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lunedì 29 giugno 2009

TRAFFICI DI CANI: IL CASO DEL CANILE DI ASSISI



mercoledì 17 giugno 2009
CANILE, PARTE UNA RACCOLTA DI FIRME

Iniziativa dell’Enpa e dei consiglieri del Pd rivolta al sindaco perché intervenga il Comune. Viene richiesta un’ordinanza “protettiva” contro traffici sospetti.

ASSISI17.06.2009 CORRIERE DELL'UMBRIA

Una raccolta firme promossa dall'Ente nazionale protezione animali e dai consiglieri del Pd Claudio Passeri e Claudia Travicelli rivolta ai cittadini di Assisi, Bastia, Bettona, Cannara e Valfabbrica per chiedere al sindaco di Assisi, quale capofila del consorzio fruitore dei servizi del canile comprensoriale di Ponterosso, un'ordinanza di regolamentazione degli affidi che si ispiri alle circolari dei ministri della salute Veronesi (2001) e Garavaglia (1993). La raccolta firme prende spunto dalla prospettata partenza di 40 cani, un terzo di quelli attualmente presenti nella struttura, da parte di soggetti di nazionalità tedesca, per i quali la Asl avrebbe dato parere favorevole inoltrandolo al Comune di Assisi il quale ha chiesto parere ai sindaci degli altri Comuni ed ad al servizio sanità animale della Regione. Al sindaco è arrivata - da Bastia e Valfabbrica - la richiesta di un incontro urgente per discutere sia della ventilata gestione da parte della Pro Animale, sia per l’affido dei 40 cani, mentre - prima delle elezioni - il sindaco di Cannara ha deliberato negativamente sia per l'affido dei 40 cani, sia per la ventilata gestione della Pro Animale. Nella raccolta firme, in particolare, si chiede a Ricci di emanare un’ordinanza che tra i punti irrinunciabili contenga - tra le altre cose - che l’affido sia effettuato solo al diretto interessato e che sia limitato solo alle persone fisiche residenti nel territorio regionale, salvo eccezioni da valutare. Più in generale, l’ordinanza dovrebbe ispirarsi alle circolari emanate dal Ministero della Salute, tuttora in vigore e vincolanti per le Asl, nelle quali si identifica il benessere dei cani randagi anche “nelle attività dirette al loro affidamento e al relativo controllo” (Veronesi) e si stabiliscono criteri atti ad evitare affidi che possano immettere animali in un circuito di traffici, ad affidare gli animali soltanto all'interessato che si presenti personalmente e ad instaurare il massimo controllo sulle garanzie di buon trattamento da lui fornite (Garavaglia)


PETIZIONE
AL SIGNOR SINDACO DEL COMUNE DI ASSISI
AI SIGNORI SINDACI DEI COMUNI DI
BASTIA UMBRA, BETTONA, CANNARA, VALFABBRICA

L’Ente Nazionale Protezione Animali
I Consiglieri del Comune di Assisi Claudio Passeri e Claudia Maria Travicelli
I sottoscritti cittadini dei Comuni di Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Cannara, Valfabbrica, Comuni consorziati nella fruizione dei servizi del Canile comprensoriale

