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martedì 24 febbraio 2009

NEWS DAL MONDO

IL TIRRENO
18 FEBBRAIO 2009

Stroncata la tratta dei cuccioli di razza

PRATO
(PO). I cuccioli di beagle, i barboncini, i siberian husky e i piccoli
chihuahua arrivano dai paesi dell’Est e spesso muoiono dopo poche
settimane. Il motivo è semplice: non sono stati vaccinati per
risparmiare sui costi di “produzione”. Partendo da denunce presentate
dagli acquirenti dei cuccioli morti subito dopo aver trovato un
padrone, la guardia di finanza di Prato ha acceso i riflettori su un
commercio di cani ipotizzando i reati di frode in commercio,
maltrattamenti di animali e falso ideologico finalizzato alla frode
fiscale. In pratica, ha spiegato ieri il maggiore Demetrio Conti,
comandante del Nucleo di polizia tributaria, si è scoperto che un
veterinario compiacente metteva a disposizione dei commercianti di cani
decine di certificati in bianco dai quali risultava che gli animali
erano stati vaccinati, ma in realtà così non era. L’indagine è ancora
agli inizi e finora, secondo la Finanza , risultano indagati il
veterinario Fabio Fanfani, titolare della clinica vete
rinaria Certosa
di Firenze, e tre commercianti. La posizione più delicata è quella di
Eugenio Merighi di Bologna, titolare dell’omonimo allevamento con sede
a Casalecchio sul Reno, che ha rifornito il negozio pratese “La tua
agraria” di via Pistoiese. Indagato anche Alessandro Cecchini, con
allevamenti a Pelago e in provincia di Arezzo. Gli inquirenti hanno
diffuso i nomi degli indagati perché vogliono mettere in guardia tutti
coloro che hanno acquistato cuccioli a rischio. Il consiglio è di
portarli al più presto da un veterinario per farli vaccinare. Negli
accertamenti è stato coinvolto anche il negozio “Dogs Worldwide” a
Pontedera e un altro allevatore di Cascine di Buti, Gianfranco Valori,
che però è morto alcuni mesi fa. Nei giorni scorsi i finanzieri hanno
effettuato dieci perquisizioni nelle province di Prato, Firenze, Pisa e
Bologna nei confronti di veterinari, allevatori e commercianti di cani.
Le perquisizioni, eseguite con l’aiuto dei veterinari dell’Asl di Prato
e di vol
ontari delle guardie zoofile di Firenze, hanno portato al
sequestro di 20 cuccioli, due dei quali, di razza Cavalier King, sono
morti durante lo scorso fine settimana. E’ stato accertato che nessuno
dei cani era stato vaccinato, nonostante le certificazioni fasulle lo
attestassero. Secondo gli inquirenti la mancata vaccinazione serviva
soltanto a risparmiare, anche se il costo (25-30 euro per i privati, 8-
12 per i commercianti) è solo una piccola parte del prezzo a cui
vengono venduti i cuccioli, tra i 700 e gli 800 euro. La guardia di
finanza calcola che il giro d’affari delle aziende controllate fosse di
circa un milione di euro. L’ipotesi è che i cuccioli vengano importati
dall’Europa dell’Est dove costano meno.

****
Scoperti i trafficanti
di cuccioli

PRATO (po). Muoiono spesso dopo poche settimane cuccioli
di beagle, barboncini, siberian husky e chihuahua arrivati dai paesi
dell’Est. Il motivo è semplice: non sono stati vaccinati per
risparmiare. Nei guai un veterinario e tre rivenditori, indagati per
frode in commercio, maltrattamenti di animali e falso ideologico.


IL TIRRENO
18 FEBBRAIO 2009

Un giro d'affari di 300 milioni Il valore
aumenta di 20 volte

PRATO (PO). «Con il traffico illecito dall’Europa
dell’Est ogni settimana venivano commercializzati in Italia tra i 100 e
i 150 cani». Lo afferma in una nota Simone Porzio, presidente dell’Ente
nazionale protezione animali di Firenze, presente ieri mattina alla
conferenza stampa nella quale la Finanza ha illustrato i risultati dell’
operazione. «Il traffico - dice Porzio - era alimentato da
commercianti, allevatori e veterinari senza scrupoli che falsificavano
metodicamente la documentazione degli animali, attestando cure e
vaccinazioni mai avvenute, oppure tacendo eventuali patologie da cui
fossero affetti gli animali». Sul caso interviene anche la Lega anti-
vivisezione, che si complimenta con gli inquirenti e conferma che «la
tratta dei cuccioli coinvolge ogni anno migliaia di cani e gatti,
provenienti dai paesi dell’Est, in particolare Ungheria, Slovacchia,
Polonia, Romania e Repubblica ceca». «La mortalità dei cuccili nella
fase che va dal trasporto ai primi mesi dopo l’arrivo i
n Italia -
aggiunge Ilaria Innocenti della Lav - raggiunge il 50%». Secondo la
Lav il valore di mercato di un cucciolo importato dall’Est (soprattutto
Carlini, Jack Russel e West Highland) e spacciato per italiano
falfificando i documenti può aumentare fino a 20 volte, con un giro d’
affari annuo stimato in 300 milioni di euro. Tra i medicinali
sequestrati dalla Finanza c’è anche il Tanax, un farmaco usato per l’
eutanasia degli animali. La boccetta era quasi vuota.


Animalieanimali
19 FEBBRAIO 2009

TRAFFICO CUCCIOLI DALL'EST, "A
BOLOGNA LA BASE DI SMISTAMENTO
Negoziante di Casalecchio di Reno

