NOTIZIE
LA CITTA' DI SALERNO 27 FEBBRAIO 2009
Abbandonano un cavallo ferito..
Laviano (SA). Abbandonano un cavallo ferito, denunciati dai carabinieri
della compagnia di Montella, guidata dal capitano Luigi Saccone, il
proprietario di un’azienda agricola di Caposele, in provincia di
Avellino, e due allevatori: P.N., di Oliveto Citra, e P.R., di Laviano.
Sono accusati di maltrattamento ed abbandono di animali. Il cavallo di
razza è stato salvato grazie all’intervento dei carabinieri di
Caposele, coadiuvati dai colleghi di Montella. I due allevatori
salernitani, avevano trasportato il cavallo in un’azienda a Caposele,
ma mentre lo facevano scendere dal veicolo, forse a causa del ghiaccio
l’animale è caduto procurandosi lesioni agli arti posteriori che gli
impedivano di rialzarsi da solo. Gli sprovveduti allevatori, però, data
l’ora tarda, non si sono preoccupati di chiamare un veterinario e lo
hanno lasciato senza cure per tutta la notte. A dare l’allarme è stato
un quattordicenne residente a poca distanza dall’azienda agricola: dopo
aver assistito alla scena, il
ragazzo ha chiamato il 112. Sul posto
dopo pochi minuti sono arrivati i militari che a loro volta hanno fatto
intervenire un veterinario. Il medico ha bloccato le articolazioni dell’
animale poi lo ha affidato al personale di un maneggio per la
fisioterapia.
IL SECOLO XIX 28 FEBBRAIO 2009
Nei guai un pensionato che catturava uccellini
L'uomo utilizzava gabbiette-trappola a scatto. Trovati e liberati più di dieci volatili selvatici presi illegalmente
Arenzano (GE) - Durante un sopralluogo per una moria di
trote provocata dal fango di una frana nel letto di un torrente, la
Polizia Provinciale di Genova ha scoperto un pensionato che da tempo,
forse confidando nella lontananza dell'area da sentieri e vie
frequentate, catturava illecitamente esemplari di specie protette nel
proprio appezzamento agricolo della bassa Val Lerone, nel comune di
Arenzano.
Il fatto è accaduto ieri pomeriggio, quando una pattuglia
della Polizia Provinciale, risalendo una scarpata dove si era
verificata una frana che per l'accumulo di fanghiglia nell'alveo del
ruscello sottostante aveva causato una moria di trote, ha trovato in
una vecchia stalla abbandonata due gabbiette con altrettanti richiami
vivi.
Il ritrovamento ha spinto gli uomini della Provinciale a
controllare accuratamente anche le vicinanze dove sono state scoperti
una decina di uccelli selvatici catturati illegalmente (fra gli altri
dei frosoni cardellini, un merlo e una peppola) e due gabbiette-
trappola a scatto in legno, pronte a catturare vivi altri volatili,
attratti sia dai richiami che dal mangime sparso.
Gli animali ritrovati
sono stati sequestrati dagli agenti così come le due trappole scoperte
nella stalla abbandonata. Gli uccellini sono stati tutti liberati poco
dopo nei boschi della Val Lerone. Diversa la sorte del proprietario del
terreno e della stalla. L'uomo, al quale negli anni Ottanta era stata
revocata un'autorizzazione alla cattura temporanea di uccelli a scopo
scientifico, è stato infatti denunciato : i reati ipotizzati nbeio suoi
confronti sono quelli di uccellagione e detenzione di specie protette.
LA NUOVA VENEZIA 27 FEBBRAIO 2009
Ricompensa di 500 euro per chi ritrova Ugo
DOLO (VE). Gli scappa il cane ed offre una ricompensa di
500 euro per ritrovare il suo Ugo. Questo è l’ultimo gesto di speranza
e di amore del proprietario di Ugo, un simpatico cagnolino di cinque
anni, che è stato smarrito in via Molinella a Cazzago di Pianiga circa
quattro mesi fa. Il cane è di razza meticcia, di colore nocciola con
alcune macchie più chiare e pesa circa 7 chilogrammi. Subito dopo la
scomparsa l’uomo ha cercato fino a notte fonda l’animale e, non
trovandolo, ha deciso di stampare oltre 200 avvisi di smarrimento che
poi ha appeso in tutti i comuni della zona, senza avere risposte. L’
unica notizia, non verificata, è che il cane potrebbe essere stato
raccolto da una donna alla guida di una Panda vicino all’ex casello
autostradale di Dolo. Nonostante siano passati quattro mesi l’uomo
nutre ancora la speranza di poter ritrovare il suo amato cane e ha
pensato di offrire una ricompensa. Info: 368.3775632.
CORRIERE DELLA SERA 28 FEBBRAIO 2009
I Radicali: divulgare informazioni. Il pm Guariniello: negli Usa migliaia di animali deceduti
Cani, crocchette killer alla melamina
Due animali sono morti nel Veneto. Indagini su un’azienda di Pavia. Il ministero le ritira
ROMA — Due cani morti e un’
azienda di cibo per animali sotto accusa per aver utilizzato, nella
fabbricazione degli alimenti, farina contenente melamina, la stessa
sostanza tossica del latte cinese. Lo scandalo del cibo al veleno è
arrivato in Italia. Fra novembre e dicembre dello scorso anno, un’
allevatrice di cani di San Fior, Treviso, richiede all’Istituto
zooprofilattico delle Venezie un esame autoptico su un maltese e un
lhasa apso (piccolo cane di compagnia) morti per nefrite e blocchi
renali sospetti. Il veterinario fornisce alcuni referti, fra cui un
campione di mangime. «L’esame ha rivelato che il prodotto conteneva
melamina, utilizzata per produrre plastiche e vietata nell’
alimentazione, in cui determina un falso aumento del valore proteico.
Perciò il consumo del mangime era in diretta relazione co n il decesso
degli animali», spiega Stefano Marangon, direttore sanitario dello
Zooprofilattico. A preoccuparsi sono gli animalisti. Esce un comunicato
della Lega anticaccia del V
eneto che mette in guardia i proprietari di
cani e gatti riguardo alla probabilità che circolino in commercio
crocchette contaminate. Poi gli Animalisti italiani chiedono al
ministero della Salute di rendere noto il nome della ditta: «Se la
gente ha il prodotto in casa, ha il diritto di sapere », dice il
direttore scientifico Ilaria Ferri. La senatrice dei Radicali-Pd
Donatella Poretti presenta un’interrogazione: «La questione è grave —
dice —. La vita degli animali ha molta importanza e ritengo che
chiarezza e informazione siano il punto di partenza necessario a
evitare ogni allarmismo». E Carlotta Bernasconi, vice presidente della
Federazione nazionale dell’Ordine dei Veterinari, aggiunge: «C’è chi ha
scorte di cibo contaminato e lo ignora: va comunicato immediatamente ».
Ieri la svolta. Il ministero della Salute ha reso pubblico il nome dell’
azienda. Si tratta della Diusapet di Marzano, in provincia di Pavia,
che realizza prodotti in proprio ma anche farine per conto terzi.
Dichia
ra Gaetana Ferri, direttore della Sanità pubblica veterinaria:
«I servizi hanno compiuto campionamenti ufficiali e i mangimi trovati
positivi sono stati sottoposti a vincolo sanitario». Il cibo
contaminato sta per essere ritirato. Lo dice una nota del ministero:
«Si sta provvedendo al ritiro dei quantitativi di tali mangimi
eventualmente ancora presenti sul circuito commerciale ». Secondo la
Ferri, si tratta di farine animali di origine nazionale, tranne una, di
provenienza comunitaria, «su cui si centrano i maggiori sospetti,
poiché riteniamo i controlli italiani eccellenti». E ammette la
probabile necessità di un’indagine retrospettiva anche oltre frontiera,
per ricostruire i percorsi della farina tossica, nostrana o straniera
che sia. Il primo sforzo di tracciabilità viene proprio dalla Diusapet,
che si dichiara «costernata» e espone la ricostruzione fatta assieme
alla Asl di Pavia: «Da controlli, tutti i campioni delle produzioni
attuali, così come quelli di maggio e giugno 2008,
sono risultati
regolari, mentre sono positivi alla melamina i due lotti della prima
settimana di aprile 2008 dei mangimi "Cuccioli" e "Mantenimento Duck &
Barley", di cui è stato disposto il ritiro dal mercato». Anche Raffaele
Guariniello, sostituto procuratore di Torino, segue da mesi un’indagine
sulla melamina: «La sto portando avanti con i Nas di Torino e Bologna.
Nasce da uno studio americano, dove sono morti migliaia di cani e gatti
per avvelenamento di questo genere». L’indagine avrebbe già prodotto
risultati: a Bologna i Nas hanno trovato mangime contaminato in un
allevamento di suini.
ASCA 28 FEBBRAIO 2009
SALUTE: COLDIRETTI,BENE RITIRO MANGIMI PER CANI ALLA MELAMINA
Roma - E' positiva la
scelta del Ministero della Salute di diffondere il nome dei mangimi per
cani contaminati dalla melamina per tutelare la salute degli animali.
E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla decisione del
Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, che ''a
seguito della conferma ufficiale della presenza di melamina nel mangime
Duck&Barley con lotto 099, e nel Mangime C1 con lotto 094, prodotti
dalla ditta Diusapet Srl sita in Marzano (Pavia), informa i cittadini e
in particolare gli allevatori di cani, eventualmente in possesso di
tali mangimi nei lotti indicati, di sospenderne o evitarne, a titolo
precauzionale, la somministrazione ai propri animali''.
Si tratta -
sottolinea la Coldiretti - di una scelta di trasparenza importante per
la tutela della salute di fronte al moltiplicarsi dei casi di
contaminazione dei cibi destinati agli uomini ed animali. Il latte con
la melamina ha provocato in Cina - conclude la Coldiretti - la morte di
almeno sei bambini, 300mila ammalati e paura in molti paesi.
LA NUOVA FERRARA
27 FEBBRAIO 2009
Traffico illecito di cani tra Romania e Italia
BOLOGNA. Un controllo su un furgone adibito al trasporto di
animali ha fatto scoprire sull’A1 Bologna-Firenze a Pian del Voglio,
sul crinale appenninico, un traffico illecito di cuccioli di cani di
razza dalla Romania all’Italia. Due cittadini romeni sono stati
denunciati per avere introdotto una trentina di cagnolini sotto l’età
minima per il trasporto e un’altra decina addirittura clandestini. Una
pattuglia della Polizia Stradale, notato il mezzo romeno, ha deciso di
controllarlo, come si è soliti fare in questi casi. All’interno c’erano
circa quaranta piccoli cani di diverse razze (Pinscher, Spitz,
Cavallier King Charls, Labrador e Maltesi), tutte pregiate, che erano
destinate ad Alexander Amicucci, un importatore di cani di origini
leccesi regolarmente iscritto Uvac. Sono stati chiamati i veterinari,
che hanno accertato l’età inferiore al limite fissato dalla legge per
poter essere trasportati e introdotti in Italia sulla gran parte dei
cuccioli: in sostanza, avevano il ‘passapo
rto’, ma non erano ‘
maggiorenni’. Per gli altri, addirittura mancava la documentazione. La
posizione dei due trasportatori è al vaglio della Procura di Bologna:
saranno denunciati dalla Polstrada per maltrattamenti di animali e per
reati connessi all’illecita importazione. I cuccioli, 43 in tutto,
sono stati sequestrati dal Servizio Veterinario dell’Ausl di Bologna. I
veterinari hanno constatato che le loro condizioni igienico-sanitarie
erano gravemente carenti. In particolare, evidente lo stato di
disidratazione e di stress. Le bestiole presentano un’età massima di
50 giorni, sono quindi al di sotto della età prevista dalle norme
vigenti per l’importazione a fini commerciali, che è consentita non
prima dei 75 giorni. I cuccioli, di diverse razze, sono stati condotti
in un allevamento della zona dove saranno visitati dai veterinari dell’
Ausl di Bologna per verificarne le condizioni di salute e il possesso o
meno del microchip di identificazione previsto dalla normativa
europea. I
ntanto Alexander Amicucci, l’importatore di cani di Lecce a
cui erano destinati i piccoli sequestrati, ha minacciato di darsi fuoco
con una tanica di benzina se i cuccioli non gli saranno restituiti
subito. È quanto ha riferito Massimiliano Filippi, segretario generale
di Federfauna. Secondo l’importatore, regolarmente iscritto all’Uvac
(Ufficio veterinario accertamenti comunitari), «i cani sono stati
sequestrati in base a valutazioni soggettive di documenti non certo
compilati da me». E Federfauna, che aspetta comunque prudentemente
notizie più complete sulla conformità del mezzo di trasporto, su quanto
riportato sui documenti di scorta e sul Traces degli animali, tiene
comunque a richiamare l’attenzione sul fatto che «la norma europea
prescrive parametri precisi e che se in Italia qualcuno continua a
volerli interpretare come vuole, si delinea sempre più una battaglia
non certo in favore del benessere animale ma a forme di boicottaggio
del libero scambio all’interno dell’Unione E
uropea».
MESSAGGERO VENETO
27 FEBBRAIO 2009
Tratta dei cuccioli: aumentano le denunce dei proprietari truffati
Pagnacco (UD) - Continuano le segnalazioni, da
parte di numerosi cittadini, desiderosi di denunciare presunte truffe,
di cui sarebbero stati vittime al momento dell'acquisto di alcuni
quattro zampe all'interno di un sedicente allevamento alle porte di
Udine. A renderlo noto è l'associazione europea per la tutela del
cittadino contribuente, che ha sede a Pagnacco, alla quale, nelle
scorse settimane, decine di persone si sarebbero rivolte in quanto
molti pets, acquistati nell'allevamento, una volta portati a casa,
avrebbero iniziato a soffrire di gravi patologie, che in alcuni casi
avrebbero portato i cagnolini alla morte. Dopo la pubblicazione della
triste vicenda che aveva per protagonista, suo malgrado, l'udinese
Angela Rigato (che dopo aver acquistato un cucciolo di maltese, una
volta a casa, aveva scoperto che il quattro zampe era affetto da una
grave patologia) molti cittadini hanno dunque scelto di farsi avanti.
«Una volta portato a casa - racconta Angela Rigato - la salute di O
tto
(questo il nome dello sfortunato cucciolotto) continuava a peggiorare e
così mi sono rivolta alla veterinaria della struttura in questione, la
quale, aveva diagnosticato al cucciolo una forma di coccidiosi, una
malattia che può risultare pericolosa soprattutto nei cani giovani. Con
il tempo ho scoperto, inoltre, che il cucciolo era affetto da giardia,
un'altra malattia intestinale. A questo punto ho deciso di denunciare
la vicenda». E per fare in modo che la sua esperienza servisse da
monito anche ad altre persone, Angela ha deciso di iscriversi all'Aec,
associazione europea per la tutela del cittadino contribuente,
accettando la delega per i cani. Per informazioni contattare
l'associazione al numero 334-3402564 oppure visitare il sito www.
tutelare.it o scrivere a eurosportello@tutelare.it.
MATTINO DI PADOVA
27 FEBBRAIO 2009
Licenza di uccidere a 500 cacciatori per eliminare gli animali molesti
di Nicola Stievano
PADOVA. Saranno
almeno cinquecento i cacciatori volontari «reclutati» dalla Provincia
per arginare l’invasione di nutrie, gazze, cornacchie, colombi e volpi.
Migliaia di esemplari considerati un flagello per l’ambiente e l’
attività agricola, contro i quali d’ora in poi sarà possibile
imbracciare il fucile e fare fuoco. Il tutto sotto il controllo della
Polizia provinciale, che giorno per giorno seguirà le squadre sul
territorio. Ai volontari saranno rimborsati gli spostamenti e le
munizioni. «Mettiamo subito in chiaro che non si tratta di un
prolungamento della caccia - puntualizza il presidente della Provincia
Vittorio Casarin - Proprio per evitare la tentazione di muoversi
liberamente con il fucile per sparare anche ad altre specie, abbiamo
imposto delle regole ben precise, che i volontari dovranno rispettare
scrupolosamente». I «coadiutori», in possesso di licenza di caccia,
dovranno ottenere ciascuno l’ok della Polizia provinciale, che
consegnerà loro una casacca gialla ad alta v
isibilità con un tesserino
di riconoscimento, da indossare a ogni uscita. Il giorno prima i
volontari dovranno comunicare al comando quando e dove usciranno, ci
sarà anche un servizio di sms per rendere note volta per volta le zone
di caccia. La Provincia può già contare su duecento coadiutori, che a
breve saranno 500, diffusi su tutto il territorio. Ovviamente non si
potrà sparare ovunque, ma solo nelle zone individuate dai tecnici e
solo quando il sistema delle gabbie-trappole si rivelerà insufficiente.
Contro le nutrie si potrà imbracciare il fucile tutto l’anno, nelle
zone di maggiore concentrazione, lungo gli argini o nei campi. Anche a
colombi, gazze e cornacchie sarà possibile sparare tutto l’anno, in
particolare vicino alle colture agricole, ai depositi di cereali e
negli allevamenti. La «caccia» alla volpe invece sarà limitata al
periodo agosto-dicembre, con la costante supervisione della Polizia
provinciale. «Zona franca» (per gli animali) il Parco Colli Euganei,
dove la Pr
ovincia non ha alcuna autorità e dove la caccia è
assolutamente vietata. «In quell’area è la Regione a decidere, -
continua Casarin - Anche se, a mio avviso, questo metodo potrebbe
essere esteso anche ai cinghiali. Alcune selezioni programmate
potrebbero rivelarsi anche un buon indotto per il Parco, come capita in
altre regioni». A spingere al ricorso alle armi è stata soprattutto l’
esplosione demografica delle nutrie: solamente gli esemplari catturati
sono passati dai 2.500 di sette anni fa agli oltre 9.000 del 2008. Solo
a Codevigo ne sono state catturate ben 536. In netta crescita anche i
volatili, dai colombi alle cornacchie. Oltre ai cacciatori volontari la
Provincia intensifica anche la diffusione delle gabbie, ormai 450, a
cui se ne aggiungono altre 180 richieste dai Comuni di Campodarsego,
Bovolenta, Cartura, Casalserugo, Piazzola sul Brenta, Veggiano,
Saccolongo e Mestrino, nonché dai Consorzi di bonifica Euganeo e
Sinistro Medio Brenta. Chi possiede la licenza di caccia ed
è
interessato a far parte delle squadre di cattura può mettersi in
contatto con la Polizia provinciale, numero verde 800 800200.
