lara, «certamente noi non molliamo». (g. da.)

giovedì 27 agosto 2009

In carcere x aver ucciso un cane, prima volta in Italia

Fonte: http://www.pugliantagonista.it/granchiorossocaniavvdisc.htm

In carcere x aver ucciso un cane, prima volta in Italia
Massacrare un cucciolo di cane davanti a tutti, per poi lasciarlo agonizzante in un cassonetto.
Fino a due anni fa per fatti del genere si rischiava soltanto una multa. Poi nel 2004 è arrivata la legge 189, che innalza le sanzioni pecuniarie e introduce la possibilità di condanna al carcere fino a tre anni per chi maltratta, tortura e uccide gli animali “di affezione”: i cani e i gatti.
Antonino S., quarantenne cagliaritano, docente di ingegneria all’università, forse non si era aggiornato. O forse pensava che la legge sarebbe rimasta lettera morta.
Il 12 ottobre ha deciso di compiere un gesto di vendetta contro Giorgio Giambroni, suo condomino in uno stabile alla periferia di Cagliari.
Un rapporto difficile, quello tra il professore e Giambroni: questioni relative alle spese di condominio, “futili sciocchezze” le definisce ora Giambroni: “Sono più di 350 le denunce che tutti noi condomini abbiamo dovuto sporgere contro S.: io mi opponevo a lui per le decisioni condominiali, e lui si vendicava danneggiando le macchine, il cortile, i campanelli. Non solo i miei: il professore era in contrasto con tutti gli abitanti del condominio”.
Fino a quel giorno la rabbia del professore si era sfogata solamente su oggetti inanimati. Ma dopo l’ennesima visita infruttuosa alla stazione dei carabinieri, da cui cercava sostegno per i suoi contrasti con Giambroni e gli altri condomini, qualcosa scatta nella mente del professore.
Raggiunge con il suo scooter via Su Planu ed entra nella rampa delle scale. E’ l’ora di pranzo. Giambroni tiene in cortile due cani, una vecchia meticcia e la sua cucciola di 10 mesi: quando si allontana per la pausa pranzo alla più giovane mette “una leggera catenella per impedirle di uscire in strada e perdersi, come era già accaduto. Mentre la madre ormai è abituata, non si allontana, e posso lasciarla tranquillamente senza catena” spiega Giambroni.
Antonino S. si avventa sulla piccola Travanera. La cagnetta ha 10 mesi, pesa 3 chili, non può scappare perché è legata: non ha scampo. Il professore la strattona per strapparla alla catena, che cede subito. La signora Gabriella, una vicina, si affaccia alla finestra e urla di lasciare la cagnolina, ma il professore continua imperturbabile. “Mi hanno raccontato che la cagna adulta si gettava tra le gambe di S. per cercare di fermarlo e di salvare la figlia. Ma è di taglia minuscola, non poteva riuscirci. E i condomini urlavano di lasciar stare il cane, ma S. non li ascoltava. Quel giorno – aggiunge – era il compleanno di mio figlio”. Il professore sbatte l’animale sul muro ripetutamente, poi se lo carica sullo scooter e lo getta nel primo cassonetto della spazzatura che incontra.
La signora Gabriella nel frattempo non rimane con le mani in mano: chiama i carabinieri segnalando l’accaduto. Il maresciallo arriva sul posto, trova il professore, gli chiede dov’è il cane. “Mi è caduto dallo scooter”, risponde S., e si dilegua. L’ufficiale sente puzza di bruciato, controlla i cassonetti, trova la cagnetta agonizzante. Inutile la corsa verso il veterinario: “Mi hanno chiamato per dirmi che non potevano far nulla, la spina dorsale era fratturata in più punti. Avevano bisogno dell’assenso del proprietario – si commuove Giambroni – per poterla sopprimere. E così l’ho dato”.
Il professore viene denunciato: è accusato di furto pluriaggravato per aver sottratto il cane al suo padrone e di maltrattamenti per averlo ucciso. Ma ancora “in stato di libertà”.
La signora Gabriella il giorno dopo chiama l’Ente nazionale protezione animali, che si interessa al caso e muove subito lo studio legale Rovelli (che patrocina gratuitamente l’associazione): in caso di processo, l’Enpa si costituirà parte civile.
Le indagini sul professor S. proseguono, e il 24 ottobre il Gip Maria Chiara Manganiello firma un’ordinanza di custodia cautelare in carcere: il professor S. viene ritenuto socialmente pericoloso, e per lui si aprono le porte del Buoncammino, la casa circondariale di Cagliari.
Si tratta della prima persona in Italia arrestata e detenuta in carcere per il reato di maltrattamento su animali: un importante traguardo per tutte le associazioni animaliste che hanno combattuto prima per l’approvazione e poi per l’applicazione della legge 189.
Tratto da Ifgonline.it
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I PUNTI PRINCIPALI DELLA NUOVA LEGGE CONTRO I MALTRATTAMENTI DEGLI ANIMALI
MALTRATTAMENTO E DOPING
reclusione da 3 mesi a un anno o multa da 3.000 a 15.000 euro per chi provoca una lesione a un animale, un danno alla sua salute, sevizie, fatiche, lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche. La pena aumenta della metà in caso di morte dell’animale.
ABBANDONO
arresto fino a 1 anno o ammenda da 1.000 a 10.000 euro.
DETENZIONE INCOMPATIBILE CON LA NATURA DEGLI ANIMALI E PRODUTTIVA DI GRAVI SOFFERENZE
arresto fino a 1 anno o ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Le sanzioni si applicano anche ai casi previsti dalle leggi speciali (caccia ecc.).
SPETTACOLI O MANIFESTAZIONI da cui derivano sevizie o strazio per gli animali
reclusione da 4 mesi a 2 anni e multa da 3.000 a 15.000 euro. La pena viene aumentata di un terzo in caso di scommesse o morte dell’animale.
UCCISIONE PER CRUDELTÀ
reclusione da 3 a 18 mesi. Contrariamente a prima, non si fa più distinzione tra uccisione di animale altrui e uccisione di animale proprio senza maltrattamento (ad esempio se l’animale non malato veniva soppresso su richiesta del proprietario da un veterinario) o di animale “di nessuno”. Ora tutti questi casi vengono sanzionati indistintamente.
COMBATTIMENTI TRA ANIMALI e competizioni non autorizzate
reclusione da 1 a 3 anni e multa da 5.000 a 160.000 euro per chi promuove, organizza o dirige il combattimento. La pena aumenta di un terzo se sono presenti minorenni o persone armate.
ALLEVAMENTO, ADDESTRAMENTO, FORNITURA DI ANIMALI PER COMBATTIMENTI
reclusione da 3 mesi a 2 anni e multa da 5.000 a 30.000 euro.
PRODUZIONE, COMMERCIALIZZAZIONE E IMPORTAZIONE DI PELLI DI CANE O GATTO
arresto da 3 mesi a 1 anno o ammenda da 5.000 a 100.000 euro, con confisca e distruzione del materiale.
SPERIMENTAZIONE SENZA ANESTESIA NON AUTORIZZATA
reclusione da 3 mesi a 1 anno o multa da 3.000 a 15.000 euro.

domenica 23 agosto 2009

Forlì: polemiche e sospetti su cani provenienti dal sud

FORLI' - Tutto è partito dal rifiuto del veterinario forlivese, Patrizia Magnani, di inserire il microchip ad una cane di 3 mesi, proveniente da Agrigento, dato in affido ad una famiglia forlivese dall'associazione "Noi animali-Onlus". L'associazione ha puntato il dito contro la dottoressa, direttrice del canile cittadino. Ma il direttore dell'Area sanità pubblica veterinaria dell'Ausl di Forlì, Rodingo Usberti, vuole vederci chiaro: "C'è qualcosa dietro, stiamo verificando".