CONSIDERATO che la legislazione italiana protegge e tutela gli animali d’affezione tramite leggi nazionali e regionali e in particolare: 1) i cani dei privati e dei canili devono essere tutti identificati e rintracciabili tramite iscrizione all’anagrafe canina regionale (l. 281/1991, l.r. 19/1994, o.m. 6.8.2008) 2) i cani ricoverati nei canili non possono essere soppressi né destinati alla sperimentazione (l. 281/1991, l.r. 19/1994);
CONSIDERATO che il Ministero della Salute ha emanato negli anni circolari, tuttora in vigore e vincolanti per le ASL, nelle quali si identifica il benessere dei cani randagi anche “nelle attivita' dirette al loro affidamento e al relativo controllo” (circolare Veronesi, 2001) e si stabiliscono criteri atti ad evitare affidi che possano immettere gli animali in un circuito di traffici (come affidi plurimi, affidi per conto terzi, affidi fuori del territorio o addirittura all’estero), ad affidare gli animali soltanto all’interessato che si presenti personalmente e ad instaurare il massimo controllo sulle garanzie di buon trattamento da lui fornite (circolare Garavaglia, 1993);
CONSIDERATO che la legislazione europea sui movimenti a carattere non commerciale degli animali da compagnia prescrive che cani e gatti possano espatriare dopo i tre mesi di età, soltanto se accompagnati dal proprietario o da persona da lui incaricata e se non siano destinati alla vendita o al trasferimento di proprietà, e che per ciascun proprietario non possano espatriare più di cinque animali (Regolamento Europeo 998/2003);
CONSIDERATO che animali d’affezione trasferiti dall’Italia in altri Paesi europei come Austria, Germania e Svizzera perdono ogni tutela da parte della legislazione italiana, in particolare sono esposti alla soppressione e all’uso per sperimentazione e, non esistendo in quei Paesi anagrafe canina pubblica, risultano di fatto in larga parte non rintracciabili;

CONSTATATO che i cittadini riferiscono che dal Canile comprensoriale di Ponte Rosso in S. Maria degli Angeli da molti anni vengono effettuati, sotto i loro occhi, trasporti periodici di cani in furgoni verso l’estero (specialmente in Germania e Austria), solitamente nei giorni festivi dei fine mese;
CONSTATATO che tali prelievi e trasporti sarebbero effettuati per conto di organizzazioni straniere, benché i cani figurino adottati da persone fisiche che risultano nel tempo intestatarie di una grande quantità di animali;
CONSTATATO che tali organizzazioni straniere hanno evidentemente un rapporto privilegiato con il Canile, dal momento che gli orari d’apertura non ne consentono una normale frequentazione da parte dei cittadini e scoraggiano quindi le adozioni locali;
CONSTATATO che ai cittadini trovatisi sul posto alla partenza dei furgoni sono state date spiegazioni vaghe, quando non menzognere;
CONSTATATO che a cittadini italiani è stata negata l’adozione di cani col motivo di una “prenotazione” da parte di tali organizzazioni straniere;

CONSIDERATO che gli animali finirebbero non già presso le famiglie degli adottanti, ma in altri canili di proprietà di tali organizzazioni o presso stalli organizzati, per essere ceduti probabilmente dietro pagamento;
CONSIDERATO che tale sistematica razzia umilia la coscienza dei cittadini e la dignità delle istituzioni, e vanifica gli investimenti di denaro pubblico faticosamente destinati all’applicazione delle leggi, trasformando le strutture di prevenzione del randagismo in comodi depositi e relegando gli amministratori dei Comuni nel ruolo offensivo di subalterni fornitori di merce;
CONSIDERATO che l’immagine che la città di Assisi promuove di sé come “Città Serafica”, luogo di vocazione civile e di rispetto e amore per gli animali, in omaggio alla tradizione francescana di cui si fa portavoce presso i mezzi di comunicazione, risulta gravemente danneggiata a causa di tale fenomeno e che da ciò potrebbe venire danno alla città tutta;
CONSIDERATO che i Sindaci dei Comuni consorziati sono i proprietari e i tutori legali degli animali ospitati nel Canile comprensoriale di Ponte Rosso

CHIEDONO

al Sindaco di Assisi, in qualità di Sindaco del Comune capofila del consorzio fruitore dei servizi del Canile comprensoriale
ai Sindaci dei Comuni consorziati

di emanare, sull’esempio dei regolamenti già elaborati per la tutela dei loro animali da altri Comuni italiani, quali Empoli, Lecco, Milano, Ravenna, Vittoria (RG), S. Lazzaro di Savena (BO), di emanare una

ORDINANZA DI REGOLAMENTAZIONE DEGLI AFFIDI

che preveda i seguenti punti irrinunciabili:

