
IL RESTO DEL CARLINO - RAVENNA
Pointer trattati come sardine: sono 169 dove possono stare in 40
di CARLO RAGGI
CI SONO IRREGOLARITÀ nella gestione dei cani sequestrati al veterinario Guberti; stanno emergendo, nero su bianco, in questi giorni e fanno parte anche di una segnalazione del responsabile del Servizio Igiene degli Alimenti e produzioni zootecniche dell’Ausl di Ravenna al Comando della Guardia forestale di Ravenna. Segnalazione che però non sembra essere ancora pervenuta alla Procura.
Il responsabile del Servizio, Enrico Tammiso, evidenzia tre punti particolari:
1) uno dei due iniziali custodi dei cani, Bruno Mei Tomasi, ha subdelegato l’affidamento dei 46 pointer sequestrati il 29 dicembre ad altra persona con un atto «che non appare formalizzato in maniera corretta»;
2) che l’associazione AnTA, ovvero Associazione nazionale Tutela Animali, «non risulta presente fra quelle riconosciute dal Ministero» della Salute per l’affidamento degli animali sequestrati o confiscati, come imposto dalla legge 182 del 2004;
3) i 169 cani sequestrati sono ospiti di una struttura, la pensione per cani ‘Bau Bau Micio Micio’ di Occhiobello, «che può al massimo contenerne 40-45».
Una prima comunicazione in tal senso era stata inviata al Corpo Forestale provinciale il 13 gennaio; a questa ne ha fatto seguito una ulteriore.
Il documento a firma di Tammiso evidenzia poi un’altra importante circostanza, relativamente alla salute degli animali. I cani pointer sequestrati il 29 e il 30 dicembre sono stati oggetti di visita presso la pensione di Occhiobello il 9 gennaio. Nel referto si afferma di aver trovato gli animali «in buono stato di nutrizione e di salute» e di aver solo accertato una «diffusa presenza di arrossamenti alle parti distali degli arti, per ovviare alla quale sono state impartite adeguate istruzioni verbali».
Nel corso del sopralluogo sono stati identificati i 169 cani sequestrati e sono stati trovati undici cuccioli di pointer privi di microchip «non citati nella comunicazione inviata» al Servizio «dal Corpo forestale dello Stato». Circa la struttura ospitante, Tammiso evidenzia gli sforzi compiuti dai responsabili e «dai numerosi volontari» per far fronte all’emergenza e per fornire un «alloggio provvisorio accettabile», ma aggiunge anche che «la pensione è autorizzata per venti box di un metro e mezzo per un metro e mezzo, idonei quindi ad ospitare al massimo due cani del peso di 11-30 chili secondo le indicazioni fornite dalla Regione Veneto. Viste le taglie medie e il peso dei cani ospitati — sottolinea Tommasi nella nota alla Forestale — si ritiene che alla luce dei parametri di riferimento indicati, nella struttura potrebbero essere ospitati al massimo 40-45 cani e non i 169 sequestrati e attualmente alloggiati».
Alla comunicazione, la Forestale, a quanto pare, non ha dato risposta al Servizio. Nè, come si è detto, ha ritenuto di informare la Procura.
Il documento a firma di Tammiso evidenzia poi un’altra importante circostanza, relativamente alla salute degli animali. I cani pointer sequestrati il 29 e il 30 dicembre sono stati oggetti di visita presso la pensione di Occhiobello il 9 gennaio. Nel referto si afferma di aver trovato gli animali «in buono stato di nutrizione e di salute» e di aver solo accertato una «diffusa presenza di arrossamenti alle parti distali degli arti, per ovviare alla quale sono state impartite adeguate istruzioni verbali».
Nel corso del sopralluogo sono stati identificati i 169 cani sequestrati e sono stati trovati undici cuccioli di pointer privi di microchip «non citati nella comunicazione inviata» al Servizio «dal Corpo forestale dello Stato». Circa la struttura ospitante, Tammiso evidenzia gli sforzi compiuti dai responsabili e «dai numerosi volontari» per far fronte all’emergenza e per fornire un «alloggio provvisorio accettabile», ma aggiunge anche che «la pensione è autorizzata per venti box di un metro e mezzo per un metro e mezzo, idonei quindi ad ospitare al massimo due cani del peso di 11-30 chili secondo le indicazioni fornite dalla Regione Veneto. Viste le taglie medie e il peso dei cani ospitati — sottolinea Tommasi nella nota alla Forestale — si ritiene che alla luce dei parametri di riferimento indicati, nella struttura potrebbero essere ospitati al massimo 40-45 cani e non i 169 sequestrati e attualmente alloggiati».
Alla comunicazione, la Forestale, a quanto pare, non ha dato risposta al Servizio. Nè, come si è detto, ha ritenuto di informare la Procura.
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