Il fatto: la onlus, secondo le dichiarazioni di Tiziana Bordini, avrebbe procurato il cucciolo tramite il contatto con l'associazione Aronne di Agrigento. "Abbiamo accolto alcuni cuccioli in quanto avevamo richieste di adozione da famiglie del centro-nord. I cuccioli sono arrivati all'aereoporto di Bologna il giorno 5 agosto e nello stesso giorno alcuni sono stati direttamente affidati dalla volontaria Barbara, che tanto si adopera per il benessere degli animali, alle famiglie richiedenti alle quali avevamo già fatto il controllo pre-affido. A Forlì è stata adottata una dolcissima cucciola di 3 mesi, ma quando il signor F. H. si è presentato presso l'ambulatorio della d.ssa M.P. (libera professionista nonchè direttore del canile comprensoriale di Forlì, come lei stessa ha precisato) chiedendole di microchippare il cane, ha ricevuto un fermo NO seguito da un mare di polemiche sull'adozione del cane".
La dottoressa ha spiegato di avere agito semplicemente nel rispetto della legge, che prevede che il microchip venga inserito entro i primi 30 giorni di vita del cane. "Ho agito secondo il mio codice deontologico - spiega la Magnani - per tutelare, non conoscendo in nessun modo il tracciato dell'animale, il cane e la famiglia affidataria". "Inoltre il rischio di diffondere malattie pericolose, come la rabbia, rientrata in Italia dopo 40 anni, e la leihsmaniosi, quasi assente nelle nostre zone, siste quando non si conosce quasi nulla nel cane, privo di microchip"

I sospetti: "Dietro questa faccenda c'è qualcosa che non quadra - afferma immediatamente Usberti, al quale il caso è stato segnalato dalla dottoressa - L'associazione ha inviato una mail esclusivamente diffamatoria. Devo completare alcune ricerche ed appena avrò i dati completi li trasmetterò alla Procura. Sono molto frequenti i traffici non regolari di animali e su questo cane non c'erano informazioni. Come ha viaggiato? Perchè è partito? La dottoressa ha agito correttamente".

giovedì 20 agosto 2009

trovata pinscher senza chip

Questa cagnolina è stata portata al canile di Civitanova Marche con pettorina e guinzaglio, ben tenuta, è una pincher giovane femmina. Purtroppo non ha chip, ma sicuramente è di qualcuno che magari la sta cercando, .
Trovata in Via Sorbelli che va anche a Loreto, è la strada provinciale.C i hanno chiesto aiuto per mettere i volantini, grazie.

mercoledì 19 agosto 2009

PROTESTA: FERMO - VIETANO AD UNA DONNA DI ENTRARE IN CHIESA CON IL CANE


Gentili amici sul “Resto del Carlino” del 9/08/09, è uscita una lettera di denuncia di un cittadino di Fermo (Ap) che è stato testimone di un episodio di intolleranza da parte del sacrestano di una nota chiesa della città verso un cagnolino entrato in chiesa al guinzaglio della sua compagna umana.L’uomo ha sbarrato l’ingresso alla donna con fare maleducato , adducendo il fatto che ci fosse un ordine di divieto della Curia in merito. Scriviamo tutti una bella lettera di protesta alla Curia di Fermo (Fm) per chiedere che si faccia luce sull’episodio e il sacrestano venga educato a ben altro atteggiamento di rispetto verso gli animali e se è vero che c’è un ordine di divieto in merito spieghiamo alla Curia i motivi per cui tale ordine è non solo ingiustificato, ma dannoso poiché afferma con forza un principio razzista e specista verso creature innocenti la cui sola colpa sarebbe quella di non appartenere alla razza umana; ignorando che tutti gli esseri viventi sono creature di Dio e che Cristo ci ha insegnato ad amare senza confini di razza e di specie così come S.Francesco è stato il Santo modello di amore universale verso gli animali espressione più nobile e pura del creato.

Messaggio tipo: da inviare a: curia@fermo.chiesacattolica.it

Spett.Curia di Fermo

Abbiamo letto sul “Resto del Carlino” del 9/08/09 rubrica “ lettere”, un articolo di denuncia di un cittadino il quale è stato testimone di un episodio d’intolleranza da parte del sacrestano di una nota chiesa di Fermo, verso un innocente cagnolino di una turista a cui è stato precluso l’ingresso in chiesa . Vi chiediamo di far luce su questo episodio e di richiamare il sacrestano a un maggiore rispetto degli animali che sono a tutti gli effetti Creature di Dio e parte della sua creazione. Non vediamo inoltre, il motivo di tale comportamento né il pregiudizio che possa arrecare la presenza di un cagnolino mite e al guinzaglio della sua compagna umana.Si tratta di un comportamento ingiustificato che esula da quel rispetto dovuto a tutte le creature di Dio e professato da Cristo, verso i nostri amici animali.
Tali comportamenti vanno ad accrescere una cultura d’intolleranza e in più contribuiscono a fare del cane un problema, dato che molte persone soprattutto i turisti, non possono lasciarlo a casa, né fuori dalla porta da solo. Sappiamo quanto sia triste il fenomeno degli abbandoni degli animali e il fatto che ci siano bambini che muoiono di fame (risposta standard sempre pronta e comoda quando si tratta di diritti degli animali) non significa che non bisogna guardare anche a salvaguardare tutte le altre creature che su questa terra, soffrono per colpa del razzismo umano. Sono ben altri a non dover entrare in chiesa : i pedofili, gli assassini, gli sfruttatori delle prostitute,i ladri, etc....

Aspettiamo in merito una vostra risposta e posizione ufficiale nonché impegno ad aprire anche agli animali l’ingresso nelle chiese come in tutti i paesi europei più evoluti,dato che non c’è nessuna legge di stato che lo impedisca.


Distinti saluti

Nome e cognome e indirizzo

Martini: al via campagna contro sfruttamento per accattonaggio


Martini: al via campagna contro sfruttamento per accattonaggio

http://www.lastampa.it/lazampa/girata.asp?ID_blog=164&ID_articolo=1343&ID_sezione=339&sezione=News

Operazione di ispezione e repressione da parte dei carabinieri del Nas

ROMA
Il sottosegretario alla Salute Francesca Martini «in relazione al triste fenomeno dello sfruttamento di cani e di altri animali da parte di soggetti che li utilizzano a fini di accattonaggio in condizioni precarie e di maltrattamento, fenomeno particolarmente presente durante la stagione estiva nelle città italiane e nei luoghi di villeggiatura», ha annunciato «l’avvio di un’operazione di ispezione e repressione, da parte dei Carabinieri del Nas, di questo deplorevole reato specificatamente sanzionato dalla legge numero 189/2004». Lo riferisce, in una nota, il ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.

«La mia attenzione verso tutti i fenomeni di maltrattamento degli animali si concentra nella stagione estiva su quelle attività illegali che esplodono proprio in questo contesto. Per questo -spiega Martini- ritengo assolutamente indispensabile una maxi operazione che ci permetta di colpire chi sfrutta gli animali in condizioni di degrado ai fini di accattonaggio e per questo chiedo la collaborazione di tutti i cittadini, affinchè si rivolgano ai Carabinieri della loro zona e ci permettano di recuperare questi animali che spesso sono destinati a morte certa per disidratazione, malnutrizione e percosse».


Comunicato stampa n. 363 14 agosto 2009


Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali

UFFICIO STAMPA

SFRUTTAMENTO DI ANIMALI PER ACCATTONAGGIO DURANTE LA STAGIONE ESTIVA: SOTTOSEGRETARIO MARTINI ANNUNCIA AVVIO
DI OPERAZIONI DI ISPEZIONE E REPRESSIONE DA PARTE DEI NAS


Il Sottosegretario di Stato alla Salute on. Francesca Martini in relazione al triste fenomeno dello sfruttamento di cani e di altri animali da parte di soggetti che li utilizzano a fini di accattonaggio in condizioni precarie e di maltrattamento, fenomeno particolarmente presente durante la stagione estiva nelle città italiane e nei luoghi di villeggiatura, annuncia in data odierna l’avvio di un’operazione di ispezione e repressione, da parte dei Carabinieri del NAS, di questo deplorevole reato specificatamente sanzionato dalla legge n. 189/2004.