- l’affido è limitato alle sole persone fisiche residenti nel territorio regionale, salvo eccezioni da valutare in funzione della possibilità di controlli diretti;
- l’affido è gratuito;
- l’affido è effettuato al solo diretto interessato, che provi con documenti originali la propria identità e residenza e sottoscriva la dichiarazione di mantenere presso di sé l’animale con garanzia di buon trattamento;
- l’affidatario si obbliga a non cedere il cane ad altri se non dopo due anni, salva la necessità debitamente dimostrata e valutata dal Comune e dal referente per la struttura, con assunzione degli stessi impegni da parte del nuovo proprietario. In caso di difficoltà o eventi negativi, l’affidatario può effettuare rinuncia alla proprietà restituendo il cane alla struttura;
- l’affidatario si obbliga a comunicare immediatamente alla ASL, al Comune e al referente per la struttura ogni cambio di residenza o domicilio, ai fini della garanzia della sua rintracciabilità;
- una sola persona fisica non può prendere in affido più di due cani in tre anni, salvo eccezioni da valutare da parte del Comune e del referente per la struttura, in funzione del corretto mantenimento degli animali;
- non può essere effettuato un nuovo affido alla persona fisica che abbia rinunciato in precedenza alla proprietà di un cane, salvo il caso di restituzione per difficoltà inerenti alle caratteristiche del cane e richiesta di un cane più adatto all’affidatario, secondo valutazione da parte del Comune e del referente per la struttura;
- l’affidatario si obbliga a sottostare a controlli della presenza del cane presso il suo domicilio e delle sue condizioni di mantenimento; in caso di esito negativo, il cane sarà ripreso dalla struttura;
- tutte le condizioni d’affido e gli obblighi dell’affidatario debbono essere riportati nell’atto di affido e sottoscritti dall’affidatario stesso;
- l’affido è comunicato entro sette giorni al Comune che darà il suo parere vincolante, in difetto del quale l’affido è nullo e il cane è ripreso dalla struttura.


tratto da traccediverse.blogspot.com
venerdì 12 giugno 2009 TENTACOLI SULL’UMBRIA

Chi si rivede, la Pro Animale. O meglio, chi finalmente emerge col suo nome, e con la protervia di chi sa di disporre di denaro (cosa davvero non frequente per un’associazione di protezione animali…) e di appoggi (quali?), da una scena dietro la quale finora si era tenuto con discrezione accorta e mano ferma…
La Pro Animale che, sotto lo slogan “La miseria degli animali non conosce confini”, possiede una rete enorme di punti di raccolta e smistamento (in una sola direzione) dal Nord al Sud, dall’Ovest all’Est europeo e fino in Asia.
La Pro Animale che ha rilevato (per forza: era nei patti) il famigerato canile di Panza ad Ischia. Quello per il quale la Procura di Napoli sta per mandare sotto processo, per esportazione illecita di animali, un bel po’ di gente tedesca e italiana. Quello da cui partivano carichi di cani che facevano tappa, guarda un po’, al rifugio della Pro Animale ad Assisi… cani che per l’80% la polizia non è riuscita a ritrovare (e non tiriamo fuori le foto, s’il vous plaît).
La Pro Animale che è sotto inchiesta nel Baden-Württemberg, dove le Autorità hanno chiuso il suo rifugio di Hornberg e dove pesa sul suo capo l’accusa di importazione di animali a scopo di commercio.
La Pro Animale che con la Tierschutzliga in Deutschland (inquisita a sua volta nella Renania-Palatinato per non aver rivelato cosa fa delle cospicue offerte) lavora di conserva sul più che famigerato canile di Tuoro… Ricordate il bel servizio della giovane giornalista di Umbria TV? Buffo… dopo quell’uscita, la giornalista ha scoperto d’essere sorvegliata, e ha riconosciuto targhe tedesche e persone…
La Pro Animale che ora vuole in prima persona l’orribile canile comprensoriale di Assisi, poco più di cento cani, gestito finora da una cooperativa assai compiacente (che aria di déjà vu), una parte nuova molto decantata ma buona per inscatolare gli animali, e dal quale si vorrebbero far partire subito in allegria ben quaranta cani in un colpo… verso favolose adozioni, s’intende.
Provate ad andare sul sito della Pro Animale: http://www.pro-animale.de/ . Si apre con san Francesco, e come ti sbagli? San Francesco è una fissazione per i tedeschi, la casalinga di Solingen si commuove subito. Una buona parte delle organizzazioni tedesche di import-export di animali si pubblicizza con san Francesco o con Assisi. Che bel colpo andare direttamente alla fonte, e creare una bella rete di monopolio sull’Umbria verde, sull’Umbria santa.
Oggi l’immagine di san Francesco è quanto di più zuccheroso: la predica agli uccellini la trovate su tutti i portapenne e i posacenere in vendita nei negozi di souvenirs. Non è vero niente. San Francesco non era affatto zuccheroso. E non predicò agli uccellini, ma agli uccelli rapaci: e con l’aiuto degli onesti, di là dove ci vede, potrebbe anche tagliare le ali a quelli che oggi svolazzano avidi senza confini.