LA SICILIA AGRIGENTO 28 FEBBRAIO 2009
Il randagismo resta una piaga
Un'ordinanza per «microcippare» i cani
Agrigento - L'Amministrazione
comunale di Canicattì, sta cercando di risolvere alla radice un
problema che si trascina nella nostra città da parecchi anni: il
randagismo. Il sindaco ha emesso un'ordinanza con la quale si invitano
tutti i proprietari di cani a recarsi nel nuovo ambulatorio
veterinario, sito nell'ex macello di Canicattì, in modo da creare
un'anagrafe canina che identifichi tutti gli animali che hanno un
proprietario. Il Comune, intende mettere a fuoco alcune delle azioni
che possono finalmente modificare la situazione insostenibile alla
quale si è giunti. Ci sono state centinaia di segnalazioni al Comune e
alla Asl di episodi incresciosi che hanno visto cittadini, anche
bambini, protagonisti di incontri ravvicinati con branchi di cani
potenzialmente pericolosi: alcuni di questi sono avvenuti addirittura
in pieno centro ed in orari tardo serali e potevano avere, senza
l'intervento di terzi, conseguenze gravi ed irreparabili. Pur essendo
il sindaco competente in materia
di igiene e sicurezza cittadina, per
cui ha l'obbligo di chiedere l'intervento del servizio veterinario
della Asl per l'accalappiamento, è compito di quest'ultimo provvedere
in termini operativi. Ma è pur vero che, senza una programmazione sulla
destinazione e sul futuro dei cani accalappiati, non si può procedere
ad una massiva operazione di accalappiamento. La volontà
dell'amministrazione comunale, sarebbe quella di sterilizzare i cani
per poi rimetterli in libertà. Si sarebbe giunti a questa decisione a
causa della mancanza dei fondi necessari al mantenimento degli animali
nelle strutture competenti.D.D.
IL GIORNALE27 FEBBRAIO 2009
Altroche santuario, ora le balene rischiano di essere falciate dalle navi
Jacopo Granzotto
Allarme lanciato da Greenpeace: la vasta area del mar
Ligure che doveva servire per proteggere i cetacei è diventata
pericolosa e sporca Il santuario dei cetacei. Pardon discarica. L'area
del mar Ligure che doveva diventare (ma in Italia meglio usare sempre
il condizionale) un paradiso per balene e delfini è inquinata da
batteri fecali in alto mare. Un tipo di inquinamento, che assieme
all'incontrollato e spedito traffico marittimo, ha comportato una
diminuzione del 75 per cento degli avvistamenti di balenottere e del 50
per cento di stenelle. Il rischio di una sciagura ecologica è dietro
l'angolo, senza regole e senza un piano di gestione. Questa l'accusa di
Greenpeace nel dossier «Balene a perdere», presentato ieri a Roma,
frutto della ricognizione dell'agosto scorso nella zone del santuario a
bordo della Arctic Sunrise. A 16 anni di distanza dall'ultimo
monitoraggio (nel 1992 le balenottere erano circa 900 e le stenelle
comprese tra 15.000 e 42.000), balene e delfini potrebbero re
almente
essere diminuiti: dopo 1200 chilometri di navigazione, di balenottere
se ne sono viste soltanto 13 (un quarto rispetto alle attese e non
sufficiente a elaborare una stima sulla popolazione), mentre il range
di stenelle si è attestato tra 5000 e 21000 esemplari (è calata anche
la media del numero di individui presenti nel gruppo, da 22,5 a 7,5).
Le cause della diminuzione di cetacei nell'area del santuario sono
diverse.
L'inquinamento: in due aree è stata rilevata una forte
«contaminazione di batteri fecali» oltre i valori ammessi per la
balneazione (100 colonie/100 ml). Provenienti non da terra ma, presume
Greenpeace, dallo scarico di traghetti e navi da crociera. Un tipo di
sversamento che, oltre a essere persistente specie d'estate, colpisce
la salute dei cetacei: sono animali immunodepressi, cioè raccolgono e
assorbono le contaminazioni presenti in mare.
L'intenso traffico
incontrollato: «navi di 100-150 metri e traghetti che corrono a 70
chilometri con il rischio di impatto con i cetacei e l'emissione di
forti rumori». E anche un'attività di whale watching svolta «in modo
pericoloso», così come «la pesca illegale». Ma, quello che manca, è
soprattutto «un ente di gestione» nonchè la predisposizione di un piano
di tutela per non lasciare che questa zona del Mediterraneo rimanga
«una scatola vuota senza regole e controlli», creando una grande
riserva marina d'altura. Cosa che, conclude Greenpeace, renderebbe
impossibile «l'insediamento della prima area industriale offshore: il
rigassificatore di Pisa-Livorno» proprio all'interno del santuario.
L'associazione dell'arcobaleno, impegnate nelle aree marine, chiede che
sia sottoposto a tutela il 40 per cento del Mediterraneo.
IL TIRRENO 27 FEBBRAIO 2009
Un paradiso? No, una fogna
ROMA. Il
santuario dei cetacei è diventato una discarica: l’area del mar Ligure
che doveva diventare un paradiso per balene e delfini (il triangolo tra
Genova, la Corsica e l’isola d’Elba) è «inquinata da batteri fecali in
alto mare». La denuncia viene da Greenpeace che ieri a Roma ha
presentato il dossie “Balene a perdere”. Questo tipo di inquinamento -
dice l’associazione ambientalista - insieme al «traffico marittimo
incontrollato» con velocità vicine «ai 70 chilometri all’ora», ha
comportato una diminuzione del 75 per cento degli avvistamenti di
balenottere e del 50 per cento di stenelle. L’assenza di «regole» e la
mancanza di «un piano di gestione» hanno trasformato il santuario in
«una fogna a cielo aperto». Il dossier è frutto della ricognizione
dell’agosto scorso nella zone del santuario a bordo della Arctic
Sunrise. A 16 anni di distanza dall’ultimo monitoraggio (nel 1992 le
balenottere erano circa 900 e le stenelle comprese tra 15mila e
42mila), balene e delfini potrebbero
realmente essere diminuiti: dopo
1.200 chilometri di navigazione, sono viste soltanto 13 balenottere (un
quarto rispetto alle attese e non sufficienti a elaborare una stima
sulla popolazione), mentre il range di stenelle si è attestato tra
5mila e 21mila esemplari (è calata anche la media del numero di
individui presenti nel gruppo, da 22,5 a 7,5). Le cause della
diminuzione di cetacei nell’area del santuario sono diverse. L’
inquinamento: in due aree è stata rilevata una forte «contaminazione di
batteri fecali» oltre i valori ammessi per la balneazione (100
colonie/100 ml). Provenienti non da terra ma, presume Greenpeace, dallo
scarico di traghetti e navi da crociera. Un tipo di sversamento che,
oltre a essere persistente specie d’estate, colpisce la salute dei
cetacei: sono animali immunodepressi, cioè raccolgono e assorbono le
contaminazioni presenti in mare. Seconda causa: l’intenso traffico
incontrollato: «navi di 100-150 metri e traghetti che corrono a 70 km/h
con il rischio d
i impatto con i cetacei e l’emissione di forti
rumori». E anche un’attività di ‘whale watching’ svolta «in modo
pericoloso», così come «la pesca illegale». Ma, quello che manca, è
soprattutto «un ente di gestione» nonché la predisposizione di un piano
di tutela per non lasciare che questa zona del Mediterraneo rimanga
«una scatola vuota senza regole e controlli», ma diventi una grande
riserva marina d’altura.
IL TIRRENO 27 FEBBRAIO 2009
Questi non sono cani per tutti
MONTEFOSCOLI (PI). Attorno al podere, in località
Carigi fra Montefoscoli e Palaia, è tutto un abbaiare. I cani hanno
sentito arrivare una macchina e “difendono” il proprio territorio e
quello dei loro umani. Bella, tre anni di età, già mamma di parecchi
cuccioli, manto bianco e fulvo a pelo raso, scondinzola e salta per
fare le feste: appena Rolando apre il cancello del cascinale che ospita
l’allevamento, affacciato sulla via delle Colline per Legoli, viene a
prendere la sua abbondante dose di coccole. «L’American Staffordshire
Terrier è così. Essere serio e musone non fa parte del suo carattere.
E’ infatti molto vivace e allegro, rappresenta la vera gioia di vivere.
Solo che è un terrier, un po’ testardo, per cui ha bisogno di un
padrone deciso che sia un vero capobranco»: il ritratto della razza lo
traccia Simila Laiatici, allevatrice da dieci anni con l’affisso «della
Maschera di Tutankhamon». Una razza che non è compresa nella black-
list elaborata nel 2004 dal ministero della s
alute, uno dei motivi per
cui negli ultimi dieci anni - lo confermano anche gli allevatori - ha
avuto un notevole incremento con l’iscrizione di 1.037 esemplari (i
dati sono riferiti al 2007) nel registro italiano delle origini (Roi):
«A inizio Duemila - ricorda la signora Laiatici - gli American
Staffordshire erano poco più di 400». Molti guardano con sospetto gli
Amstaff (nome contratto della razza) - «che non sono pitbull» tiene a
precisare Simila - specialmente dopo l’aggressione del bambino di 10
mesi a Piombino e l’episodio accaduto in un appartamento a Pisa dove il
padrone è stato attaccato. «Nonostante sia un cane basso, è comunque
un molossoide, quindi è potente ed ha una mascella fortissima. Un
Amstaff, è evidente, non è la stessa cosa di un barboncino. Diventa
così importante, sotto il profilo dell’aggressività, suddividere bene
le linee di sangue, perchè ce ne sono alcune più forti di altre -
spiega Samila - E comunque col tempo sono stati selezionati i cani più
socievoli, quelli che vediamo oggi. Fra l’altro mi occupo di pet
therapy con i bambini e sto preparando per la certificazione anche
alcuni Amstaff. Se il cane si rigira e dà un morso, deve per forza aver
prima dato dei segnali che il padrone non è però riuscito a capire. E’
poi fattore indispensabile conoscere la genetica e accoppiare i cani
caratterialmente migliori». Nel frattempo, mentre parliamo, Bella si è
accucciata dopo essersi fatta coccolare da Isabella, la figlia di
Simila. Si apre un box ed esce Gioia: lei sì che fa le feste. Ha appena
10 mesi, è una delle figlie di Bella, ed è una giuggiolona. Non abbaia,
ma lecca la mano in segno di riconoscenza per la carezza appena
ricevuta. «Bella l’ho acquistata in Olanda quando aveva due mesi -
racconta l’allevatrice - Laggiù viene fatto un test mentale, detto Mag-
test, quando il cane ha circa un anno: serve per verificare il
carattere. Li guardi in questo momento, mentre giocano: sono aperti,
socievoli. Lo devono essere con gli adulti e
con i bambini: mia figlia
ci dorme letteralmente sopra e non succede nulla. Se un American
Staffordshire mi entra in casa e scansa la bambina, vuol dire che c’è
qualche problema, qualcosa che non va. Bisogna capire se ci sono
segnali, perchè per mordere - dice Simila - l’Amstaff deve aver
superato il limite della sopportazione. Il cane va osservato come si fa
con i figli. E deve essere tenuto in considerazione, guai ad
escluderlo. Non faccio molte cucciolate, cerco di fare gli
accoppiamenti giusti e i miei cuccioli li cedo a persone motivate. In
qualche modo seleziono e scelgo chi mi dà affidamento». Ma perchè -
chiediamo - si decide di scegliere un American Staffordshire Terrier
come compagno di vita? «Sono cani che non hanno e non danno problemi,
non sono delicati e non è complicato tirarli su. Ma vanno contenuti.
Abbiamo detto che sono allegri e vivaci: a questo va aggiunto che sono
molto coraggiosi. In casa si adattano bene - spiega l’allevatrice -
possono stare in appartamento e rimanere soli anche per molte ore. Non
si sentono neppure». Va «contenuto» ha detto Simila: «Ma sia chiaro
che è un cane normalissimo, che fin da piccolo va abituato a stare fra
la gente. Bisogna però dare delle regole, come del resto va fatto con
tutti i tipi di cane. Credo che il labrador, considerato un cane
buonissimo, rispetto all’American Staffordshire sia più impegnativo. Li
ho avuti e l'’ho verificato». Accanto all’'allevamento di Amstaff
(Rolando, il marito di Samila, cura dobermann e border collie con l’'affisso «di Camugliano») c’è un campo dove i cani vengono addestrati e,
in certi casi, anche rieducati. «Parto da una premessa: se si prende
un cane, è come avere un bambino. E’ impegnativo, bisogna imparare a
conoscerlo ed è necessario seguirlo nel modo giusto. L’'aiuto degli
esperti può essere necessario quando il cane non è stato educato bene -
spiega l’allevatrice - quando non ha regole. Qualche volta, per gli
Amstaff, mi è capitato di intervenire perchè magari tiravano troppo al
guinzaglio. Se invece si mostra cattivo, è quasi impossibile per quella
famiglia recuperare il cane, che non ha più rispetto per i “suoi”
umani». «L’educatore - aggiunge - deve innanzitutto verificare se si
tratta di un problema di gestione dell’animale o di altro. Se l’'aggressività accentuata è un problema di testa si può fare poco, ma è
la stessa cosa per tutti i cani. Comunque nel 90% dei casi, se ci sono
problemi, questi sono risolvibili perchè tutto è riconducibile ad una
gestione sbagliata».
****
Fu creato per combattere
Quanto costa. Per
acquistare un cucciolo di American Staffordshire Terrier, occorrono
almeno 1.000-1.500 euro. L’origine. Nasce dagli incroci di cani
molossoidi e terrier (di cui si hanno tracce già nell’antichità),
selezionati per i combattimenti di cani contro i tori (bull baiting)
che però furono vietati in Gran Bretagna nella prima metà dell’
Ottocento. La razza è stata riconosciuta il 10 giugno 1936 negli Usa.
E’ classificato Fci Gruppo 3, terrier. L’aspetto generale. Basta
guardarlo, per capire che l’American Staffordshire è un cane potente,
proporzionato e muscoloso. Il colore può essere unito, a chiazze o
tigrato. Altezza e peso sono proprzionati fra di loro: 28 kg di peso,
50 centimetri (massimo) di altezza. E’agile e rapido nei movimenti. E’
considerato, come si legge negli standard di razza, un ottimo cane da
famiglia. Molti esemplari sono certificati per la pet therapy. Il
certificato di nascita. Nel Roi, il registro italiano delle origini
(prima si chiamava Loi, cioè l
ibro delle origini) nel 2007 risultavano
iscritti (ultimo dato dell’Enci, l’ente nazionale cinofilo) 1.037
esemplari di Amstaff (834 nel 2006). Si tratta di cani nati in Italia
in allevamenti amatoriali e professionali. In Toscana ce ne sono almeno
cinque.
IL TIRRENO 27 FEBBRAIO 2009
Serve subito una legge per il patentino
L’associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa)
esprime vicinanza alla famiglia del bambino aggredito dal proprio cane
augurandosi la pronta ripresa e completa guarigione del piccolo.
Riteniamo inoltre importante lasciare che la magistratura accerti come
sono andati i fatti prima di procedere a decisioni relativa al futuro
del cane, per il quale Aidaa chiede che non si proceda all’
abbattimento. La questione, pur nella sua tragicità, ripropone ancora
una volta il tema del patentino per i possessori di cani di grossa
taglia. Aidaa ritiene doveroso che attraverso un progetto di legge il
governo renda obbligatorio il patentino per chi possiede cani di grossa
taglia, patentino che deve essere rilasciato solo dopo che i
proprietari ed i loro cani abbiano superato un corso di educazione
cinofila tenuto da esperti cinofili e comportamentisti. Sono oramai
troppe le tragedie alle quali stiamo assistendo in questi giorni, e
troppo spesso tutto si risolve abbattendo il cane senza acc
ertare le
vere motivazioni che hanno portato l’animale a compiere le aggressioni.
Non basta dirsi amico degli animali per possederli, occorre conoscerne
il carattere e il linguaggio, altrimenti il rischio di nuove tragedie è
dietro l’angolo. Il Parlamento dovrà pronunciarsi sul problema del
patentino per i possessori di animali. Così come non è accettabile che
si affidino animali a persone non adeguatamente preparate. Naturalmente
ci asteniamo da qualunque valutazione sul caso specifico. Al momento
non possiamo che esprimere piena fiducia nella giustizia ed augurarci
che il cane non venga abbattuto ma affidato ad una clinica veterinaria
per la sua riabilitazione. Altrettanto esprimiamo tutta la solidarietà
nei confronti della famiglia e ci auguriamo che il bambino possa
riprendersi completamente. Come tutti trepidiamo per lui. Stiamo
lavorando perché simili tragedie non capitino mai più. Lorenzo Croce
(presidente naz. Aidaa) Carlo Catozzi (capo ufficio legale Aidaa
Toscana)
ANMVI OGGI 27 FEBBRAIO 2009
CANI PERICOLOSI, MARTINI: MOIGE INCOMPETENTE
In riferimento a quanto dichiarato dal Moige
(Movimento dei genitori) ad una Agenzia di stampa in merito all'
"Ordinanza contingibile ed urgente per la tutela dell'incolumità
pubblica dall'aggressione dei cani" Il Sottosegretario alla Salute
Francesca Martini ha precisato che "la precedente Ordinanza prevedeva
una inutile black list in quanto catalogava anche razze di cani semi
sconosciute senza tra l'altro avere alcun fondamento scientifico e
senza prevedere alcun provvedimento di prevenzione o di formazione dei
proprietari".Il Movimento dei genitori aveva commentato il tragico caso
di Genzano, parlando del bimbo ucciso in giardino dal suo Dobermann
come di una "vittima della mancanza di norme adeguate""Mi stupisce - ha
dichiarato il Sottosegretario- che sia proprio il Moige ad intervenire
su un tema in cui dimostra una totale incompetenza sulla materia".
"Raccomando invece- prosegue Martini- di sollecitare i genitori
proprietari di cani ad una più attenta responsabilità nella gestione
degli stessi a garanzia dell'incolumità dei loro figli. Preciso inoltre
che in base al Regolamento vigente di Polizia Veterinaria il cane deve
essere condotto nei luoghi pubblici obbligatoriamente o con il
guinzaglio o con la museruola mentre nei locali pubblici e nei mezzi di
trasporto è obbligatorio l'uso contestuale di guinzaglio e museruola.
