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L'UNIONE SARDA 21 MARZO 2009
Carbonia (CI) Guerra nella Lega del cane
Avrebbe intascato i fondi destinati a gestire il canile
ANDREA SCANO
Carbonia (CI) - Centoquarantamila euro: erano i soldi destinati al canile. Come anche i computer, le stampanti, i fax, i telefoni cellulari, tutti strumenti che servivano a gestire l'impianto di Sa Terredda. A trattenere invece per sé soldi e attrezzature, secondo la magistratura, sarebbe stato l'ex responsabile territoriale della Lega nazionale difesa del cane,
Bruno Mei Tomasi, 60 anni, di Carbonia: è finito sotto processo con l'accusa di appropriazione indebita. Nel 2004, come presidente della sezione locale della Lega difesa del cane (costituitasi parte civile) avrebbe a più riprese stornato dai conti dell'associazione un'ingente somma di denaro che enti pubblici e donazioni private periodicamente concedevano per mandare avanti il canile intercomunale di Carbonia. Un impianto che si è spesso trovato in crisi per la gran quantità di cani che ha dovuto ospitare e per l'esiguità delle risorse economiche a disposizione.
Bruno Mei Tomasi, assistito dall'avvocato Antonio Sarnelli, è comparso ieri davanti al giudice del Tribunale penale di Carbonia, Paolo Pes. Ad accusarlo dell'appropriazione indebita dei
fondi e delle attrezzature destinate al canile è stata la ex responsabile dell'impianto, Patrizia Sitzia, in un dettagliato esposto inviato alla Procura della Repubblica. La vicenda sarebbe emersa cinque anni fa, durante il passaggio di consegne fra la vecchia e la nuova dirigenza locale sia della Lega che del canile. È in questa fase che la donna (citata fra i testimoni) si sarebbe accorta di un ammanco complessivo di 140 mila euro. Soldi che sarebbero stati gradatamente
sottratti dalle casse dell'associazione.
Sin qui le tesi dell'accusa tutte da provare. Ma ieri, all'apertura del processo, si è verificato
un colpo di scena: esiste il rischio che l'istruttoria predibattimentale debba ripartire da capo perché il legale dell'imputato ha eccepito un vizio formale che potrebbe annullare il
sottratti dalle casse dell'associazione.
Sin qui le tesi dell'accusa tutte da provare. Ma ieri, all'apertura del processo, si è verificato
un colpo di scena: esiste il rischio che l'istruttoria predibattimentale debba ripartire da capo perché il legale dell'imputato ha eccepito un vizio formale che potrebbe annullare il
procedimento. Dopo la comunicazione di chiusura indagini da parte del pm, Bruno Mei Tomasi avrebbe infatti avuto il diritto di essere ascoltato dagli inquirenti. Questo passaggio fondamentale non sarebbe avvenuto nonostante l'imputato lo avesse sollecitato. Il giudice ha
pertanto rinviato il processo per appurare questa circostanza che, se confermata, costringerebbe il Tribunale a ritrasmettere gli atti alla Procura.
IL CAGLIARITANO Bruno Mei Tomasi, uno degli affidatari dei cani del veterinario Guberti, a fine dicembre posti sotto sequestro, è agiudizio davanti al tribunale di Carbonia per appropriazione indebitadi 140mila euro destinati al canile di quella città. Non solo: Mei
Tomasi è anche al centro di una indagine dei carabinieri del Nas di Cagliari in relazione a sterilizzazioni di cani avvenute nel canile intercomunale di Sa Terredda, vicino a Carbonia, gestito dalla locale sezione della Lega nazionale per la difesa del cane di cui Tomasi è
presidente regionale per la Sardegna. Il processo per appropriazione indebita si è aperto nei giorni scorsi ed è stato poi rinviato. I fatti si riferiscono al 2004: secondo lipotesi accusatoria limputato ha stornato dai conti della sezione locale della Lega nazionale difesa del cane i fondi offerti da enti pubblici e associazioni private e finalizzate alla gestione del canile di Carbonia. L'imputato ha sempre respinto l'addebito.
MEI TOMASI è, come si diceva, uno degli affidatari dei cani sequestrati dalla Forestale a fine dicembre. Anzi, per meglio precisare, Mei Tomasi era presente alle operazioni di sequestro, ovvero al blitz della Forestale, e nel verbale di sequestro viene definito addirittura come un coordinatore delle operazioni «insieme alla polizia giudiziaria».
Nel quadro dell'indagine preliminare per l'ipotesi di reato di maltrattamento di animali che vede indagato il veterinario Giorgio Guberti, ieri mattina a palazzo di giustizia cè stato il
conferimento dellincarico di perito a Gianfranco Militerno, del Dipartimento di Sanità pubblica veterinaria e Patologia animale della facoltà di Medicina veterinaria dellUniversità di Bologna nell'ambito dellincidente probatorio chiesto dal pm Daniele Barberini e finalizzato ad accertare la causa della morte di sedici cani, fra adulti e cuccioli, avvenuta nellallevamento di Guberti o presso il Centro soccorso animali di Modena.