LA DIFFIDA INOLTRATA DELL'ENPA DI PERUGIA
ANTICIPATA VIA FAX
- Alla Regione Umbria - Servizio Sanità Animale PERUGIA
- All’ASL n. 2 - Servizio Veterinario BASTIA UMBRA
- Al Sig. Sindaco del Comune di ASSISI
- Al Sig. Sindaco del Comune di BASTIA UMBRA
- Al Sig. Sindaco del Comune di BETTONA
- Al Sig. Sindaco del Comune di CANNARA
- Al Sig. Sindaco del Comune di VALFABBRICA

e p.c.

- All’on. Francesca Martini – Ministero della Salute ROMA
- Al Comando Carabinieri per la Tutela della Salute ROMA
- Al Sig. Prefetto PERUGIA
- Al N.A.S. Carabinieri PERUGIA
- Alla Procura della Repubblica PERUGIA


OGGETTO: Nuova gestione canile comprensoriale Ponte Rosso e trasferimento 40 cani all’estero


L’Ente Nazionale Protezione Animali è venuto a conoscenza dell’intenzione del Comune di Assisi, capofila del consorzio di Comuni fruitori del canile comprensoriale di Ponte Rosso, di stipulare a brevissimo termine una convenzione per la gestione del canile suddetto con la Pro Animale für Tiere in Not e. V., presieduta da Wothke Johanna, con sede centrale a Uetzing - Bad Staffelstein (Baviera, Rep. Federale Tedesca).

Fa presente che:
- la Pro Animale non è iscritta all’Albo Regionale delle associazioni per la protezione degli animali, requisito indispensabile ai sensi della L. R. 19/1994 art. 10 comma 2 e art. 12;
- la Pro Animale, presente sul territorio con un rifugio privato in loc. S. Rufino Campagna (Assisi) gestito da Winterling Sabina, sotto la veste dell’adozione da parte di persone fisiche (usualmente Wothke Johanna e Winterling Sabina) preleva da anni cani dalla regione e da fuori regione, da canili, da privati e dalla strada, per trasportarli poi in altri canili della Pro Animale stessa in Austria e in Germania;
- il rifugio della Pro Animale situato a Hornberg (Baden-Württemberg, Rep. Federale Tedesca), con il quale la Pro Animale di Assisi dichiara collegamenti, è stato chiuso dalle Autorità locali e la Pro Animale è attualmente oggetto di inchiesta da parte delle suddette Autorità per maltrattamento di animali, falsificazione di registri e importazione di animali dall’estero (Europa e Asia) a fini di commercio;
- è in corso presso la Procura di Napoli un’inchiesta a carico sia della locale ASL sia della Fondazione Anne Marie Ernst, espressione della Pro Animale recentemente assorbita nella Pro Animale stessa, che le è subentrata apertamente nella gestione del canile privato di Panza (Ischia), per esportazione illecita di animali; è accertato che nei fatti oggetto dell’inchiesta il rifugio della Pro Animale di Assisi ha avuto la funzione di luogo di tappa per i carichi di cani diretti da Ischia in Germania;
- sembra essere costume della Pro Animale, ove si prospetti la possibilità della gestione di un canile, proporre convenzioni con richieste bassissime, facilmente appetibili ma palesemente incompatibili con un corretto benessere degli animali, tali anzi da sconcertare e suscitare sospetti sugli scopi della gestione; tale è la procedura che la Pro Animale sta seguendo nei confronti dei Comuni di Ischia dopo il suo recente ingresso col proprio nome ufficiale sull’isola, tale è la procedura che si sospetta fortemente voglia seguire nei suoi contatti con il consorzio dei Comuni fruitori del canile comprensoriale di Ponte Rosso.

