Canili: sequestri o scippi?
Da molti anni, tutta l’attenzione di moltissime Associazioni Animaliste per quanto concerne la problematica del randagismo è convogliata sulla individuazione del canile lager.
Una definizione forte, a volte corrispondente a realtà, a volte - ma molto spesso - affibbiata a strutture che semplicemente non sono state rimodernate, o non corrispondono all’idilliaca scena del cane dormiente su un divano, magari bianco.
Di conseguenza, in questi anni, si è assistito a un lungo elenco di canili sequestrati, ma qual è stata di fatto l’alternativa per i cani?
Tutti questi sequestri, salvo quelli eseguiti seriamente per iniziativa delle forze dell’ordine, sono avvenuti sotto segnalazione e spinta delle suddette Associazioni Animaliste, che, escluse pochissime, sembravano arrogarsi (non sappiamo a quale titolo) il diritto di eseguire il sequestro in prima persona.
Di simili esempi è piena l’Italia.
Ma la situazione è migliorata per i cani? Assolutamente no.
Le strutture sono rimaste le stesse, tutto è rimasto come prima, c’è solo un fattore che è cambiato e che è comune a tutti questi sequestri: i Comuni, invece di elargire i soldi alla vecchia gestione, li elargiscono all’Associazione di turno (onlus) che ha preso in gestione il canile, sovente con una maggiorazione di costi.
Allora, sono sequestri o scippi dei canili? I fatti dimostrano che sono scippi! Se la realtà rimane invariata, o peggio, e l’unica differenza è un passaggio di soldi, come si fa a non definire questi sequestri degli scippi?
Perché questa affannosa segnalazione di qualsiasi canile definendolo lager?
Un secondo fattore comune: dopo i sequestri gli animali, più o meno misteriosamente, diminuiscono in maniera molto consistente nei canili. Con l’appoggio di un esercito di “volontarie” ( ma di cosa?) improvvisate, e di Associazioni, i cani vengono spostati in maniera massiccia in tutta Italia, e oltre….
Un’attività che si svolge in maniera spasmodica, con un dilagare di “appelli del cuore” che circolano per tutta la rete reale e virtuale e con i relativi spostamenti di cani, che ufficialmente hanno trovato tutti poi una “felice famiglia” ma di fatto finiscono per non lasciar più traccia di sé.
Stupisce poi che questi cani siano così fortunati, visto che la maggior parte sono anziani, malati, menomati e quant’altro…
Questa attività di spostamento dei cani, definita “liberazione” da parte delle Associazioni, è spesso affiancata da Associazioni tedesche o svizzere, che promettono felici sistemazioni... ma dove poi vadano a finire gli animali non si sa.
Insomma, qualcosa palesemente non quadra. Ribadendo il pieno rispetto per il giusto lavoro delle forze dell’ordine, ma che diritto ha una qualsiasi Associazione di promuovere un sequestro?
“Canile lager” è un appellativo che corre ormai sulla bocca di tutti, ma cos’è in realtà un canile lager? Un canile è un canile, dove il cane soggiorna in un box come un detenuto soggiorna nelle carceri, e non può essere altrimenti. Nel suo soggiorno riceve cibo, qualche coccola, una passeggiata, nei limiti delle possibilità, ma certamente non è la vita in una famiglia, ovvio.
Anche se di fatto, spesso è trattato meglio di un infinità di “cani padronali”, e basta farsi un giretto nelle ampie zone rurali dove per cultura e tradizione c’è un concetto arcaico dell’animale, che non riceve mai coccole, magari è tenuto a catena e come cuccia ha un bidone di ferro.
Allora perché questo gridare al canile lager? Un canile è un canile, la cosa sensata sarebbe evitare che si riempissero, con informazione a tappeto, sterilizzazioni di cani e di gatti magari imposte per obbligo ai proprietari, e affidi più scrupolosi, in modo che l’animale affidato non ritorni, magari con prole a seguito.
Pretendere che ogni Comune abbia una propria struttura invece di affidare i propri cani con convenzioni fuori Regione, che le stesse strutture siano a norma e se non lo sono ristrutturarle; insomma basterebbe lavorare ognuno nel proprio territorio per far rispettare leggi già esistenti.
da traccediverse.blogspot.com
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