Il mercato illegale degli animali da compagnia ha raggiunto livelli "allarmanti", con un giro di
affari di circa 300 milioni di euro. L'On Di Virgilio (PDL ha presentato una proposta di legge per l'introduzione nel nostro codice penale del reato di « traffico illegale di animali da compagnia ». La proposta di legge intende "punire, in modo esemplare, chiunque introduca nel nostro Paese, con mezzi di trasporto non rispondenti a requisiti igienico-sanitari adeguati, animali domestici che non posseggono la documentazione identificativa e sanitaria che,
oltre a permettere la tracciabilità dell'animale, ne attesti il benessere psicofisico". Nella proposta di legge si prevedono sanzioni anche per coloro che acquistano animali senza documentazione, "proprio perché, in un mercato illegale, quale quello in oggetto, soltanto bloccando la domanda si inibisce l'offerta".
Questo l'articolo aggiuntivo al Codice Penale proposto dall'On Di Virgilio:
1.Chiunque introduce in Italia un animale da compagnia, privo di microchip di identificazione, senza l'obbligatorio passaporto europeo o senza l'attestazione di vaccinazione antirabbica certificata dalle autorità veterinarie competenti del Paese di provenienza, è punito con la reclusione fino a sei mesi, innalzata fino a un anno in caso di recidiva, con la multa da 500 euro a 5.000 euro e con la confisca dell'animale.
2.Chiunque acquisti un animale da compagnia, senza la documentazione di cui al primo comma, è punito con la multa da 500 a 5.000 euro e con la confisca dell'animale. Chiunque trasporti animali da compagnia in spazi angusti, che non rispondono ai requisiti sanitari ordinari, è punito con la multa da 1.000 euro a 10.000 euro, con il sequestro del mezzo di trasporto, con il ritiro della patente di guida e con la confisca degli animali trasportati. Le pene previste dal presente articolo sono raddoppiate qualora il traffico illegale coinvolga cuccioli di età inferiore a trenta giorni ».
ECCO UN INTERVENTO DI GIORGIA DA CIVITANOVA MARCHE (MC)
Mi scusi On. Di Virgilio, PDL, ha mai sentito dire che l'Italia commette gli stessi reati di esportazione da Lei imputati ai paesi dell'EST nei ns. confronti? Lei parla, in merito alle importazioni, di: "documentazione identificativa e sanitaria che, oltre a permettere la
tracciabilità dell'animale, ne attesti il benessere psicofisico". Cosa ne dice di tutti i nostri cani esportati senza che alcuno ne permetta la tracciabilità e ne attesti il futuro benessere psicofisico?
Non crede che oltre a legiferare l'importazione, il Governo si debba dar da fare per legiferare anche l'esportazione? o il "benessere animale" da Lei, come da altri, tanto conclamato, si riduce invece solo a delimitare le entrate ed incrementare le uscite per far sì che l'Italia si liberi di un
numero sempre più esteso di quattrozampe? Contenti tutti: Comuni che vedono assottigliarsi le rette di mantenimento nei nostri rifugi, le ASL (pardon, ASUR ) che si si tolgono la briga di effettuare controlli nelle abitazioni dei connazionali "tanto all'estero" ci penserà qualcun altro, ed infine coloro che, in nome di rimborsi spese, cure sostenute, vaccini effettuati (ma questi non sono oblighi delle ASUR?) ricevono dai benemeriti tedeschi (date le cifre riportate
sui loro siti) fior di Euro.
Ed infine mi spieghi un'altra cosa dato che la mia materia grigia comincia ad assottigliarsi: Che male mai avranno fatto i cani importati, ma soprattutto i nostri esportati, per meritarsi di divenire solo merce in vendita qualora la nostra Legge santifica le seguenti parole: i cani randagi n on sono in vendita ma debbono essere ceduti a persone che diano buone garanzie di
trattamento. Persone, On, e non Gruppi od associazioni di cui alcuno ha mai stretto la mano se non i pochi che li avvicinano per accordarsi.
Giorgia, Civitanova M.
Nessun commento:
Posta un commento