Il Sottosegretario Martini ha dichiarato: “La mia attenzione verso tutti i fenomeni di maltrattamento degli animali si concentra nella stagione estiva su quelle attività illegali che esplodono proprio in questo contesto. Per questo ritengo assolutamente indispensabile una maxi operazione che ci permetta di colpire chi sfrutta gli animali in condizioni di degrado ai fini di accattonaggio e per questo chiedo la collaborazione di tutti i cittadini, affinché si rivolgano ai Carabinieri della loro zona e ci permettano di recuperare questi animali che spesso sono destinati a morte certa per disidratazione, malnutrizione e percosse”.

domenica 9 agosto 2009

Victor Show. sequestro di animali


Victor Show. Dal presunto maltrattamento animale 
al reale “maltrattamento di persone”...
07-08-2009 

Ad opera della Forestale!... A fine maggio a Montecatini, al Victor Show erano già stati sequestrati circa 100 animali. L’operazione, condotta dagli Agenti del NIRDA del Corpo Forestale dello Stato, sembrerebbe scaturita da denunce da parte della LAV riferite a presunte violazioni della normativa sul benessere degli animali, così come sollecitato dalla LAV, sembrerebbe stato anche l’intervento a marzo di Striscia la notizia. Sembra che il Comune, interpellato al proposito, avesse parlato di «regolare autorizzazione con la finalità di esposizione faunistica, rilasciata dopo una seduta della commissione di vigilanza, alla quale ha preso parte anche un veterinario» ma, non ostante ciò, dopo 12 ore di controlli e verifiche a livello igienico-sanitario, era scattato il sequestro così, dal 28 maggio il circo è chiuso e impossibilitato a spostarsi dal parcheggio e il titolare Vittorio Calvaruso è stato nominato custode giudiziale degli animali. Dopo un primo atto di dissequestro di una parte degli animali da parte del magistrato del tribunale di Pistoia, a seguito di un ricorso presentato dai titolari, anche Michela Cupini, comandante della polizia municipale, avrebbe dichiarato: “Mi auguro che visto il caldo e la possibilità che gli animali nelle gabbie soffrano, ci sia un dissequestro in tempi rapidi.” Così non è avvenuto, anzi, racconta Leonardo Brunetti, Medico Veterinario che da circa due mesi ha in cura gli animali, il 4 agosto la Forestale è andata nuovamente per portare via gli animali per i quali, nel frattempo, sembrerebbe sia stato cambiato il custode ma per i quali non si conoscono le nuove località di destinazione. Il medico veterinario, chiamato dal titolare della struttura, si sarebbe subito qualificato al suo arrivo ma sembra che ne gli agenti, ne il veterinario incaricato dalla Forestale, lo abbiano degnato del minimo ascolto mentre, tirandolo per la coda, tentavano di ingabbiare a forza un gufo reale. Stessi metodi sarebbero stati usati per catturare anche altri animali e, quando Brunetti si sarebbe opposto dicendo che “non si debba usare un metodo cosi selvaggio per la cattura di un rapace”, dato che gli animali visibilmente stavano raggiungendo elevati livelli di stress, le stesse persone che stavano eseguendo la cattura, l’avrebbero trascinato in malo modo per le braccia, fatto cadere e ammanettato. In seguito a tutto ciò, il veterinario avrebbe riportato traumi alle spalle e alla schiena, attestati anche da certificato medico, mentre il funzionario rimaneva incurante delle sue grida di dolore. Prosegue Brunetti: “il veterinario della Forestale non si è informato presso di me sullo stato di salute degli animali che, ricordo, sono ancora in cura” e si sarebbe anche mostrato insensibile o incompetente al fatto che: “i pellicani, che con santa pazienza i proprietari riuscivano a curare grazie al rapporto di fiducia instaurato con essi, non si sa se fossero stati in grado di affrontare lo stress di un viaggio; che col trasferimento in un ambiente ad essi ignoto, le loro condizioni possano gravemente peggiorare a seguito della rivirulentazione dell'agente infettivo con riacutizzazione della patologia (esistono migliaia di ricerche scientifiche che confermano tutto ciò) ; che gli animali fossero già imprintati con i loro proprietari e territoriali, e che in questo caso il loro territorio corrisponde al circo e alle loro abitazioni, le quali avevano subito tutte le modifiche richieste dalle autorità per migliorare il più possibile le loro condizioni, che già erano buone.” Conclude Brunetti: “Non essendo mia competenza diretta giudicare l'opportunità o meno del sequestro, mi sento in diritto di contestarne assolutamente le modalità, sia per l'assoluta incapacità a manipolare gli animali sia per le imperdonabili omissioni del veterinario responsabile nel raccogliere i dati anamnestici indispensabili alla cattura rivolgendosi all'unica fonte che poteva fornirli, il sottoscritto, al quale invece è stato riservato trattamento degno di un pericoloso delinquente anzichè di un libero professionista che svolge il proprio lavoro cercando di tutelare l'incolumità degli animali del proprio cliente.” Sembra addirittura che i forestali abbiano catturato anche un “suricate” che è un mammifero terrestre ed un pinguino che non è un uccello volatore, quando il provvedimento avrebbe parlato solo di “volatili”. Victor Show aveva più volte subito controlli e sequestri ma sembra avesse poi ottenuto quasi sempre esiti per lui favorevoli. Ieri sera Brunetti ha contattato l’ufficio legale di FederFauna e l’avvocato Massimiliano Bacillieri raggiunto telefonicamente, ha evidenziato dai suoi racconti la possibilità di sporgere denuncia querela verso i Forestali per reati che vanno dall’abuso di potere a quello in atti d’ufficio, dall’omissione d’atti d’ufficio al maltrattamento animale, alle lesioni personali, gravi e gravissime, a seconda di quella che sarà la prognosi per il veterinario. Nei prossimi giorni dovrebbero scattare le denunce e poi si vedrà…..

lunedì 20 luglio 2009

URGENTE!!!! CERCA NUOVA FAMIGLIA


QUESTO CAGNETTO E' STATO ADOTTATO DAL CANILE PLUTO 4 ANNI FA, ORA LA FAMIGLIA HA UN BAMBINO E LA MADRE HA PAURA CHE QUESTO CANE, QUANDO IL BAMBINO GLI TIRA LA CODA, LO POSSA MORDERE. E VORREI BEN VEDERE. ALLUCINANTE!!! COMUNQUE PRIMA CHE FINISCA DI NUOVO IN CANILE CHIEDIAMO A TUTTI DI AIUTARCI A FARLO ADOTTARE PER NON SUBIRE NUOVI TRAUMI. PER INFORMAZIONI CONTATTARE IL 347.8439127

OVVIAMENTE NON E' UN CANE AGGRESSIVO, ANZI E' MOLTO DOLCE E PAZIENTE, TAGLIA PICCOLA, MASCHIO CIRCA 5 ANNI.

SCRIVETE NUMEROSI PER I CUCCIOLI DI BITONTO






Erano tre cuccioli abbandonati in mezzo alla strada, accuditi da volontarie in quanto il canile preposto non poteva ospitarle perchè ormai saturo. Un incendio di cui non se ne conosce la causa ha provocato una morte atroce ad uno dei piccoli. Una morte orrenda.....
Scriviamo tutti al al Sindaco del comune di Bitonto (BA) per chiedere maggiore tutela ai randagi del proprio territorio, in base a leggi troppo spesso disattese.
Sotto trovate gli indirizzi email a cui scrivere ed un messaggio tipo da usare e/ modificare liberamente.
Sotto il messaggio la testimonianza di chi ha vissuto il ritrovamento del cucciolo e le foto agghiaccianti della bestiola.
SCRIVETE TUTTI! PARTECIPATE NUMEROSI!!


sindaco@comune.bitonto.ba.it; m.granieri@comune.bitonto.ba.it; l.depaola@comune.bitonto.ba.it; s.deastis@comune.bitonto.ba.it; segreteriasindaco@comune.bitonto.ba.it; r.mongiello@comune.bitonto.ba.it; na.memoli@comune.bitonto.ba.it; f.matera@comune.bitonto.ba.it

Al sindaco di Bitonto
Al comune di Bitonto
Alla polizia municipale di Bitonto
Spett.le sindaco,
Egr.i Amministratori Comunali
Egr.i Sig. Agenti delle Polizia Municipale di Bitonto


Siamo venuti oggi a conoscenza di un tragico fatto avvenuto all'interno di una discarica di materiali vari di Bitonto dove alcune volontarie ci hanno informati,avevano cercato di costruire una piccola cuccia quale sistemazione temporanea nella campagna adiacente, per tre cuccioli femmine di cane che girovagavano lì intorno, abbandonati pare dal Mercoledì pomeriggio 1 Luglio ca. Le volontarie ci hanno informato del sovraffollamento costante che caratterizza il canile di Bitonto, dunque impossibilitato ad accogliere altri cani seppur cuccioli e bisognosi.Quando le suddette volontarie si sono recate sul posto per accudire i tre cuccioli, uno spettacolo raccapricciante si è presentato ai loro occhi: tutto era stato incendiato e la furia delle fiamme -la cui natura non sappiamo se sia stata accertata- aveva raggiunto
anche il divano sotto il quale uno dei cuccioli ha trovato la morte o accidentalmente o per l'agire crudele di qualcuno, questo non è stato accertato.Una morte comunque atroce, agghiacciante, raccapricciante. Le foto accluse, scattate dalle volontaria, sono un'indice dell'atrocità di questa morte. Le altre due cucciole sono poi state ritrovate a seguito di ricerche svolte dalle volontarie, nell'incavo di un albero,comprensibilmete terrorizzate.