È
finito nei guai un'altra volta il titolare di un negozio di animali di
Casalecchio, già a processo con l'accusa di aver venduto cuccioli di
cane acquistati a pochi euro nell'Est Europa, animali spesso malati e
comunque privi di vaccinazioni. E. M., 54 anni di Pianoro, adesso è
nuovamente indagato con le stesse accuse: frode in commercio e
maltrattamento di animali. Oggi come allora, l'inchiesta nasce dalle
segnalazioni di alcune persone che, dopo la morte dei cuccioli
acquistati da E. M., hanno scoperto che non erano stati vaccinati.
Questa nuova indagine sul traffico di cuccioli dall'Est all'Italia
coinvolge altre tre persone, due allevatori di Prato e Pisa e un medico
veterinario di Firenze. Tutti indagati dalla Procura di Prato con le
stesse accuse del commerciante bolognese. Il negozio di Casalecchio
(che ha cambiato nome più volte) è stato perquisito due giorni fa dalla
Guardia di Finanza: gli inquirenti toscani sono convinti che sia la
base del gruppo criminale. I cagnolini venivano venduti a 700, 900 euro
in tutta Italia, con la falsa certificazione della profilassi. L'ultima
traccia in ordine di tempo di questo commercio è molto recente: risale
all'11 febbraio scorso, quando da Bologna sono partiti alcuni cuccioli
per la Sicilia e la Sardegna. In seguito alle perquisizioni, effettuate
a Casalecchio e in Toscana dalla Guardia di Finanza, sono stati trovati
e sequestrati 20 cagnolini, tutti in precarie condizioni di salute
proprio per la mancanza delle vaccinazioni. Due cani, di razza Cavalier
King Charles
sono purtroppo già morti.
Su questo ennesimo caso di
cuccioli maltrattati e destinati a morire sono intervenuti ieri la Lav,
secondo cui «il giro d'affari dei cuccioli importati illegalmente
dall'Est è di 300 milioni di euro l'anno », e l'Enpa, che fornisce dati
agghiaccianti: «Con il traffico illecito dall'Est Europa, ogni
settimana venivano commercializzati in Italia tra i 100 e i 150 cani».




IL TIRRENO
18 FEBBRAIO 2009

Nuova vita ai gatti dell'ospedale:
deportati in Fortezza Nuova

LIVORNO. Deportati dall’ospedale alla
Fortezza nuova. Restano sei vite ai felini che popolano i sotterranei
del complesso ospedaliero: l’Asl, insieme al Comune, ha deciso di
portare vie le decine di gatti che gironzolano tra i padiglioni di
viale Alfieri per portarli via. Si arricchisce la così la già nutrita
colonia felina della Fortezza nuova che già pullula di esemplari,
seguiti da volontari di associazioni animaliste. La decisione è stata
presa dall’azienda sanitaria per motivi igienici: il numero di gatti
sta diventando sempre maggiore. E poi la situazione è un po’ degenerata
da quando c’è stato l’alluvione di due venerdì fa. I sotterranei dell’
ospedale, infatti, si sono allagati, con tutte le conseguenze igieniche
che ciò comporta, in presenza degli escrementi dei micetti e del
conseguente ristagno. Così, per il bene dei pazienti che frequentano
la struttura, ma anche per gli stessi animali, s’è deciso il
trasferimento. l.l.


IL TIRRENO
18 FEBBRAIO 2009

Investito da
un'automobile capriolo caduto sulla 445

FIVIZZANO (MS). Un capriolo
accidentalmente investito da un automobilista è stato soccorso dai
veterinari dell’Asl e trasportato nel centro di recupero degli animali
selvatici del Wwf, ai Ronchi di Marina di Massa, per essere curato. Il
giovane capriolo è precipitato da un dirupo che sovrasta la regionale
445 in località Santa Chiara di Gassano, finendo sulla carreggiata
mentre stava transitando l’auto condotta da M.F. 36enne di Fivizzano,
il quale ha tantato invano di schivare l’animale. L’uomo ha subito
avvertito telefonicamente i carabinieri i quali, dopo essersi recati
sul posto, hanno a loro volta allertato i veterinari dell’Asl. Il
capriolo aveva una zampa fratturata ed è stato quindi preso in consegna
dai veterinari che lo hanno portato nel centro specializzato dei Ronchi
dove sarà amorevolmente curato. L’animale, appena ristabilito, potrà
poi tornare nei boschi di origine e questo anche grazie alla
sensibilità dell’automobilista che ha subito telefonato alle forze dell’
ordin
e per chiedere soccorso. Sia il conducente che la vettura non
hanno subìto danni.


ADN KRONOS
19 FEBBRAIO 2009

ANIMALI:
TRASFERITE LE OTTO TIGRI SEQUESTRATE IN UN CANILE DEL VARESOTTO
ESEMPLARI AFFIDATI A DELLE STRUTTURE SPECIALIZZATE IDONEE A GARANTIRE
UN MAGGIORE BENESSERE AGLI ANIMALI

Milano - Trasferite oggi dal
Servizio Cites del Corpo forestale dello Stato di Roma e Milano le otto
tigri sequestrate lo scorso 4 febbraio a Somma Lombarda (Varese)
detenute illegalmente in un canile.



VIRGILIO NOTIZIE
19 FEBBRAIO
2009

Animali/ Varese, 8 tigri rinchiuse in un canile: pronta nuova
casa
Sequestrati il 4 febbraio, gli animali ora saranno trasferiti

Roma - Otto tigri, 5 adulti e tre cuccioli sono stati ritrovate
rinchiuse e in piccole gabbie in un canile a Somma Lombarda nel
varesotto il 4 febbraio: ora per loro è pronta una nuova casa e oggi
sono state trasferite dagli uomini del Servizio Cites del Corpo
forestale dello Stato di Roma e Milano. Le tigri sono state affidate
dalla Forestale al Centro Crase del Wwf di Semproniano, Grosseto, e al
Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica di Monte Adone, a
Sasso Marconi, Bologna, strutture dichiarate idonee dal ministero
dell'Ambiente a garantire un maggiore benessere agli animali e la
sicurezza della pubblica incolumità.



VARESE NEWS
19 FEBBRAIO 2009

Somma Lombardo (VA) - Gli uomini del Cites hanno operato tutta la
mattina per caricare gli otto animali sugli appositi mezzi. Per il
proprietario del canile una liberazione mentre il Corpo forestale parla
di intervento contro un maltrattamento
Blitz della Forestale al Dog's
Ground, trasferite le tigri

Somma Lombardo (VA) - Sono arrivati
attorno alle 9 di questa mattina, giovedì 19 febbraio, gli uomini del
Corpo forestale dello Stato al canile Dog's Ground di Somma Lombardo
per portare via le 8 tigri custodite all'interno della struttura e
trasferirle in due centri specializzati, uno a Grosseto e uno a Sasso
Marconi. Ad intervenire sono stati i Cites di Milano e Roma con
personale specializzato nella protezione di animali in via
d'estinzione. Coordinate dal vicequestore aggiunto del Corpo forestale
dello Stato Francesca Sapigni le operazioni all'interno del canile di
Lorenzo Fabris sono andate avanti tutta la mattina davanti ad una folta
schiera di giornalisti e televisioni. In testa a tutti gli operatori di
Striscia la Notizia, i primi ad aver "scoperto" il caso. Le tigri sono
state caricate su appositi mezzi in grandi gabbie in legno senza
ricorrere all'uso di anestetici.l vice-questore Sapigni ha parlato di
intervento dovuto per evitare il protrarsi del maltrattamento di
questi
animali che, seppure ben curati e nutriti, non possono vivere
in un ambiente così ristretto. Secondo l'avvocato Simone Brusadori,
legale dell'azienda agricola, invece, questo intervento è una
liberazione che arriva tardivamente dopo tanti anni di richieste
respinte e di errori burocratici. A decidere il trasferimento degli
animali è stato il pm di Busto Arsizio, titolare del fascicolo, Massimo
Baraldo che ha revocato la custodia delle tigri, già a suo tempo
sequestrate, intimandone il trasporto in strutture idonee. Al blitz,
inatteso per i proprietari del canile, ha assistito anche
l'associazione animalista Oipa che aveva condotto una battaglia per il
loro spostamento.