Per tali ragioni l’Ente Nazionale Protezione Animali

D I F F I D A

dal procedere alla stipula di tale convenzione e dall’autorizzarla.


In rapporto con i fatti succitati, l’Ente Nazionale Protezione Animali è venuto a conoscenza del fatto che la Cooperativa Sopra il Muro, attuale gestore del canile comprensoriale di Ponte Rosso, ha richiesto alla USL2 dell’Umbria, Area dell’Assisano, parere favorevole all’affido di 40 cani ospiti del canile a soggetti di nazionalità tedesca: cani dei quali, in nome di una pretesa prenotazione da parte di persone evidentemente mai presentatesi presso il canile – e in vista di una progettata esportazione – si starebbe rifiutando l’affido a cittadini del luogo.

Fa presente che:

- le norme del Regolamento Europeo 998/2003 (movimenti a carattere non commerciale di animali da compagnia) prevedono: che l’espatrio dell’animale avvenga solo in compagnia del proprietario o di persona da lui incaricata (e quindi che il proprietario non sia divenuto tale per delega, men che meno con la presentazione da parte di terzi della fotocopia di un documento d’identità, ma abbia preso personalmente in affido un animale specifico); che l’animale non sia in alcun modo destinato alla vendita o anche al semplice passaggio di proprietà; che un solo proprietario non possa avere intestati più di 5 animali, a meno di non far passare il trasporto sotto la categoria del commercio; che sia vietata l’esportazione di cuccioli di età inferiore ai tre mesi;
- i cani debbono essere tutti regolarmente dotati di passaporti, ciascuno dei quali sia riferibile espressamente a un cane specifico e a un proprietario corrispondente, e la vaccinazione antirabbica richiesta per l’espatrio deve essere regolarmente effettuata per ogni cane un mese prima dell’espatrio;
- il canile comprensoriale di Ponte Rosso, così come altri canili della zona, è soggetto non solo a prelievi usuali da parte della Pro Animale, ma ad incursioni periodiche di altre organizzazioni tedesche consociate, appoggiate da collaboratori e prestanome locali, che, con il consueto espediente dell’adozione da parte di persone fisiche, prelevano gruppi di cani da ogni canile in modo da costituire carichi da smistare in canili privati e stalli tedeschi e da cedere dietro pagamento, procedendo così gli adottanti a finte adozioni e gli affidanti a finti affidi in deroga ad ogni prescrizione di legge;
- gli animali figurano solitamente affidati a gruppi ristretti e ricorrenti di persone, talché gli stessi individui finiscono per figurare intestatari di un gran numero di animali. Nel caso della Pro Animale, a Wothke Johanna e a Winterling Sabina si affianca Ferenc Zlatka, titolare del rifugio della Pro Animale di St. Radegund (Austria).
- nel caso presente, poiché è giunta all’Ente Nazionale Protezione Animali una segnalazione secondo la quale nell’ampliamento del canile comprensoriale non si sarebbe tenuto conto delle dimensioni minime di box e recinti previste dall’Accordo Stato-Regioni 6/2/2003 in materia di benessere degli animali da compagnia, come recepite dalla Regione Umbria, si aggiunge il sospetto che tale drastico prelievo (40 cani su poco più di 100), già di per sé sconcertante oltre che lontano da ogni corretta e trasparente concezione dell’affido, e progettato inoltre nell’imminenza della ventilata nuova gestione, miri a voler adattare il numero degli animali al numero e alle dimensioni dei box, o anche a stabilire un verosimigliante equilibrio fra il numero degli animali e le eventuali basse richieste dell’aspirante gestore.
- al difuori del caso specifico, i cani sono trasferiti in Paesi nei quali la legislazione non garantisce loro gli stessi diritti che in Italia: in particolare vige la soppressione e non esiste un’anagrafe canina pubblica, talché gli animali, trasferiti in canili e poi a destinazioni non rese note, risultano di fatto in larga parte irrintracciabili.

