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domenica 15 marzo 2009

AGGRESSIONI CANINE, ECCO LA NUOVA ORDINANZA

ANMVI OGGI 3 MARZO 2009

AGGRESSIONI CANINE, ECCO LA NUOVA ORDINANZA

Il Sottosegretario Francesca Martini ha presentato oggi alla stampa la nuova " Ordinanza contingibile ed urgente concernente la tutela dell'incolumità pubblica dall'aggressione dei cani". Il provvedimento arriva dopo gli ultimi, tragici, casi di cronaca.
L'ordinanza, come ha già anticipato Martini "avrà 24 mesi di validità, ma contiamo di proporre un ddl sui cani prima che scada". A differenza della precedente ordinanza (emanata dall'ex Ministro della Salute Livia Turco, e scaduta a gennaio 2009) non ci sarà però nessuna lista delle razze pericolose. I cani sono considerati tutt'al più "impegnativi".

Patentino obbligatorio per i cani impegnativi
Vengono istituiti percorsi formativi per i proprietari di cani con rilascio di specifica attestazione denominata patentino. Questi percorsi sono da considerarsi obbligatori per i proprietari di cani impegnativi. I Comuni in collaborazione con i Servizi Veterinari, sulla base dell'Anagrafe canina regionale, decidono nell'ambito del loro compito di tutela dell'incolumità pubblica quali proprietari di cani chiamare ad assolvere a tale obbligo. Le spese riguardanti i percorsi formativi sono a carico del proprietario del cane. Il Medico Veterinario libero professionista informa i proprietari di cani in merito alla disponibilità dei percorsi formativi e, nell'interesse della salute pubblica, segnala ai Servizi Veterinari la presenza di cani impegnativi
tra i suoi assistiti. Il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali con proprio decreto, emanato entro sessanta giorni dall'entrata in vigore dell'ordinanza, stabilisce i criteri e le linee guida per la programmazione dei corsi.

Proprietario/detentore sempre responsabili
Il proprietario di un cane è sempre responsabile del benessere, del controllo e della conduzione dell'animale e risponde,
sia civilmente che penalmente, dei danni o lesioni a persone, animali e cose provocati dall'animale stesso. Così, chiunque, a qualsiasi titolo, accetti di detenere un cane non di sua proprietà ne assume la responsabilità per il relativo periodo.

Ai fini della prevenzione dei danni o lesioni a persone, animali o cose il proprietario e il detentore di un cane devono utilizzare sempre il guinzaglio ad una misura non superiore a 1,50 metri, durante la conduzione dell'animale nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, fatte salve le aree per cani individuate dai comuni;portare con sé una museruola, rigida o morbida, da applicare al cane in caso di rischio per l'incolumità di persone o animali o su richiesta delle Autorità competenti; affidare il
cane a persone in grado di gestirlo correttamente;acquisire un cane assumendo informazioni sulle sue caratteristiche fisiche ed etologiche nonché sulle norme in vigore;assicurare che il cane abbia un comportamento adeguato alle specifiche esigenze di convivenza con persone e animali rispetto al contesto in cui vive. E' fatto obbligo a chiunque conduca il cane in ambito urbano raccoglierne le feci e avere con sé strumenti idonei alla raccolta delle stesse.

Il registro dei cani aggressivi e l'intervento terapeutico
I cani che hanno dato segno di aggressività saranno inseriti in un apposito registro. "Per quest'ultimi - ha detto nei giorni scorsi Martini - diventa obbligatoria sia la museruola che la sottoscrizione di una polizza per danni conto terzi". Nel frattempo, il sottosegretario ricorda che "in base al Regolamento vigente di Polizia Veterinaria il cane deve essere condotto nei luoghi pubblici obbligatoriamente o con il guinzaglio o con la museruola mentre nei locali pubblici e nei mezzi di trasporto è
obbligatorio l'uso contestuale di guinzaglio e museruola. Conseguentemente chi trasgredisce tali disposizioni è perseguibile".

A seguito di morsicatura od aggressione i Servizi Veterinari sono tenuti ad attivare un percorso mirato all'accertamento delle condizioni psicofisiche dell'animale e della corretta gestione da parte del proprietario. I Servizi Veterinari, nel caso di rilevazione di rischio potenziale elevato, in base alla gravità delle eventuali lesioni provocate a persone, animali o cose, stabiliscono le misure di prevenzione e la necessità di un intervento terapeutico comportamentale da parte di medici veterinari esperti in comportamento animale. I Servizi Veterinari devono tenere un registro aggiornato dei cani a rischio potenziale elevato di aggressività.