ANSA AMBIENTE
19 FEBBRAIO 2009

PUGLIA; 200 ASINI
MARTINA FRANCA RISCHIANO VITA

BARI - ''Se continua cosi' gli asini
muoiono tutti'', secondo due lavoratori dell'azienda Russoli di
Crispiano (Taranto), marito e moglie, che si occupano di circa 200
asini di Martina Franca (specie a rischio di estinzione) e che hanno
fatto causa alla Regione Puglia perche' dal gennaio 2008 non ricevono
lo stipendio. La vicenda e' riportata sul sito web della 'Gazzetta del
mezzogiorno'. Nell'azienda - si spiega sul sito - e' istituito il
centro per la conservazione del patrimonio genetico del pregiatissimo
asino di Martina Franca gestito dalla sua costituzione (1981) fino al
2006 dal Corpo forestale dello Stato, oggi ufficio territoriale per la
biodiversita' (sede in Martina Franca). L'azienda agricola Russoli e'
di proprieta' della Regione Puglia: nel 2005, la Regione delibero' di
stabilire che l'azienda agricola Russoli assolve a funzioni
istituzionali di carattere regionale, per la preservazione della razza
asinina di Martina Franca. Ma un anno dopo, il settore demanio e
patrimo
nio della Regione Puglia revoco' la convenzione con l'ufficio
per la biodiversita' e affido' ad una societa' privata, a capitale
sociale di 10.500 euro, un patrimonio aziendale da ''almeno 3 milioni
di euro'', secondo il legale della coppia di lavoratori, Francesco
Terruli, che ha chiesto alla magistratura un provvedimento d'urgenza
per questa vertenza di lavoro. Se ne discutera' il 23 febbraio.



LA
PROVINCIA PAVESE
18 FEBBRAIO 2009

Montecalvo ospiterà una mostra di
segugi

MONTECALVO (PV). Sarà una mostra canina nazionale di segugi,
«il primo trofeo Montecalvo», ad inaugurare la stagione 2009 del centro
sportivo di Montecalvo. «Un grande evento che ben si inserisce nell’
ottica di promozione del territorio», ha commentato il sindaco di
Montecalvo, Roberto Delmonte. La manifestazione, organizzata dalla
sezione provinciale Pro Segugio di Pavia, è in calendario dal 26 al 29
marzo e conta già un discreto numero di adesioni da diverse parti d’
Italia. Una passione che accomuna molti cacciatori: la sede provinciale
da sola, infatti, conta oltre 400 iscritti, tutti appassionati
cacciatori, ed è frutto di un accordo tra le tre associazioni presenti
fino a pochi mesi fa sul territorio pavese (Appennino, Oltrepo-
Stradella e Pavese). «Sono soddisfatto per il recente accordo, siglato
tra appassionati di una certa competenza nel mondo della cinofilia - ha
detto il neo eletto presidente, Filippo Maga - Il nostro impegno non si
limita solo al segugio ma anche nel porta
re avanti metodi e idee,
tipici nella nostra forma di caccia». Giorni fa si è costituito il
nuovo consiglio direttivo che ha sancito oltre all’elezione del nuovo
presidente anche la nomina di Tino Mezzadra a vice presidente e di Enzo
Diani, segretario. Nel corso della «tre giorni» organizzata a fine
marzo, gli appassionati saranno chiamati a prove di cerca e di
inseguimento degli animali selvatici, soprattutto caccia alla lepre e
al cinghiale. Campi di gara saranno le zone di cattura e di
ripopolamento, sparse sul territorio comunale.



LA TRIBUNA DI
TREVISO
18 FEBBRAIO 2009

Sequestrate crocchette per cani contaminate

SAN FIOR (TV). Due cani morti e uno soppresso, a causa dei valori
troppo elevati di melamina (che in Cina ha ucciso diversi bambini)
riscontrati nel mangime con il quale sono stati cibati. Il decesso di
due maltesi e un lhasa è avvenuto a luglio 2008. La padrona aveva
notato un dimagrimento eccessivo nelle bestiole e ha interpellato il
veterinario di fiducia. Due cani però sono morti e uno è stato
soppresso. Volendo capire le cause della morte dei cari animali, la
padrona, A. P. di San Fior, ha incaricato altri esami. L’autopsia
effettuata all’Istituto Zooprofilattico di Padova ha rilevato nei
cadaveri una nefrite, compatibile con varie patologie, tra cui appunto
l’intossicazione alimentare. Il veterinario ha così prelevato anche il
mangime, che è stato spedito all’istituto Zooprofilattic di Torino,
dove sono state riscontrate percentuali di melamina pari a 700 volte il
limite consentito. Giovedì scorso l’Ulss lombarda ha così segnalato i
risultati all’Ulss 7, all’istituto zooprofila
ttico di Padova, alla
Regione Regione e al ministero. «Con un collega abbiamo predisposto
anche noi una relazione, che conferma quanto rilevato dall’Ulss
lombarda», ha affermato il dottor Antonio Brino, responsabile del
Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 7. Il mangime utilizzato dalla
signora è stato comprato, tramite un intermediario conosciuto dalla
donna a una fiera, in un mangimificio di Brescia, che verrà sottoposto
a ulteriori controlli. Intanto nei giorni scorsi i carabinieri del Nas
si sono recati a casa di A. P., sequestrando 8 chili di mangime, che
però non era nella confezione originaria.


