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domenica 17 gennaio 2010

REGIONE MARCHE: Lotta al randagismo canino: al via la campagna MEGLIO UNO CHE CENTOUNO !

REGIONE MARCHE: Lotta al randagismo canino: al via la campagna MEGLIO UNO CHE CENTOUNO ! 

CAMPAGNA DI CONTROLLO DELLE NASCITE DEI CANI DI PROPRIETA'

Mezzolani: “Per ridurre il randagismo è necessario anche agevolare economicamente i proprietari che appartengono a particolari categorie sociali”

La Regione Marche concederà ai Comuni contributi per incentivare la sterilizzazione dei cani di sesso femminile i cui proprietari appartengono a fasce sociali deboli: titolari di pensione minima o pensione sociale; possessori di un reddito annuo lordo non superiore a 15 mila euro; disoccupati o non occupati.

“Ogni giorno – spiega l’Assessore Regionale alla Veterinaria, Almerino Mezzolani – nascono numerosi cuccioli di cane. Una femmina che, per negligenza o incuria del proprietario, è libera di accoppiarsi, può avere fino a 20 cucciolate durante tutta la sua vita riproduttiva, rappresentando il bacino di reclutamento per cani potenzialmente randagi.

Molti proprietari non sterilizzano i propri animali perché non hanno le informazioni adatte o si basano su luoghi comuni che non hanno riscontri scientifici.

Fra tutte le motivazioni – continua Mezzolani – il costo dell’intervento è quello che, però, incide maggiormente, alimentando così il randagismo. 

Di conseguenza, per favorire le sterilizzazioni occorre incentivare economicamente i proprietari, specie coloro che appartengono a fasce socialmente deboli”

Il progetto biennale (2009-2010) “Campagna per il controllo delle nascite nei cani di proprietà di particolari categorie sociali approvato con D.G.R. n. 1398 del 7 settembre 2009, nasce allo scopo di proseguire nelle azioni di contrasto, a valenza “strutturale”, nei confronti del randagismo canino,  intraprese dalla Regione Marche, come fatto per  “Vigilare è prevenire” del gennaio scorso, grazie al  quale sono stati donati ai Comuni 250 lettori di microchip destinati a potenziare la vigilanza svolta in ambito territoriale.

I fondi dedicati al progetto provengono da risorse ministeriali con destinazione vincolata alla lotta al randagismo e verranno ripartiti tra i comuni, entro il prossimo mese di dicembre, in quantità proporzionale al numero dei cani iscritti all’anagrafe canina informatizzata regionale. In questo modo i comuni potranno contribuire in parte a sostenere il costo della sterilizzazione.
Con 
Decreto dirigenziale n. 159 del 5 ottobre 2009 è stata definita l’entità del contributo regionale assegnato a ciascun comune.
Al contempo gli Ordini dei medici veterinari delle province marchigiane si sono impegnati a garantire collaborazione e ad applicare una tariffa agevolata per l’intervento.

L’obiettivo è diminuire il sovraffollamento dei canili ed il costo sociale per il mantenimento dei cani randagi; ridurre i danni provocati dal randagismo sia all’uomo (morsicature, incidenti, trasmissione di malattie) sia agli altri animali (aggressioni); aumentare il risparmio per la realizzazione di nuove strutture; migliorare il rapporto uomo/cane nell’ambiente urbano ed il controllo dell’igiene urbana.

Chi potrà accedere al contributo ??

I proprietari di cani di sesso femminile  in regola con l’iscrizione all’anagrafe canina informatizzata regionale che appartengono ad almeno una delle seguenti categorie:

  •  titolari di pensione minima
  •  titolari di pensione sociale
  • possessori di un reddito annuo lordo non superiore a 15 mila euro
  • disoccupati o non occupati 

 Cosa fare per accedere al contributo ??

I proprietari interessati potranno presentare domanda di contributo al proprio Comune che, valutate le richieste ricevute, per quelle accolte invierà apposita comunicazione ai richiedenti.

Entro 30 giorni dal rilascio del modulo di accoglimento della domanda, il proprietario dovrà far sterilizzare il proprio animale da un veterinario a sua scelta tra quelli che hanno aderito al progetto. Orari e tempi dell’intervento saranno concordati tra utente e struttura veterinaria prescelta.