Per tali ragioni l’Ente Nazionale Protezione Animali

D I F F I D A

dal procedere a tale sedicente affido di massa e dall’autorizzarlo.

Distinti saluti.

Paola Matrigali Tintori
Presidente Sezione ENPA Perugia

CORRIERE DELL'UMBRIA 21 GIUNGO 2009

Assisi (PG) - Chiesti un incontro con il vicesindaco per concedere l'affidamento di Ponte Rosso ad altri soggetti
Canile: "No alla gestione ai tedeschi"
I consiglieri Travicelli e Passeri e l'Enpa "Non c'è iscrizione all'albo"
Lucia Pippi

Assisi (PG) - Il canile continua a far discutere soprattutto per quanto concerne l'affidamento della struttura all'associazione tedesca. Ancora non è stato definito niente da parte
del Comune per questo aspetto particolare. Non c'è stata alcuna richiesta firmata o ufficiale ma solo accordi verbali tra l'associazione e l'amministrazione. Un accordo che si basa però, su 
determinati presupposti che al momento non sono stati ancora chiariti.
Intanto continua il botta e risposta tra l'Enpa e la Pro Animale, l'associazione tedesca che dovrebbe prendere in gestione il canile. In base alle dichiarazioni della Pro Animale tutto sembrerebbe in regola.
Ci sarebbe l'iscrizione al registro delle associazioni, ci sarebbe anche la voglia di lavorare per gestire la struttura nei migliori dei modi. Le adozioni in Germania, almeno secondo quanto afferma nella replica la Pro Animale, sarebbero dettate proprio dal garantire ai cani una migliore sistemazione rispetto a quella che potrebbero avere qui.

La stessa cosa che secondo le dichiarazioni già accade nei loro rifugi sparsi in tutta Italia. Ma l'Enpa e i consiglieri comunali del pd Claudia Maria Travicelli Claudio Passeri hanno rifiutato con due note distinte. "Con richiesta scritta abbiamo domandato alla Regione dell'Umbria copia dell'Albo Regionale delle Associazioni di Protezione animali, nell'albo non risulta assolutamente che la Pro Animale sia iscritta, il tutto è documentato e verificabile negli appositi uffici regionali. Accettando così la posizione dell'Enpa - affermano i consiglieri del Pd - inerente la non iscrizione all'albo regionale da parte della Pro Animale i sottoscritti Consiglieri ribadiscono il grande consenso dei cittadini dimostrato nella raccolta firme per richiedere l'ordinanza al Sindaco, inoltre vogliono rimarcare le preoccupazioni che gli stessi cittadini hanno esposto anche in questa occasione." Ma il discorso di Travicelli e Passeri va oltre.
Soprattutto riguardo al discorso della gestione e dell'esportazione dei cani verso la Germania. "Per chiarire la posizione equivoca dell'amministrazione comunale di Assisi, con il Sindaco e vice sindaco posizioni diverse, abbiamo chiesto un incontro urgente al vicesindaco Bartolini per verificare : la possibilità di raggiungere un accordo condiviso per eliminare definitivamente il rischio di trasferimento dei 40 cani verso la Germania ed evitare che ciò si riproponga. Ma non
solo. Chiediamo infine di valutare la gestione del canile di Ponte Rosso di Assisi ad una Associazione che risponda ai requisiti di legge."

***
Va avanti la petizione per le adozioni degli animali

Assisi (PG) - Sul canile di Ponte Rosso, intanto è iniziata una raccolta firme e una petizione da presentare ai Comuni che fanno parte del comprensorio che fa capo a questa struttura per raccogliere gli animali. Si tratta dei sindaci di Assisi, Bastia Umbra, Cannara, Bettona e Valfabrica. Ai primi cittadini di queste città viene chiesto di fare in modo di vietare tramite un'ordinanza che le adozioni degli animali che arrivano al canile vengano fatte fuori dall'Umbria. Questo garantisce un maggior controllo sugli animali e sul loro futuro in modo
da poter anche controllare lo stato di salute degli animali in qualsiasi momento come prevede una circolare del ministero della Salute che si occupa proprio di questa materia. Una petizione che ha già incontrato molti favori tra la popolazione.

