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lunedì 23 febbraio 2009

CROCCHETTE ALLA MELANINA

Animalieanimali
18 FEBBRAIO 2009

CROCCHETTE ALLA
MELAMINA UCCIDONO TRE CANI
Izs cofnerma. La LAC del Veneto chiede che
venga reso noto il nome del prodotto e che venga sequestrato dagli
scaffali di tutta Italia.

Lo scorso agosto 2008, A.P. una signora di
San Fior, comune della provincia di Treviso, in seguito all’
inspiegabile morte contemporanea di ben tre dei suoi dodici cani, due
maltesi ad un lasha, ha voluto vederci chiaro provvedendo a sottoporre
ad autopsia i propri animali e a far fare specifiche analisi chimiche
al cibo a loro fornito.
Dalle autopsie dei suoi beniamini effettuate
dall’Istituto zooprofilattico del Veneto è emerso che gli animali erano
stati colpiti da blocchi renali e nefrite.
In seguito a questi primi
accertamenti la signora ha provveduto a far effettuare degli
accertamenti su delle crocchette di una nota azienda lombarda,
somministrate ai propri cani, tramite l’Istituto Zooprofilattico di
Torino, competente per l’intero Nord Italia dal quale in data di
giovedi’ 12 febbraio scorso sono arrivati i referti analitici.
Dai due
campioni esaminati è risultata la presenza della melamina per valori
rispettivamente pari a 158 milligrammi per quintale e 1.400
milligranmmi per quintale, ovvero entrambi superiori al limite massimo
consentito pari a 2,5 milligrammi per quintale di mangime.
Quindi le
analisi non hanno lasciato dubbi sulle cause della morte dei cani
essendo stati rilevati valori di melamina superiori di addirittura 560
volte il limite massimo consentito dalle vigenti normative sanitarie.
Le analisi effettuate da entrambi gli istituti sono state trasmesse all’
ULSS 7 che tramite il responsabile del dipartimento di prevenzione,
Dott. Antonio Brino, sono state trasmesse già venerdi’ scorso all’
Assessorato alla Sanità della Regione del Veneto ed al Ministero della
Salute.
Ora resta da chiedersi quanti sono in realtà i cani morti in
Veneto ed in tutta Italia a causa di questo tipo di avvelenamento
considerato il fatto che sono pochi i proprietari disposti ad
effettuare lunghe, complesse e costose analisi come ha fatto la signora
di San Fior.
La LAC, tramite il presidente della sezione Veneto,
Andrea Zanoni, ha interpellato il dott. Brino che ha riferito che sono
in corso accertamenti presso l’azienda lombarda per verificare le cause
e l’entità del fenomeno di contaminazione da melamina nei mangimi
commercializzati, verificando tra l’altro se alcuni degli ingredienti
utilizzati sono stati importati dalla Cina; purtroppo non è stato
possibile conoscere il nome dell’azienda incriminata che comunque
dovrebbe diventare a breve di dominio pubblico. In Cina, come molti
ricorderanno, recentemente la melamina è stata la causa della morte di
cinque bambini e dell’intossicazione di altri sessantamila in quanto
utilizzata come aggiunta al latte, negli USA inoltre questa sostanza ha
provocato la morte di centinaia di cani che avevano ingerito mangimi
secchi come quelli attualmente oggetto di indagine da parte delle
autorità sanitarie italiane.
“Andrea Zanoni presidente della LAC Lega
Abolizione Caccia del Veneto ha dichiarato: “Abbiamo comunicato alla
signora la nostra disponibilità di costituirci parte civile nel
prevedibile processo contro l’azienda che ha posto in commercio queste
crocchette al veleno. Auspichiamo che le autorità competenti rendano
pubblico immediatamente il nominativo dell’azienda produttrice di
queste crocchette ed il nome del prodotto provvedendo al loro
tempestivo sequestro su scala nazionale per evitare altri possibili
avvelenamenti dei beniamini di ignari cittadini. Giova ricordare che
solo all’interruzione della somministrazione di queste crocchette la
signora di San Fior è riuscita a salvare gli altri suoi nove cani".