Il medico veterinario provvederà:

  • alla verifica del  microchip e dell’ iscrizione del cane all’anagrafe canina regionale

alla compilazione di una apposita scheda individuale con i dati del proprietario, i dati del cane con il numero di microchip, la data dell’intervento ed il codice identificativo assegnato dal comune di competenza. 

All’inserimento dell’operazione nel Sistema Informativo Veterinaria Alimenti ( SIVA ) 

Il proprietario rilascerà al veterinario che ha eseguito la prestazione il modulo di concessione del contributo ricevuto dal comune e pagherà al professionista l’eventuale differenza tra la tariffa dell’intervento e il contributo concesso dal Comune.

L’amministrazione comunale provvederà al pagamento del corrispettivo spettante al professionista, con frequenza bimestrale, dietro presentazione di regolare fattura e/o ricevuta comprovante gli interventi effettuati.

La Deliberazione della Giunta regionale  n.1398 del 7 settembre 2009, con la quale è stato approvato il progetto, la relativa modulistica, necessaria per aderire al progetto ed il successivo Decreto dirigenziale n. 159 del 5 ottobre 2009, di suddivisione dei contributi regionali  per i Comuni , sono  fruibili consultando i link  e gli allegati correlati al presente articolo.


Affidamento diretto, la ricetta contro il randagismo

LA NUOVA SARDEGNA
15 GENNAIO 2010
 
Affidamento diretto, la ricetta contro il randagismo
 
OLBIA. La lotta al randagismo non è persa. La battaglia è dura da vincere, ma chi è in prima linea da una vita non vuol sentir parlare di sconfitta annunciata. Anche durante le feste di Natale e l’estate, cioè i periodi dell’anno in cui gli abbandoni dei cani aumentano in maniera vertiginosa. I momenti in cui i padroni si dimenticano dei loro piccoli amici a quattro zampe.  Ne sa qualcosa Elisa Magnanensi, la responsabile dell’Arpa, la lega autonoma anti randagismo e protezione ambientale. «Mi occupo di cani da oltre 25 anni - spiega -. Da sempre in prima linea, superando anche vicende amare e difficili, sono ancora oggi più che mai convinta che questo problema sociale non abbia possibilità di soluzione definitiva in quanto è sempre in fieri, ma allo stesso tempo è indispensabile un controllo costante con strategie mirate per impedirne il dilagare». Strategie che, secondo la paladina dei cani, già collaudate da decenni e rapportate ai tempi attuali, si potranno rivelare ancora una volta la medicina più efficace per combattere il randagismo. «Innanzitutto - spiega Elisa Magnanensi - è fondamentale un collegamento costante con le scuole, il modo migliore per diffondere quella rivoluzione culturale che ha permesso la tutela degli animali attraverso leggi dello Stato. Seconda cosa, non meno importante, la sostituzione dei tanti e brutali metodi per sbarazzarsi degli animali indesiderati con la sterilizzazione, che deve essere effettuata non solo alle femmine ma anche ai maschi, per evitarne l’esubero». Ma la grande novità della lega presieduta dalla Magnanensi è l’affidamento diretto degli animali ai richiedenti. «Si tratta di soggetti già sensibili al problema e soprattutto responsabili. Attraverso una scheda l’associazione stabilisce le regole che riguardano cibo, salute e spazi adeguati, a cui l’adottante deve attenersi. Tutto sotto il controllo dell’associazione. Inoltre, salvo rare eccezioni, evitiamo trasferimenti all’esterno del nostro territorio, perché altrimenti non c’è nessuna certezza di poter verificare il buon fine dell’adozione. La deportazione è da impedire anche per il fatto che lo Stato eroga a Regioni e Comuni sovvenzioni per occuparsi del problema nel territorio».

lunedì 1 giugno 2009

fermate la deportazione

Il trasferimento di cani da Campobasso a Milano scatena proteste in tutta Italia. 
Gli animalisti: "Fermate la deportazione"

http://www.mynews.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1889:il-trasferimento-di-cani-da-campobasso-a-milano-scatena-proteste-in-tutta-italia-
gli-animalisti-qfermate-la-deportazioneq&catid=60:cronaca-molise&Itemid=56

Gruppo Bairo / Legambiente. Deportazione cani. Un doveroso grazie alla senatrice Poretti

Gruppo Bairo / Legambiente. Deportazione cani. Un doveroso grazie alla senatrice Poretti
http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=%2Findex.php&cmd=v&id=8725
16 Maggio 2009