Divieti
Sono vietati:
l'addestramento di cani che ne esalti l'aggressività; qualsiasi operazione di selezione o di incrocio di cani con lo scopo di
svilupparne l'aggressività; la sottoposizione di cani a doping; gli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia di un cane o non finalizzati a scopi curativi, con particolare riferimento a: 1) recisione delle corde vocali; 2) taglio delle orecchie; 3) taglio della coda, fatta eccezione per i cani appartenenti alle razze canine riconosciute alla F.C.I. con caudotomia prevista dallo standard, sino all'emanazione di una legge di divieto generale specifica in materia.
Il taglio della coda, ove consentito, deve essere eseguito e certificato da un medico veterinario, entro la prima settimana di vita
dell'animale. Gli interventi chirurgici su corde vocali, orecchie e coda sono consentiti esclusivamente con finalità curative e con
modalità conservative certificate da un medico veterinario. Il certificato veterinario segue l'animale e deve essere presentato
ogniqualvolta richiesto dalle autorità competenti.Gli interventi chirurgici effettuati in violazione di quanto disposto dall'ordinanza sono da considerarsi maltrattamento animale ai sensi dell'articolo 544 ter del codice penale.

IL GIORNALE3 MARZO 2009
Ma sui cani un po’ di razzismo ci vuole
Massimo de’ Manzoni

Gentile sottosegretario Francesca Martini,
quale felice possessore di un dolcissimo esemplare femmina di golden
retriever attendo con ansia di leggere, oggi, la sua ordinanza sui cani
che, da quanto è stato anticipato, minaccia di influire abbastanza
profondamente sulle abitudini mie e della mia compagna di passeggiate.
Capisco: gli ultimi episodi hanno creato grande allarme e poi, proprio
perché, diciamo così, «frequento l’ambiente», sono il primo a sapere
che in giro ci sono bestie pericolose. A quattro e a due zampe.
La mia, dunque, non vuole assolutamente essere una protesta. Comprerò il
guinzaglio da 1,5 metri (quello che ho in dotazione eccede la misura di
una ventina di centimetri) anche se fatico a comprendere la
fondamentale differenza e mi pare che il severo diktat contrasti con la
proclamata volontà di responsabilizzare il padrone. Ma tant’è, in tempi
di crisi i consumi vanno stimolati. Perciò acquisterò pure la museruola
«da usare in caso di bisogno», anche se il comportamento più pericoloso
del mio cane consiste nel suo continuo scodinzolare festoso (che,
certo, potrebbe colpire qualche passante) e, più in generale, stento a
immaginarne l’utilità «in caso di bisogno». Che cosa significa? Che la
museruola va messa quando l’animale aggredisce qualcuno? Mi sembra
esercizio complicato e tardivo. Prima? Ma allora vuole dire: sempre.
Cosa che non mi pare (per fortuna) lei intenda proporre. L’impressione
è che la museruola diventerà come quei giubbotti catarifrangenti di cui
qualche anno fa hanno costretto tutti gli automobilisti a munirsi e che
nessuno ha mai indossato, senza la minima conseguenza. Comunque, poco
male: misura probabilmente superflua ma innocua, verserò l’obolo.
Più complesso potrebbe essere capire quando il cane deve essere tenuto al
guinzaglio. In città, va da sé. Ma se, come ho letto, si utilizzerà l’
ambigua formula «luoghi aperti al pubblico», i contenziosi potrebbero
moltiplicarsi. Sulle colline intorno alla mia (e sua) città, gentile
sottosegretario, la mia Stella può trotterellare libera? E se no,
questo semplicemente significa che abbiamo abolito, tanto per dire, la
caccia con i cani? Basta saperlo. Così come mi piacerebbe sapere la
storia del patentino: retroattivo? Se è per tutti, impossibile.
Preventivo, dunque. Ma per chi? Solo per l’aspirante proprietario o
anche per i parenti che, all’occorrenza, provvedono a far fare il
giretto intorno all’isolato? E, soprattutto, per tutte le razze di
cani?
Ecco, signora Martini, a me pare che il vero problema sia il
bellissimo assunto che sta alla base di tutto il provvedimento: «non
esistono razze di cani pericolose, esistono solo padroni non all’'altezza».
Ora, sarà anche vero che, se allevato e guidato (sempre!) nel
migliore dei modi possibili, nessun cane è pericoloso. Ma nella realtà,
non prendiamoci in giro: poiché pochissimi di noi sono addestratori
provetti, tra un rottweiler e un barboncino qualche apprezzabile
differenza mi sembra si possa ancora cogliere. E non si tratta solo di
stazza e, di conseguenza, di capacità di infliggere ferite: anche se
non sono affatto dettagli trascurabili. Sto parlando di aggressività,
di carattere dominante piuttosto che sottomesso. Sto parlando di come
sono stati selezionati cani destinati alla difesa o alla guardia,
rispetto a cani da caccia o da compagnia. Sto dicendo che, in questa
materia, un po’ di sano razzismo forse andrebbe preso in
considerazione.
Pensare di applicare le stesse misure di sicurezza a un
pitbull e a un bassotto sconfina nell’utopia. A un mastino napoletano
il metro e mezzo di guinzaglio gli fa un baffo se a impugnarlo è un
bipede che pesa la metà di lui: o il padrone è in grado di farsi
obbedire, oppure è come dare un fucile a un bambino. In questo caso, se
non vogliamo dar retta a chi dice che certe razze andrebbero
semplicemente proibite, l’idea del patentino può funzionare: solo chi
passa l’esame può possedere un dogo argentino (anche se, personalmente,
continuo a chiedermi chi glielo fa fare), gli altri si accontentino di
un cocker.
E allora, signora Martini, a nome di centinaia di migliaia
di padroni di cani «normali», spesso le prime vittime delle zanne di
certi energumeni, le propongo un patto: noi facciamo i bravi, cambiamo
tutti guinzaglio e compriamo tutti la museruola. Ma lei, per favore,
ripensi all’idea di abolire la lista delle razze pericolose, quelle
che, statistiche alla mano, sono responsabili praticamente di tutte le
aggressioni mortali. Se restringe il campo, forse può obbligare a
sostenere un esame anche coloro che già possiedono un’arma a quattro
zampe. E, se del caso, disarmarli.