Ci informano le volontarie che la situazione di costante affollamento che vive il canile gestito dal centro Tasha, ha reso già tante altre volte impossibile l'accoglimento di animali randagi al punto che la stessa
Polizia Municipale o il centro Tasha si sono trovati nella condizione di dover chiedere ai cittadini di riportare nel luogo del ritrovamento gli animali ,di questo modo esponendo i cani a rischi e pericoli nonchè
al proliferare di cucciolate dalle cagne non sterilizzate.
Una situazione analoga si verifica nel caso in cui i cittadini trovassero e cercassero di soccorrere un animale ferito, perchè soprattutto di sabato e domenica il servizio veterinario o gli addetti preposti del comune, spesso hanno fatto attendere invano i cittadini e l'animale in stato di difficoltà.

Il problema dei randagi che non trovano alloggio presso il canile comunale dura da molto tempo.
Una volontaria, ci ha riferito che qualche giorno fa ha chiesto l'intervento del centro Tasha per portare soccorso a tre cani che stavano male, ma pare che la responsabile che ha preso la chiamata abbia risposto che se i cani di strada vengono minimante accuditi da qualche cittadino, essi diventano cani di proprietà della persona, "automaticamente".

Ma un cane semplicemente accudito da qualche cittadino e che resta in strada e non viene regolarmente adottato con conseguente inserimento e registrazione del microchip dell'animale ad un intestatario che decide di adottare il cane, continua ad essere una cane randagio la cui responsabilità spetta al comune.
Riportiamo alcuni articoli tratti dalla legge 281/91

Art. 2
Trattamento dei cani e di altri animali di affezione - punto 2: "I cani vaganti ritrovati, catturati o comunque ricoverati presso le strutture di cui al comma 1 dell'articolo 4, non possono essere soppressi."

Art. 3
Competenze delle regioni - punti 2 e 6 :
punto 2. "[...]il risanamento dei canili comunali e la costruzione dei rifugi per i cani. Tali strutture devono garantire buone condizioni di vita per i cani e il rispetto delle norme igienico-sanitarie e sono sottoposte al controllo sanitario dei servizi veterinari delle unita' sanitarie locali. La legge regionale determina altresi' i criteri e le modalità per il riparto tra i comuni dei contributi per la realizzazione degli interventi di lorocompetenza. "
- punto 6 : " Per la realizzazione degli interventi di competenza regionale, le regioni possono destinare una somma non superiore al 25 per cento dei fondi assegnati alla regione dal decreto ministeriale di cui all'articolo 8,comma 2. La rimanente somma e' assegnata dalla regione agli enti locali a titolo di contributo per la realizzazione degli interventi di lorocompetenza.

Art. 4
Competenze dei comuni punti 1 e 2 :
1. I comuni, singoli o associati, e le comunità montane provvedono al risanamento dei canili comunali esistenti e costruiscono rifugi per i cani nel rispetto dei criteri stabiliti con legge regionale e avvalendosi dei
contributi destinati a tale finalità dalla regione.
2. I servizi comunali e i servizi veterinari delle unità sanitarie locali si attengono, nel trattamento degli animali, alle disposizioni di cui all articolo 2.


A settembre dello scorso anno era stato previsto un un ampliamento del canile ,ampliamento che non è stato mai compiuto.
Chiediamo quindi a Lei, Sindaco e al Comune di Bitonto, di predisporre in loco una struttura complementare,fatta di rifugi per accogliere i cani che non trovano ospitalità entro il canile ,e vi chiediamo di escludere assolutamente l'eventualità di trasferire in blocco o in parte i cani di Bitonto in qualsiasi altro paese ma di alloggiarli in un rifugio o in una struttura supplementari da predisporre a Bitonto.
Tale struttura supplementare potrebbe essere finanziata dal centro Tasha o da qualche altro ente del luogo, al solo scopo di costituire una soluzione concreta per gli animali randagi in città che così verrebbero ad essere curati, accuditi, sterilizzati, prevenendo così l'aumento della popolazione dei randagi.
Chiediamo inoltre che i cittadini di Bitonto possano avere la certezza e la concretezza di un aiuto quando si rivolgono alle strutture cittadine preposte per portare soccorso e /o accoglimento di animali feriti e /o cuccioli senza veder la loro richiesta legittima di aiuto negata dalle strutture preposte, col rischio di dover rimanere spettatori impotenti della sofferenza degli animali; o di dover utilizzare le proprie risorse finanziarie, laddove possano sostenere le spese per le cure veterinarie, per aiutare un randagio che nella maggior parte dei casi non potrà essere dagli stessi adottato per impossibilità di vario ordine.

Confidando in una Vs pronta iniziativa per salvare e salvaguardare gli altri randagi in difficoltà, anche facendo sì che le adozioni al canile siano rigorosamente controllate, con scrupolosi controlli pre-affido, firma del modulo di adozione con obbligo di microchippatura e di sterilizzazione o castrazione, comunicazione dell'eventuale cambio di indirizzo in modo da poter controllare l'adozione nel tempo e intervenire in caso di difficoltà o maltrattamento e, per l'appunto,controlli nel tempo dello stato dell'animale adottato e dell'adottante ; in attesa di Vs comunicazioni Vi porgiamo i nostri distinti saluti.

(firma e località)
........................................


(seguono le foto e testimonianza)