Animalieanimali
19
FEBBRAIO 2009

CROCCHETTE ALLA MELAMINA E POSSIBILI IPOTESI DI
RESPONSABILITA'
Una migliore azione legale a tutela della salute dei
quattrozampe

La notizia non è certo piacevole, e certo sulla vicenda
devono essere ancora scritte parole definitive. Sembrerebbe, tuttavia,
dagli articoli apparsi sugli organi di stampa, che un numero
imprecisato di cani siano deceduti a causa di una sostanza nociva
contenuta nei croccantini somministrati durante i pasti, prodotti –
così si esprimono i giornali – da una “nota azienda lombarda”.
Il
riserbo è – al momento – d'obbligo, così come la cautela. Apprendiamo,
tuttavia, che talune Associazioni ipotizzerebbero di effettuare la
costituzione di parte civile nell'ambito dell' (eventuale) procedimento
penale.
Mi permetto di pensarla un po' diversamente, peraltro in
conformita a quanto più volte espresso anche dalle pagine di questo
sito, nel senso che non credo affatto che (una volta accertata la
sussistenza dell'ipotesi di reato, ovviamente) l'inserimento
nell'ambito dell'azione penale sia la migliore strada da percorrere in
un caso come questo.
Difatti, in primo luogo, la costituzione di parte
civile implica che la pronuncia sui danni sia resa dal Giudice penale,
che non è quello specificamente dedicato (e con il giusto know – how) a
conoscere di risarcimenti. In secondo luogo, la costituzione di parte
civile è condizionata a quanto nell'ambito del procedimento farà il P.
M., posto che l'azione penale è oggetto di monopolio di quest'ultimo.
In terzo luogo, avanti il Giudice penale – a mio sommesso avviso –
potrebbe risultare assai difficoltosa la dimostrazione di una
responsabilità personale di un soggetto determinato, ed è chiaro che,
decaduta tale responsabilità personale, non vi sara alcuna condanna. In
quarto luogo, la condanna penale, per essere eseguita, deve essere
definitiva, il che significa che occorre che la sentenza passi in
giudicato, oppure che si concluda l'iter processuale fino alla
Cassazione. Infine, è anche possibile che, a causa delle ormai note
problematiche in materia di certezza della pena, anche una e
ventuale
condanna non consenta comunque il concreto soddisfacimento degli
interessi lesi.
In tale situazione, pertanto, rimango un sostenitore
della azione civile autonoma, la quale consente di: a) far valere
ipotesi di responsabilità “oggettiva” e/o “vicaria” (cioè nelle quali
la colpa non conta, e può essere valorizzato il semplice legame
produzione / prodotto / danno); b) il Giudice (civile) è quello
istituzionalmente deputato a conoscere di risarcimenti, con ogni
intuibile conseguenza, anche sul know – how dello stesso; c) la
Sentenza civile di condanna è già esecutiva in primo grado, con ogni
intuibile conseguenza.
Giovanni Adamo è avvocato e Cultore della
Materia di Diritto Civile nell’Università di Bologna


LA TRIBUNA DI
TREVISO
18 FEBBRAIO 2009

Prodotti alimentari, servono più qualità e
«bio»

«Riteniamo che quella della sicurezza alimentare sarà tra le più
importanti maggiori battaglie che il consumierismo dovrà condurre nel
futuro - scrive il Codacons - i segnali sono preoccupanti (a partire
dal vino al metanolo ed alle sofisticazioni ed adulterazioni alimentari
classiche per arrivare alle povere mucche ed alla pazzia di chi ha
trasformato degli erbivori in cannibali carnivori ed agli esperimenti
da stregoni degli Ogm) ma la susseguente acquisita generale
consapevolezza a questi conseguente, è anche produttiva. Il consumatore
è soggetto ad una sistematica perdita di certezze e reagisce chiedendo,
ed imponendo, con le proprie scelte commerciali, una maggiore qualità,
anche a fronte di un maggiore esborso. In attesa degli abbattimenti dei
costi. O, perlomeno, questo è vero nel caso del consumatore
consapevole, «istruito» se così si può dire, che inizia a ragionare in
termini di «certificazione», di qualità». Perché questo è purtroppo non
vero nel caso del consumatore maggi
ormente influenzabile e che imposta
la propria condotta alimentare, credendo nelle varie famiglie felici
televisive che alle 7 del mattino sono felici attorno al desco
familiare a ingozzarsi di prodotti industriali che la campagna l’hanno
vista solo in un lontanissimo passato». «I bambini lieti e sorridenti
ed i loro sereni genitori - continua l’associazione - passati dalle
sfilate di moda alle colazioni mattutine, si scontrano con la realtà
delle deleterie conseguenze dell‘abbandono di un modulo alimentare,
quello mediterraneo, che il mondo prende a mo’ d’esempio. L’obesità, in
primis, malattia sociale dagli altissimi costi e susseguente a questa
orgia di lipidi e di glucidi che un organismo come quello umano,
calibrato sull’atavica carestia, non è in grado di sopportare, se non
con le coseguenze richiamate. Codacons insiste per la creazione di un
mercato premiante soprattutto la qualità, con il potenziamento delle
denominazioni e con l’incremento del biologico. Nel contempo, chiede

un‘inversione di tendenza, con un‘inasprimento delle sanzioni nei
confronti degli avvelenatori della salute, e non solo di quella umana.
Il grado di civiltà di una società si misura infatti anche dal rispetto
che questa ha, dei diritti di chi non può difendersi, come gli animali.
Il Codacons utilizzerà tutti gli strumenti a sua disposzione, quali
diffide, denuncie, querele e azioni legali. Da chi legge, invece, si
aspetta segnalazioni e interventi, se non la trasformazione da passivi
lettori ad attivisti. Per contattare lo sportello Alimentazione del
Codacons potete scrivere a: Codacons - sportello Alimentazione viale G.
Mazzini, 73 00195 Roma, e-mail:cod.alimentazione€tiscali.it». www.
codacons.it



GAZZETTA DI MODENA
18 FEBBRAIO 2009

Archivio,
sparviero catturato e liberato
E il sottosegretario elogia il
Pettirosso

Modena - Uno sparviero in pieno centro ha creato scompiglio
all’Archivio di Stato in via Cavour dove si era infilato a caccia di
una preda: ma è finito sotto l’androne non è riuscito a ritrovare l’
uscita. A catturarlo, per rimetterlo poi in libertà dopo averlo
inanellato, sono stati i volontari del Centro Fauna Selvatica “Il
Pettirosso”. Alla fine è stato liberato nella stessa zona: all’interno
dell’Archivio, infatti, c’è un giardino dove lo sparviero può cacciare
i colombi, la sua preda preferita. L’attività del Pettirosso è nota
ormai a livello nazionale e i tecnici del gruppo sono chiamati come
consulenti anche dal Corpo Forestale dello Stato. Per questo il
sottosegretario alle Politiche Agricole, Buonfiglio, ha visitato l’
altro giorno la sede e gli allevamenti dell’associazione. Nel corso
dell’incontro, Buonfiglio ha sottolineato «il lavoro prezioso dei
volontari del Centro la cui attività si svolge con il patrocinio del
Corpo Forestale dello Stato. I volontari modenesi collab
orano con i
forestali nella salvaguardia della fauna selvatica: si tratta di una
struttura d’eccellenza che intendiamo valorizzare». Dopo aver visitato
la struttura di via Nonantolana, dove sono ospitati e curati gli
animali selvatici, il sottosegretario ha incontrato il responsabile del
Centro, Piero Milani, per fare il punto sulle attività future. Nelle
prossime settimane i rappresentanti del Centro fauna terranno alcune
lezioni sul salvataggio della fauna selvatica alla scuola nazionale del
Corpo Forestale a Cittaducale (Rieti) e parteciperanno alla stesura del
protocollo con il Centro biodiversità di Celarda (Belluno) gestito dal
Corpo forestale dello Stato. All’associazione modenese collaborano 30
volontari e 30 veterinari. Per le segnalazioni e richieste di
intervento sono attivi 24 ore su 24 alcuni numeri telefonici: 339
8183676-339 3535192 oppure è possibile chiamare anche il servizio 118.