Conseguentemente chi trasgredisce tali disposizioni è perseguibile".Il
Sottosegretario ricorda infine che "esiste una regolamentazione ben
precisa che a prescindere dall'Ordinanza deve essere rispettata da
tutti i proprietari o conducenti di cani. Inoltre, per dovere di
completezza dell'informazione si rende noto che i cani razza Dobermann
citati nell'Agenzia di stampa non erano compresi nella black list dell'
Ordinanza scaduta. Alla luce di quanto esposto concordo assolutamente
con l'appello del Presidente del Moige affinchè "il buon senso prevalga
sull''ideologia". (comunicato stampa ministerosalute.it)
IL TIRRENO 27 FEBBRAIO 2009
SMARRIMENTI
BIBBONA (LI). Un paio di giorni fa
nella zona del negozio Tremila, sono stati smarriti due cani, femmine:
Olga, un bellissimo esemplare di pastore tedesco, ha 9 anni mentre
Zara, di 13 anni, è un meticcio (pesa circa di 10 kg). Entrambe sono
provviste di tatuaggio. Chi le vedesse o avesse loro notizie è pregato
di telefonare al numero 338/1797559, è prevista una ricompensa.
http://persietrovati.blogspot.com/2009/02/bibbona-li-smarrito-cane-pastore.
html
LA NUOVA VENEZIA 27 FEBBRAIO 2009
Arriva il circo, si ride ma senza animali
MIRA (VE). Arriva il circo ma senza animali, per via del
nuovo regolamento approvato dal comune due anni fa. Spiega l’assessore
Silvia Carlin: «E’ arrivato nell’area dell'’ex campo sportivo a Mira
Taglio in via Nazionale il circo Acrobatico Triburti di Roma che
resterà in paese fino a domenica primo marzo. Nel circo però non ci
saranno animali, il nuovo regolamento infatti pone fortissime
limitazioni ai circhi che li usano, per il fatto che le bestie che
vengono addestrate non possono essere maltrattate, vivere in spazi
angusti, e sballottate da un paese all’altro nell’arco di pochi giorni.
Per questo a molti circhi con animali che hanno fatto richiesta di
poter sostare a Mira non è stata rilasciata l’autorizzazione». Il circo
Acrobatico Triburti di Roma invece ha in programma da oggi uno
spettacolo pomeridiano e uno serale. Ci saranno trapezisti, giocolieri,
clown, mangiafuoco, e numeri di alta acrobazia che fanno divertire i
più piccoli. «In questo caso il circo - spiega l’assessore
- non potrà
essere certamente contestato dagli animalisti visto che di animali
stavolta proprio non ce ne sono. Si tratta di un bel esempio di
spettacolo giocoso ed educativo senza far soffrire le bestie come
troppo spesso accade». Negli anni scorsi infatti erano stati contestati
dall’associazione Animalisti 100% sia il circo Togni che il circo di
Vienna. In quei casi gli animalisti avevano disturbato gli spettacoli
facendo volantinaggio a ridosso dell’entrata del tendone. Gli
spettacoli in programma sono: oggi e domani alle 17 e alle 21. Domenica
invece gli spettacoli saranno anticipati alle 15.30 e alle 17. Prezzi
ridotti per bambini e famiglie.
IL SECOLO XIX 28 FEBBRAIO 2009
Ritrova il cellulare nella pancia di un pesce
Londra. Perdere il cellulare in mare e ritrovarlo nella pancia di un pesce. Non è la
favola di Pinocchio versione hi-tech ma quanto è capitato a Andrew
Cheatle, 45enne inglese. Che stava per acquistare un telefonino nuovo
quando la sua ragazza ha ricevuto la chiamata di Trawlerman Glenn,
pescatore del West Sussex: «Ho qui il suo Nokia, l'ho trovato dentro la
pancia di un merluzzo da 11 chilogrammi».
Andrew, sulle prime, hapensato a uno scherzo. Poi, però, si è recato a casa di Glenn e, con
grande meraviglia, si è visto consegnare il suo telefono: umido e
puzzolente di pesce, ma ancora funzionante. «So che sembra una storia
inventata», ha detto Andrew al tabloid The Sun, «ma è vera al 100%». «I
merluzzi sono animali ingordi», ha spiegato Glenn, «hanno testa e bocca
grandi e mangiano di tutto. So cosa vuol dire perdere il cellulare.
Così, quando l'ho trovato dentro al pesce, ho estratto la sim e ho
cercato il proprietario».
LA PROVINCIA DI SONDRIO 27 FEBBRAIO 2009
Notevoli i danni provocati dagli animali
Ancora capre sui tetti a Pratogiano, a Chiavenna è caccia ai proprietari
Il sindaco Pozzoli:«Stiamo facendo verifiche anche sotto il profilo operativo e giuridico»
Daniele Prati
Chiavenna (SO) - Nuova invasione di capre nella zona
dei crotti di Pratogiano. A quasi un anno dall'ultimo episodio,
nell'area di Chiavenna posta sotto la sponda sinistra della valle sono
tornati numerosi greggi di caprini che stanno creando non pochi
problemi. Gli animali, infatti, stanno seriamente danneggiando non solo
le piante situate nei giardini e nei terreni presenti sulla sponda, ma
le stesse strutture dei crotti.
Dai sentieri, infatti, scendono
direttamente sui tetti causando problemi alle coperture in piotte,
spaccando grondaie e compromettendo i muretti. Una situazione che è
stata segnalata anche all'amministrazione comunale di Chiavenna, che in
questi giorni sta cercando di capire come risolvere, possibilmente per
sempre, un problema che ciclicamente si ripresenta ormai da qualche
anno: «Il problema c'è ? spiega il sindaco Giampaolo Pozzoli ? e ci è
stato segnalato a più riprese nei giorni scorsi. Stiamo svolgendo delle
verifiche sia dal punto di vista strettamente operativo sia da quello
giuridico per capire come muoverci e riconoscere le competenze in
materia».
Dal punto di vista strettamente giuridico non ci sono molti
dubbi sulla responsabilità del proprietario degli animali. Il gregge
deve, o almeno dovrebbe, essere assicurato per i danni provocati. Il
problema è l'individuazione della proprietà degli animali, almeno in
modo tale che non ci sia spazio per dubbi. Per questo ci vuole un
intervento tempestivo in modo tale da ?fermare? l'animale e procedere
al suo riconoscimento. Sicuramente i vigili urbani, anche se questo non
è certo il compito per il quale sono nate le forze di polizia locale,
ha la titolarità per intervenire, come avviene già per altri animali ?
domestici? che si aggirano in stato di apparente abbandono sul
territorio.
Il Comune, parte delle verifiche riguarda proprio questo
aspetto, vuole anche capire se ci sono altri organismi deputati ad
effettuare interventi simili. Oltre all'episodio dello scorso anno,
quando la stessa zona venne ripetutamente colpita da greggi di capre
evidentemente scappate al loro pastore o, peggio, lasciate a
scorrazzare liberamente prima di essere recuperate a sera, va segnalato
come qualche anno fa particolarmente toccata fu l'area del cimitero
comunale, letteralmente invasa dagli animali provenienti dalla sponda
sovrastante. Gli animali penetrati durante le ore notturne se la
presero allora, evidentemente, con i fiori e le piante ornamentali
presenti all'interno del camposanto. I danni strutturali, invece,
furono abbastanza limitati.
IL GIORNALE 28 FEBBRAIO 2009
Un cimitero per Fido e Micio in ogni Comune della Liguria
Anche in
Liguria, in ogni Comune, dovrà essere previsto un cimitero per animali
da affezione: la proposta è dei capigruppo del Popolo della libertà e
della Lega Nord in Regione, primo firmatario il capogruppo di Alleanza
nazionale, Gianni Plinio, che hanno presentato un’apposita iniziativa
di legge regionale.
«L’obiettivo della legge - spiega in particolare
Plinio - è quello di colmare un vuoto che ha portato in Italia alla
disorganica realizzazione di aree cimiteriali private. È opportuno,
invece, come già avviene in altri Paesi europei avanzati, normare la
materia anche per corrispondere alle sollecitazioni dei tantissimi che
riconoscono agli animali un grande valore affettivo oltreché un
importante ruolo nella pet-therapy», la terapia che si avvale della
fedele «assistenza» di animali domestici. La Liguria, fra l’altro, ha
un’alta «densità» di popolazione canina e felina, anche per i molti
anziani residenti che trovano in un cane o un gatto motivi di conforto
e compagnia.
Plinio aggiunge inoltre che, a distanza di sei mesi dall’
approvazione della legge, la Regione dovrà dotarsi di un regolamento
attuativo «mentre spetterà ai Comuni liguri, che intendono istituire
cimiteri per animali, individuarne i siti». Dovranno essere, infatti,
le amministrazioni comunali a indicare e mettere a disposizioni piccole
aree inutilizzate per consentire la sepoltura. Il provvedimento, in
ogni caso, non comporta oneri a carico del bilancio regionale.
In
questo senso - conclude Plinio, anche a nome dei colleghi che hanno
sostenuto la proposta - la Lombardia dispone già di una norma analoga,
e il Consiglio regionale della Basilicata ha approvato di recente un
analogo testo all’unanimità. I tempi di approvazione della norma
dovrebbero essere quindi «molto brevi, dell’ordine di poche settimane,
vista la generale condivisione della proposta, a livello trasversale,
anche in Liguria».
IL RESTO DEL CARLINO 27 FEBBRAIO 2009
Cane azzanna una lepre, salvati i due cuccioli orfani
La loro mamma è stata uccisa mentre attraversava il prato.
Il proprietario dell'animale rischia una doppia sanzione: per aver violato l'obbligo del guinzaglio negli spazi aperti e per aver danneggiato la fauna selvatica
Modena -
A Carpi, nella campagna vicino alla frazione di Cortile, un cane
lasciato libero dal proprio padrone ha azzannato e ucciso una lepre che
stava attraversando un prato con i propri cuccioli. Alcuni cittadini
che hanno assistito alla scena hanno avvisato i volontari del Centro
fauna selvatica 'Il Pettirosso' di Modena che hanno salvato i due
leprotti rimasti orfani, ora ospiti nella sede del Centro in via
Nonantolana 1217 in attesa di essere liberati non appena saranno
autosufficienti.
Nei giorni scorsi a Pavullo un cane, anche in questo
caso lasciato libero dal padrone, ha ucciso un capriolo. Altri casi di
caprioli uccisi da cani domestici sono stati segnalati nelle scorse
settimane a S.Michele dei Mucchietti, Guiglia, Riccò e Montefiorino. E
nei mesi scorsi, inoltre, nei parchi pubblici di Modena diversi germani
reali sono stati uccisi o feriti da cani, anche in questi casi lasciati
liberi dai proprietari.
Come ricordano gli agenti della polizia
provinciale, i proprietari, se individuati, rischiano una doppia
sanzione: per aver violato l’obbligo di tenere al guinzaglio il proprio
cane negli spazi aperti, o comunque di averlo sempre sotto diretto
controllo, e per aver procurato un danno alla fauna selvatica che è un
patrimonio pubblico.
Il Centro opera sulla base di una convezione con
la Provincia di Modena per il recupero e il salvataggio della fauna
selvatica in difficoltà.
Per le segnalazioni e richieste di intervento
sono attivi 24 ore su 24 i numeri telefonici: 339/8183676 e 339/3535192
oppure si può chiamare il 118.
LA ZAMPA.IT 28 FEBBRAIO 2009
Australia, le tartarughe salvate dai ragazzini
Un verme marino le sta uccidendo, piccoli volontari corrono in soccorso
STEFANO GULMANELLI
CLAYTON (Australia del Sud) - Kyle ha dodici anni e vive a Clayton, un
villaggio di 486 abitanti affacciato sul Lake Alexandrina, uno dei due
laghi che il fiume più lungo d'Australia, il Murray, forma prima di
gettarsi nell'oceano del Sud. Al pomeriggio la sua è ormai una routine:
torna da scuola, mangia un boccone, s'infila gli stivali di gomma e
scende nella baia, entrando nell'acqua fino al ginocchio, facendosi
largo fra i canneti che bordano la riva, lo sguardo fisso sul fondo
melmoso. Normalmente non gli servono più di un paio di minuti per
trovare la prima delle sue prede di giornata: una tartaruga. O meglio,
quella che, avvolta da un'enorme escrescenza calcarea sul carapace,
s'intuisce essere una tartaruga, con il collo faticosamente proteso in
avanti e le zampe che a stento trascinano un peso ormai insostenibile.
È quanto ormai accade a tutte le tartarughe del sistema estuarino del
Murray: un verme tubuliforme marino, insediatosi in queste acque (un
tempo tutt'al più salmastre, oggi salate), tesse una fitta rete di
incrostazioni sul guscio dell'animale fino ad avvolgerlo completamente.
La conseguenza è fatale: la tartaruga o annega soffocata dall'eccesso
di peso o non riesce più a ritrarre nel guscio testa e arti, che
restano alla mercé dei predatori. Una volta intrappolate in questa
gabbia calcarea, l'unica speranza di salvezza viene da Kyle e dai tanti
ragazzi della zona che, come lui, da mesi raccolgono le tartarughe e le
portano nel cortile di casa, dove con un cacciavite le ripuliscono
dalle incrostazioni. Una volte «liberate», le mettono qualche giorno in
vasche d'acqua dolce, perché si riprendano e possano affrontare il
trasferimento qualche decina di chilometri più a monte, dove le acque
del fiume sono tuttora dolci e il verme marino non può diffondersi.
«Questo non è che uno degli effetti più evidenti e drammatici del
flusso sempre più ridotto del Murray» dice Christine Jackson, maestra
elementare a Clayton e ispiratrice dell'iniziativa di salvataggio
delle tartarughe, assurto in zona a vero e proprio programma
scolastico. In effetti il fiume che corre per tremila chilometri nel
continente australe, fungendo da spina dorsale idrica del Paese, è ogni
anno più scarico. In parte a causa dell'eccesso di prelievi a monte
fatti da agricoltori e allevatori, in parte per la persistente siccità,
che in tanti qui iniziano a mettere in relazione diretta al
riscaldamento globale. È talmente poca l'acqua che riesce ad arrivare a
valle che il flusso di marea dall'oceano finisce per penetrare per
chilometri nell'area estuarina. Trasformando in un acquitrino salato
quello che era un ecosistema solo leggermente salmastro, mantenuto in
delicato equilibrio dall'alternarsi del prevalere ora della spinta del
fiume, ora della marea oceanica. «Ci sono punti dei due laghi in cui la
salinità è dieci volte superiore a quella mai registrata in precedenza»
dice Henry Jones, ultimo di una famiglia che da sei generazioni pesca
nei Lower Lakes - come vengono chiamati l'Alexandrina e l'Albert, i
due laghi formati dal Murray a fine corsa. Le tartarughe non sono le
sole a vedere compromesse da questo stravolgimento ambientale le loro
prospettive di sopravvivenza. E' tutto l'ecosistema dell'area
denominata Coorong - i laghi e una striscia costiera che si estende per
un centinaio di chilometri verso Sud-Est - a essere in pericolo. La
regione è un piccolo Eden in cui - grazie all'abbondanza di cibo
(pesci, piante, crostacei) finora messa a disposizione dalla Natura -
più di un centinaio di uccelli (un terzo dei quali a rischio di
estinzione) vengono a nidificare. Non a caso è uno dei siti coperti
dalla Convenzione di Ramsar, il trattato per la protezione dell'habitat
degli uccelli acquatici. La lenta morte cui sta andando incontro il
Coorong potrebbe essere il colpo di grazia per molte di queste specie
volatili. E per l'Australia questo sarebbe un disastro ambientale ma
anche politico, perché diverrebbe il primo Paese a "perdere" un sito
protetto dalla Convezione. Anche per questo svariati ministri, con il
premier Kevin Rudd in testa, sono venuti in visita a Clayton, Milang e
le altre cittadine affacciate sui Lower Lakes: tutti scioccati dallo
spettacolo di tartarughe ridotte a coralli semoventi e tutti ripartiti
con la promessa solenne che qualcosa verrà fatto per salvare il Murray
e il Coorong National Park che da esso dipende. In attesa che la
politica trovi questo qualcosa, a dare una chance di sopravvivenza alle
tartarughe dei Lower Lakes saranno giovani di buona volontà, come Kyle.
LA ZAMPA.IT 27 FEBBRAIO 2009
Aggressione e violenza a quell'età sono sempre un errore
RAFFAELLO MASCI
David Magnaghi, lei insegna
Psicologia all’università di Roma. Che effetto le fa la proposta di
abbassare l’età di accesso alla caccia?
«Come psicologo posso dire che
è sbagliata, per vari aspetti. Il primo è quello dell’uso delle armi
che, anche quando il loro utilizzo è ritualizzato in un’attività
sportiva, introducono nella vita di un giovane in formazione la
categoria dell’aggressione come strumento di rapporto col mondo. Poi c’
è l’aspetto della violenza sugli animali, cioè su quei viventi
percepiti e vissuti come più deboli».
La caccia è sempre stata questo,
o no?
«No, non è sempre stata così. Al di là delle perplessità che
ciascuno di noi può avere sull’etica del cacciare, un tempo questa
attività era vissuta come elemento basilare del vivere: era un modo per
procurarsi un’integrazione alimentare, avveniva all’interno di un
sistema di regole perché bisognava fare in modo che le prede non
scomparissero l’anno successivo. Ora, invece, nelle società urbane
affrancate dal bisogno la caccia è una manifestazione di violenza
gratuita verso viventi indifesi, una pratica di morte che non ha alcun
rapporto con le necessità umane».
Questo, però, vale per tutti, non
solo per i ragazzi...
«Sì, ma nel caso dei giovanissimi il segnale che
giunge è ancora più forte e devastante, perché si tratta di persone non
ancora strutturate, più insicure, esposte a una società altamente
competitiva. Inserire all’interno del loro percorso di crescita fattori
di violenza come la caccia agli animali, la morte, la disponibilità di
armi come atto di sopraffazione gratuito, significa veicolare elementi
pericolosi per la convivenza sociale».