Al sindaco di Bitonto Al comune di Bitonto Alla polizia municipale di Bitonto

Mercoledì pomeriggio 1 Luglio, 3 cuccioli sono stati abbandonati nel mezzo di una discarica di materiali vari. Nella speranza di trovare una sistemazione migliore --considerata la mancanza in loco di strutture che potessero accoglierli ( il canile di Bitonto è perennemente saturo!) --abbiamo costruito una cuccia nella campagna adiacente. Ma si vede che il destino almeno per uno di loro era già segnato. Ieri pomeriggio quando ci siamo recate sul posto per accudirli ci siamo trovate di fronte ad uno spettacolo agghiacciante. Era stato BRUCIATO tutto .....ANCHE UNO DI LORO ...la più timida e paurosa che ha trovato la morte, non sappiamo se intenzionalmente o no, sotto il divano dove l'avevamo trovata la prima volta. Non ho nemmeno le parole per descrivere l'angoscia. Povera piccola. Bruciata viva ! morta in modo atroce senza che nessuno potesse aiutarla!è straziante anche solo ricordare la scena. Le altre due cucciolette per fortuna sono riuscite a scappare. Le abbiamo ritrovate dopo un'ora di ricerca nascoste nell'incavo di un albero… [..........................................].Purtroppo questo non è un caso isolato, ma la norma. e chissà quanti ne muoiono senza che si sappia della loro esistenza !! Infatti ogni volta che qualsiasi cittadino di Bitonto trovi dei cuccioli abbandonati si sente rispondere dalla Polizia municipale o dal centro Tasha che gestisce il canile, di riportarli dove li si è trovati- perché loro non hanno posto- ovvero per la strada, accanto ai bidoni, nelle campagne sperdute, o nelle discariche come è avvenuto per i cuccioli in questione. Stesso problema quando ci si imbatte in cani feriti. In primo luogo ci si deve augurare che non si facciano male né di sabato, né di domenica e, negli altri giorni, che scelgano l’orario giusto…perché, in caso contrario, anche le attese di ore nella speranza che intervenga chi è preposto DAL COMUNE alle emergenze, sono vane. In secondo luogo bisogna augurarsi di non essere nella lista nera redatta dai su citati responsabili del randagismo, ovvero tra coloro che SCONSIDERATAMENTE ed IMPUNEMENTE… osano infastidirli con segnalazioni di emergenze riguardanti i cani. In terzo luogo deve trattarsi di cani che non siano accuditi da nessuno, ovvero che muoiano di fame e di sete, perché in caso contrario diventano AUTOMATICAMENTE (!?) cani della persona CHE LI ACCUDISCE e NON DEL COMUNE. È quanto mi sono sentita rispondere da una responsabile del centro Tasha interpellata per intervenire qualche giorno fa per tre cani che stavano male. Spesso mi occupo a mie spese della cure mediche dei cani, oltre che della loro alimentazione ( diventando così oggetto costante di minacce ed aggressioni della gente che non vuole), ma non posso far fronte a tutte le situazioni, soprattutto se i cani necessitano di una degenza; lo farei volentieri se anch’io avessi una convenzione con il Comune!!!! Tutto ciò è estremamente vergognoso. Ed è una storia che va avanti da anni e di cui, se necessario, possono dare testimonianza tanti miei concittadini! Se il problema è che il canile è saturo ( già da Settembre dell’anno scorso era previsto un ampliamento che non è stato ancora iniziato), allora il Comune dovrebbe trovare una soluzione alternativa (che non vuol dire trasferire i cani in canili di altri paesi), predisponendo in loco rifugi o altre stutture che consentano di tamponare le situazioni di emergenza. È il caso di chiarire una volta per tutte di chi siano responsabilità e oneri. I cittadini devono sapere dove andare e a chi rivolgersi quando trovano cani feriti o cuccioli abbandonati ed evitare così di essere impotenti spettatori di questa squallida realtà. Non si tratta di sottrarre il monopolio gestionale del canile al centro Tasha-non ci interessa-, o di entrare in inutili ed infruttuose rivalità, …ma di trovare una soluzione concreta ad un problema reale.

"Vorrei che fosse chiaro che il mio non è un attacco personale nei confronti dei gestori del canile, ma una denuncia di uno stato di cose che dura da troppo e che non riesco più a fronteggiare da sola. Forse se dall'inizio ci fosse stata maggiore collaborazione con i volontari da parte di chi è convenzionato con il comune , si poteva cercare di migliorare insieme le cose, ma così non è stato."
Marisa Leopardi

news dal mondo per i nostri amici a 4 zampe

VOSTRI SOLDI
16 LUGLIO 2009

Come viaggiare con cani e gatti all’estero


L’appuntamento con le ferie estive si avvicina ed è tempo di programmare la partenza; e se la famiglia possiede anche degli animali domestici, è opportuno che, specie se la località di destinazione è all’estero, il proprio gatto o il proprio cane sia perfettamente “in regola” con le Leggi del Paese dove si trascorrerà la vacanza.
A tal fine, infatti, il Ministero della Salute ricorda come in molti Paesi esteri per il trasporto e l’ingresso di animali domestici nel territorio ci siano delle Leggi e delle norme molto severe, ragion per cui prima di partire è opportuno informarsi direttamente con il servizio sanitario.
L’imperativo categorico, quando si viaggia all’estero con il proprio animale da compagnia, è quello di portare sempre con se il libretto sanitario rilasciato dal veterinario di fiducia; nel libretto, infatti, sono indicate tutte le vaccinazioni effettuate; la Legge, tra l’altro, impone che per l’espatrio con il cane debba essere effettuata la vaccinazione antirabbica all’animale almeno un mese prima della partenza.
Di norma, invece, la vaccinazione antirabbica nei termini indicati non è obbligatoria per gli spostamenti delle famiglie italiane con il proprio animale domestico all’interno del territorio italiano; pur tuttavia, se si viaggia in aereo o in nave, la compagnia navale o aerea con cui si viaggia potrebbe anche richiederla.
In ogni caso, è una buona prassi quella di portare dal veterinario il proprio animale domestico al ritorno dalle vacanze; inoltre, quando si trascorrono le vacanze lontani da casa, sia sempre in Italia, oppure all’estero, occorre sempre fare in modo di tutelare l’animale dalla possibile aggressione di agenti patogeni; ad esempio, nel bacino del Mediterraneo è più alto il rischio che l’animale domestico possa contrarre la leishmaniosi, ragion per cui è importante che il cane non dorma all’aperto.

CORRIERE DELLA SERA
15 LUGLIO 2009


Invece che nelle stive dei jet per «umani» trasferimenti a misura di animali
Una compagnia aerea davvero «bestiale»
Una coppia americana lancia Pet Airways: voli dedicati a cani e gatti che viaggeranno con ogni comfort

Addio stive calde e maleodoranti. Gli animali domestici americani possono tirare un sospiro di sollievo. Martedì scorso è decollato dal Republic Airport di Farmingdale, nello stato di New York, il primo volo della Pet Airways, la compagnia aerea creata esclusivamente per gli amici a quattro zampe. Nelle cabine degli aerei, che nei prossimi giorni decolleranno anche da altre quattro città americane (Los Angeles, Denver, Chicago e Washington) potranno viaggiare solo cani e gatti, mentre le uniche persone a bordo saranno i piloti dei velivoli e le hostess che si prenderanno cura dei simpatici passeggeri.
PREZZI E VOLI -I prezzi dei biglietti variano a secondo della lunghezza del viaggio e della stazza dell'animale. Secondo il sito web della società aerea per un animale con un peso standard la tratta New York-Chicago costerà 199 dollari, mentre se ha qualche chilo di troppo o una taglia grande, il prezzo del biglietto aumenterà proporzionalmente. Ogni volo potrà ospitare circa 50 animali che saranno accompagnati sul velivolo dalle assistenti di volo. Successivamente saranno sistemati in apposite cabine «illuminate e pressurizzate» e ogni 15 minuti gli assistenti controlleranno le loro condizioni. Per i viaggi più lunghi, sono previste soste e momenti di «ricreazione» per gli animali. Ad esempio il viaggio New York-Los Angeles durerà ben 24 ore e prevede una sosta a Chicago: qui gli amici a quattro zampe saranno nutriti, lavati e poi passeranno un po’ di tempo liberi in un parco giochi per animali dove potranno rilassarsi e giocare. Infine saranno sistemati in cuccette, dove potranno comodamente dormire. Una volta atterrati, gli animali saranno ospitati in una sala d'aspetto, dove attenderanno l'arrivo dei loro premurosi padroni.
SICUREZZA E COMFORT -Ma come faranno i padroni più ansiosi a resistere tante ore senza i loro cuccioli? Nessuna paura, la compagnia ha pensato anche a questo, creando sul sitoweb la funzione Track Your Pet che permetterà di controllare l'andamento del volo e sapere se vi sono eventuali ritardi. I primi risultati economici sembrano incoraggianti per la compagnia: tutti i voli dei prossimi due mesi sono già stati prenotati e dall'anno prossimo altri scali aerei sono pronti a ospitare i voli della società aerea. Alysa e Dan Wiesel, la coppia che quattro anni fa ebbe l'idea di creare la prima compagnia aerea per animali domestici, adesso si dichiara soddisfatto dei risultati. Nel 2005 il loro amato Jack Russell terrier restò chiuso per molte ore in una stiva buia e molto calda durante un viaggio aereo dalla California alla Florida. Dopo il lungo tragitto il cane appariva molto stressato e affaticato e la coppia decise d'investire i propri soldi in una società aerea dedicata esclusivamente agli amici a quattro zampe. «Proprio perché siamo anche noi proprietari di animali domestici, conosciamo bene le esigenze di chi ha un cane o un gatto» dichiara la signora Wiesel al Daily Mail. «La sicurezza e il comfort sono le due principali preoccupazioni di qualsiasi padrone». I clienti sembrano essere completamente d'accordo: «Per pochi soldi in più, posso essere in pace con la mia coscienza» dichiara Amanda Hickey, una delle prime clienti della compagnia.