CORRIERE DELL'UMBRIA 27 GIUGNO 2009

Levata di scudi per il canile.
Secondo Menzel della Izt: “Espatriare gli animali significa spesso farli sparire”. 
Legambiente lancia un appello ai sindaci: “Mai all'’estero”.

ASSISI (PG) - (fla.pag.) - Il canile di Ponterosso non vede mobilitati solo i cittadini di Assisi che a breve dovranno aderire ad una raccolta firme, ma anche numerose associazioni italiane (Legambiente) e straniere (Internationaler Zusammenschluss für Tierschutz, Izt) che sono
intervenute sulla vicenda, lanciando un appello ai sindaci dei Comuni d'ambito affinché i cani non vengano portati all'estero e soprattutto perché ci si preoccupi soprattutto del benessere degli animali. "La circolare Veronesi - spiega Giorgia Belforte, responsabile del Circolo
Legambiente Sibilla Aleramo - sottolinea la necessità di accordare gestioni di rifugi non al miglior offerente in senso economico ma riferendosi soprattutto alla garanzia del benessere degli animali non tralasciando di puntualizzare la priorità delle attività dirette al loro affidamento e al relativo controllo”. “Assurdo - continuano - quindi pensare che animali italiani, varcando i confini della nostra nazione, possano avere riscontro su quanto sopra citato. La circolare Garavaglia, invece, metteva in luce l'opportunità di non cedere cani conto terzi ma direttamente alla persona interessata limitando addirittura all'occorrenza il numero degli animali affidati ad ogni individuo od ente. Vorremmo ricordare che tali circolari sono tutt'ora
in vigore, augurandoci che le decisioni dei sindaci interessati e soprattutto dei responsabili della Regione Umbria, vogliano prendere in seria considerazione la legislazione nazionale indirizzando le proprie scelte nel fine comune della tutela degli animali". Dalla Germania
arriva invece la testimonianza di Gabriele Menzel della Izt. Sebbene lì il problema siano i gatti, "importati in gran numero dall'estero, ma le nostre autorità non vogliono pagare per le sterilizzazioni ed il numero dei Comuni che impone il divieto di dare cibo per farli morire di fame è in continuo aumento", non mancano punti dolenti per quanto riguarda i cani, "che - come i gatti - accalappiati e denominati animali trovati e, come da legge, tenuti per un certo periodo nei rifugi affinché il proprietario possa ritrovarli”. “Trascorso tale periodo - continua l’'associazione tedesca - gli animali possono essere ceduti in adozione o vengono trasferiti in altri rifugi: poiché non esiste l'obbligo di
registrazione né un'anagrafe canina nazionale, gli animali spariscono.
Consiglio urgentemente a tutti gli amanti degli animali di non mandare gli animali all'estero con superficialità, poiché in questo modo perdono il diritto di sapere se l'animale va incontro ad un futuro buono o cattivo"



Spariscono nel nulla oltre 300.000 cani!
Le domande sono: cosa è accaduto a questi cani? Dove sono?

numeri stimati:

- Ca. 30.000 a 50.000 cani vengono venduti nei mercati settimanali belgi e nella zona di frotniera polacca e ceca. Se si considera una percentuale molto alta di decessi, il 50% entro i due mesi dall'acquisto, resta un incremento reale della popolazione canina che va dai 15.000 ai 25.000.
- Secondo una valutazione fatta nel 2003 e resa pubblica dalla stampa, la Dr. Med. Vet Christa Wilczek, gerente veterinario, direttore settore
per la protezione animale e zoonosi e autrice di libri tecnici, l'importazione di cani fatta dalle associazioni animaliste ammonta a ca. 200.000
animali l'anno. Nel frattempo però sono aumentati drasticamente le associazioni animalsite importatrici, il numero di rifugi pubblici e privati che vi partecipano ed anche il numero di posti di stallo. Si deve quindi considerare un minimo di 350.000-400.000 cani (valutazione di Tierschutz Schattenseiten).