SONDAGGIO
Si sta pensando di
abbassare a 16 anni l'età per andare a caccia. Siete favorevoli?
http://www.lastampa.it/sondaggi/cmsVota.asp?IDsondaggio=1245
LA ZAMPA.IT 27 FEBBRAIO 2009
Cacciatori a sedici anni, nel mirino c'è la riforma
Il centrodestra: fucile ai ragazzi, purché accompagnati da un adulto
RAFFAELLO MASCI
La proposta è di quelle destinate a suscitare talmente
tante polemiche che secondo il senatore del Pd Roberto Della Seta «non
approderà a nulla». Ma intanto in Senato c’è e fa discutere: abbassare
a 16 anni l’età per andare a caccia. L’istanza si trova all’interno del
testo unico a cui sta lavorando il senatore ligure del Pdl Franco Orsi.
A lui sono toccati l’onere e la fatica di raccogliere in un testo
condiviso le 9 proposte che parlamentari di centrodestra hanno
depositato in Senato.
In commissione Ambiente era stata sollevata l’
esigenza di rivedere la legge 157 del ‘92, una specie di Bibbia della
caccia che ormai richiedeva un intervento di manutenzione
straordinaria. In questo clima c’è stata una gara di idee da parte di
parlamentari Pdl, tutte nella direzione di un’ampia deregulation. Orsi
ha cercato di trovare una linea comune smussando le asperità più
controverse. Il risultato: di 37 articoli della vecchia norma 21
saranno modificati. Quello che ha suscitato più attenzione è il 12 che
al comma 8-bis recita: «Chi abbia compiuto il sedicesimo anno di età e
abbia superato l’esame per l’abilitazione all’esercizio venatorio
riceve dalla questura competente per territorio un attestato di
tirocinio», in cui sono riportati i nomi di tre cacciatori con licenza
da almeno 5 anni, uno dei quali dovrà sempre accompagnare «il
tirocinante al quale il fucile è reso in comodato».
Quindi, un fucile
in mano ai sedicenni. Orsi precisa: «I sedicenni non potranno avere il
porto d’armi né potranno recarsi a caccia da soli. Dovranno chiedere
una specie di foglio rosa per essere introdotti all’attività venatoria,
presentando una richiesta di utilizzo del fucile vidimata da chi
esercita la patria potestà. E, dovranno essere indicati alle autorità
di polizia i tre cacciatori, con licenza da almeno cinque anni, che si
facciano carico di accompagnare il ragazzo, uno alla volta».
Una serie
di vincoli, dunque, ma resta da chiedersi perché sia necessario questo
rito di iniziazione in così verde età. «Si tratta - spiega Orsi - di
stabilire una filiera di continuità nell’attività venatoria, da padre
in figlio, una tradizione che si perpetua». E perché scandalizzarsi
tanto, aggiunge il parlamentare, quando «a sedici anni si possono
comprare sigarette, si può bere whisky, si può condurre una moto e
sparare in poligono. E la caccia no?».
Guerra di religione
Il tono è
perentorio e rivendicativo, tant’è che Della Seta - capogruppo Pd in
commissione Ambiente - è scettico: «Noi saremmo, in linea di principio,
disponibili a rivedere la 157, ma la norma sui sedicenni ci sembra,
francamente, un segnale discutibile che mandiamo al Paese. E’ pur
sempre un’arma in mano a un ragazzo. E poi al centro di tutto c’è il
cacciatore e non il principio costituzionale della tutela della fauna
selvatica. Non vorrei che questa norma riaccendesse la guerra di
religione tra cacciatori e animalisti, altrimenti non veniamo a capo di
alcuna riforma».
La Lipu (Lega per la protezione degli uccelli), così
come altre associazioni, sta già facendo una battaglia preventiva. «Non
ci convince la caccia a 16 anni - dice il direttore Claudio Celada - e
questo è ovvio, ma non ci piacciono neppure il prolungamento della
caccia oltre il tramonto, l’indebolimento delle protezioni per la
fauna, le varie forme di deregulation». Fin qui la disputa. E pensare
il ddl non è stato ancora presentato.
TG COM 27 FEBBRAIO 2009
Cacciatori a sedici anni
Il Pdl propone modifiche alla legge 157
Arriva in Senato una proposta destinata sollevare un polverone tra gli
schieramenti politici: vale a dire, abbassare a 16 anni l’età per
andare a caccia. L’istanza si trova all’interno di un testo unico al
quale sta lavorando il senatore del Pdl, Franco Orso, che ha il compito
di sintetizzare le proposte dei suoi colleghi piddiellini sulla riforma
della legge 157 del 1992 che finora ha regolato l’attività venatoria.
Da tempo, infatti, in commissione Ambiente era stata sollevata l’
esigenza di una sorta di restyling sulla materia con un risultato
sorprendente: di 37 articoli della vecchia norma, ben 21 saranno
modificati. E tra questi c’è quello che fa discutere, il 12, che al
comma 8 bis tocca un tasto delicato: “Chi abbia compiuto il sedicesimo
anno d’età – così è scr itto – e abbia superato l’esame per l’
abilitazione all’esercizio venatorio, riceve dalla questura competente
per territorio un attestato di tirocinio” in cui sono scritti i nomi di
tre cacciatori con licenza da almeno 5
anni che dovranno accompagnare
(uno alla volta) “il tirocinante al quale il fucile è reso in comodato”.
Questo significa che i sedicenni potranno usare il fucile, però, spiega
bene Orsi, “non potranno avere il porto d’armi né potranno recarsi a
caccia da soli”. Insomma, dei limiti ci sono. E’ una proposta, aggiunge
il senatore del Pdl, “per stabilire una filiera di continuità nell’
attività venatoria, da padre in figlio, una tradizione che si perpetua”.
Ma, come era prevedibile, subito arrivano le polemiche. Dal Pd il
capogruppo della commissione Ambiente, Della Seta, non nasconde le sue
perplessità: “Noi saremmo in linea di principio disponibili a rivedere
la 157, ma la norma dei sedicenni ci sembra, francamente, un segnale
discutibile che mandiamo al Paese. E’ pur sempre un’arma in mano a un
ragazzo”. E dalla Lipu, la lega per la protezione uccelli, arriva
subito un avvertimento: “Non ci convince – spiega il direttore Claudio
Celada - la caccia a 16 anni, ma non ci piacciono neppure
il
prolungamento della caccia oltre il tramonto, l’indebolimento delle
protezioni per la fauna, le varie forma di deregulation”. Insomma, la
battaglia è appena cominciata.
IL GIORNALE 28 FEBBRAIO 2009
La tendenza Regola numero uno: risparmiare. E arriva un'’ondata di pellicole con cani protagonisti
Meglio un cane attore, che un attore cane. La conferma di questa linea di pensiero viene da Hollywood, che
mai come ora, durante la crisi più severa dal 1929, preferisce
ingaggiare i quattrozampe per pellicole a misura di famiglia. E se in
«Io & Marley», blockbuster da Natale, un nevrotico labrador surroga gli
inesistenti rapporti umani dei padroni («nessun umano ti accetta come
sei», sospira Owen Wilson, che corre a perdifiato sulla «Bau Beach» di
Miami, dietro al suo cucciolo) e la protagonista, Jennifer Aniston,
danza col bestione, «Hotel Bau» (fessa traduzione di «Hotel for Dogs»)
dimostra come gli studios possano fare a meno di bipedi sindacalizzati
e cocainomani (con quello che costano... senza contare i tentativi di
suicidio, vedi quello, recente, di Owen Wilson, abbandonato da Kate Hudson). Finiti i tempi delle vacche grasse, sono arrivati i magri
cagnetti di «Beverly Hills Chihuaua», con Drew Barrymore pronta a dare
almeno la voce alla viziatissima cagnolina messicana Chloe,
etestabile quanto i minicani da borsetta, spesso sfoggiati da Paris
Hilton ed Elisabetta Canalis, vittime della moda. Neanche un’'icona del
Tibet come Richard Gere è sfuggita alla cinomania, girando «Hachiko: A
dog’s Story» (diretto da Lasse Hallstrom), film ispirato alla storia
vera dI ’un professore universitario, che adotta un cane e poi lo tratta
come un figlio. In quest'’anno da cani, Jeff Bridges non si è fatto
mancare «A dog Year», mentre Steven Spielberg prepara il suo «Tintin»,
dal celebre fumetto anni Trenta. Non sarà vera gloria, ma intanto è
autentico risparmio.
IL GAZZETTINO 28 FEBBRAIO 2009
Da oggi volontari a lavoro per mettere le reti salva rospi
CROCETTA DEL MONTELLO (TV) - (L.Bel.) Un folto gruppo di volontari appartenenti a
diverse associazioni inizieranno oggi i lavori di posa delle reti di
protezione per la migrazione dei rospi "Bufo-bufo" che tra breve e con
un certo ritardo per il gran freddo dei giorni scorsi, si trasferiranno
dal Montello per recarsi sulle rive del Piave per deporre le uova.
"Abbiamo lanciato un appello - dice il presidente del Consorzio del
Bosco Montello Aldo Susan - per trovare delle persone disponibili a
darci una mano. L'invito è stato recepito e sabato mattina saremo
presenti nel territorio di Crocetta del Montello per posare le reti e
per sistemare quelle già esistenti danneggiate per lo sfalcio
dell'erba". "Il comune di Crocetta del Montello - aggiunge il sindaco
ha acquistato un chilometro di rete per poter consentire così
l'intervento di protezione dei rospi. Le zone interessate sono quelle
che riguardano la Panoramica dalle prese 15-16 al Cippo degli Arditi.
Il nostro comune si è messo ben
volentieri a disposizione per tutelare
questi animali importanti. Sarebbe però opportuno che l'intervento non
si fermasse soltanto a quello legato alla deposizione delle uova, ma
che venisse allargato anche nel momento in cui i rospi ritornano dal
Piave nel Montello con un adeguato intervento di smobilitazione delle
reti posate in precedenza".
SAVONA NEWS 28 FEBBRAIO 2009
Savona: l'Enpa interviene sull'evento Slowfish di aprile
Savona - Affinché
Slowfish, la manifestazione organizzata a Genova dal 17 al 20 aprile
dalla Regione Liguria e da Slowfood, diventi davvero una "rassegna
della pesca sostenibile", la Protezione Animali savonese chiede ai due
enti di sostenere la sua richiesta di non concedere la proroga della
pesca al bianchetto per il mese di aprile.
L'Enpa aveva criticato nel
gennaio scorso l'ennesima autorizzazione data per due mesi, scrivendo
al Ministero una lettera di protesta chiedendo, almeno, che fossero
solo due mesi e non tre con un'ulteriore deroga, ormai concessa da
anni, indipendentemente dal colore politico del governo in carica.
L'associazione teme invece che Slowfish continui ad essere solo una
vetrina di promozione del consumo di pesci, a favore di uno sforzo di
pesca sempre più tecnologico e rapace; e colpevole di uno spopolamento
marino che ha ormai raggiunto livelli impressionanti, con la costante
diminuzione, fino al 50%, di tre quarti delle 550 specie commestibili,
alcune delle quali in via di estinzione. L'ENPA savonese rivolge infine
un appello a Regione Liguria e Slowfood: la cultura ed il rispetto del
mare non possono ignorare le sofferenze che subiscono gli animali
pescati; si abbia il coraggio morale di condannare i menu con aragoste
e crostacei tenuti sul ghiaccio per finire bolliti vivi, pesci guizza
nti passati direttamente dall'acquario alla padella, o polpi accecati e
bastonati appena pescati per "arricciarli".R.C.
CORRIERE DI SIENA 28 FEBBRAIO 2009
Palio - Programma di addestramento.
Le previsite degli animali saranno il 7 e l’8 marzo. Le date e gli orari decisidalla commissione.
Siena - Ecco il programma di addestramento dei
cavalli ammessi all'Albo per questo anno, stabilito dalla Commissione
tecnica Comunale. Le date Martedì 17 marzo - Mociano; martedì 24 marzo
- Mociano; sabato 28 marzo - Monticiano; sabato 4 aprile - Monteroni
d'Arbia; giovedì 9 aprile - Mociano; martedì 14 aprile - Monticiano;
martedì 21 aprile - Mociano; giovedì 30 aprile - Monticiano; martedì 5
maggio - Mociano; sabato 9 maggio - Monteroni d'Arbia; sabato 16 maggio
- Monticiano; martedì 19 maggio - Mociano; martedì 26 maggio - Mociano;
sabato 6 giugno - Monticiano; giovedì 11 giugno - Mociano; martedì 16
giugno - Mociano. Gli orari Le previsite degli animali, per i quali è
stata richiesta l'iscrizione saranno effettuate il 7 e l'8 marzo (in
caso di necessità anticipate a venerdì 6 nel pomeriggio), previa
comunicazione ai proprietari. I cavalli ammessi all'Albo 2009 potranno
essere addestrati dal 16 di marzo nelle piste del circuito comunale,
messe a disposzione gratuitamente, con ques
ta calendarizzazione: a
Mociano dal 16 marzo al 31 agosto il lunedì dalle 8,30 alle ore 12 e
dalle 16,30 alle 19; martedì: dalle 17 alle ore 19,30; mercoledì: dalle
ore 16,30 alle ore 19; giovedì: dalle 17 alle ore 19,30; venerdì: dalle
8,30 alle 12; a Monteroni d'Arbia: dal 16 marzo fino al mese di giugno
incluso, ogni lunedì mattina dalle ore 7 alle ore 12 ed ogni venerdì
pomeriggio dalle ore 16 alle ore 19. A Monticiano giovedì 26 marzo
(dalle ore 9 alle ore 12) venerdì 10 aprile (dalle ore 9 alle ore 12)
martedì 28 aprile (dalle ore 16 alle ore 19) giovedì 14 maggio (dalle
ore 16 alle ore 19) giovedì 28 maggio (dalle ore 16 alle ore 19)
giovedì 4 giugno (dalle ore 16 alle ore 19) martedì 9 giugno (dalle ore
8,30 alle ore 11,30)
IL TIRRENO 27 FEBBRAIO 2009
Un centro specializzato dove rieducare Duncan
PIOMBINO (LI). Un trattamento di
tre mesi con istruttori qualificati per la rieducazione di cani
soggetti a traumi importanti. L’Enpa di Piombino ha già avviato i
contatti per trasferire Duncan in un centro specializzato nazionale,
disposto ad accogliere temporaneamente l’american Staffordshire
terrier. Un canile particolare, che i gestori ci chiedono di mantenere
anonimo anche nella sua localizzazione, dal momento che ospita molti
cani da combattimento sottratti alla malavita. «I cani che arrivano da
noi sono valutati immediatamente da un veterinario comportamentale -
spiegano i gestori del centro - poi li sottoponiamo a uno screening
sanitario completo. Solo dopo una seconda valutazione sul comportamento
dei cani inizia il percorso di riabilitazione con gli istruttori e gli
educatori». Il trattamento riabilitativo standard dura tre mesi. «I
tempi variano in base ai problemi diversi riscontrati nei cani che
abbiamo in cura - spiegano - talvolta il recupero avviene prima dei tre
mes
i stabiliti. Al termine del trattamento il veterinario
comportamentista certifica la guarigione e il cane può essere dato di
nuovo in affidamento».
LIBERO 28 FEBBRAIO 2009
ANIMALI: UNA MUCCA PER AMICA, SI PUO' ADOTTARE UN BOVINO CON 60 EURO
Trento - Una mucca
per amica. Si chiamano Brunilde, Elvira o Birba. Abitano in una delle
quattordici malghe distribuite sul territorio della Valsugana e del
Lagorai. Possono essere bruna alpina, grigio alpina, frisona, pezzata
rossa e razza rendena. Sono le 140 vacche che ogni cittadino puo' far
diventare proprie "amiche" grazie all'iniziativa "Adotta una mucca".
Dall'apposito depliant o direttamente dal sito dell'Apt e' possibile
sceglierne una: ciascuna possiede una carta d'identita' con fotografia
di riconoscimento, nome proprio e nome del malghese che la accudisce,
data di nascita, razza ed indicazioni per raggiungere la malga che la
ospita. Aderire al progetto e' semplice: al costo di 60 euro, 10 dei
quali vengono devoluti in beneficenza, si puo' adottare a distanza un
bovino. I "genitori" potranno degustare poi una serie di prodotti
caseari per un valore equivalente alla quota versata, creati con il
latte della mucca scegliendo tra ricotte, burro, formaggio o tose'la.
L'unico vincolo e' quello di andarseli a prendere direttamente in
malga: questa gita in montagna diventa quindi un'occasione per
conoscere la proprio animale ed il malgaro che l'ha accudita durante il
periodo di alpeggio. Nel 2008 sono stati adottati 245 capi, sia da
parte di residenti sia, nella maggior parte dei casi, da persone
provenienti da fuori provincia. Ma non finisce qui, perche' legata a
questa iniziativa ce ne sono altre tre, lanciate sempre dall'Apt
Valsugana. La seconda proposta si chiama "Consumiamo piu' prodotti
trentini": si puo' esplorare il territorio per scoprirne i sapori
tipici e aumentare cosi' la consapevolezza dell'importanza di
un'alimentazione sana e genuina.Per ogni prodotto presentato nel
progetto viene offerta infatti la possibilita' di visitare le aziende e
apprendere, direttamente dai produttori, le tecniche di lavorazione e
di trasformazione delle materie prime. I negozi che sostengono questa
"filiera corta" sono protagonisti del progetto "Prodotti a km 0: dal
produttore al consumatore", in stretta collaborazione con La Strada del
Vino e dei Sapori. Infine, per favorire la promozione della produzione
agricola, il rispetto dell'ambiente, ma anche recupero delle tradizioni
locali, e' nata l'idea del "Malghese per un giorno", che consente di
vivere un'intera giornata in quota, scoprendo gli antichi mestieri.
Ogni martedi', dal 16 giugno al 15 settembre, si puo' prendere parte a
questo vero e proprio viaggio nel tempo e nella natura.
Modena -
A Carpi, nella campagna vicino alla frazione di Cortile, un cane
lasciato libero dal proprio padrone ha azzannato e ucciso una lepre che
stava attraversando un prato con i propri cuccioli. Alcuni cittadini
che hanno assistito alla scena hanno avvisato i volontari del Centro
fauna selvatica 'Il Pettirosso' di Modena che hanno salvato i due
leprotti rimasti orfani, ora ospiti nella sede del Centro in via
Nonantolana 1217 in attesa di essere liberati non appena saranno
autosufficienti.
Nei giorni scorsi a Pavullo un cane, anche in questo
caso lasciato libero dal padrone, ha ucciso un capriolo. Altri casi di
caprioli uccisi da cani domestici sono stati segnalati nelle scorse
settimane a S.Michele dei Mucchietti, Guiglia, Riccò e Montefiorino. E
nei mesi scorsi, inoltre, nei parchi pubblici di Modena diversi germani
reali sono stati uccisi o feriti da cani, anche in questi casi lasciati
liberi dai proprietari.