MARKET PRESS
18 FEBBRAIO 2009

SERVIZI VETERINARI IN VENETO: IN MERITO
A SOSPETTE INTOSSICAZIONI DA MELAMINA SITUAZIONE SOTTO CONTROLLO

Elena
Donazzan, assessore regionale ai Servizi veterinari, in merito alla
segnalazione di sospetta intossicazione da melamina di due cani della
provincia di Treviso, fa sapere che la “situazione è sotto controllo”. “
L’istituto Zooprofilattico delle Venezie - specifica l’assessore
regionale - ha eseguito l’esame autoptico su due cani che erano morti
alla fine dello scorso anno (rispettivamente 10 novembre e primo
dicembre), esame che ha evidenziato un quadro anatomo-patologico
riferibile ad una sospetta intossicazione da melamina”. “
Conseguentemente - prosegue Donazzan - il veterinario curante ha
inviato all’Istituto Zooprofilattico, per gli opportuni accertamenti,
due campioni di mangime utilizzato nell’alimentazione degli animali,
campioni che, però, erano stati prelevati da confezioni aperte e per
loro natura non potevano avere carattere di ufficialità”. “I successivi
accertamenti di laboratorio - assicura l’Assessore - hanno evidenziato
la presenza di melamina con valori rispettiv
amente di circa 300 volte
e 60 volte il limite massimo indicato a livello comunitario ed, a
seguito della segnalazioni di positività, il Servizio Veterinario della
competente Azienda Ulss e il Comando Nas di Treviso, hanno fatto un
sopralluogo dal proprietario dei cani, che tuttora ne ha 11 in ottimo
stato di salute e nutrizione”. Donazzan aggiunge: “I carabinieri del
Nas, hanno prelevato campioni delle rimanenze del mangime e l’Unità di
progetto sanità animale della Regione del Veneto ha chiesto al Servizio
veterinario dell’Azienda Ulss una dettagliata relazione in merito ed ha
verificato, in Regione Lombardia, l’attivazione dei controlli nello
stabilimento di produzione del mangime”. “Gli accertamenti - conclude
Donazzan - sono tuttora in corso”.



IL GAZZETTINO
17 FEBBRAIO 2009

Crocchette letali per due segugi a San Fior: disposto l’esame
veterinario, l’Istituto Zooprofilattico conferma la presenza della
sostanza
Cani uccisi: è allarme melamina
Riscontrati valori troppo
elevati: immediati accertamenti sul mangime, l’Usl 7 allerta il
Ministero

Elisabetta Gavaz

San Fior (TV) - Nelle crocchette con cui
venivano nutriti, fatte analizzare dopo la loro morte, sono state
trovate percentuali di melamina pari a 700 volte il massimo consentito.
Dopo aver avvelenato alcuni bambini in Cina, la melamina potrebbe aver
ucciso anche in Italia. Non dei neonati, per fortuna, ma dei cani.
Almeno due, di proprietà di una signora di San Fior: il numero di cani
e gatti stroncati dalla melamina potrebbe essere, però, molto più
elevato considerato che non sono molti i proprietari che, di fronte ai
decessi dei loro adorati “cuccioli”, si danno la briga di pagare
autopsia ed esami sui mangimi per stabilirne le cause. I risultati
degli esami sulle crocchette, che rilanciano l’allarme melamina, fatti
dall’Istituto Zooprofilattico del Veneto e confermati da quello di
Torino, sono stati immediatamente trasmessi all’Usl che ha allertato
Regione e Ministero: «Stiamo completando gli accertamenti, poi
predisporremo una relazione che invieremo sia all’assessorato alla San
ità che al Ministero della Salute», spiega il dottor Antonio Brino,
responsabile del Dipartimento di Prevenzione dell’Usl 7. Il cibo che
veniva dato ai due cagnolini morti proveniva da una nota azienda
lombarda su cui scatteranno immediati accertamenti per verificare cause
ed estensione della contaminazione da melamina nei mangimi
commercializzati: si verificherà, tra l’altro se alcuni dei materiali
utilizzati siano stati importati dalla Cina. A suscitare i primi dubbi
in A.P., che ha subito chiesto accertamenti, è stato il progressivo
deperimento, seguito da decesso, di due dei suoi cani, un maltese e un
lasha. Volendo vederci chiaro, A.P. ha incaricato il veterinario di
procedere a tutte le indagini necessarie per stabilire le cause della
morte. Le carcasse dei due cani sono state inviate all’Istituto
Zooprofilattico del Veneto: l’autopsia ha evidenziato blocchi renali e
nefrite, compatibili con un’intossicazione da melamina. A quel punto
sono stati avviati gli accertamenti sul man
gime: dall’Istituto
Zooprofilattic di Torino, referente per il Nord-Italia è arrivata la
conferma dei sospetti. Il mangime dato ai due cani conteneva dosi di
melamina pari a 700 volte il massimo consentito. Subito è scattato l’
allarme, esteso a Usl, Regione e Ministero.

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