IL TIRRENO
18 FEBBRAIO 2009

Ecco le gabbie per i mufloni

PORTOFERRAIO (LI). Le gabbie per catturare anche i mufloni, oltre che
per i cinghiali. Lo ha deciso il Parco, visti i risultati che sono
stati ottenuti per gli ungulati nelle passate campagne organizzate per
contenere la popolazione dei cinghiali. In via Guerrazzi, sede del
parco nazionale, si stanno predisponendo in questa fase tutti i
passaggi tecnici per arrivare all’adozione del sistema di cattura degli
animali selvatici. Così, dopo aver indetto gara d’appalto (scaduta il
16 gennaio scorso) per la concessione del servizio di “trappolamento”
del cinghiale all’Isola d’Elba e stabiliti anche dei premi nei casi in
cui sia catturato un numero di animali superiore a quello prefissato,
il parco guarda anche ai mufloni. «Abbiamo pensato di predisporre delle
gabbie per la cattura di questo animale - dice la direttrice del parco
Franca Zanichelli - perché riteniamo che sia il sistema molto efficace
per ridurre il numero della popolazione e di riflesso è anche il metodo
che produce meno da
nni sia all’habitat sia agli stessi animali».
Infatti attualmente si sta predisponendo la logistica e si stanno
studiano i luoghi migliori quali essi siano sull’isola dove posizionare
le gabbie. «Lo sparo all’aspetto - continua ancora la direttrice - non
può sempre rivelarsi utile per la campagna del continemento della
popolazione sull’isola». Invece grandi risultati sono stati conseguiti
con le gabbie per i cinghiali, per cui pensiamo di utilizzarle anche
per i mufloni». Infatti, nel 2008, sono stati abbattuti 800 cinghiali
contro i 750 dell’anno precedente e i 450 nel 2006. Un numero di tutto
rispetto che al parco ci si augura di conseguire anche per quanto
riguarda i mufloni che, soprattutto nel versante marcianese, sono
considerati una piaga costante, una minaccia perenne alle colture e
orti. «Quello che si accinge a fare il parco - conclude il sindaco di
Marciana Luigi Logi - è encomiabile; ora speriamo nei buoni
risultati».



IL TIRRENO
18 FEBBRAIO 2009

Agricoltura: ora è allarme
cinghiali

Mario Moscadelli

ROSIGNANO (LI). A mettere in grossa
difficoltà l’agricoltura non è solo il maltempo, ma anche gli animali
selvatici, che stanno facendo grossi danni nel territorio rosignanese.
In particolare i cinghiali, che si stano riproducendo in maniera
incontrallata soprattutto nel parco dei Poggetti. A lanciare l’allarme
è lo stesso Comune, che ha analizzato la situazione durante l’ultima
riunione della commissione che si occupa dello sviluppo del territorio:
«in alcune zone di Rosignano - spiega Franca Belloni, presidente della
commissione - i cinghiali stanno distruggendo tutto». Un’affermazione
forte, ma che purtroppo sembra rispecchiare la realtà. Perché ci sono
dei dati che confermano questa preoccupante situazione. I dati sono
quelli della Atc 9 (Ambito territoriale di caccia) con sede a Cecina,
che sta monitorando attentamente questo delicato scenario. «Negli
ultimi tre anni - spiega Luca Agostini, vice presidente dell’Atc 9 - le
richieste di risarcimento danni provocati da ungulati è
cresciuto in
maniera esponenziale. Nel 2008, nel nostro Atc di competenza, abbiamo
rimborsato danni per circa 80mila euro». Rosignano è una delle zone più
colpite. Nel 2005 l’Atc locale aveva erogato 820 euro per questo genere
di danno all’agricoltura. Nel 2006 siamo passati a 3mila. Nel 2007 il
caso è esploso fino a toccare i 10mila euro. E nel 2008? In questo caso
i dati in possesso dell’Atc sono ancora parziali, visto che per la
liquidazione del rimborso passano da 4 ai 5 mesi: a settembre,
tuttavia, si era già raggiunto quanto liquidato nell’anno precedente.
Il risarcimento può essere anche di notevole entità: nel 2007, ad
esempio, sono stati dati 4310 euro per i danni che i cinghiali avevano
causato in un terreno con semi di erba medica in località Popogna.
Mentre 1500 euro sono stati rimborsati ad un’azienda di Gabbro che
aveva seminato mais. Ma come si argina questo fenomeno? Con le battute
di di caccia. E anche in questo caso il trend di abbattimento fa capire
l’entità del
fenomeno: nell’annata venatoria 2005/2006 nel distretto
che comprende anche Rosignano sono stati cacciati 646 cinghiali (66
nella zona di Poggio Pelato), si sale a 844 nell’annata successiva ( 77
a Poggio Pelato), per arrivare a 976 nell’annata venatoria 2008/2009 (
101 a Poggio Pelato). Ma nonostante questi numeri l’allarme continua a
suonare incessante. « La Regione - spiegano dall’Atc 9 - dovrebbe
permettere battute mirate anche nel parco dei Poggetti, perché è qui
che i cinghiali si riprodocuno in maniera incontrollata. Tuttavia, non
sono soltanti i cinghiali a provocare danni nella nostra zona, ma
contribuiscono anche la volpe, l’istrice, le tortore e gli storni.
Insomma, servono misure urgenti per limitare l’attività di questi
animali, che mettono in serio pericolo le culture e l’economia dei
produttori».