Come ricordano gli agenti della polizia
provinciale, i proprietari, se individuati, rischiano una doppia
sanzione: per aver violato l’obbligo di tenere al guinzaglio il proprio
cane negli spazi aperti, o comunque di averlo sempre sotto diretto
controllo, e per aver procurato un danno alla fauna selvatica che è un
patrimonio pubblico.
Il Centro opera sulla base di una convezione con
la Provincia di Modena per il recupero e il salvataggio della fauna
selvatica in difficoltà.
Per le segnalazioni e richieste di intervento
sono attivi 24 ore su 24 i numeri telefonici: 339/8183676 e 339/3535192
oppure si può chiamare il 118.
LA ZAMPA.IT 28 FEBBRAIO 2009
Australia, le tartarughe salvate dai ragazzini
Un verme marino le sta uccidendo, piccoli volontari corrono in soccorso
STEFANO GULMANELLI
CLAYTON (Australia del Sud) - Kyle ha dodici anni e vive a Clayton, un
villaggio di 486 abitanti affacciato sul Lake Alexandrina, uno dei due
laghi che il fiume più lungo d'Australia, il Murray, forma prima di
gettarsi nell'oceano del Sud. Al pomeriggio la sua è ormai una routine:
torna da scuola, mangia un boccone, s'infila gli stivali di gomma e
scende nella baia, entrando nell'acqua fino al ginocchio, facendosi
largo fra i canneti che bordano la riva, lo sguardo fisso sul fondo
melmoso. Normalmente non gli servono più di un paio di minuti per
trovare la prima delle sue prede di giornata: una tartaruga. O meglio,
quella che, avvolta da un'enorme escrescenza calcarea sul carapace,
s'intuisce essere una tartaruga, con il collo faticosamente proteso in
avanti e le zampe che a stento trascinano un peso ormai insostenibile.
È quanto ormai accade a tutte le tartarughe del sistema estuarino del
Murray: un verme tubuliforme marino, insediatosi in queste acque (un
tempo tutt'al più salmastre, oggi salate), tesse una fitta rete di
incrostazioni sul guscio dell'animale fino ad avvolgerlo completamente.
La conseguenza è fatale: la tartaruga o annega soffocata dall'eccesso
di peso o non riesce più a ritrarre nel guscio testa e arti, che
restano alla mercé dei predatori. Una volta intrappolate in questa
gabbia calcarea, l'unica speranza di salvezza viene da Kyle e dai tanti
ragazzi della zona che, come lui, da mesi raccolgono le tartarughe e le
portano nel cortile di casa, dove con un cacciavite le ripuliscono
dalle incrostazioni. Una volte «liberate», le mettono qualche giorno in
vasche d'acqua dolce, perché si riprendano e possano affrontare il
trasferimento qualche decina di chilometri più a monte, dove le acque
del fiume sono tuttora dolci e il verme marino non può diffondersi.
«Questo non è che uno degli effetti più evidenti e drammatici del
flusso sempre più ridotto del Murray» dice Christine Jackson, maestra
elementare a Clayton e ispiratrice dell'iniziativa di salvataggio
delle tartarughe, assurto in zona a vero e proprio programma
scolastico. In effetti il fiume che corre per tremila chilometri nel
continente australe, fungendo da spina dorsale idrica del Paese, è ogni
anno più scarico. In parte a causa dell'eccesso di prelievi a monte
fatti da agricoltori e allevatori, in parte per la persistente siccità,
che in tanti qui iniziano a mettere in relazione diretta al
riscaldamento globale. È talmente poca l'acqua che riesce ad arrivare a
valle che il flusso di marea dall'oceano finisce per penetrare per
chilometri nell'area estuarina. Trasformando in un acquitrino salato
quello che era un ecosistema solo leggermente salmastro, mantenuto in
delicato equilibrio dall'alternarsi del prevalere ora della spinta del
fiume, ora della marea oceanica. «Ci sono punti dei due laghi in cui la
salinità è dieci volte superiore a quella mai registrata in precedenza»
dice Henry Jones, ultimo di una famiglia che da sei generazioni pesca
nei Lower Lakes - come vengono chiamati l'Alexandrina e l'Albert, i
due laghi formati dal Murray a fine corsa. Le tartarughe non sono le
sole a vedere compromesse da questo stravolgimento ambientale le loro
prospettive di sopravvivenza. E' tutto l'ecosistema dell'area
denominata Coorong - i laghi e una striscia costiera che si estende per
un centinaio di chilometri verso Sud-Est - a essere in pericolo. La
regione è un piccolo Eden in cui - grazie all'abbondanza di cibo
(pesci, piante, crostacei) finora messa a disposizione dalla Natura -
più di un centinaio di uccelli (un terzo dei quali a rischio di
estinzione) vengono a nidificare. Non a caso è uno dei siti coperti
dalla Convenzione di Ramsar, il trattato per la protezione dell'habitat
degli uccelli acquatici. La lenta morte cui sta andando incontro il
Coorong potrebbe essere il colpo di grazia per molte di queste specie
volatili. E per l'Australia questo sarebbe un disastro ambientale ma
anche politico, perché diverrebbe il primo Paese a "perdere" un sito
protetto dalla Convezione. Anche per questo svariati ministri, con il
premier Kevin Rudd in testa, sono venuti in visita a Clayton, Milang e
le altre cittadine affacciate sui Lower Lakes: tutti scioccati dallo
spettacolo di tartarughe ridotte a coralli semoventi e tutti ripartiti
con la promessa solenne che qualcosa verrà fatto per salvare il Murray
e il Coorong National Park che da esso dipende. In attesa che la
politica trovi questo qualcosa, a dare una chance di sopravvivenza alle
tartarughe dei Lower Lakes saranno giovani di buona volontà, come Kyle.
LA ZAMPA.IT 27 FEBBRAIO 2009
Aggressione e violenza a quell'età sono sempre un errore
RAFFAELLO MASCI
David Magnaghi, lei insegna
Psicologia all’università di Roma. Che effetto le fa la proposta di
abbassare l’età di accesso alla caccia?
«Come psicologo posso dire che
è sbagliata, per vari aspetti. Il primo è quello dell’uso delle armi
che, anche quando il loro utilizzo è ritualizzato in un’attività
sportiva, introducono nella vita di un giovane in formazione la
categoria dell’aggressione come strumento di rapporto col mondo. Poi c’
è l’aspetto della violenza sugli animali, cioè su quei viventi
percepiti e vissuti come più deboli».
La caccia è sempre stata questo,
o no?
«No, non è sempre stata così. Al di là delle perplessità che
ciascuno di noi può avere sull’etica del cacciare, un tempo questa
attività era vissuta come elemento basilare del vivere: era un modo per
procurarsi un’integrazione alimentare, avveniva all’interno di un
sistema di regole perché bisognava fare in modo che le prede non
scomparissero l’anno successivo. Ora, invece, nelle società urbane
affrancate dal bisogno la caccia è una manifestazione di violenza
gratuita verso viventi indifesi, una pratica di morte che non ha alcun
rapporto con le necessità umane».
Questo, però, vale per tutti, non
solo per i ragazzi...
«Sì, ma nel caso dei giovanissimi il segnale che
giunge è ancora più forte e devastante, perché si tratta di persone non
ancora strutturate, più insicure, esposte a una società altamente
competitiva. Inserire all’interno del loro percorso di crescita fattori
di violenza come la caccia agli animali, la morte, la disponibilità di
armi come atto di sopraffazione gratuito, significa veicolare elementi
pericolosi per la convivenza sociale».
SONDAGGIO
Si sta pensando di
abbassare a 16 anni l'età per andare a caccia. Siete favorevoli?
http://www.lastampa.it/sondaggi/cmsVota.asp?IDsondaggio=1245
LA ZAMPA.IT 27 FEBBRAIO 2009
Cacciatori a sedici anni, nel mirino c'è la riforma
Il centrodestra: fucile ai ragazzi, purché accompagnati da un adulto
RAFFAELLO MASCI
La proposta è di quelle destinate a suscitare talmente
tante polemiche che secondo il senatore del Pd Roberto Della Seta «non
approderà a nulla». Ma intanto in Senato c’è e fa discutere: abbassare
a 16 anni l’età per andare a caccia. L’istanza si trova all’interno del
testo unico a cui sta lavorando il senatore ligure del Pdl Franco Orsi.
A lui sono toccati l’onere e la fatica di raccogliere in un testo
condiviso le 9 proposte che parlamentari di centrodestra hanno
depositato in Senato.
In commissione Ambiente era stata sollevata l’
esigenza di rivedere la legge 157 del ‘92, una specie di Bibbia della
caccia che ormai richiedeva un intervento di manutenzione
straordinaria. In questo clima c’è stata una gara di idee da parte di
parlamentari Pdl, tutte nella direzione di un’ampia deregulation. Orsi
ha cercato di trovare una linea comune smussando le asperità più
controverse. Il risultato: di 37 articoli della vecchia norma 21
saranno modificati. Quello che ha suscitato più attenzione è il 12 che
al comma 8-bis recita: «Chi abbia compiuto il sedicesimo anno di età e
abbia superato l’esame per l’abilitazione all’esercizio venatorio
riceve dalla questura competente per territorio un attestato di
tirocinio», in cui sono riportati i nomi di tre cacciatori con licenza
da almeno 5 anni, uno dei quali dovrà sempre accompagnare «il
tirocinante al quale il fucile è reso in comodato».
Quindi, un fucile
in mano ai sedicenni. Orsi precisa: «I sedicenni non potranno avere il
porto d’armi né potranno recarsi a caccia da soli. Dovranno chiedere
una specie di foglio rosa per essere introdotti all’attività venatoria,
presentando una richiesta di utilizzo del fucile vidimata da chi
esercita la patria potestà. E, dovranno essere indicati alle autorità
di polizia i tre cacciatori, con licenza da almeno cinque anni, che si
facciano carico di accompagnare il ragazzo, uno alla volta».
Una serie
di vincoli, dunque, ma resta da chiedersi perché sia necessario questo
rito di iniziazione in così verde età. «Si tratta - spiega Orsi - di
stabilire una filiera di continuità nell’attività venatoria, da padre
in figlio, una tradizione che si perpetua». E perché scandalizzarsi
tanto, aggiunge il parlamentare, quando «a sedici anni si possono
comprare sigarette, si può bere whisky, si può condurre una moto e
sparare in poligono. E la caccia no?».
Guerra di religione
Il tono è
perentorio e rivendicativo, tant’è che Della Seta - capogruppo Pd in
commissione Ambiente - è scettico: «Noi saremmo, in linea di principio,
disponibili a rivedere la 157, ma la norma sui sedicenni ci sembra,
francamente, un segnale discutibile che mandiamo al Paese. E’ pur
sempre un’arma in mano a un ragazzo. E poi al centro di tutto c’è il
cacciatore e non il principio costituzionale della tutela della fauna
selvatica. Non vorrei che questa norma riaccendesse la guerra di
religione tra cacciatori e animalisti, altrimenti non veniamo a capo di
alcuna riforma».
La Lipu (Lega per la protezione degli uccelli), così
come altre associazioni, sta già facendo una battaglia preventiva. «Non
ci convince la caccia a 16 anni - dice il direttore Claudio Celada - e
questo è ovvio, ma non ci piacciono neppure il prolungamento della
caccia oltre il tramonto, l’indebolimento delle protezioni per la
fauna, le varie forme di deregulation». Fin qui la disputa. E pensare
il ddl non è stato ancora presentato.
TG COM 27 FEBBRAIO 2009
Cacciatori a sedici anni
Il Pdl propone modifiche alla legge 157
Arriva in Senato una proposta destinata sollevare un polverone tra gli
schieramenti politici: vale a dire, abbassare a 16 anni l’età per
andare a caccia. L’istanza si trova all’interno di un testo unico al
quale sta lavorando il senatore del Pdl, Franco Orso, che ha il compito
di sintetizzare le proposte dei suoi colleghi piddiellini sulla riforma
della legge 157 del 1992 che finora ha regolato l’attività venatoria.
Da tempo, infatti, in commissione Ambiente era stata sollevata l’
esigenza di una sorta di restyling sulla materia con un risultato
sorprendente: di 37 articoli della vecchia norma, ben 21 saranno
modificati. E tra questi c’è quello che fa discutere, il 12, che al
comma 8 bis tocca un tasto delicato: “Chi abbia compiuto il sedicesimo
anno d’età – così è scr itto – e abbia superato l’esame per l’
abilitazione all’esercizio venatorio, riceve dalla questura competente
per territorio un attestato di tirocinio” in cui sono scritti i nomi di
tre cacciatori con licenza da almeno 5
anni che dovranno accompagnare
(uno alla volta) “il tirocinante al quale il fucile è reso in comodato”.
Questo significa che i sedicenni potranno usare il fucile, però, spiega
bene Orsi, “non potranno avere il porto d’armi né potranno recarsi a
caccia da soli”. Insomma, dei limiti ci sono. E’ una proposta, aggiunge
il senatore del Pdl, “per stabilire una filiera di continuità nell’
attività venatoria, da padre in figlio, una tradizione che si perpetua”.
Ma, come era prevedibile, subito arrivano le polemiche. Dal Pd il
capogruppo della commissione Ambiente, Della Seta, non nasconde le sue
perplessità: “Noi saremmo in linea di principio disponibili a rivedere
la 157, ma la norma dei sedicenni ci sembra, francamente, un segnale
discutibile che mandiamo al Paese. E’ pur sempre un’arma in mano a un
ragazzo”. E dalla Lipu, la lega per la protezione uccelli, arriva
subito un avvertimento: “Non ci convince – spiega il direttore Claudio
Celada - la caccia a 16 anni, ma non ci piacciono neppure
il
prolungamento della caccia oltre il tramonto, l’indebolimento delle
protezioni per la fauna, le varie forma di deregulation”. Insomma, la
battaglia è appena cominciata.
IL GIORNALE 28 FEBBRAIO 2009
La tendenza Regola numero uno: risparmiare. E arriva un'’ondata di pellicole con cani protagonisti
Meglio un cane attore, che un attore cane. La conferma di questa linea di pensiero viene da Hollywood, che
mai come ora, durante la crisi più severa dal 1929, preferisce
ingaggiare i quattrozampe per pellicole a misura di famiglia. E se in
«Io & Marley», blockbuster da Natale, un nevrotico labrador surroga gli
inesistenti rapporti umani dei padroni («nessun umano ti accetta come
sei», sospira Owen Wilson, che corre a perdifiato sulla «Bau Beach» di
Miami, dietro al suo cucciolo) e la protagonista, Jennifer Aniston,
danza col bestione, «Hotel Bau» (fessa traduzione di «Hotel for Dogs»)
dimostra come gli studios possano fare a meno di bipedi sindacalizzati
e cocainomani (con quello che costano... senza contare i tentativi di
suicidio, vedi quello, recente, di Owen Wilson, abbandonato da Kate Hudson). Finiti i tempi delle vacche grasse, sono arrivati i magri
cagnetti di «Beverly Hills Chihuaua», con Drew Barrymore pronta a dare
almeno la voce alla viziatissima cagnolina messicana Chloe,
etestabile quanto i minicani da borsetta, spesso sfoggiati da Paris
Hilton ed Elisabetta Canalis, vittime della moda. Neanche un’'icona del
Tibet come Richard Gere è sfuggita alla cinomania, girando «Hachiko: A
dog’s Story» (diretto da Lasse Hallstrom), film ispirato alla storia
vera dI ’un professore universitario, che adotta un cane e poi lo tratta
come un figlio. In quest'’anno da cani, Jeff Bridges non si è fatto
mancare «A dog Year», mentre Steven Spielberg prepara il suo «Tintin»,
dal celebre fumetto anni Trenta. Non sarà vera gloria, ma intanto è
autentico risparmio.
IL GAZZETTINO 28 FEBBRAIO 2009
Da oggi volontari a lavoro per mettere le reti salva rospi
CROCETTA DEL MONTELLO (TV) - (L.Bel.) Un folto gruppo di volontari appartenenti a
diverse associazioni inizieranno oggi i lavori di posa delle reti di
protezione per la migrazione dei rospi "Bufo-bufo" che tra breve e con
un certo ritardo per il gran freddo dei giorni scorsi, si trasferiranno
dal Montello per recarsi sulle rive del Piave per deporre le uova.
"Abbiamo lanciato un appello - dice il presidente del Consorzio del
Bosco Montello Aldo Susan - per trovare delle persone disponibili a
darci una mano. L'invito è stato recepito e sabato mattina saremo
presenti nel territorio di Crocetta del Montello per posare le reti e
per sistemare quelle già esistenti danneggiate per lo sfalcio
dell'erba". "Il comune di Crocetta del Montello - aggiunge il sindaco
ha acquistato un chilometro di rete per poter consentire così
l'intervento di protezione dei rospi. Le zone interessate sono quelle
che riguardano la Panoramica dalle prese 15-16 al Cippo degli Arditi.
Il nostro comune si è messo ben
volentieri a disposizione per tutelare
questi animali importanti. Sarebbe però opportuno che l'intervento non
si fermasse soltanto a quello legato alla deposizione delle uova, ma
che venisse allargato anche nel momento in cui i rospi ritornano dal
Piave nel Montello con un adeguato intervento di smobilitazione delle
reti posate in precedenza".
SAVONA NEWS 28 FEBBRAIO 2009
Savona: l'Enpa interviene sull'evento Slowfish di aprile
Savona - Affinché
Slowfish, la manifestazione organizzata a Genova dal 17 al 20 aprile
dalla Regione Liguria e da Slowfood, diventi davvero una "rassegna
della pesca sostenibile", la Protezione Animali savonese chiede ai due
enti di sostenere la sua richiesta di non concedere la proroga della
pesca al bianchetto per il mese di aprile.
L'Enpa aveva criticato nel
gennaio scorso l'ennesima autorizzazione data per due mesi, scrivendo
al Ministero una lettera di protesta chiedendo, almeno, che fossero
solo due mesi e non tre con un'ulteriore deroga, ormai concessa da
anni, indipendentemente dal colore politico del governo in carica.