Reale con un tasso di mortalità minimo di 392592,59 cani ci dovrebbe essere un incremento teoretico di 850.025 cani. Da qui quindi un incrementeo teoretico della popolazione canina totale in Germania di ca. 457.432,41 animali all'anno.

Conteggio al contrario : Con una mortalità di massimo 441.666,66 cani c'è un incrementi di 715.000 cani. Quindi in questo caso si ottiene un incremento teorico della popolazione canina totale in Germania di ca 273.333,34 cani all'anno.

Valori teoretici /chiarimento: A molti cani importati, anche a causa dello stresso del trasporto e del nuovo ambiente, si conclama un'infezione che magari era latente. Molti cani importati a causa del loro imprinting e/o loro storia precedente non riescono ad adattarsi al tipo di vita tedesco. Molti di loro , a causa di quante appena detto, vengono qualificati come cani con problemi comportametnali non curabili e soppressi ufficialmente o ufficiosamente. Comunque molti di questi spariscono. Naturalmente questo riduce la "media" della longevità.

La media della longevità si riduce naturalmente anche a causa dell'importazione di cani anziani e malati. Molti animali che hanno subito danni precedentemente in rifugi dei paesi dell'est e del sud, in Germania vivono solo pochi anni.

Non si riescono a trovare dati attendibili medi. Noi riduciamo i dati suddetti riguardo l'incremento teoretico di 150.000 animali l'anno.

Restano quindi 307.432, ma minimo 123.000 cani all'anno, il cui destino non è chiaro e lo rimarrà sempre.


Sembra certo solo che :

· Non vengono soppressi ed eliminati secondo la legge. Un volume di minimo 123.000 corpi di animali l'anno non potrebbero passare inosservati alle ditte di smaltimento e verrbero resi pubblici..
· Non si trovano in rifugi tedeschi, poiché questi ultimi con un volume minimo di 123.000 animali nel giro di un anno sarebbero al collasso.
· Non vengono uccisi privatamente e sotterrati.Un numero di persone così alto non potrebbe farlo e nemmeno esistono tanti terreni privati
· Una parte dei cani viene nutrito con prodotti alimentari normali e non sono registrati. Ma il loro numero non è statisticamente rilevante.
· In Germania spariscono annualmente tra 307.432 e 123.000 cani, pare nel nulla. Si suppone con grande probabilità che la maggior parte di questi cani provenga dalla protezione animale..

Quasi tutti i cani della cosiddetta protezione animale fatta all'estero vengono importati ufficiosamente, spesso illegalmentein Germania. A fronte di una politica non trasparente della politica di importazione ed affido da parte delle organizzazioni per la protezione animale, c'è l'inspiegabile sparizione di un numero che va sino a 307.432 cani all'anno.

Il sospetto sempre più incessante espresso dia associazioni per la protezione animale straniere e da istituzioni statali, che animalisti tedeschi cedono molti dei cani importati a stabulari e facoltà veterinarie, sembra si stia rafforzando. Almeno associazioni protezionisitiche tedesche, a causa del loro modo di agire, non sono in grado né di smentire questo sospetto e né giustificare le accuse. E nemmeno l'invio di lettere di protesta con allegate foto di cani felicemente adottati servono più a qualcosa. Non in questa quantità enorme e ancora meno senza poter dimostrare la provenienza e l'identitò di ogni singolo cane. Ma proprio quest'ultimo gli animalisti non l'hanno. Non se i cani sono stati importati o esportati illegalmente.

Alle associazioni animaliste non resterà altro da fare che cambiare radicalmente il proprio modo di agire a di intraprendere con le autorià piuttosto una comunicazione invece di un confronto Le autorità , se nulla cambia, sono costrette a vietare tutte le esportazioni di animali randagi.

Fonte http://www.tierschutz-schattenseiten.com/

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