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lunedì 8 settembre 2008

ANCORA SUL PALIO - CORRIERE ADRIATICO LUNEDì 8 SETTEMBRE 2008

“Il Comune e la Cavalcata continuano a trovare scuse senza assumersi un minimo di responsabilità” 
Nuove critiche dal proprietario del cavallo abbattuto 
Durante il Palio non c’è neanche una clinica mobile 


FERMO - Uno dei proprietari del cavallo Black Bull, infortunatosi durante la corsa al Palio dell’Assunta e poi abbattuto in una clinica specializzata di Perugia, non ci sta ad accettare in silenzio le affermazioni del Presidente della Cavalcata (ed anche Sindaco di Fermo) Saturnino Di Ruscio.

“Continuano ancora a non prendersi le proprie responsabilità, sia il Comune che la Cavalcata – dice Andrea Tulli, proprietario del cavallo Black Bull – anche perché si esaminano le foto si può vedere come gli addetti gettano di nuovo la sabbia, come sono le protezioni attorno alla pista ed il Comune di Fermo ancora non è riuscito a dare una specificazione tecnica a chi il percorso lo ha collaudato”.

Che cosa è stato fatto in questo senso dal privato? “Noi privatamente abbiamo convocato un ingegnere che collauda (per tutti) i percorsi ippici – prosegue Tulli – per fare una competizione ippica occorrono ingegneri specializzati”.

“Quindi - continua il proprietario del cavallo abbattuto - come l’ho incaricato io privatamente un ingegnere specializzato, penso che come Ente l’avrebbero potuto convocare anche loro. Fanno un Palio ed, al contrario di altre manifestazioni simili, non hanno neanche una clinica mobile per i cavalli tant’è che io stesso ho dovuto trasportare il mio cavallo a Perugia. Alla fine hanno scaricato la colpa sul fantino (non sapendo o fingendo di non sapere) che egli è un professionista che corre in tutti i maggiori Palii d’Italia, non riuscendo a capire quali sono stati i criteri addotti per dargli la colpa. Non risponde al vero, poi, che hanno chiesto di provare il percorso e ci sarà in proposito anche una raccolta di firme che, presi tra i partecipanti alla sfilata ed i fantini, confermeranno come tale richiesta non sia mai avvenuta”.

La principale contestazione che Tulli fa sia alla Cavalcata che al Comune è quella che invece di aprire un dialogo hanno fatto in modo di gettare benzina sul fuoco.

“Fino a che non avrò una risposta soddisfacente, od un risarcimento o quello che sia, io continuerò a citarli sempre, anche se fosse il 2010 – conclude Tulli – la causa era partita come civile per il risarcimento del cavallo a questo punto non so più se potrebbe rientrare anche nell’ambito penale”.

“Faremo, comunque, una raccolta di firme - continua ancora - perché se si deve organizzare un Palio in questo modo, è meglio che non lo si faccia più”.

Insomma, la questione, lungi dall’essere risolta, si ingarbuglia sempre di più. Intanto, continuano a fioccare e-mail da parte degli animalisti che conducono la loro battaglia per dire basta al Palio dell’Assunta e all’assurda morte dei cavalli.
ROLANDO CIRENEI

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