LIBERO 5 MARZO 2009

Governo che abbaia non morde
Cambia l'ordinanza sui cani
OSCAR GRAZIOLI

Non poteva reggere e infatti non
ha retto. Fonti molto autorevoli mi hanno avvertito che l'ordinanza
neonata sui cani pericolosi sarà ritirata e revisionata. Dal momento
che la conferenza stampa di presentazione si è svolta martedì mattina
e, nella tarda serata dello stesso giorno, fonti affidabili mi
avvertivano del suo ritiro, si potrebbe parlare più che di un aborto
terapeutico della pillola del giorno stesso. Anche se, come ho già
scritto ieri, le intenzioni del sottosegretario Martini sono lodevoli
così come la sua pervicacia fin qui dimostrata a favore del benessere
animale, tuttavia l'ordinanza in questione recava in sé un peccato
originale, quello di volere a tutti i costi eliminare qualsiasi
distinzione tra le razze di cani per poi portare alla ribalta i famosi
"cani impegnativi" che nessuno ha capito cosa fossero e come i
veterinari avessero facoltà (divinatorie?) atte a riconoscerli. L'idea
della Martini, di responsabilizzare i proprietari e di mettere al
centro del problema il veterinario libero professionista è del tutto
corretta. Sbagliato è la modalità. Ho già rilevato quanto sia stata
infelice la scelta di quell'appellativo (cani impegnativi) che, a parte
qualche veterinario troppo sollecito nel battere le mani, ha fatto
grattare la testa alla maggioranza dei veterinari che fanno la
professione per professione e non per hobby. Il veterinario, durante la
sua pratica ambulatoriale, avrebbe dovuto dunque intuire quali sono i
"cani impegnativi" e segnalarli ai Servizi Pubblici per procedere a un
percorso di formazione del proprietario con rilascio del patentino.
Faccio un esempio: entra in sala d?aspetto la signora anziana con in
braccio un "diavoletto" di 2 Kg. che ringhia al Terranova di 60 Kg
seduto di fronte e vorrebbe farne polpette. Di solito il Terranova lo
guarda e spalanca la bocca in uno sbadiglio che significa in gergo
canino, "non rompere i coglioni che se no fai la fine di una
crocchetta". A quel punto il veterinario dovrebbe ritenere il
bastardino della signora "impegnativo" (perché vuole aggredire un
Terranova) e il Terranova altrettanto, perché si vendicherebbe
volentieri ingoiando il salatino vivo. Tutti al corso di formazione. Se
invece i "cani impegnativi" sono quelli che hanno già inviato al P.S.
qualcuno, troncandogli una mano, non vedo il bisogno di enormi
professionalità per identificarli. E comunque, se esistono "cani
impegnativi", non tutti i cani sono uguali e non sempre o solo per
colpa dell'uomo. Questa è la realtà scientifica. Bene farà dunque il
ministero a revisionare l'ordinanza e, già che ci siamo, consiglierei
di fare una deroga alla museruola per i Bulldog inglese, francese e il
Carlino, perché quasi impossibile e molto pericoloso mettergliela. Per
quanto riguarda i cani al guinzaglio (lungo1,5 metri) nei luoghi aperti
al pubblico, sarà meglio chiarire l'esenzione per i cani da caccia,
anche se mi piacerebbe vedere i cacciatori andare a lepri e fagiani con
il fucile in una mano e il guinzaglio nell'altra.Per il resto è una
buona ordinanza, compreso l'obbligo per i proprietari, di raccogliere
le feci emesse dal proprio cane (con serie sanzioni, spero). Suvvia
onorevole Martini, non si demoralizzi. Canta Ramòn, nella "Durango" di
Faber: "La strada è lunga, ma ne vedo la fine".

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