VIRGILIO NOTIZIE
18 FEBBRAIO 2009

Muore il chiuaua di
Rourke,Loki spira nelle braccia del wrestler
Il cane era con lui al
festival di Venezia

New York - Domenica prossima Mickey Rourke sarà
sul tappeto rosso degli Oscar, ma questa volta la sua amata cagnetta
Loki non potrà essere con lui. Il chihuahua di 17 anni dell'attore è
morto lunedì notte, a pochi giorni dalla cerimonia di assegnazione dei
premi più prestigiosi del cinema, che potrebbe incoronare Rourke
miglior attore protagonista per l'interpretazione nel film "The
Wrestler". "Loki mi manca profondamente ma è con me nello spirito. Mi
sento fortunato per il fatto che si sia addormentata in pace tra le mie
braccia", ha detto l'attore. Loki aveva accompagnato Rourke anche sul
tappeto rosso del Festival del cinema di Venezia. L'attore, che è da
sempre un amante dei chihuahua, aveva ringraziato tutti i suoi cani,
vivi e defunti, dopo aver vinto il Golden Globe come miglior attore per
la sua interpretazione del wrestler Randy "the Ram", nel gennaio
scorso, affermando: "A volte quando un uomo è solo, tutto ciò che hai è
il tuo cane".



CORRIERE DELLA SERA
18 FEBBRAIO 2009

«E' L'unica che
mi è sempre rimasta fedele in tutti questi anni difficili»
Morta Loki,
la cagnolina di Rourke
Il chihuahua aveva 18 anni: era stato con il suo
padrone a Venezia e ai Golden Globe

Elmar Burchia

LOS ANGELES - A
settembre lo avevamo visto sul tappeto rosso al Festival di Venezia:
Mickey Rourke diviso tra il Leone e il suo chihuahua. Abbiamo imparato
a conoscere il nome del suo amico a quattro zampe durante la cerimonia
dei Golden Globe, quando l'attore hollywoodiano nel discorso ufficiale
ha voluto ringraziare proprio l'amata cagnolina. Ora Loki, il piccolo
chihuahua è morto.
INSEPARABILI - Rourke e Loki erano inseparabili. Il
55enne interprete e favorito all'Oscar per il film The Wrestler, aveva
ammesso qualche tempo fa di essere uscito dalla depressione grazie al
suo primo chihuahua di nome Beau Jack: «Mi ha salvato la vita», aveva
ammesso. «Ero così fuori di me che stavo pianificando il suicidio, ma
ho guardato gli occhi di Beau Jack e mi sono ripreso». Poi sono
arrivati i figli Chocolate - morto due anni fa - e Loki, l'inseparabile
(e viziatissima) cagnolina che lo ha accompagnato anche nelle occasioni
ufficiali: da Venezia al Sundance Film Festival fino alle passeggiate
tra le strade di SoHo a New York. «Loki è l'amore della mia vita»,
confessava Rourke al Lido mentre baciava la cagnolina davanti ai
numerosi fotografi.
«L'UNICA CHE MI È RIMASTA SEMPRE FEDELE» - Il
chihuahua è morto martedì alla veneranda età di 18 anni, riportano gli
organi d'informazione americani. Lo scorso mese Rourke ha ritirato il
Golden Globe come migliore attore ed ha ringraziato la sua cagnolina:
«È stata l'unica che mi è sempre rimasta fedele in tutti questi anni
difficili. A volte quando un uomo è solo, i suoi cani (ne ha altri
quattro ndr), sono tutto quello che hai». C'è da scommettere che, se
con ogni probabilità Rourke domenica prossima salirà sul palco del
Kodak Theatre per ritirare un Oscar, avrà parole d'apprezzamento non
solo per il produttore e il regista, ma anche e soprattutto per l'amata
Loki.



PROVINCIA DI VARESE
18 FEBBRAIO 2009

L'allarme nell'alto
luinese
Un parassita minaccia le capre in Val Veddasca
Colpiti finora
il 5% degli ovini. Gli allevatori: «Gli animali contagiati dai cervi,
servono contromisure»

VEDDASCA (VA) (a. pag.) Per ora l'incidenza è
del cinque per cento. Con cinque capre ammalate ogni cento esemplari
all'anno. Ma se non si farà qualcosa per arginare il parassita nemico
degli allevamenti di ovini della Val Veddasca gli effetti potrebbero
essere persino peggiori. Il pericolo principale della capre dell'alto
Varesotto, sia della Nera di Verzasca che della Camosciata delle Alpi,
è infatti un temibile parassita: l'Elaphostrongylus Cervi.
Il
parassita che colpisce, intaccando il sistema respiratorio dei cervi,
da alcuni anni infatti ha iniziato ad ?attaccare? anche i capi di ovini
che con gli ungulati dividono i pascoli. Minacciandone direttamente la
sopravvivenza. Gli effetti sulle capre dell'Alto Varesotto, infatti,
posso anche essere devastanti. «Questo parassita - spiega infatti
Desiderio Carraro dell'azienda agricola Pian du Lares - va ad intaccare
il sistema nervoso degli ovini compromettendone il movimento.
All'animale colpito, infatti, subentrano della paresi che possono
essere totali o limitata alla parte posteriore». Così se per ora le
ricadute negative sono contenute il rischio di espansione
dell'Elaphostrongylus Cervi non va affatto sottovalutato. «Da quando è
comparso questo parassita sulle capre, ovvero da tre anni circa, ci
siamo mobilitati e ora - raccontano gli allevatori - anche l'Università
di Milano ha dato vita a delle ricerche per monitorare l'incidenza del
parassita sui nostri allevamenti e stud
iare eventuali contromisure da
mettere in atto». Anche se per il momento non esistono cure contro il
parassita si sta lavorando per limitarne al massimo la diffusione e
tenerne sotto controllo gli effetti. «Ogni strada sarà valutata -
sottolineano gli allevatori - e in ogni caso non potrà prescindere dal
contenimento della presenza degli ungulati in Val Veddasca». Una
crescita esponenziale la loro, che secondo gli allevatori, anche per
evitare la proliferazione del parassita deve essere contenuta. «Le
misure di abbattimento selettivo - spiegano dalle aziende che hanno
fatto del rilancio della Nera di Verzasca la loro ragione d'essere -
deve essere esteso. Perché ora come ora non è assolutamente in grado di
contenere l'invasione degli ungulati».
Da una parte dunque le
necessità di tutelare un patrimonio ovino che ha segnato il rilancio
dell'allevamento di queste vallate, dall'altra quella di tenere a freno
l'espansione dei cervi che, privi di competitori nella catena
alimentare, stanno minacciando da vicino con il loro parassita la
salute dei due gioielli dell'allevamento ovino del varesotto: la Nera
di Verzasca e la Camosciata delle Alpi.