IL TEMPO
16 LUGLIO 2009

Usa Decolla la PetAirways. Banfi: «Quando in Italia?». Panariello critico
Ora cani e gatti «volano» in cabina

Decolla PetAirways, la prima compagnia aerea con la quale cani e gatti possono viaggiare in cabina e non più in stiva: prima del decollo i «passeggeri» possono rilassarsi in una lounge adibita per loro oppure possono godersi una passeggiata accompagnati da un'hostess o da uno steward.

La compagnia aerea, ha effettuato il suo primo volo: inizialmente le città servite sono cinque negli Stati Uniti: Los Angeles, Denver, Chicago, New York e Washington. Fra il 2007 e il 2008 i dati del Dipartimento dei Trasporti americano riportano 29 animali morti durante il trasporto aereo, 13 feriti e 7 dispersi. «Speriamo lo facciano anche in Italia. Può essere un grande antidoto contro l'abbandono dei cani». Lino Banfi, che ora ha uno yorkshire, un jack russel e un meticcio saluta con favore l'iniziativa dell'americana Pet Airways. Critico Giorgio Panariello, animalista combattivo: «Non capisco l'utilità di questa iniziativa. Come li accudisci se c'è un vuoto d'aria? Speriamo che almeno gli diano qualcosa di buono da mangiare». Diverso sarebbe se i cani potessero essere accompagnati dai loro padroni: «Viaggerebbe - dice - il doppio della gente. Sarebbe una risposta alla crisi economica».

LA ZAMPA.IT
16 LUGLIO 2009

Compagnia aerea per animali, non tutti sono d'accordo

Un’'esperienza di prima classe anche per gli amici a quattro zampe che possono dire addio allo stress da viaggio e seguire più facilmente i loro padroni in vacanza. Per cani e gatti americani è disponibile la Pet Airways, la prima compagnia aerea in cui i migliori amici dell’uomo possono viaggiare in cabina, accuditi da hostess e steward. Il primo volo è decollato martedì dal Republic Airport di Farmingdale a New York: la compagnia servirà inizialmente cinque città statunitensi (New York, Los Angeles, Chicago, Denver e Washington) ma non è escluso, date le forti richieste, che si possa ipotizzare in futuro un ampliamento delle rotte. I prezzi del biglietti aerei per i passeggeri a quattro zampe variano a seconda della destinazione: si parte da 149 dollari a tratta fino ad arrivare (è l’attuale offerta sull’home page del sito www.petsairways.com) a 299 per il New York-Los Angeles. I voli a bordo della compagnia durano in media di più di quelli commerciali in quanto prevedono soste e momenti di relax. Il volo più lungo New York-Los Angeles, infatti, durerà un’intera giornata ma consentirà ai passeggeri di godere di una sosta durante la quale potranno scendere dall’aereo e giocare.
I velivoli della compagnia sono attrezzati per il trasporto fino a 50 animali, che saranno di frequente controllati (ogni 15 minuti) dagli assistenti di volo durante il viaggio, oltre a essere assistiti durante le procedure di imbarco dal «veterinario di Lassie, Jef Werber». La compagnia prevede un servizio completo: il check in potrà essere effettuato fino a due ore prima della partenza, ma per chi avesse problemi è possibile anticipare fino a 72 ore, che saranno trascorse dagli animali in aree a loro riservate e sotto costante assistenza. In aeroporto, una volta effettuato il check in cani e gatti saranno ospitati in una lounge in attesa dell’imbarco. Ogni animale sarà sistemato in una cuccetta ad hoc. Una sala di aspetto li accoglierà anche una volta giunti di nuovo a terra in attesa del proprio padrone.
In base ai dati del Dipartimento dei Trasporti americano fra il 2007 e il 2008 sono circa 29 gli animali morti in volo, oltre a 13 feriti e sette dispersi. La causa più frequente di morte in volo per gli animali è la mancanza di ossigeno, le rigide temperature e i tentativi degli animali di fuggire da gabbie inadatte.
Giorgio Panariello: «Non capisco l’'utilità di questa iniziativa»
Il comico e presentatore toscano Panariello non ha un'opionione molto positiva sull'iniziativa della compagnia aerea americana: «È una cosa un pò strana. Come li accudisci se c’è un vuoto d’aria? Speriamo che almeno gli diano qualcosa di buono da mangiare. Seguendo questa logica, allora dovrebbero fare i cinema solo per cani?» spiega Panariello.
Diverso sarebbe se i cani potessero essere accompagnati dai loro padroni: «viaggerebbe - dice Panariello - il doppio della gente. Sarebbe una risposta alla crisi economica» e conclude con una battuta: «certo in Italia ci sarebbe da augurarsi che non facciano guidare un pastore tedesco». Comunque «qualsiasi iniziativa per far star meglio gli animali va bene».
Lino Banfi: «Speriamo lo facciano anche in Italia»
Il comico e attore pugliese Banfi vede più il lato positivo dell'iniziativa: «Può essere un grande antidoto contro l’abbandono dei cani». Lino Banfi - che ora ha uno yorkshire, un jack russel e un meticcio, ma ha avuto cani di tutti i tipi e stazze - aggiunge: «Se lo facessero in Italia - dice l’attore - utilizzerei quegli aerei. Dobbiamo imparare un pò di civiltà dalle altre nazioni. In Costa Azzurra i cani vanno a cena con i loro padroni e sono accolti in grandi alberghi. Ognuno può portare il proprio cane dove vuole. Dipende dai padroni, ma anche dalla tolleranza degli altri» spiega Banfi che ha da poco lanciato un appello sul Tg5 perchè si facciano dei sondaggi in alberghi e ristoranti per vedere se i cani sono graditi e a quel punto li facciano entrare. È inutile fare campagne estive invitando a non abbandonare i cani, bisogna fare qualcosa di concreto».

TISCALI ANIMALI
16 LUGLIO 2009

Pet Airways: cani e gatti viaggiano in prima classe

Addio stress da viaggio, grazie alla Pet Airways, cani e gatti viaggiano di prima classe, accuditi da hostess e steward.
E una volta atterrati? Una sala di aspetto li accoglierà in attesa del proprio padrone. I fondatori della compagnia aerea non hanno lasciato nulla al caso e hanno anche previsto l'opportunità, per i proprietari, di controllare il volo del proprio animale ed eventuali ritardi.
"Sicurezza e comfort sono le maggiori preoccupazioni dei padroni di animali. E noi lo sappiamo visto che siamo padroni di cani", afferma Dan Wiesel, co-fondatore della Pet Airways insieme alla moglie Alysa Binder. In base ai dati del Dipartimento dei Trasporti americano fra il 2007 e il 2008 sono circa 29 gli animali morti in volo, oltre a 13 feriti e sette dispersi.
La causa più frequente di morte in volo per gli animali è la mancanza di ossigeno, le rigide temperature e i tentativi degli animali di fuggire da gabbie inadatte. Il pubblico premia l'iniziativa di Weisel e Binder, con voli esauriti e commenti entusiastici sul sito della compagnia, su Facebook e Twitter.
Il primo volo è decollato dal Republic Airport di Farmingdale a New York: la compagnia servirà inizialmente cinque città statunitensi (New York, Los Angeles, Chicago, Denver e Washington) ma non è escluso, date le forti richieste, che si possa ipotizzare in futuro un ampliamento delle rotte.
I prezzi del biglietti aerei per i passeggeri a quattro zampe variano a seconda della destinazione: si parte da 149 dollari a tratta fino ad arrivare a 299 per il New York-Los Angeles. I voli a bordo della compagnia durano in media di più di quelli commerciali in quanto prevedono soste e momenti di relax.

venerdì 3 luglio 2009

INTERROGAZIONE AL GOVERNO SULLE DEPORTAZIONE DI CANI ALL'ESTERO

INTERROGAZIONE AL GOVERNO SULLE DEPORTAZIONE DI CANI ALL'ESTERO
Animaleanimali 2 LUGLIO 2009

INTERROGAZIONE AL GOVERNO SULLE DEPORTAZIONE DI CANI ALL'ESTERO
Sulla base della petizione formulata dall'Enpa

