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domenica 23 agosto 2009

Forlì: polemiche e sospetti su cani provenienti dal sud

FORLI' - Tutto è partito dal rifiuto del veterinario forlivese, Patrizia Magnani, di inserire il microchip ad una cane di 3 mesi, proveniente da Agrigento, dato in affido ad una famiglia forlivese dall'associazione "Noi animali-Onlus". L'associazione ha puntato il dito contro la dottoressa, direttrice del canile cittadino. Ma il direttore dell'Area sanità pubblica veterinaria dell'Ausl di Forlì, Rodingo Usberti, vuole vederci chiaro: "C'è qualcosa dietro, stiamo verificando".

Il fatto: la onlus, secondo le dichiarazioni di Tiziana Bordini, avrebbe procurato il cucciolo tramite il contatto con l'associazione Aronne di Agrigento. "Abbiamo accolto alcuni cuccioli in quanto avevamo richieste di adozione da famiglie del centro-nord. I cuccioli sono arrivati all'aereoporto di Bologna il giorno 5 agosto e nello stesso giorno alcuni sono stati direttamente affidati dalla volontaria Barbara, che tanto si adopera per il benessere degli animali, alle famiglie richiedenti alle quali avevamo già fatto il controllo pre-affido. A Forlì è stata adottata una dolcissima cucciola di 3 mesi, ma quando il signor F. H. si è presentato presso l'ambulatorio della d.ssa M.P. (libera professionista nonchè direttore del canile comprensoriale di Forlì, come lei stessa ha precisato) chiedendole di microchippare il cane, ha ricevuto un fermo NO seguito da un mare di polemiche sull'adozione del cane".
La dottoressa ha spiegato di avere agito semplicemente nel rispetto della legge, che prevede che il microchip venga inserito entro i primi 30 giorni di vita del cane. "Ho agito secondo il mio codice deontologico - spiega la Magnani - per tutelare, non conoscendo in nessun modo il tracciato dell'animale, il cane e la famiglia affidataria". "Inoltre il rischio di diffondere malattie pericolose, come la rabbia, rientrata in Italia dopo 40 anni, e la leihsmaniosi, quasi assente nelle nostre zone, siste quando non si conosce quasi nulla nel cane, privo di microchip"

I sospetti: "Dietro questa faccenda c'è qualcosa che non quadra - afferma immediatamente Usberti, al quale il caso è stato segnalato dalla dottoressa - L'associazione ha inviato una mail esclusivamente diffamatoria. Devo completare alcune ricerche ed appena avrò i dati completi li trasmetterò alla Procura. Sono molto frequenti i traffici non regolari di animali e su questo cane non c'erano informazioni. Come ha viaggiato? Perchè è partito? La dottoressa ha agito correttamente".

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