ANDRIA LIVE
19 FEBBRAIO
2009

Ma siamo uomini o animali ? Il randagismo: una scelta dell’uomo e
non dell’animale
Intervento di una nostra giovane lettrice, Valeria
Campana, sul problema del randagismo

"Non voglio parlare di numeri o
cifre perché spaventerei il lettore, il mio è scrivere una lettera a
chi possa, come me, essere consapevole di una esigenza dettata dalla
non civiltà e soprattutto ineducazione della gran parte della
cittadinanza.
E si perché mi vien facile pensare che solo chi ha
raggiunto alti gradi di civiltà può aver cura di un animale domestico.
Spesso ci lasciamo spaventare ma ancor più sorprendere dai
numerosissimi e recentissimi fatti di cronaca che – è il caso di dirlo-
aggrediscono i telegiornali locali e nazionali.
Di cosa parlo? Di
cani.
Cattivi padroni cattivi cani: una metafora che molto spesso si
trasforma in tragedia, e spesso voluta inconsciamente da noi uomini.
Questo perché si preferisce rimanere nell’ignoranza e senza informarsi
adeguatamente, ci si reputa capaci di saper affrontare la convivenza
con l’amico a quattro zampe. Non si gettano certo così, sane basi per
una relazione cane-padrone basata sulla fiducia reciproca che consente
all’animale di non trovarsi spaesato in un ambiente nuovo tutto da
esplorare.È in questo modo che accade l’irreparabile: l’aggressione al
padrone o l’abbandono dell’animale. La decisione di adottare o
acquistare un cane è strettamente correlata al desiderio di avere un
cane da compagnia. Le motivazioni intrinseche possono essere
giustificate dal tentativo di alleviare la nostra solitudine, dal
prendersi cura di un essere vivente, dall’essere attratti dall’aspetto
morfologico, ma il concetto base non cambia. La maggior parte delle
persone prende un cane per far si che l’animale s
volga il ruolo più
antico del mondo ossia quello di condividere la vita con l’uomo.
Però
se poi ci si trova in difficoltà, che si fa? Nella peggiore delle
ipotesi si abbandona l’animale senza esitare un attimo con un gesto
vile e per nulla nobile, qualità questa che dovrebbe invece differire
noi esseri umani dal mondo animale. Tante sono state e continuano ad
essere le campagne di sensibilizzazione contro l’abbandono dei cani e
il risultato raggiunto non è da sottovalutare ma nonostante tutto, il
problema del randagismo sembra spargersi a macchia d’olio nella nostra
città.
Ecco perché anche qui si può continuare a fare di più.
Non
basta insomma riscuotere successo che supera le aspettative ma bisogna
continuare a sensibilizzare la cittadinanza e dare un sostegno vero
sorretto dalle amministrazioni pubbliche, da organi statali, perché le
associazioni di volontariato spesso non bastano. Si ha bisogno di
sinergie tra organi istituzionali.
Non basta l’area “sgambettamento
cani” prevista nel progetto della riqualificazione della villa
comunale; non basta multare il padrone che non porta a spasso con se
adeguate buste per la raccolta degli escrementi del proprio cane.
Bisogna puntare ad un’informazione educativa, soprattutto verso i più
piccoli che saranno i cittadini del domani.
Quindi, perché non
organizzare corsi extrascolastici con gente competente che possa
insegnare come poter prendersi cura dell’animale domestico? Questo è
ciò che è stato fatto in una scuola media a Bergamo per evitare l’
abbandono dopo un’adozione che dura solo pochi mesi per accontentare la
richiesta in lacrime di quei bimbi che pretendono la compagnia di un “
peluche vero” per sfizio, per gioco. Un peluche vero che quando non
serve più, che quando diventa un peso in casa o addirittura un
pericolo, lo si abbandona per strada, nelle campagne, addirittura in
autostrada producendo un serio danno all’incolumità pubblica.
La colpa
non è dei cani, non scelgono loro di continuare e cercare di
sopravvivere per strada. Non rinuncerebbero ad una nostra carezza, ad
un pasto caldo giornaliero e a regalarci la loro sconsiderata voglia di
affetto incondizionato. Educare il cittadino ad una corretta
sopravvivenza con l’animale è importante per imparare il rispetto
reciproco, il rispetto degli spazi comuni. Siamo uomini civilizzati
allora cerchiamo di esaltare questo affisso che dovrebbe effettivamente
distinguerci dal mondo animale".
Valeria Campana



LA STAMPA
19
FEBBRAIO 2009

Allergie, un “cane da noccioline” per salvarsi la vita
Grazie al suo fiuto, un bracco d'acqua portoghese protegge la padrona
dal pericoloso seme. E come lui in America lavorano tanti altri
cuccioli: merito di un agente della narcotici e di addestratori molto
speciali

Riley Mers è una bimba di otto anni, ma nella sua giovane
vita ha già rischiato di morire sei volte: colpa di una gravissima
allergia alle noccioline, che trasforma in una minaccia letale anche
solo l’odore del burro d’arachidi.
Ma a rendere la quotidianità di
Riley meno rischiosa, in casa Mers, a Monument, Colorado, è arrivato
uno speciale angelo custode, senza ali ma con un fiuto straordinario:
Rock’O, un cane d’acqua portoghese, addestrato per individuare anche la
più microscopica molecola di arachide.“Mi sta cambiando la vita in un
modo che non potete neanche immaginare”, racconta felice Riley: da
quando Rock’O esamina a colpi di naso ogni luogo in cui la sua padrona
sta per entare, Riley può concedersi un pomeriggio a casa di un’amica o
una passeggiata al centro commerciale senza la paura costante di
sentirsi male e finire, nel migliore dei casi, al pronto soccorso, con
problemi respiratori o ustioni da contatto. Per diventare così
sensibile alle noccioline da individuarne la presenza anche quando ne
rimane solo un vago sentore, il bracco è stato pazientemente allenato
per sei mesi da Bill Whitstine, addestratore dell’Accademia per cani
della Florida: Whitstine ha regalato il proprio lavoro ai Mers, vis
to
che uno dei problemi principali di questa tecnica di difesa dalle
allergie è il costo, di solito compreso fra i 10mila e i 15mila dollari
e spesso difficile da affrontare per le famiglie. L’altro problema è
proprio la qualità dell’addestramento, che deve essere eseguito alla
perfezione, senza compromessi: “E’ un lavoro che deve essere fatto
bene, perchè la vita di una persona dipende dal cane”, ammonisce Sharon
Perry, addestratrice del primo cane da noccioline d’America, “Se il
cane manca una nocciolina, la bambina è morta”. Perry, che dirige il
centro di addestramento Southern Star Ranch Boarding Kennel di
Florence, in Texas, ha cominciato a lavorare con i cani tre anni fa,
quando un agente della narcotici, amico di una famiglia con gli stessi
problemi dei Mers, le ha suggerito di trasformare un cane antidroga in
un cacciatore di arachidi: da allora, Sharon ha consegnato un angelo
custode a quattro zampe a cinque bambini allergici e sta addestrando
altri nove cani. Ora che hanno
visto la vita della figlia cambiare,
anche i genitori di Riley stanno lavorando perchè altre famiglie
abbiano l’opportunità di tenersi accanto un Rock’O: il 6 febbraio hanno
fondato Angel Service Dog, un’organizzazione che cerca di fornire,
gratuitamente o a costi ridotti, cani anti-allergia o capaci di
intervenire in caso di attacchi epilettici