L'On. Gianni Mancuso appreso della petizione presentata dall'ENPA (Ente Nazionale Protezione
Animali) relativa al problema delle esportazioni (anzi deportazioni) di animali (cani e gatti specialmente) verso il Nord Europa attraverso un raggiro della Legge ha proposto al Governo un atto ispettivo per dare un segnale forte all'esecutivo nazionale.
Questo commercio illecito, nascosto sotto la falsa facciata delle adozioni di animali all'estero,
nasconde in realtà una speculazione sulla pelle dei poveri animali che passano di mano in mano sino in alcuni casi a diventare cavie per i laboratori del Nord Europa in quei Paesi dove la legislazione non è così restrittiva come la nostra.
"Un grazie sentito all'ENPA che ha riproposto all'attenzione nazionale un problema di costante attualità, ma che spesso passa inosservato ai più" afferma il parlamentare veterinario "ho voluto rimarcare questo problema c on una interrogazione parlamentare e che, unita alla petizione dell'ENPA, faccia pressione sul Governo affinché certe malsane pratiche vengano fermate per sempre" conclude l'On. Mancuso.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
On. Gianni Mancuso
Per sapere, premesso che
Da anni si assiste ad un rituale sotto che rischia di passare inosservato: camion, furgoni, alcune volte aerei, partono dal nostro Paese per località estere (Germania ed Austria in testa) carichi di cani e gatti abbandonati ed in alcuni casi, anche sottratti ai legittimi proprietari;
Si contano a migliaia gli animali raccolti in strada, nei canili o presso privati che non sanno più cosa farsene con la falsa promessa di essere riadottati in altri Paesi;
Questi animali, dopo varie peripezie e false promesse, spariscono nel nulla, inghiottiti da un giro d'affari che coinvolge trafficanti di animali, prestanome e personaggi dalla dubbia moralità;
Adottati nel nostro Paese, gli animali, appena passato il confine, diventano oggetto di un commercio assai vantaggioso: la m erce è pressoché gratuita all'origine (il prezzo che in Germania si chiama "tassa di protezione animale" come quella dei canili pubblici, ed è presentata come rimborso spese) si arriva sino a 350-400 euro per un meticcio qualunque;
Molti Paesi del Nord Europa hanno leggi molto più elastiche in materia di sperimentazione sugli animali;
Molte associazioni animaliste si sono da tempo attivate per combattere questo assurdo vulnus legislativo come ad esempio l'ENPA che ha addirittura avviato una raccolta firme a livello
nazionale;
- Se il Governo intende adottare un regime di stretta sorveglianza verso il fenomeno descritto in premessa;
- Se sia intenzione del Governo voler considerare il fatto di proporre l'affidamento dell'animale esclusivamente al soggetto interessato previa esibizione dei propri documenti;
- Se il Governo intenda adottare provvedimenti miranti l'accertamento della rintracciabilità del
soggetto affidatario dell'animale.

giovedì 2 luglio 2009

TI DEPORTO A FARE UN GIRO


BASTA DEPORTAZIONI ALL'ESTERO!

Sono anni e anni che furgoni, camion e perfino aerei trasportano cani e gatti in Germania, ma anche in Svizzera, in Austria, e di lì negli altri Paesi del Nord Europa.

Sono ormai centinaia di migliaia, milioni di animali, raccolti in strada, nei canili o presso privati che non sanno più cosa farsene, prelevati durante un'uscita da casa… cuccioli o adulti, anziani o malati al punto di non poter reggere il viaggio. Radunati febbrilmente, con una ricerca massiccia e ostinata.
Partono dall'Italia, dalla Spagna, dalla Grecia, dai Paesi balcanici, dall'Europa orientale, dalla Russia, dalla Turchia, dall'Africa del Nord, dall'Asia… tutti convogliati verso i paradisi del Nord, con la promessa di un giardino, di un sofà bianco, di una famiglia amorevole.
Tutti adottati?!

A scadenze fisse e frequenti, carichi di cani e gatti partono da ogni regione d'Italia. Cittadini stranieri - sempre gli stessi - li prendono in affido presso i canili, cittadini italiani - sempre gli stessi - collaborano con loro come prestanome, procurandosene con ogni mezzo, qualche volta nell'illusione di dare loro un avvenire migliore. Spesso gli animali vengono intestati a persone ignare, inesistenti, perfino decedute… Spesso partono senza documenti.
E finiscono in una rete di altri canili e di stalli, prima in Italia… e poi all'estero. Alcuni appaiono offerti in siti web, e presto scompaiono, come tutti gli altri, nel nulla. Controlli seri? Impossibili oltre confine, in Paesi che per di più, come la Germania e la Svizzera, non hanno un'anagrafe canina pubblica…
Ma perché tante organizzazioni private grandi e piccole, che si definiscono “di protezione degli animali”, prelevano tanti animali all'estero con viaggi frequenti e costosi, quando anche in Germania i canili sono pieni, quando lì e in tutti i Paesi - tranne che in Italia - vige la soppressione?

Adottati nel nostro Paese, gli animali, appena passato il confine, diventano l'oggetto di un commercio assai vantaggioso: la merce è gratuita all'origine, o costa soltanto un po' di mangime, di ciotole, di coperte…
Il prezzo in Germania? Si chiama “tassa di protezione animale” come quella dei canili pubblici, ed è presentata come rimborso spese… fino a 350-400 euro per un meticcio qualunque, grande o piccolo, cucciolo o anziano, sano o malato. Il guadagno è garantito, tanto più che la propaganda negativa sull'Italia che queste organizzazioni lanciano presso il pubblico medio frutta molto altro denaro.
I nostri animali sono venduti. A chi e perché?
Non tutti sanno quanto la legge tedesca di tutela degli animali sia elastica in materia di sperimentazione… Ma a noi basta sapere che, una volta divenuto merce, l'animale perde ogni diritto alla tutela, qualunque sia la sua destinazione. E che ci si fa beffe della Repubblica italiana e delle sue leggi.

L'Italia ha le leggi più avanzate d'Europa in materia di tutela degli animali. Ma non è senza colpe. L'abbandono e il randagismo affliggono tutto il Paese. Troppi Comuni e troppe ASL sono ancora inadempienti rispetto ai loro obblighi di tutela e di vigilanza. Così, il rimedio è semplice ed economico: eliminare il problema chiudendo gli occhi sulla deportazione all'estero degli animali in soprannumero.
Nel 1993 la circolare del Ministro della Sanità Garavaglia dava direttive per impedire le deportazioni. Nel 2001 la circolare del Ministro Veronesi indicava i controlli sugli affidi come parte integrante del benessere degli animali. Questa circolari sono tuttora in vigore, e sono vincolanti per ogni dipendente del Ministero della Salute. Ma molte ASL non le rispettano.
Nel 2003 il Regolamento Europeo 998 stabiliva che i movimenti non commerciali di cani e gatti nel territorio dell'Unione implicano che gli animali non siano destinati alla vendita né al passaggio di proprietà. Ma chi finge di prendere per sé un animale e lo vende all'estero non lo rispetta.
Alcuni Paesi mediterranei hanno emanato disposizioni severe per far cessare le finte adozioni e la deportazione dei loro animali. Anche in Germania le autorità stanno aprendo gli occhi. Ma L'Italia è il fanalino di coda.

