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lunedì 6 aprile 2009

CLANDESTINI A 4 ZAMPE

http://www.ilcinofilo.it/NewsPopup.aspx?idmod=1&cid=22&id=142&idart=239

CLANDESTINI A 4 ZAMPE
Questi non sbarcano, e non sono extracomunitari.

I cani clandestini non sono sempre il frutto di commerci senza scrupoli che lucrano trasportano in modo insopportabile cuccioli di razza troppo piccoli e privi delle necessarie certificazioni dai paesi dell'Est.
Esiste anche un fiorente commercio di meticci comunitari!!!!!
Anche qui i cani sono accuratamnte scelti in base al gradimento della gente, ecco alcune tipologie:
Levrieri schiccosi agghindati di collari swaroski, dismessi da cinodromi della Spagna e dell'Irlanda, ma per questi dovrete prepararvi a corrispondere un rimborso spese di almeno 150 euretti, in compenso avrete la visibilità mediatica, vi convinceranno che avete fatto
un'azione meritoria (per i Paesi che se ne liberano) e avrete presto accesso ad un Pet Shop che propone articolini che sono un bijoux!!!!
Il tutto è promosso da un'associazione modenese che nell'ultimo anno ne ha già smerciati almento 800. Complimenti !!!!!
Spagna e Irlanda ringraziano il GACI, che si è inventata questo nuova forma di business
che loro stesse definiscono "chep and chic", pubblicizzando l'iniziativa su riviste cinofile meglio di molti allevatori. L'UVAC sarà daccordo? L'Enci ha mai rilasciato un LIR per il coursing di
questi levrieri pensionati? Altri clandestini sono i meticcetti di piccola taglia importati dalla Romania con l'aiuto dell'ANTA Onlus.
Solo cagnetti piccoli, quelli che più facilmente trovano gradimento in famiglia, quelli meno impegnativi insomma. Beh, che dire, dalla Romania arriva di tutto chissa da dove vengono le cremine viso corpo e le maschere anticellulite, le felpe con cappuccio e le t-shirt che trovi
nel Pet Shop della stessa Anta Onlus che corredano l'eventuale adozione aumentando il business con prodotti che altrimenti dovresti fare la fatica di acquistare in negozio o in profumenria.
Sempre rumeni sono i cani introdotti in Friuli dal canile di Villotta.
Curioso è il fatto che ogni cane esposto in foto sia contrassegnato da un microchip del
quale non c'è traccia nel data base dell'Anagrafe Canina Nazionale.
Saranno già in Italia i cani o vengono spediti solo dopo la prenotazione?
L'UVAC, ente preposto alle autorizzazioni delle importazioni commerciali di cani dall'estero non credo conosca queste realtà.
Forse fa differenza se l'importatore è un commerciante certificato o un'opera di carità!!!
A noi pare che si sia persa la bussola. Chi si occupa di randagi e gode di agevolazioni, compreso il 5x1000 della fiscalità generale dovrebbe svolgere attività non lucrative di utilità sociale.
L'utlità sociale dovrebbe essere quella del paese che la concede, con tutti i randagi che le associazioni animaliste lamentano vagabondare per le strade del nostro centro-sud, tuonando contro le importazioni di cani di razza dagli stessi paesi dai quali si riforniscono anche loro, a noi pare ci sia un briciolo di contraddizione, se non proprio malafede. Sarebbe auspicabile adoperare le forze per risolvere il problemi di casa nostra, senza importarne altri, ma questo forse non sarebbe più un business.
Fortuna vuole che la Germania sia invece un Paese molto sensibile e ospitale per i cani senza un padrone. A fronte delle importazioni ispano-irlando-rumene, il bilancio dell'import-export del cane fantasia ha poi un saldo positivo.
Dati non del tutto precisi, ma attendibili, dicono che attraverso le adozioni internazionali molte Onlus, tra cui la meritevole Zampa Onlus, inviano ogni anno qualche migliaio di cani che
poi in parte troviamo sui siti di adozione tedeschi (la sorte degli altri non è conosciuta).
In Germania il vantaggio c'è, il meticcio ha un prezzo, da 150 a 350 euro l'uno, costa poco quindi e il proprietario è orgoglioso di aver fatto la buona azione e non ha tutte le seccature della crescita del cucciolo, con tutte le spese veterinarie che questa comporta comporta, vaccini, visite, mangimi speciali ecc. La geriatria è noto che ha costi inferiori alla pediatria, in questo momento di crisi mondiale anche sul possesso dei cani la gente è molto attenta al risparmio!!!!
Le persone che adottano gli sfortunati cagnolini, entrano poi a far parte della grande "famiglia animalista", che, chiedendo piccole cifre, molto lavoro gratuito, con una certa insistenza e
frequenza, produce un sacco di iniziative interessanti sia per la politica che per la propria visibilità.
Il business del randagismo e degli scambi internazionali evidentemente rende, perchè mai se no, chiederne il monopolio?
Il business è talmente profiquo che in 300 piazze troverete una petizione a firma LAV, che le consorelle Onlus animaliste condividono, che, con un titolo di forte richiamo invita la gente a firmare contro la tratta dei cuccioli dell'est, ma alla fine, (quelle righe che il distratto firmatario di solito non legge e non sa), c'è la richiesta di moratoria per l'allevamento e la vendita di animali d'affezione (i nostri naturalamente).
Crediamo sia urgente e necessario controllare queste attività, verificarne gli introiti e ridiscutere cosa debbe considerarsi socialmente utile per godere dei vantaggi e dello status di ONLUS: Organizzazione Non Lucrative di Utilità Sociale. Noi ne apprezziamo solo il danno che le nostre economie subiscono, ne denunciamo pubblicamente i lati oscuri e pretendiamo che luce sia fatta.
AACI

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