Il presente messaggio è stato inviato alla senatrice Donatella Poretti e per conoscenza a tutti gli indirizzi degli esponenti del Partito Radicale/PD


Gentile Senatrice Poretti
Abbiamo letto con entusiasmo la lettera apparsa su Tellus Folio in data 11 maggio 2009 e che riportiamo più sotto. Da sempre ci battiamo contro le esportazioni di randagi, una piaga che dilaga ormai da anni, su tutto il territorio nazionale e che vede la partenza di centinaia di migliaia di cani oltre i confini della propria regione d'origine e purtroppo, anche verso l'estero, veicolati con particolare intensità nelle nazioni della Germania, Svizzera, Austria. Concordiamo con le sue parole: i canili oltre ad essere un luogo di passaggio, hanno il dovere di tutelare la salute degli animali ospitati in essi. Non sono oggetti per cui decidere con freddezza, ma esseri viventi, creature sociali, che hanno stabilito il loro territorio, le loro relazioni, adeguando l'etologia all'ambiente che conoscono da anni e dove da anni sono stati seguiti e amati da i volontari.
I cani hanno forti sentimenti e sensibilità, stabiliscono solidi legami, in particolare i cani dei canili, sono creature doppiamente fragili e reattivi per i traumi subìti. Come giustamente sottolinea nella sua lettera, sottoporre queste fragili creature a simili stress, spostandoli da un luogo a loro famigliare, con enormi conseguenze negative sulla loro già provata psiche, è maltrattamento.
Ci meravigliamo che le Istituzioni, nonostante le buone intenzioni che spesso si riducono soltanto a parole dette e scritte (carenti e ritardatarie nei confronti dell'applicazione di una legge nata nel 1991 che impone loro la costruzione o il risanamento dei canili), possano accanirsi nei confronti degli animali e di chi dedica loro fatica e amore.
Come non affiancarci al suo appello, quando ognuno di noi è sempre più cosciente del pericolo che corrono i nostri randagi spostati continuamente in nuove strutture lontane centinaia di Km dal luogo del loro rinvenimento. Stiamo assistendo purtroppo ad un continuo sconvolgimento della Legge 281/91, legge volta alla massima tutela di animali abbandonati od anche semplicemente smarriti ma che viene prioritariamente disattesa proprio da quanti dovrebbero porre la massima attenzione al rispetto delle normative battendosi in primo luogo affinché ogni individuo, nella scala gerarchica, ne sia portavoce. Stiamo assistendo a sequestri di canili sovraffollati dai quali gli animali ritornano ad essere semplici palloni da spostare a calci; stiamo assistendo a stalli, staffette, viaggi allucinanti verso pseudo canili o pensioni, stiamo semplicemente assistendo al martirio di milioni e milioni di quattrozampe sempre più grave; trattati come imballaggi. Che pensare dunque della scelta deleteria di un'intera Regione, la Basilicata, che, dimentica sia della legge, sia dei recenti fatti avvenuti in Lombardia, addirittura in un rifugio gestito da un'associazione animalista, vuole giocare al ribasso sulla pelle di animali costringendoli a lasciare il loro “piccolo paradiso” per far risparmiare a quelle stesse comunità che ne hanno decretato lo stato di randagismo pochi spiccioli vendendosi al miglior offerente che la piazza propone. Non dimentichiamoci che la nostra Italia sta alimentando un mercato dell'orrore, non dimentichiamoci l'obbligo che deriva da una circolare ministeriale la quale sentenzia che il benessere degli animali randagi deve essere garantito sia in ogni rifugio che in ogni adozione, non dimentichiamoci che tutte quelle creature possono divenire solo uno sporco business e carne da macello solo perché la scelta di una Regione si basa sulla scelta del “costo minimo” pur se consapevole che di quei cani ne perderanno ogni traccia e visione e soprattutto non dimentichiamoci che, stando alle ultime statistiche la Calabria, come quarta regione in Italia per il randagismo ha il suo bel da fare per i cani propri. Ben venga dunque il suo intervento, Senatrice Poretti, troverà noi tutti uniti e concordi nell'appoggiare il suo rifiuto all'“esportazione”, troverà noi tutti concordi nel creare per gli animali dei piccoli rifugi ove gli stessi possano trovare sollievo e protezione. Troverà soprattutto noi tutti uniti nel cercare di combattere l'indifferenza verso il pianeta animale di tutti quei Sindaci, ASUR, dirigenti che, giocando a sovvertire le leggi, dimostrano solo la caduta in basso di una cultura e civiltà degna di esseri irrazionali, che ritengono di vivere un problema sociale, quale il randagismo, dimostrando la più totale estraneità ed il più squallido disinteresse.
Questi “traffici di animali” sono una piaga che dura ormai da tanti anni: un fenomeno allarmante lanciato anche dall'allora Ministro della Sanità M. Pia Garavaglia,con una circolare visibile al seguente link:
www.bairo.info/garavaglia_circ33_93.html