L'ENPA, la più antica associazione italiana di protezione degli animali, ha deciso di combattere questa battaglia di civiltà. Per rispettare la sua vocazione. Per salvaguardare la dignità del nostro Paese. Per costringere le istituzioni a compiere il loro dovere. Per educare i cittadini alla prevenzione, unico rimedio contro il randagismo e le sue conseguenze nefaste.
L'ENPA lancia una petizione per chiedere al Ministero della Salute di intervenire una volta per tutte contro questo squallido e illegale mercato. Firmiamo tutti, perché nessuno possa più tradire la fiducia dei nostri animali più sfortunati.

http://www.enpa.it/it/iniziative/deportazione/firma.html

http://www.enpa.it/it/iniziative/deportazione/modulo.pdf

CAGNOLINA INCA MORTA, "GRANDI NAVI VELOCI" APRE INCHIESTA

Animalieanimali 29 GIUGNO 2009

CAGNOLINA INCA MORTA, "GRANDI NAVI VELOCI" APRE INCHIESTA

Riceviamo e inoltriamo la comunicazione inviataci dal Customer Service Grandi Navi Veloci. Cordialmente, Annachiara Montefusco
UFFICIO STAMPA GRANDI NAVI VELOCI
Siamo molto dispiaciuti per quanto è successo alla Signora Cristiani, al Signor Ricci e alla loro cagnolina Inca. Comprendiamo il dolore che può derivare dalla perdita di un fedele amico a quattro zampe e proprio per questo, anche se non abbiamo una responsabilità diretta, abbiamo già attivato il nostro personale competente per verificare in dettaglio l'accaduto.
Provvederemo al più presto a dare una risposta.
Customer Service Grandi Navi Veloci

CLANDESTINI A 4 ZAMPE

BERGAMO NEWS 29 GIUGNO 2009

Li allevano in Ungheria, poi li spediscono in Italia stipati su furgoni o nei bagagliai delle auto. Molti muoiono durante il viaggio, chi sopravvive viene acquistato a 50 euro e rivenduto a un prezzo dieci volte superiore. 
Un business da 300 milioni di euro l'anno. 
Il fenomeno ha preso piede anche a Bergamo.
Clandestini a quattro zampe, la tratta dei cuccioli dell'Est

BERGAMO - "Non vendiamo cani, solo accessori. Però se le interessano ho qualcosa in casa... Aspetti un attimo". La negoziante scompare nel retrobottega e riaffiora dopo un minuto con due cuccioli in braccio. "Questi costano 600 euro, sono bellissimi, un affare: sono nati in Italia, garantito. E' tutto regolare".
Di regolare però c'è poco, a cominciare dal fatto che, come sottolinea il dottor Paolo Antoniolli, direttore del Dipartimento di prevenzione veterinaria dell'Asl di Bergamo, "i negozi di toelettatura e accessori per vendere animali debbono disporre di locali adeguati, le cui
caratteristiche consentano di rispettare anche le condizioni di benessere animale, e debbono essere autorizzati Da sottolineare inoltre che non è possibile commercializzare cani che abbiano meno di 60 giorni di età e non ancora iscritti all’anagrafe canina informatizzata previa
identificazione mediante microchip". Eppure, basta varcare la soglia di un noto negozio di Bergamo per vedersi offrire cuccioli piccolissimi.
"Questi hanno meno di due mesi, sono tenerissimi". Costo, circa 500 euro.
Il mercato dei cuccioli è un business che fa gola. Spese ridotte e guadagni enormi, anche perché ormai il grosso della "merce" ha una sola origine, quella terra di nessuno che è diventata l'Europa dell'Est.
La tratta dei cuccioli parte soprattutto dall'Ungheria, dove le bestiole vengono allevate in modo intensivo e senza le necessarie precauzioni sanitarie. Tolti prematuramente alla madre e imbottiti di antibiotici, vengono caricati su furgoni o stipati nei bagagliai in condizioni igieniche impossibili e poi spediti in Italia. Molti muoiono durante il tragitto, i negozianti comprano quelli che sopravvivono per 50 euro e li rivendono a prezzi almeno dieci volte superiori, spacciandoli per cuccioli nati dalle nostre parti. I documenti non ci sono, o se ci sono risultano falsificati. Il microchip non corrisponde quasi mai al "passaporto" europeo previsto per gli animali importati.
Basta un giro tra gli addetti del settore per capire che il fenomeno, seppure ammesso a mezza voce, interessa anche Bergamo. "Ormai quasi tutti i negozi di animali fanno arrivare i cani dall'est - dice una commessa di una bottega di toelettatura - meglio rivolgersi a un allevamento serio oppure a privati che ti mostrano i genitori del cucciolo". E una negoziante di accessori aggiunge: "Meglio chiedere a un veterinario, dei commercianti non mi fiderei troppo...".
Dietro la tratta dei cuccioli c'è un giro d'affari che, secondo i dati della Lav (Lega antivivisezione) sfiora i 300 milioni di euro l'anno. 
"Questi cuccioli non sempre sono accompagnati dai documenti - spiega il dottor Antoniolli - Non sono sottoposti a vaccinazioni e il rischio è che portino in Italia malattie malattie virali come la gastroenterite emorragica e il cimurro. Spesso, per le condizioni in cui sono cresciuti o sono stati trasportati, vanno incontro a una mortalità precoce. Per tutelarsi, l'acquirente deve sempre chiedere a chi vende il certificato di iscrizione all'anagrafe canina. Da considerare anche
il fattore età: un cane importato legalmente dev'essere stato già sottoposto a vaccinazione antirabbica, che viene inoculata dopo tre mesi di età. Prima di essere esportato, poi, devono passare almeno altri 21 giorni dalla vaccinazione". A conti fatti, un cucciolo non potrebbe arrivare in Italia prima dei 4 mesi d'età. Ma nella realtà le cose vanno diversamente.
Dall'Ungheria arrivano soprattutto carlini, beagle, west higland. Razze pregiate e costose, che garantiscono margini di guadagno elevatissimi ai negozianti senza scrupoli. A conferma indiretta del traffico illecito, ci sono i dati relativi al commercio pulito: secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute i cani e gatti importati legalmente in Italia nel 2006 sono stati 21.442, 26.397 nel 2007 e dal gennaio all'’aprile 2008 sono stati appena 951. Un calo vertiginoso motivato proprio dalla crescita vertiginosa del mercato nero, che permette di far soldi sulla pelle dei poveri cani.

COME TUTELARSI
Il passaporto è obbligatorio
I cuccioli arrivano dall'Est in modo clandestino, in condizioni impossibili. 
I documenti spesso non ci sono, oppure sono falsificati. Solo nel 2% dei casi i cani hanno il "passaporto" in regola. 
Ecco tutto quello che bisogna chiedere per evitare fregature.

Secondo le informazioni in possesso della Lav, la Lega anti vivisezione, molti cuccioli arrivano dall'Est in piena clandestinità, senza la documentazione necessaria per essere movimentati a fini commerciali all’interno dell’Unione Europea. Il Regolamento (CE) n.998 del 26 maggio 2003 relativo alle condizioni di polizia sanitaria applicabili ai movimenti di carattere non commerciale di animali da compagnia che modifica la direttiva 92/65/CEE, istituisce l'’obbligo del passaporto europeo per i cani, i gatti e i furetti provenienti dall’estero, secondo quanto disposto dalla Decisione 2003/24. Il passaporto per animali domestici deve riportare i dati
anagrafici dell'animale, il numero del microchip, l'’attestazione della vaccinazione antirabbica e deve essere rilasciato da un veterinario abilitato dall'’autorità competente.
I cuccioli destinati alla vendita devono inoltre essere muniti di un certificato rilasciato da un
veterinario autorizzato attestante, a seguito di un esame clinicoeffettuato 24 ore prima della partenza, la buona salute e l’'idoneità ad affrontare il trasporto. Altro requisito fondamentale per essere movimentati è il certificato TRACES (Trade Control and Expert System) (1) per tutta la partita (Regolamento 599/2004/CE e Decisione 2003/803/CE). Il certificato, timbrato e corredato della firma di un veterinario autorizzato a ciò dal paese speditore, deve sempre essere in originale, in doppia lingua e comunque sempre nella lingua del paese di destinazione, con indicazione della data e dell’ora di partenza, il numero e la tipologia di animali (d'’allevamento o da compagnia) e il numero del passaporto. Se alcuni cuccioli viaggiano sprovvisti di questa documentazione, altri sono trasportati con documenti di viaggio
falsi o contraffatti. Molti muoiono durante il viaggio, a causa delle condizioni impossibili che devono sopportare.
Secondo un sondaggio della FNOVI (Federazione Nazionale Ordine Medici Veterinari Italiani),
la documentazione che viaggia con gli animali è considerata corretta solo nel 2% dei casi, verosimile nel 13%. La maggior parte (85%) degli animali da loro visitati è identificata con microchip, ma nell’'80% dei casi non c’è corrispondenza con i dati registrati sul passaporto.