L'associazione teme invece che Slowfish continui ad essere solo una
vetrina di promozione del consumo di pesci, a favore di uno sforzo di
pesca sempre più tecnologico e rapace; e colpevole di uno spopolamento
marino che ha ormai raggiunto livelli impressionanti, con la costante
diminuzione, fino al 50%, di tre quarti delle 550 specie commestibili,
alcune delle quali in via di estinzione. L'ENPA savonese rivolge infine
un appello a Regione Liguria e Slowfood: la cultura ed il rispetto del
mare non possono ignorare le sofferenze che subiscono gli animali
pescati; si abbia il coraggio morale di condannare i menu con aragoste
e crostacei tenuti sul ghiaccio per finire bolliti vivi, pesci guizza
nti passati direttamente dall'acquario alla padella, o polpi accecati e
bastonati appena pescati per "arricciarli".R.C.
CORRIERE DI SIENA 28 FEBBRAIO 2009
Palio - Programma di addestramento.
Le previsite degli animali saranno il 7 e l’8 marzo. Le date e gli orari decisidalla commissione.
Siena - Ecco il programma di addestramento dei
cavalli ammessi all'Albo per questo anno, stabilito dalla Commissione
tecnica Comunale. Le date Martedì 17 marzo - Mociano; martedì 24 marzo
- Mociano; sabato 28 marzo - Monticiano; sabato 4 aprile - Monteroni
d'Arbia; giovedì 9 aprile - Mociano; martedì 14 aprile - Monticiano;
martedì 21 aprile - Mociano; giovedì 30 aprile - Monticiano; martedì 5
maggio - Mociano; sabato 9 maggio - Monteroni d'Arbia; sabato 16 maggio
- Monticiano; martedì 19 maggio - Mociano; martedì 26 maggio - Mociano;
sabato 6 giugno - Monticiano; giovedì 11 giugno - Mociano; martedì 16
giugno - Mociano. Gli orari Le previsite degli animali, per i quali è
stata richiesta l'iscrizione saranno effettuate il 7 e l'8 marzo (in
caso di necessità anticipate a venerdì 6 nel pomeriggio), previa
comunicazione ai proprietari. I cavalli ammessi all'Albo 2009 potranno
essere addestrati dal 16 di marzo nelle piste del circuito comunale,
messe a disposzione gratuitamente, con ques
ta calendarizzazione: a
Mociano dal 16 marzo al 31 agosto il lunedì dalle 8,30 alle ore 12 e
dalle 16,30 alle 19; martedì: dalle 17 alle ore 19,30; mercoledì: dalle
ore 16,30 alle ore 19; giovedì: dalle 17 alle ore 19,30; venerdì: dalle
8,30 alle 12; a Monteroni d'Arbia: dal 16 marzo fino al mese di giugno
incluso, ogni lunedì mattina dalle ore 7 alle ore 12 ed ogni venerdì
pomeriggio dalle ore 16 alle ore 19. A Monticiano giovedì 26 marzo
(dalle ore 9 alle ore 12) venerdì 10 aprile (dalle ore 9 alle ore 12)
martedì 28 aprile (dalle ore 16 alle ore 19) giovedì 14 maggio (dalle
ore 16 alle ore 19) giovedì 28 maggio (dalle ore 16 alle ore 19)
giovedì 4 giugno (dalle ore 16 alle ore 19) martedì 9 giugno (dalle ore
8,30 alle ore 11,30)
IL TIRRENO 27 FEBBRAIO 2009
Un centro specializzato dove rieducare Duncan
PIOMBINO (LI). Un trattamento di
tre mesi con istruttori qualificati per la rieducazione di cani
soggetti a traumi importanti. L’Enpa di Piombino ha già avviato i
contatti per trasferire Duncan in un centro specializzato nazionale,
disposto ad accogliere temporaneamente l’american Staffordshire
terrier. Un canile particolare, che i gestori ci chiedono di mantenere
anonimo anche nella sua localizzazione, dal momento che ospita molti
cani da combattimento sottratti alla malavita. «I cani che arrivano da
noi sono valutati immediatamente da un veterinario comportamentale -
spiegano i gestori del centro - poi li sottoponiamo a uno screening
sanitario completo. Solo dopo una seconda valutazione sul comportamento
dei cani inizia il percorso di riabilitazione con gli istruttori e gli
educatori». Il trattamento riabilitativo standard dura tre mesi. «I
tempi variano in base ai problemi diversi riscontrati nei cani che
abbiamo in cura - spiegano - talvolta il recupero avviene prima dei tre
mes
i stabiliti. Al termine del trattamento il veterinario
comportamentista certifica la guarigione e il cane può essere dato di
nuovo in affidamento».
LIBERO 28 FEBBRAIO 2009
ANIMALI: UNA MUCCA PER AMICA, SI PUO' ADOTTARE UN BOVINO CON 60 EURO
Trento - Una mucca
per amica. Si chiamano Brunilde, Elvira o Birba. Abitano in una delle
quattordici malghe distribuite sul territorio della Valsugana e del
Lagorai. Possono essere bruna alpina, grigio alpina, frisona, pezzata
rossa e razza rendena. Sono le 140 vacche che ogni cittadino puo' far
diventare proprie "amiche" grazie all'iniziativa "Adotta una mucca".
Dall'apposito depliant o direttamente dal sito dell'Apt e' possibile
sceglierne una: ciascuna possiede una carta d'identita' con fotografia
di riconoscimento, nome proprio e nome del malghese che la accudisce,
data di nascita, razza ed indicazioni per raggiungere la malga che la
ospita. Aderire al progetto e' semplice: al costo di 60 euro, 10 dei
quali vengono devoluti in beneficenza, si puo' adottare a distanza un
bovino. I "genitori" potranno degustare poi una serie di prodotti
caseari per un valore equivalente alla quota versata, creati con il
latte della mucca scegliendo tra ricotte, burro, formaggio o tose'la.
L'unico vincolo e' quello di andarseli a prendere direttamente in
malga: questa gita in montagna diventa quindi un'occasione per
conoscere la proprio animale ed il malgaro che l'ha accudita durante il
periodo di alpeggio. Nel 2008 sono stati adottati 245 capi, sia da
parte di residenti sia, nella maggior parte dei casi, da persone
provenienti da fuori provincia. Ma non finisce qui, perche' legata a
questa iniziativa ce ne sono altre tre, lanciate sempre dall'Apt
Valsugana. La seconda proposta si chiama "Consumiamo piu' prodotti
trentini": si puo' esplorare il territorio per scoprirne i sapori
tipici e aumentare cosi' la consapevolezza dell'importanza di
un'alimentazione sana e genuina.Per ogni prodotto presentato nel
progetto viene offerta infatti la possibilita' di visitare le aziende e
apprendere, direttamente dai produttori, le tecniche di lavorazione e
di trasformazione delle materie prime. I negozi che sostengono questa
"filiera corta" sono protagonisti del progetto "Prodotti a km 0: dal
produttore al consumatore", in stretta collaborazione con La Strada del
Vino e dei Sapori. Infine, per favorire la promozione della produzione
agricola, il rispetto dell'ambiente, ma anche recupero delle tradizioni
locali, e' nata l'idea del "Malghese per un giorno", che consente di
vivere un'intera giornata in quota, scoprendo gli antichi mestieri.
Ogni martedi', dal 16 giugno al 15 settembre, si puo' prendere parte a
questo vero e proprio viaggio nel tempo e nella natura.
Animalie animali 4 MARZO 2009
ANNUNCIATA STRAGE DI SCOIATTOLI GRIGI, INTERROGAZIONE A GIUNTA LOMBARDIA
Presentata dai consiglieri Monguzzi e Saponaro
Nei giorni scorsi il Ministero dell’Ambiente annunciava l’
intenzione di siglare un Protocollo d’Intesa con le Regioni Lombardia e
Piemonte, al fine di coordinare interventi di eradicazione dello
Scoiattolo grigio presente nel territorio italiano da circa 70 anni, ma
considerato specie alloctona e antagonista dell’autoctono scoiattolo
rosso. In seguito alle contestazioni della LAV, i Consiglieri Regionali
Verdi, Carlo Monguzzi e Marcello Saponaro, hanno presentato ieri l’
interrogazione n.1183 alla Giunta Regionale.“Per il monitoraggio della
popolazione delle diverse specie animali che di volta in volta sono
considerate in sovrannumero e/o nocive, le istituzioni e gli enti
preposti prediligono attuare vere e proprie stragi anziché pianificare
per tempo piani di sterilizzazione e comunque prediligere metodi
incruenti – dichiara Simone Pavesi, Coordinatore LAV Lombardia – Per il
caso dello Scoiattolo grigio, ci sono tuttavia una serie di dubbi circa
l’effettiva entità dei danni provocati
, la sua presenza nel
territorio, gli studi condotti circa la possibilità di ricorrere alla
sterilizzazione”.“Ricordiamo alla Regione Lombardia – conclude Pavesi –
che solo pochi mesi fa è entrato in vigore il nuovo Statuto d’
autonomia, nel quale è sancito l’impegno della Regione nella protezione
della biodiversità e nella promozione del rispetto per gli animali:
organizzare stragi di animali è una vera e propria contraddizione”.
Su
proposta della LAV, i Consiglieri Monguzzi e Saponaro hanno presentato
ieri una interrogazione alla Giunta regionale per fare chiarezza circa
le “responsabilità” dello scoiattolo grigio in merito al presunto calo
della popolazione del “cugino” scoiattolo rosso e per sapere:
Quali
metodi di rilevazione sono stati adottati per quantificare la presenza
dello scoiattolo grigio “Sciurus carolinensis” e dello scoiattolo
rosso “Sciurus vulgaris” nel territorio regionale e quali sono i dati
rilevati nella quantificazione delle due specie.
L’entità dei danni
eventualmente attribuibili alla presenza dello scoiattolo grigio e la
documentazione comprovante l’effettiva attribuzione degli stessi allo
scoiattolo grigio.
Quale è stata la diffusione nel territorio regionale
dello scoiattolo grigio negli ultimi dieci anni.
Quali recenti studi
sono stati condotti e da chi nella valutazione di interventi di
competenza veterinaria per il controllo della popolazione di scoiattolo
grigio.
Se la Regione ritenga opportuno adottare piani di monitoraggio
della popolazione di scoiattolo grigio, tramite interventi di
sterilizzazione.
Se la Regione ritenga opportuno adottare con urgenza
un provvedimento per impedire l’importazione, il commercio, l’
allevamento e la deliberata immissione nel territorio regionale di
animali appartenenti a specie alloctone.
CORRIERE DI SIENA 4 MARZO 2009
Abbadia (SI) - Vitelli vaganti uccisi, ma è polemica
Sono stati interrati, ma la gente ha protestato per il troppo spreco.
Il sindaco vuole donare la carne dei prossimi abbattimenti.
Abbadia San Salvatore (SI) - Sono otto fino a oggi i vitelli vaganti in Val di
Paglia, pericolosi per la pubblica incolumità, abbattuti al di fuori di
una azienda agropastorale dalle forze di polizia incaricate di eseguire
la ordinanza dei comuni di Abbadia San Salvatore e Radicofani. Per
tutti si è proceduto all'interramento delle carcasse, trattandosi nella
maggior parte di animali non identificati e quindi per legge
tassativamente non destinati al consumo umano. Il primo vitello è stato
eliminato e interrato in località Il Moro, in un terreno privato. Nella
stessa zona ne sono stati abbattuti cinque, inumati questa volta nella
proprietà della Comunità Montana Amiata Val d'Orcia. Mentre agli ultimi
due si è sparato in zona Voltole, dove è avvenuto l' interramento. La
notizia ha molto indignato le persone che sono venute a conoscenza
delle scelte operate per la risoluzione del problema, sicuramente grave
e annoso, della presenza di questi animali nei terreni altrui, nonché
lungo i c
igli o addirittura nelle carreggiate delle strade (non solo
strade isolate di montagna, ma anche vie di intenso traffico, come la
Cassia). Innanzi tutto per la decisione di ricorrere tout court
all'intervento dei fucili e secondariamente per la scelta dello
smaltimento delle carcasse in tempi grami come quelli attuali, in cui
molti nel mondo vivono il problema della fame e, per riferirsi a casa
nostra, molte famiglie non riescono a arrivare a fine mese. Uno
schiaffo alla miseria! C'è chi ha detto. Ma se per i vitelli senza
marchio e quindi senza identificazione non c'è storia - la
identificazione è il primo anello della catena di controllo - il
problema della macellazione e quindi della destinazione di questa carne
alla alimentazione umana si pone per quei capi che posseggono tanto di
punzonatura, garanzia di controllo. Questi potrebbero essere soggetti a
macellazione di urgenza, una procedura complessa, ma non impossibile da
attuare, e destinati al consumo umano. Sembra questa la st
rada che
voglia intraprendere il sindaco di Abbadia San Salvatore, interpellato
da alcuni cittadini, ai quali ha fatto sapere che si sta impegnando per
donare la carne dei prossimi abbattimenti. Per il momento, però, tutti
si sono presi una pausa di riflessione. Anche se la consegna principale
è quella di fare fuoco esclusivamente sui vitelli non identificati.
L'interramento delle prime vittime è avvenuto secondo quanto stabilito
dal regolamento Ce, minimizzando i rischi all'acqua, all'aria, al
suolo, alla flora, alla fauna e le ripercussioni negative al paesaggio.
L'interramento è stato possibile, in quanto sono state scelte zone
isolate. Sarebbe stato possibile, però, fare scelte diverse, come
quella suggerita con saggezza salomonica da uno degli automobilisti
coinvolti in un incidente stradale. Eliminare sicuramente il pericolo
delle mandrie che pascolano lungo le strade, magari catturandole e
dandole in affidamento ai contadini della zona, ma non solo.
IL GAZZETTINO DI PADOVA 4 MARZO 2009
Colli 25 euro per ogni volatile catturato.
Ferdinando Garavello
Provincia di Padova - -È questa la
somma che il Parco spenderà per ridurre la popolazione dei corvidi nell’
area degli Euganei, dove si estenderà nelle prossime settimane il piano
messo in atto dalla Provincia per combattere le specie infestanti. La
presidente Chiara Matteazzi ha firmato infatti con il presidente della
Provincia, Vittorio Casarin, la convenzione per l’allargamento del
progetto di contenimento alla zona protetta. Il piano prevede l’
acquisto da parte dell’ente di una serie di gabbie, alcune delle quali
sono già state consegnate nella sede atestina di via Ca’ Mori, per la
cattura di corvi, cornacchie e gazze. La spesa per comprare l’
attrezzatura e avviare il piano provinciale è di circa 5 mila euro. E
qui viene il bello, perché i vertici del Parco colli hanno deciso di
attenersi alle indicazioni dell’istituto superiore per la protezione e
ricerca ambientale, ex Infs, sulla questione dei corvidi: la struttura
nazionale ha portato il tetto del numero di volatili da elimina
re ad
un massimo di 200 esemplari. Il che, messo a confronto con la spesa d’
avvio del piano di riduzione, porta la quotazione di una gazza a 25
euro. Niente male – volendo fare un irriverente confronto - se
paragonata ad una gallina, un gallo o un altro volatile da cortile,
che “viene” appena una manciata di euro. “Questo numero è stato
fissato – spiega una nota emessa dal Parco - per dare una risposta all’
emergenza creata da questi, uccelli che oltre ai danni alle colture
predano nidi e piccoli di numerose altre specie autoctone”. A portare
avanti il progetto nella zona protetta sarà il personale del Parco, già
impegnato nella lotta senza quartiere ai cinghiali degli Euganei. La
strada comune fra l’ente e palazzo Santo Stefano si interrompe qui,
perché sulle doppiette i due vivono da separati in casa. La Provincia,
tirata per la giacchetta da associazioni, federazioni e amanti della
due colpi, pare favorevole alla reintroduzione degli schioppi per
abbassare il numero degli animali n
ocivi. Come la volpe, che invece
non viene ritenuta affatto nociva da chi gestisce la fauna collinare. “
Non abbiamo avuto segnalazioni di danni causati dalle volpi negli
ultimi anni nell’area collinare, – sottolinea la Matteazzi – la volpe
quindi non si tocca, perché si tratta di una specie autoctona che non
crea problemi”. “Inoltre – continua la presidente del Parco – ribadisco
la nostra assoluta contrarietà a qualsiasi genere di caccia o di
collaborazione con le doppiette dei privati nella zona parco, dove non
si sparerà mai più”.
IL SECOLO XIX 4 MARZO 2009
Cuccioli dell'Est, l'allarme riguarda anche il Savonese
Consigli dell'enpa
Provincia di
Savona - L'allarme per i cuccioli dell'Est interessa anche la provincia
di Savona. A darne notizia è la Protezione animali, dopo il verificarsi
di casi di cuccioli acquistati e morti dopo pochi giorni. La maggior
parte degli animali interessati da questo problema provengono da
allevamenti piemontesi. L'ultimo caso sul quale stanno svolgendo
accertamenti le guardie zoofile dell'Enpa si è verificato ad Andora,
per un cucciolo acquistato a Torino. Gli animali, allevati da contadini
poco esperti e sottratti alla madre quando sono ancora lattanti,
vengono acquistati soprattutto in Polonia ed Ungheria a poche decine di
euro. Poi, con certificati fasulli e nascondendone la provenienza,
vengono rivenduti in Italia ad allevatori e negozianti. Ma almeno il
50% di questi esseri è destinato dopo pochi giorni a morte certa.
L'Enpa suggerisce sempre di non acquistare animali, ma di adottarli nei
canili. E se proprio si desidera acquistare un cucciolo, di seguirlo
fin da quando esce da
lla pancia della madre. C'è anche un decalogo per
evitare truffe, dal quale emerge anche di non acquistare cani e gatti a
mercati o fiere e di età inferiore ai tre mesi. M. S.
ROMAGNA OGGI 4 MARZO 2009
Ravenna: la Municipale recupera tre cani
RAVENNA - Gli agenti del Nucleo Vigilanza di Quartiere della Polizia Municipale di
Ravenna coadiuvati dagli operatori del canile municipale hanno fatto un
sopralluogo nell'abitazione di un ravennate di 85 anni il quale a
seguito di una malattia è stato ricoverato in ospedale lasciando soli 3
cani incustoditi.Date le precarie condizioni di salute del proprietario
che presuppongono un lungo un ricovero e il fatto che non vi sia alcun
familiare in grado di occuparsi del sostentamento dei cani, la Polizia
Municipale ha attivato la procedura di rinuncia che è stata
sottoscritta dal figlio dell'interessato residente fuori Ravenna. I tre
cani, meticci di media taglia ed un volpino sono stati ospitati al
canile municipale.