La invitiamo cortesemente a visionare la sezione traffici [ www.bairo.info/traffici.html ] dove potrà trovare ampia documentazione riguardo l'argomento.
Un doveroso grazie per il suo impegno.

Enrica Boiocchi, vice presidente GRUPPO BAIRO Onlus - www.bairo.info
Giorgia Belforte, responsabile Circolo Legambiente Sibilla Aleramo, Civitanova Marche (MC)

p.s. Correlazione all'articolo in calce

RANDAGISMO, LA PIAGA INFINITA

Comunicato stampa dalla Sezione di Catania della Lega
Nazionale per la Difesa del Cane LNDC sezione di Pescara

17/05/09
RANDAGISMO, LA PIAGA INFINITA

Era il 17 Marzo quando, dopo la tragica
morte di un bambino aggredito da cani randagi a Scicli, la Sicilia per
la prima volta definiva “emergenza” il randagismo. A due mesi di
distanza ci risiamo: a Licata un altro grave episodio che non doveva
accadere, che non sarebbe accaduto se i nostri amministratori avessero
aperto gli occhi qualche annetto fa. Sarebbe bastato costruire in ogni
comune un rifugio sanitario per iniziare le campagne di sterilizzazione
nel 2000, quando fu emessa la L.R. 15, per avere oggi alcune migliaia
di randagi in meno. Sarebbe bastato che i Comuni acquistassero i
rilevatori di microchip per impedire che altre migliaia di cani non
iscritti all’anagrafe fossero abbandonati impunemente diventando
randagi. Sarebbe bastato riflettere sul fatto che spendere oggi
significa risparmiare domani. E invece niente. Nessuna intenzione di
affrontare il problema in maniera seria e definitiva. Tanto ci sono
sempre i canili convenzionati! Il Comune di Catania, per esempio
, da
recente ha messo a punto il piano triennale per le opere pubbliche, ma
la voce “rifugio” non compare tra le opere in programma. L’ ”emergenza”
, almeno per i prossimi tre anni, non avrà soluzione. Che ci risulti,
nessun comune della nostra provincia, ad oggi, intende creare una
struttura di prima accoglienza con le caratteristiche previste dalla
legge, per ospitare gli animali incidentati, quelli in degenza post-
sterilizzazione o i cuccioli rinvenuti sul territorio. Si continua a
trovare soluzioni raffazzonate, a mettere toppe su un tessuto già
logoro, a promettere alla gente che i randagi spariranno dalle strade
per virtù di chissà quale magico intervento. Perché a qualcuno, o
meglio a tanti, fa comodo che il problema rimanga tale. E intanto i
cani continuano a nascere, riprodursi e morire tra l’indifferenza di
tutti, ad eccezione di quanti, presi dalla psicosi, decidono di fare “
pulizia” spargendo bocconi avvelenati. I volontari, sempre più
disperati, si affannano a correr
e qua e là come formiche impazzite
per recuperare i cuccioli, soccorrere i randagi feriti, sterilizzare
le femmine, arginare l’odio che dilaga giorno dopo giorno e li rende
oggetto di scherno o di minacce anche solo per aver lasciato una
ciotola d’acqua su un marciapiede. Non si può continuare così. Qualcuno
prima o poi dovrà intervenire per riportare questa terra ad un livello
accettabile di civiltà. Qualcuno dovrà spiegare ai nostri
amministratori che non si possono trattare gli animali come sacchi di
immondizia, e non si possono disattendere le leggi per anni e sperare
sempre di farla franca. Qualcuno dovrà costringerli ad assumersi la
responsabilità di ciò che è accaduto e potrà accadere mentre si
gonfiano le tasche di chi si arricchisce sulla pelle degli animali, e
si versa sangue innocente sulle coscienze di quanti stanno a guardare.

Lega Nazionale per la Difesa del Cane - sezione di Catania
CON
PREGHIERA DI DIFFUSIONE