LA ZAMPA.IT
19 FEBBRAIO
2009

I gatti in casa dormono ma uccidono 16 volte all'anno
I risultati
di una ricerca inglese

In casa il vostro gatto dorme sornione o
sollecita le vostre attenzioni ma appena fuori si trasforma in uno
spietato killer. Uno studio calcola che il carniere medio annuale di un
gatto sia di 16 prede, dal che si desume che nei territori dove regna
Elisabetta II, sono almeno 145 milioni gli animali che ogni anno
muoiono sotto gli artigli dei tanto amati mici.I ricercatori di un’
università britannica - secondo quanto riporta oggi l’Observer nella
sua edizione online - hanno fatto uno studio avvalendosi della
collaborazione (involontaria) di 200 gatti di famiglia equipaggiati con
trasmettitori elettronici. Sono stati reclutati per scoprire quanta
parte di distruzione di vita selvatica è imputabile a questi felini.
Alcuni esperti ritengono che i circa 9 milioni di gatti britannici
possano ogni anno far fuori, spesso solo per il gusto di farlo, più di
150 milioni tra uccelli, topi, conigli, talpe e altre creature. Così,
per specie come il passero comune, il cui numero è in progressivo calo,
il gatto rappresenta una vera minaccia. Il progetto della Reading
University, diretto dalla biologa Rebecca Dulieu, ha cercato una
risposta avvalendosi di tracciati elettronici e di analisi
computerizzate per monitorare i gatti, quando vanno fuori di casa, con
una precisione senza precedenti. «Noi sappiamo cosa fanno gatti quando
sono a casa nostra: dormono. - dice la Dulieu - Ma praticamente non
abbiamo idea di cosa fanno fuori, soprattutto di notte. Ora possiamo
saperlo». La percentuale di uccisioni riscontrata dalla Dulieu nel
campione in esame porta a ritenere che i gatti britannici portano a
casa ogni anno circa 40 milioni di prede. Precedenti studi ipotizzavano
però che i gatti riportano a casa solo il
30% delle loro vittime«.



LA ZAMPA.IT
18 FEBBRAIO 2009

La polizia uccide la scimmia della Coca-
Cola

Uno scimpanzè di 15 anni, famoso per aver partecipato nel 2003 a
uno spot della Coca Cola, è stato abbattuto dalla polizia di Stamford,
Connecticut, dopo aver attaccato e ferito gravemente un'amica della sua
padrona

VIDEO
http://www.lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?
IDmsezione=59&IDalbum=15782&tipo=VIDEO



LA ZAMPA.IT
18 FEBBRAIO 2009

Preso e salvato il delfino attaccato da uno squalo

VIDEO
http://www.
lastampa.it/multimedia/multimedia.asp?
IDmsezione=59&IDalbum=15793&tipo=VIDEO



Animalieanimali
19 FEBBRAIO
2009

SOTTO ACCUSA L'AZIENDA CHE FORNISCE ANIMALI ALLA TV, ZAVOLI
INTERVENGA
I Radicali e la Rai: salvate il cane del Maresciallo Rocca

Il 16 aprile 2007, il Nirda (Nucleo investigativo per i reati in danno
agli animali) del Corpo Forestale sequestra tutti gli animali della
«Zoo Grunwald Srl» di Pasquale Martino che ha sede a Roma. Si tratta di
esemplari impiegati al cinema e in tv, questa è l'attività della
società, che il Nirda trova detenuti in condizioni strutturali e
igieniche pessime. L'elenco include 90 cani, 28 oche, pitoni, boa,
iguane, pappagalli, dromedari, maiali, cammelli, gatti, buoi, gabbiani
e aquile. Molti degli esotici vengono sistemati nei centri di recupero,
altri collocati presso strutture di vario genere.
Qualcuno ha vissuto
momenti di celebrità, come il border collie che ha sostituito il famoso
Shonik nella serie Il Maresciallo Rocca: è fra i sei cani attori
affidati a privati cittadini, che ormai li considerano propri. Il
processo deve ancora iniziare: Martino è chiamato a rispondere per il
reato 727 del codice penale, detenzione di animali in condizioni
incompatibili con la loro natura. Intanto esegue alcuni lavori nel suo
centro, che le Asl ora reputano idoneo. Così, un mese fa, il Tribunale
ordina il dissequestro degli ultimi cani. «Non ho accuse per
maltrattamento, è solo che il mio impianto era vecchio. C'è chi abita
in case del '400, basta sistemarle», afferma Martino che rivuole i suoi
animali. Ma gli zoofili, e non solo, insorgono. La senatrice dei
Radicali-Pd Donatella Poretti presenta un'interrogazione parlamentare
alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, indicando l'atteggiamento
irresponsabile della Rai: «Maltrattare gli animali è reato, ancora più
grave se ad avallar
lo è la televisione di Stato, fatta con i soldi dei
contribuenti». Nel testo Poretti ricorda episodi come il collasso in
diretta del canguro esibito a «Carramba che sorpresa» della Carrà nel
2000 che costò alla Grunwald una denuncia da parte degli Animalisti
Italiani e del Codacons.
Chiede anche per quali ragioni la Rai utilizzi
per i suoi programmi animali provenienti da situazioni di sofferenza e
domanda se il governo intenda intervenire tempestivamente presso l'ente
pubblico. Carla Rocchi, presidente dell'Ente Nazionale Protezione
Animali, ha scritto una lettera aperta a Sergio Zavoli, presidente
della Commissione Parlamentare Vigilanza Radio e Tv, chiedendo che i
futuri contratti con le società che affittano gli animali allo
spettacolo siano subordinati a severe verifiche del rispetto di
normative e condizioni etologiche. E ricorda: «Da due anni i sei cani
sotto sequestro vivono presso famiglie che li colmano di affetto,
immaginate cosa significhi riconsegnarli alla vita precedente?».

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