LA SICILIA 4 MARZO 2009 Aragona (AG)
Il randagismo dilaga «Si corra ai ripari»
Tonino Butera
Aragona (AG). Cresce il fenomeno del randagismo, ma anche l'inciviltà di dare in
pasto alle povere bestiole qualche polpetta avvelenata. Da 3 giorni due
carcasse di cani fanno brutta mostra di sé in via Cristo Re, a due
passi dall'ingresso secondario del cimitero, senza che nessuno provveda
a toglierle. Una situazione igienico sanitaria poco gradevole per i
passanti. E proprio il fenomeno del randagismo nel territorio della
cittadina delle Maccalube era uno dei punti all'ordine del giorno del
Consiglio comunale convocato dal presidente Gioacchino Volpe per lunedì
sera. La discussione del consigliere Duccio Cipolla ha messo in
evidenza l'esigenza della creazione di un canile visto che da qualche
tempo quello mai autorizzato ma realizzato da privati per amore verso
questi animali era stato chiuso per carenze igienico sanitarie. Il
Consiglio comunale ha dato mandato all'amministrazione, come atto di
indirizzo, di chiedere dei finanziamenti a Regione e Provincia per
realizzare un canile
municipale anche in consorzio con i paesi vicini.
L'altro punto all'ordine del giorno, la relazione del sindaco sugli
esperti e i consulenti, su richiesta dell'ex sindaco Bellanca e poi
portato ai voti è stato rinviato alla prossima seduta visto che la
relazione preparata dal primo cittadino era per l'anno 2007 e quindi in
questo modo oltre che dei due esperti, nominati in quell'anno, si
discuterà anche di una consulenza affidata nel 2008.
ROMAGNA OGGI 3 MARZO 2009
Forlì: 'task force' della Provincia per combattere il bracconaggio
Forlì (FC) - Giro di vite della provincia di Forlì-Cesena
contro il bracconaggio e l'uccisione di animali con esche avvelenate,
una pratica odiosa e ritenuta anche pericolosa per l'ambiente, per la
salute e l'incolumità della fauna e delle persone. Il Presidente della
Provincia Massimo Bulbi si è fatto promotore di una campagna di
controllo per combattere il fenomeno. La 'task force' sarà composta da
uomini del Corpo Forestale, Polizia Provinciale, Gev e Guardie
Volontarie In particolare, il presidente Bulbi ha istituito un tavolo
di lavoro coinvolgendo i Presidenti degli ATC (Ambiti Territoriali di
Caccia), la Polizia Provinciale, il Corpo Forestale dello Stato e le
Guardie Ecologiche Volontarie al fine di organizzare un coordinamento
di forze per combattere tali illegali pratiche intensificando tutte le
attività di controllo che gestirà una vigilanza più assidua nelle zone
maggiormente colpite dagli episodi criminosi. Parallelamente all'azione
di controllo sarà attiva una campagna
di sensibilizzazione ed
informazione della cittadinanza su tali pratiche illegali che,
ricordiamolo, costituiscono illeciti perseguibili penalmente. Dai
prossimi giorni, quindi, vedremo all'opera uomini del Corpo Forestale,
della Polizia Provinciale, delle GEV e delle Guardie Volontarie di
Associazioni Venatorie ed Ambientaliste in azioni di pattugliamento
coordinato nelle ore serali e notturne contro il bracconaggio e la
disseminazione delle esche avvelenate, che si auspica portino ad una
soluzione del problema.
LA SICILIA AGRIGENTO 4 MARZO 2009
Fontanelle (AG), arrivano gli accalappiacani
Eugenio Cairone
Fontanelle (AG) - Interverranno gli accalappiacani a Fontanelle per
liberare il territorio dai tanti randagi in circolazione. Lo ha
assicurato l'assessore comunale alla sanità Rosalda Passarello che
conosce benissimo il grave problema tant'è che è riuscita a far partire
un progetto sulla sterilizzazione degli animali. Per quanto riguarda
Fontanelle, il personale addetto alla cattura dei cani, provvederà a
trasportarli presso i veterinari convenzionati per la sterilizzazione e
ci si augura che le bestie possano essere accolti nel canile comunale.
L'importante è toglierle dalla strada e difenderle da chi si sente
assediato e potrebbe anche commettere qualche brutto gesto come,
purtroppo, è successo proprio dalle parti di Fontanelle. L'intervento
dell'assessore Passarello mira, tra l'altro, ad evitare spiacevoli
conseguenze agli animali. Nel quartiere, in via Alessio Di Giovanni e
nella piazzetta del centro commerciale, un branco sta esasperando i
residenti e i passanti e c'è chi pur plaudendo all'iniziativa di
istituire in città un ufficio per i diritti degli animali, si chiede
quando ci si prenderà cura di aprire anche uno sportello per difendere
i diritti delle persone, nel nostro caso "vittime" dei randagi che si
sono impossessati del territorio, inseguendo motorini e automezzi e
impedendo alla gente di recarsi a gettare la spazzatura nei cassonetti
dove loro stazionano minacciosi.
Praticamente ci troviamo di fronte ad
una delle tante emergenze di Fontanelle alla quale sta cercando di dare
una risposta l'assessore comunale alla sanità con la speranza che i
cani prelevati non facciano ritorno nella frazione. E a proposito di
cani, non randagi, c'è da dire che il senso civico di molti proprietari
non è per niente sviluppato. Anzi, non esiste proprio. Grazie alla
maleducazione di queste persone, infatti, il decoro dell'intero
quartiere è messo a serio rischio.
Malgrado esista, ormai da troppo
tempo, l'obbligo per i proprietari degli animali di usare paletta e
sacchetto nessuno lo rispetta con il risultato che ovunque a Fontanelle
è possibile imbattersi in deiezioni canine. Come dire che tutti
trasgrediscono l'ordinanza del sindaco senza incorrere nella sanzione
prevista, semplicemente perché non ci sono vigili urbani. Almeno a
Fontanelle.
ADN KRONOS 3 MARZO 2009
ANIMALI: CODACONS RICORRE A TAR LAZIO CONTRO ORDINANZA CANI PERICOLOSI
Roma - "E' arrivata, purtroppo,
la tanto annunciata ordinanza del sottosegretario alla Salute Francesca
Martini, un grave peggioramento rispetto ai successi ottenuti grazie
alle ordinanze Sirchia, Storace e Turco che il Codacons ha deciso di
impugnare dinanzi al Tar del Lazio, non appena entrera' in vigore". Ad
annunciarlo e' lo stesso Codacons in una nota.
LA ZAMPA.IT 4 MARZO 2009
Codacons ricorre al Tar contro l'ordinanza sui cani pericolosi
In pratica il nuovo provvedimento equipara i pitbull ai cocker, come se fossero ugualmente pericolosi
«È arrivata, purtroppo, la tanto
annunciata ordinanza del sottosegretario alla Salute Francesca Martini,
un grave peggioramento rispetto ai successi ottenuti grazie alle
ordinanze Sirchia, Storace e Turco che il Codacons ha deciso di
impugnare dinanzi al Tar del Lazio, non appena entrerà in vigore». Ad
annunciarlo è lo stesso Codacons in una nota. «A differenza dei suoi
predecessori, che avevano ascoltato le nostre richieste, fatte a fronte
di aggressioni mortali da parte di pitbull e rottweiler - sottolinea l’
associazione - la Martini ha deciso di eliminare la lista delle 17
razze considerate potenzialmente più pericolose, eliminando l’obbligo
di applicare sia il guinzaglio che la museruola nei luoghi aperti al
pubblico, una misura che invece aveva drasticamente ridotto le
aggressioni gravi fatte in strada e nei parchi, a differenza di quanto
si sostiene nell’ordinanza. In pratica il nuovo provvedimento equipara
i pitbull ai cocker, come se fossero ugualmente pericolosi, e, quindi,
da un lato stabilisce obblighi ridicoli e spropositati per chi ha un
cocker e dall’altro insignificanti per chi ha un pitbull». «Così mentre
i padroni degli innocui cocker, oltre alla paletta e al sacchettino per
le deiezioni, saranno inutilmente costretti a portare con sè anche la
museruola per applicarla in caso di un bisogno che non verrà mai -
sostiene il Codacons - i padroni dei pitbull potranno far circolare nei
parchi il loro cane, anche in presenza di bimbi, senza museruola,
mettendola solo in caso di bisogno, ossia quando ormai sarà troppo
tardi e il cane avrà già sbranato qualcuno». Per l’associazione si
tratta di «un provvedimento contraddittorio, con evidenti carenze di
motivazioni e che il Codacons ha deciso di impugnare al Tar del Lazio.
Tribunale che, non a caso, aveva già confermato la bontà dell’ordinanza
Turco sui cani potenzialmente pericolosi sostenendo che nella
comparazione degli interessi deve essere considerato prevalente quello
della tutela della sicurezza e
della salute pubblica. Un principio ora
violato dall’ordinanza Martini che ha considerato prevalente il diritto
dei cani alla loro presunta uguaglianza, confondendo peraltro l’
aggressività con la pericolosità. Infine, non scatta l’obbligo del
patentino per chi detiene razze pericolose, come richiesto invece dal
Codacons, scaricando la responsabilità sui servizi veterinari, che
decideranno ’nel caso di rilevazione di rischio potenziale elevato, in
base alla gravità delle eventuali lesioni provocate a persone, animali
o cosè, ossia solo dopo che le aggressioni si sono verificate».
IL SECOLO XIX 4 MARZO 2009
Patente e guinzaglio obbligatorio se Fido è aggressivo. Scompare la "lista nera"
Verrà istituito il registro dei cani impegnativi. Responsabilità civile e penale per il proprietario
nel caso di incidenti
Roma. Sarà in vigore dai primi di aprile e si
annuncia come una rivoluzione nelle norme che regolano la convivenza
uomo-cane. Per fermare le aggressioni da parte dei quattro zampe non ci
sarà più nessuna lista nera delle razze ma arriva invece la definizione
di «cani impegnativi» (grossa stazza e potenza mascellare) e un
registro dove verranno indicati i cani morsicatori e a rischio
potenziale elevato. Secondo l'ordinanza, infatti, non si può stabilire
la maggiore aggressività di un cane in base alla razza o loro incroci.
Unici responsabili, sotto il profilo penale e civile, saranno i
proprietari o loro temporanei sostituti. Inoltre guinzaglio
obbligatorio, lungo massimo un metro e mezzo, sempre e in qualsiasi
luogo pubblico, anche nei parchi tranne che nelle aree attrezzate ad
hoc dai Comuni, e soprattutto patentino e corsi formativi obbligatori
per chi possiede cani impegnativi. Corsi, naturalmente, consigliati a
tutti e che saranno regolati da un decreto apposito da emanare entro
60 giorni dall'entrata in vigore dell'ordinanza. Museruola sempre in
tasca per situazioni di pericolo. Inoltre guerra all'addestramento per
esaltare l'aggressività dei cani, alle operazione di selezione ed
incrocio tese allo stesso fine, agli interventi chirurgici destinati a
modificare la morfologia di un cane o non finalizzati a scopi curativi.
Cani impegnativi inseriti nel registro vietati a chi ha subito una
condanna, anche non definitiva, e ai minori di 18 anni. Si tratta di
«un'ordinanza storica», ha detto il sottosegretario alla Salute,
Francesca Martini, che ha voluto fortemente questo provvedimento.
«Abbiamo superato la black list che era una foglia di fico e abbiamo
alzato il livello di garanzie per i cittadini». «Non esistono razze
pericolose. Le 17 razze indicate nella precedente ordinanza - ha detto
Martini - hanno fallito l'obiettivo perché di fatto non si è inciso
sulla responsabilità dei proprietari tanto che non sono diminuite le
aggressioni che anzi sono avvenute in
modo costante e in ambito
familiare oppure legate alla piaga del randagismo». Inoltre per la
prima volta ai veterinari viene dato un ruolo di prevenzione. Dal canto
loro i veterinari hanno sottolineato «il fattore ambientale» che prende
il sopravvento sulla base genetica. Bene l'ordinanza per Carlo Scotti,
presidente dell' Associazione nazionale medici veterinari italiani
(Anmvi): «Siamo sempre stati contrari a liste di proscrizione» mentre
ha un rilievo storico il fatto «di aver compreso che le 6.700 strutture
veterinarie possono fare da sentinella». «L'ordinanza - ha detto il
presidente dell'Ente protezione animali (Enpa), Carla Rocchi - è un
sano federalismo canino e riporta i problemi al territorio. Unico punto
su cui si dovrà fare luce è l'identificazione dei cani aggressivi».
L'ordinanza, per il presidente della Lega Antivivisezione (Lav),
Gianluca Felicetti «è l'inizio di un cambiamento. Aspettiamo la
promessa che questa ordinanza diventi legge».
IL QUOTIDIANO.NET 4 MARZO 2009
DA APRILE NUOVE NORME
Cani aggressivi, padroni al guinzaglio
Un'’ordinanza impone responsabilità civile e penale, patentino e polizza.
Abbadia San Salvatore (SI) - Sono otto fino a oggi i vitelli vaganti in Val di
Paglia, pericolosi per la pubblica incolumità, abbattuti al di fuori di
una azienda agropastorale dalle forze di polizia incaricate di eseguire
la ordinanza dei comuni di Abbadia San Salvatore e Radicofani. Per
tutti si è proceduto all'interramento delle carcasse, trattandosi nella
maggior parte di animali non identificati e quindi per legge
tassativamente non destinati al consumo umano. Il primo vitello è stato
eliminato e interrato in località Il Moro, in un terreno privato. Nella
stessa zona ne sono stati abbattuti cinque, inumati questa volta nella
proprietà della Comunità Montana Amiata Val d'Orcia. Mentre agli ultimi
due si è sparato in zona Voltole, dove è avvenuto l' interramento. La
notizia ha molto indignato le persone che sono venute a conoscenza
delle scelte operate per la risoluzione del problema, sicuramente grave
e annoso, della presenza di questi animali nei terreni altrui, nonché
lungo i c
igli o addirittura nelle carreggiate delle strade (non solo
strade isolate di montagna, ma anche vie di intenso traffico, come la
Cassia). Innanzi tutto per la decisione di ricorrere tout court
all'intervento dei fucili e secondariamente per la scelta dello
smaltimento delle carcasse in tempi grami come quelli attuali, in cui
molti nel mondo vivono il problema della fame e, per riferirsi a casa
nostra, molte famiglie non riescono a arrivare a fine mese. Uno
schiaffo alla miseria! C'è chi ha detto. Ma se per i vitelli senza
marchio e quindi senza identificazione non c'è storia - la
identificazione è il primo anello della catena di controllo - il
problema della macellazione e quindi della destinazione di questa carne
alla alimentazione umana si pone per quei capi che posseggono tanto di
punzonatura, garanzia di controllo. Questi potrebbero essere soggetti a
macellazione di urgenza, una procedura complessa, ma non impossibile da
attuare, e destinati al consumo umano. Sembra questa la st
rada che
voglia intraprendere il sindaco di Abbadia San Salvatore, interpellato
da alcuni cittadini, ai quali ha fatto sapere che si sta impegnando per
donare la carne dei prossimi abbattimenti. Per il momento, però, tutti
si sono presi una pausa di riflessione. Anche se la consegna principale
è quella di fare fuoco esclusivamente sui vitelli non identificati.
L'interramento delle prime vittime è avvenuto secondo quanto stabilito
dal regolamento Ce, minimizzando i rischi all'acqua, all'aria, al
suolo, alla flora, alla fauna e le ripercussioni negative al paesaggio.
L'interramento è stato possibile, in quanto sono state scelte zone
isolate. Sarebbe stato possibile, però, fare scelte diverse, come
quella suggerita con saggezza salomonica da uno degli automobilisti
coinvolti in un incidente stradale. Eliminare sicuramente il pericolo
delle mandrie che pascolano lungo le strade, magari catturandole e
dandole in affidamento ai contadini della zona, ma non solo.
IL GAZZETTINO DI PADOVA 4 MARZO 2009
Colli 25 euro per ogni volatile catturato.
Ferdinando Garavello
Provincia di Padova - -È questa la
somma che il Parco spenderà per ridurre la popolazione dei corvidi nell’
area degli Euganei, dove si estenderà nelle prossime settimane il piano
messo in atto dalla Provincia per combattere le specie infestanti. La
presidente Chiara Matteazzi ha firmato infatti con il presidente della
Provincia, Vittorio Casarin, la convenzione per l’allargamento del
progetto di contenimento alla zona protetta. Il piano prevede l’
acquisto da parte dell’ente di una serie di gabbie, alcune delle quali
sono già state consegnate nella sede atestina di via Ca’ Mori, per la
cattura di corvi, cornacchie e gazze. La spesa per comprare l’
attrezzatura e avviare il piano provinciale è di circa 5 mila euro. E
qui viene il bello, perché i vertici del Parco colli hanno deciso di
attenersi alle indicazioni dell’istituto superiore per la protezione e
ricerca ambientale, ex Infs, sulla questione dei corvidi: la struttura
nazionale ha portato il tetto del numero di volatili da elimina
re ad
un massimo di 200 esemplari. Il che, messo a confronto con la spesa d’
avvio del piano di riduzione, porta la quotazione di una gazza a 25
euro. Niente male – volendo fare un irriverente confronto - se
paragonata ad una gallina, un gallo o un altro volatile da cortile,
che “viene” appena una manciata di euro. “Questo numero è stato
fissato – spiega una nota emessa dal Parco - per dare una risposta all’
emergenza creata da questi, uccelli che oltre ai danni alle colture
predano nidi e piccoli di numerose altre specie autoctone”. A portare
avanti il progetto nella zona protetta sarà il personale del Parco, già
impegnato nella lotta senza quartiere ai cinghiali degli Euganei. La
strada comune fra l’ente e palazzo Santo Stefano si interrompe qui,
perché sulle doppiette i due vivono da separati in casa. La Provincia,
tirata per la giacchetta da associazioni, federazioni e amanti della
due colpi, pare favorevole alla reintroduzione degli schioppi per
abbassare il numero degli animali n
ocivi. Come la volpe, che invece
non viene ritenuta affatto nociva da chi gestisce la fauna collinare. “
Non abbiamo avuto segnalazioni di danni causati dalle volpi negli
ultimi anni nell’area collinare, – sottolinea la Matteazzi – la volpe
quindi non si tocca, perché si tratta di una specie autoctona che non
crea problemi”. “Inoltre – continua la presidente del Parco – ribadisco
la nostra assoluta contrarietà a qualsiasi genere di caccia o di
collaborazione con le doppiette dei privati nella zona parco, dove non
si sparerà mai più”.