IL PERITO è stato nominato dal giudice Cecilia Calandra; all'udienza di ieri erano presenti numerose parti offese, vale a dire associazioni animaliste come la Lav (assistita dallavvocato Andrea Visani), la Lega per labolizione della caccia (avvocato Annia Vio), l'associazione La zampa e la mano (avvocato Donati), l'Enpa di Cremona (avvocato Donati).
DEI SEDICI cani oggetti dell'indagine autoptica, cinque sono adulti. Si tratta di animali le cui carcasse vennero trovate dal personale della Forestale durante il blitz del 30 dicembre nel canile di Osteria. Contestualmente venne trovata la carcassa anche di un cucciolo. Gli altri cuccioli sono invece morti fra il 30 dicembre e il 19 gennaio presso il Centro soccorso animali di Modena dove erano stati condotti, sotto sequestro.
pertanto rinviato il processo per appurare questa circostanza che, se confermata, costringerebbe il Tribunale a ritrasmettere gli atti alla Procura.
IL RESTO DEL CARLINO RAVENNA
28 MARZO 2009
L'accusa: si è intascato 140mila di un canile
Nei guai giudiziari il sardo affidatario dei cani di Guberti
IL CAGLIARITANO Bruno Mei Tomasi, uno degli affidatari dei cani del veterinario Guberti, a fine dicembre posti sotto sequestro, è agiudizio davanti al tribunale di Carbonia per appropriazione indebitadi 140mila euro destinati al canile di quella città. Non solo: Mei
Tomasi è anche al centro di una indagine dei carabinieri del Nas di Cagliari in relazione a sterilizzazioni di cani avvenute nel canile intercomunale di Sa Terredda, vicino a Carbonia, gestito dalla locale sezione della Lega nazionale per la difesa del cane di cui Tomasi è
presidente regionale per la Sardegna. Il processo per appropriazione indebita si è aperto nei giorni scorsi ed è stato poi rinviato. I fatti si riferiscono al 2004: secondo lipotesi accusatoria limputato ha stornato dai conti della sezione locale della Lega nazionale difesa del cane i fondi offerti da enti pubblici e associazioni private e finalizzate alla gestione del canile di Carbonia. L'imputato ha sempre respinto l'addebito.
MEI TOMASI è, come si diceva, uno degli affidatari dei cani sequestrati dalla Forestale a fine dicembre. Anzi, per meglio precisare, Mei Tomasi era presente alle operazioni di sequestro, ovvero al blitz della Forestale, e nel verbale di sequestro viene definito addirittura come un coordinatore delle operazioni «insieme alla polizia giudiziaria».
Nel quadro dell'indagine preliminare per l'ipotesi di reato di maltrattamento di animali che vede indagato il veterinario Giorgio Guberti, ieri mattina a palazzo di giustizia cè stato il
conferimento dellincarico di perito a Gianfranco Militerno, del Dipartimento di Sanità pubblica veterinaria e Patologia animale della facoltà di Medicina veterinaria dellUniversità di Bologna nell'ambito dellincidente probatorio chiesto dal pm Daniele Barberini e finalizzato ad accertare la causa della morte di sedici cani, fra adulti e cuccioli, avvenuta nellallevamento di Guberti o presso il Centro soccorso animali di Modena.
IL PERITO è stato nominato dal giudice Cecilia Calandra; all'udienza di ieri erano presenti numerose parti offese, vale a dire associazioni animaliste come la Lav (assistita dallavvocato Andrea Visani), la Lega per labolizione della caccia (avvocato Annia Vio), l'associazione La zampa e la mano (avvocato Donati), l'Enpa di Cremona (avvocato Donati).
DEI SEDICI cani oggetti dell'indagine autoptica, cinque sono adulti. Si tratta di animali le cui carcasse vennero trovate dal personale della Forestale durante il blitz del 30 dicembre nel canile di Osteria. Contestualmente venne trovata la carcassa anche di un cucciolo. Gli altri cuccioli sono invece morti fra il 30 dicembre e il 19 gennaio presso il Centro soccorso animali di Modena dove erano stati condotti, sotto sequestro.
Precisazioni all'articolo "Guerra nella Lega del Cane"
giuridico non a scopo di lucro riconosciuto con DPR 922/64, a seguito di articoli apparsi su vari quotidiani - in particolare in data 21.03 u.s. - a titolo "Guerra nella Lega del Cane", desidera precisare quanto segue:
non esiste al presente alcuna diatriba interna che coinvolgerebbe i membri della nostra Associazione, la cui vita sociale scorre in assoluta trasparenza, bensì trattasi di uno dei diversi
procedimenti intrapresi dalla Lega del Cane, a propria tutela, nei riguardi del sig. Bruno Mei Tomasi, attualmente presidente ANTA onlus, il quale sin dall'anno 2004 è stato prima sospeso e quindi espulso dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane.
Lega Nazionale per la Difesa del Cane
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