IL SECOLO XIX 4 MARZO 2009
Cuccioli dell'Est, l'allarme riguarda anche il Savonese
Consigli dell'enpa
Provincia di
Savona - L'allarme per i cuccioli dell'Est interessa anche la provincia
di Savona. A darne notizia è la Protezione animali, dopo il verificarsi
di casi di cuccioli acquistati e morti dopo pochi giorni. La maggior
parte degli animali interessati da questo problema provengono da
allevamenti piemontesi. L'ultimo caso sul quale stanno svolgendo
accertamenti le guardie zoofile dell'Enpa si è verificato ad Andora,
per un cucciolo acquistato a Torino. Gli animali, allevati da contadini
poco esperti e sottratti alla madre quando sono ancora lattanti,
vengono acquistati soprattutto in Polonia ed Ungheria a poche decine di
euro. Poi, con certificati fasulli e nascondendone la provenienza,
vengono rivenduti in Italia ad allevatori e negozianti. Ma almeno il
50% di questi esseri è destinato dopo pochi giorni a morte certa.
L'Enpa suggerisce sempre di non acquistare animali, ma di adottarli nei
canili. E se proprio si desidera acquistare un cucciolo, di seguirlo
fin da quando esce da
lla pancia della madre. C'è anche un decalogo per
evitare truffe, dal quale emerge anche di non acquistare cani e gatti a
mercati o fiere e di età inferiore ai tre mesi. M. S.
ROMAGNA OGGI 4 MARZO 2009
Ravenna: la Municipale recupera tre cani
RAVENNA - Gli agenti del Nucleo Vigilanza di Quartiere della Polizia Municipale di
Ravenna coadiuvati dagli operatori del canile municipale hanno fatto un
sopralluogo nell'abitazione di un ravennate di 85 anni il quale a
seguito di una malattia è stato ricoverato in ospedale lasciando soli 3
cani incustoditi.Date le precarie condizioni di salute del proprietario
che presuppongono un lungo un ricovero e il fatto che non vi sia alcun
familiare in grado di occuparsi del sostentamento dei cani, la Polizia
Municipale ha attivato la procedura di rinuncia che è stata
sottoscritta dal figlio dell'interessato residente fuori Ravenna. I tre
cani, meticci di media taglia ed un volpino sono stati ospitati al
canile municipale.
LA SICILIA 4 MARZO 2009 Aragona (AG)
Il randagismo dilaga «Si corra ai ripari»
Tonino Butera
Aragona (AG). Cresce il fenomeno del randagismo, ma anche l'inciviltà di dare in
pasto alle povere bestiole qualche polpetta avvelenata. Da 3 giorni due
carcasse di cani fanno brutta mostra di sé in via Cristo Re, a due
passi dall'ingresso secondario del cimitero, senza che nessuno provveda
a toglierle. Una situazione igienico sanitaria poco gradevole per i
passanti. E proprio il fenomeno del randagismo nel territorio della
cittadina delle Maccalube era uno dei punti all'ordine del giorno del
Consiglio comunale convocato dal presidente Gioacchino Volpe per lunedì
sera. La discussione del consigliere Duccio Cipolla ha messo in
evidenza l'esigenza della creazione di un canile visto che da qualche
tempo quello mai autorizzato ma realizzato da privati per amore verso
questi animali era stato chiuso per carenze igienico sanitarie. Il
Consiglio comunale ha dato mandato all'amministrazione, come atto di
indirizzo, di chiedere dei finanziamenti a Regione e Provincia per
realizzare un canile
municipale anche in consorzio con i paesi vicini.
L'altro punto all'ordine del giorno, la relazione del sindaco sugli
esperti e i consulenti, su richiesta dell'ex sindaco Bellanca e poi
portato ai voti è stato rinviato alla prossima seduta visto che la
relazione preparata dal primo cittadino era per l'anno 2007 e quindi in
questo modo oltre che dei due esperti, nominati in quell'anno, si
discuterà anche di una consulenza affidata nel 2008.
ROMAGNA OGGI 3 MARZO 2009
Forlì: 'task force' della Provincia per combattere il bracconaggio
Forlì (FC) - Giro di vite della provincia di Forlì-Cesena
contro il bracconaggio e l'uccisione di animali con esche avvelenate,
una pratica odiosa e ritenuta anche pericolosa per l'ambiente, per la
salute e l'incolumità della fauna e delle persone. Il Presidente della
Provincia Massimo Bulbi si è fatto promotore di una campagna di
controllo per combattere il fenomeno. La 'task force' sarà composta da
uomini del Corpo Forestale, Polizia Provinciale, Gev e Guardie
Volontarie In particolare, il presidente Bulbi ha istituito un tavolo
di lavoro coinvolgendo i Presidenti degli ATC (Ambiti Territoriali di
Caccia), la Polizia Provinciale, il Corpo Forestale dello Stato e le
Guardie Ecologiche Volontarie al fine di organizzare un coordinamento
di forze per combattere tali illegali pratiche intensificando tutte le
attività di controllo che gestirà una vigilanza più assidua nelle zone
maggiormente colpite dagli episodi criminosi. Parallelamente all'azione
di controllo sarà attiva una campagna
di sensibilizzazione ed
informazione della cittadinanza su tali pratiche illegali che,
ricordiamolo, costituiscono illeciti perseguibili penalmente. Dai
prossimi giorni, quindi, vedremo all'opera uomini del Corpo Forestale,
della Polizia Provinciale, delle GEV e delle Guardie Volontarie di
Associazioni Venatorie ed Ambientaliste in azioni di pattugliamento
coordinato nelle ore serali e notturne contro il bracconaggio e la
disseminazione delle esche avvelenate, che si auspica portino ad una
soluzione del problema.
LA SICILIA AGRIGENTO 4 MARZO 2009
Fontanelle (AG), arrivano gli accalappiacani
Eugenio Cairone
Fontanelle (AG) - Interverranno gli accalappiacani a Fontanelle per
liberare il territorio dai tanti randagi in circolazione. Lo ha
assicurato l'assessore comunale alla sanità Rosalda Passarello che
conosce benissimo il grave problema tant'è che è riuscita a far partire
un progetto sulla sterilizzazione degli animali. Per quanto riguarda
Fontanelle, il personale addetto alla cattura dei cani, provvederà a
trasportarli presso i veterinari convenzionati per la sterilizzazione e
ci si augura che le bestie possano essere accolti nel canile comunale.
L'importante è toglierle dalla strada e difenderle da chi si sente
assediato e potrebbe anche commettere qualche brutto gesto come,
purtroppo, è successo proprio dalle parti di Fontanelle. L'intervento
dell'assessore Passarello mira, tra l'altro, ad evitare spiacevoli
conseguenze agli animali. Nel quartiere, in via Alessio Di Giovanni e
nella piazzetta del centro commerciale, un branco sta esasperando i
residenti e i passanti e c'è chi pur plaudendo all'iniziativa di
istituire in città un ufficio per i diritti degli animali, si chiede
quando ci si prenderà cura di aprire anche uno sportello per difendere
i diritti delle persone, nel nostro caso "vittime" dei randagi che si
sono impossessati del territorio, inseguendo motorini e automezzi e
impedendo alla gente di recarsi a gettare la spazzatura nei cassonetti
dove loro stazionano minacciosi.
Praticamente ci troviamo di fronte ad
una delle tante emergenze di Fontanelle alla quale sta cercando di dare
una risposta l'assessore comunale alla sanità con la speranza che i
cani prelevati non facciano ritorno nella frazione. E a proposito di
cani, non randagi, c'è da dire che il senso civico di molti proprietari
non è per niente sviluppato. Anzi, non esiste proprio. Grazie alla
maleducazione di queste persone, infatti, il decoro dell'intero
quartiere è messo a serio rischio.
Malgrado esista, ormai da troppo
tempo, l'obbligo per i proprietari degli animali di usare paletta e
sacchetto nessuno lo rispetta con il risultato che ovunque a Fontanelle
è possibile imbattersi in deiezioni canine. Come dire che tutti
trasgrediscono l'ordinanza del sindaco senza incorrere nella sanzione
prevista, semplicemente perché non ci sono vigili urbani. Almeno a
Fontanelle.
ADN KRONOS 3 MARZO 2009
ANIMALI: CODACONS RICORRE A TAR LAZIO CONTRO ORDINANZA CANI PERICOLOSI
Roma - "E' arrivata, purtroppo,
la tanto annunciata ordinanza del sottosegretario alla Salute Francesca
Martini, un grave peggioramento rispetto ai successi ottenuti grazie
alle ordinanze Sirchia, Storace e Turco che il Codacons ha deciso di
impugnare dinanzi al Tar del Lazio, non appena entrera' in vigore". Ad
annunciarlo e' lo stesso Codacons in una nota.
LA ZAMPA.IT 4 MARZO 2009
Codacons ricorre al Tar contro l'ordinanza sui cani pericolosi
In pratica il nuovo provvedimento equipara i pitbull ai cocker, come se fossero ugualmente pericolosi
«È arrivata, purtroppo, la tanto
annunciata ordinanza del sottosegretario alla Salute Francesca Martini,
un grave peggioramento rispetto ai successi ottenuti grazie alle
ordinanze Sirchia, Storace e Turco che il Codacons ha deciso di
impugnare dinanzi al Tar del Lazio, non appena entrerà in vigore». Ad
annunciarlo è lo stesso Codacons in una nota. «A differenza dei suoi
predecessori, che avevano ascoltato le nostre richieste, fatte a fronte
di aggressioni mortali da parte di pitbull e rottweiler - sottolinea l’
associazione - la Martini ha deciso di eliminare la lista delle 17
razze considerate potenzialmente più pericolose, eliminando l’obbligo
di applicare sia il guinzaglio che la museruola nei luoghi aperti al
pubblico, una misura che invece aveva drasticamente ridotto le
aggressioni gravi fatte in strada e nei parchi, a differenza di quanto
si sostiene nell’ordinanza. In pratica il nuovo provvedimento equipara
i pitbull ai cocker, come se fossero ugualmente pericolosi, e, quindi,
da un lato stabilisce obblighi ridicoli e spropositati per chi ha un
cocker e dall’altro insignificanti per chi ha un pitbull». «Così mentre
i padroni degli innocui cocker, oltre alla paletta e al sacchettino per
le deiezioni, saranno inutilmente costretti a portare con sè anche la
museruola per applicarla in caso di un bisogno che non verrà mai -
sostiene il Codacons - i padroni dei pitbull potranno far circolare nei
parchi il loro cane, anche in presenza di bimbi, senza museruola,
mettendola solo in caso di bisogno, ossia quando ormai sarà troppo
tardi e il cane avrà già sbranato qualcuno». Per l’associazione si
tratta di «un provvedimento contraddittorio, con evidenti carenze di
motivazioni e che il Codacons ha deciso di impugnare al Tar del Lazio.
Tribunale che, non a caso, aveva già confermato la bontà dell’ordinanza
Turco sui cani potenzialmente pericolosi sostenendo che nella
comparazione degli interessi deve essere considerato prevalente quello
della tutela della sicurezza e
della salute pubblica. Un principio ora
violato dall’ordinanza Martini che ha considerato prevalente il diritto
dei cani alla loro presunta uguaglianza, confondendo peraltro l’
aggressività con la pericolosità. Infine, non scatta l’obbligo del
patentino per chi detiene razze pericolose, come richiesto invece dal
Codacons, scaricando la responsabilità sui servizi veterinari, che
decideranno ’nel caso di rilevazione di rischio potenziale elevato, in
base alla gravità delle eventuali lesioni provocate a persone, animali
o cosè, ossia solo dopo che le aggressioni si sono verificate».
IL SECOLO XIX 4 MARZO 2009
Patente e guinzaglio obbligatorio se Fido è aggressivo. Scompare la "lista nera"
Verrà istituito il registro dei cani impegnativi. Responsabilità civile e penale per il proprietario
nel caso di incidenti
Roma. Sarà in vigore dai primi di aprile e si
annuncia come una rivoluzione nelle norme che regolano la convivenza
uomo-cane. Per fermare le aggressioni da parte dei quattro zampe non ci
sarà più nessuna lista nera delle razze ma arriva invece la definizione
di «cani impegnativi» (grossa stazza e potenza mascellare) e un
registro dove verranno indicati i cani morsicatori e a rischio
potenziale elevato. Secondo l'ordinanza, infatti, non si può stabilire
la maggiore aggressività di un cane in base alla razza o loro incroci.
Unici responsabili, sotto il profilo penale e civile, saranno i
proprietari o loro temporanei sostituti. Inoltre guinzaglio
obbligatorio, lungo massimo un metro e mezzo, sempre e in qualsiasi
luogo pubblico, anche nei parchi tranne che nelle aree attrezzate ad
hoc dai Comuni, e soprattutto patentino e corsi formativi obbligatori
per chi possiede cani impegnativi. Corsi, naturalmente, consigliati a
tutti e che saranno regolati da un decreto apposito da emanare entro
60 giorni dall'entrata in vigore dell'ordinanza. Museruola sempre in
tasca per situazioni di pericolo. Inoltre guerra all'addestramento per
esaltare l'aggressività dei cani, alle operazione di selezione ed
incrocio tese allo stesso fine, agli interventi chirurgici destinati a
modificare la morfologia di un cane o non finalizzati a scopi curativi.
Cani impegnativi inseriti nel registro vietati a chi ha subito una
condanna, anche non definitiva, e ai minori di 18 anni. Si tratta di
«un'ordinanza storica», ha detto il sottosegretario alla Salute,
Francesca Martini, che ha voluto fortemente questo provvedimento.
«Abbiamo superato la black list che era una foglia di fico e abbiamo
alzato il livello di garanzie per i cittadini». «Non esistono razze
pericolose. Le 17 razze indicate nella precedente ordinanza - ha detto
Martini - hanno fallito l'obiettivo perché di fatto non si è inciso
sulla responsabilità dei proprietari tanto che non sono diminuite le
aggressioni che anzi sono avvenute in
modo costante e in ambito
familiare oppure legate alla piaga del randagismo». Inoltre per la
prima volta ai veterinari viene dato un ruolo di prevenzione. Dal canto
loro i veterinari hanno sottolineato «il fattore ambientale» che prende
il sopravvento sulla base genetica. Bene l'ordinanza per Carlo Scotti,
presidente dell' Associazione nazionale medici veterinari italiani
(Anmvi): «Siamo sempre stati contrari a liste di proscrizione» mentre
ha un rilievo storico il fatto «di aver compreso che le 6.700 strutture
veterinarie possono fare da sentinella». «L'ordinanza - ha detto il
presidente dell'Ente protezione animali (Enpa), Carla Rocchi - è un
sano federalismo canino e riporta i problemi al territorio. Unico punto
su cui si dovrà fare luce è l'identificazione dei cani aggressivi».
L'ordinanza, per il presidente della Lega Antivivisezione (Lav),
Gianluca Felicetti «è l'inizio di un cambiamento. Aspettiamo la
promessa che questa ordinanza diventi legge».
IL QUOTIDIANO.NET 4 MARZO 2009
DA APRILE NUOVE NORME
Cani aggressivi, padroni al guinzaglio
Un'’ordinanza impone responsabilità civile e penale, patentino e polizza.
Per tutti, ed è la prima volta che accade, vige l’'obbligo di tenere i cani al guinzaglio in aree urbane e luoghi aperti al pubblico
Roma - FEDELE compagno di giochi e amico dell’uomo (quello
buono) anche il cane dovrà fare i conti con la legge quando sgarra.
Dopo tante tragedie è stata varata l’ordinanza che mira a interrompere
l’escalation di aggressioni: "Abbiamo introdotto la responsabilità
civile e penale del proprietario — afferma il sottosegretario alla
Salute, Francesca Martini — superando la black list, la lista delle
razze messe al bando". In altri termini non era possibile stabilire il
rischio di aggressività a priori. Dogo, pitt bull e rottweiler non
saranno "criminalizzati" più di altri. Sparisce la discriminazione
razziale, ma non si illudano: sono tutti sotto esame.
A RISPONDERE del
comportamento del cane sono i padroni e quanti occasionalmente li hanno
in affido e li portano a passeggio. Per tutti, ed è la prima volta che
accade, vige l’obbligo di tenere i cani al guinzaglio in aree urbane e
luoghi aperti al pubblico. Altre novità sono l’istituzione del
patentino e l’elenco dei soggetti aggressivi affidato alle autorità
veterinarie. Il registro dei cani "impegnativi" è il passaggio
cruciale. Ma chi si attiverà a cascata se segnaleremo ai vigili che il
vicino ha una "belva" che ci spaventa?
SONO i servizi sanitari che
localmente, nei casi potenzialmente a rischio, devono tenere un
registro e fissare misure cui saranno sottoposti i cani impegnativi.
Roma - FEDELE compagno di giochi e amico dell’uomo (quello
buono) anche il cane dovrà fare i conti con la legge quando sgarra.
Dopo tante tragedie è stata varata l’ordinanza che mira a interrompere
l’escalation di aggressioni: "Abbiamo introdotto la responsabilità
civile e penale del proprietario — afferma il sottosegretario alla
Salute, Francesca Martini — superando la black list, la lista delle
razze messe al bando". In altri termini non era possibile stabilire il
rischio di aggressività a priori. Dogo, pitt bull e rottweiler non
saranno "criminalizzati" più di altri. Sparisce la discriminazione
razziale, ma non si illudano: sono tutti sotto esame.
A RISPONDERE del
comportamento del cane sono i padroni e quanti occasionalmente li hanno
in affido e li portano a passeggio. Per tutti, ed è la prima volta che
accade, vige l’obbligo di tenere i cani al guinzaglio in aree urbane e
luoghi aperti al pubblico. Altre novità sono l’istituzione del
patentino e l’elenco dei soggetti aggressivi affidato alle autorità
veterinarie. Il registro dei cani "impegnativi" è il passaggio
cruciale. Ma chi si attiverà a cascata se segnaleremo ai vigili che il
vicino ha una "belva" che ci spaventa?
SONO i servizi sanitari che
localmente, nei casi potenzialmente a rischio, devono tenere un
registro e fissare misure cui saranno sottoposti i cani impegnativi.
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