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giovedì 29 maggio 2008

cronaca nera - uccide il cane a coltellate - succede a Fermo

DAL CORRIERE ADRIATICO DEL 29 MAGGIO 2008

Momenti di tensione a CapodarcoL’uomo aveva già qualche tempo prima aggredito il padreLa polizia lo disarma e lo fa ricoverare all’ospedale
Dopo una lite furibonda con la madre un operaio fermano sfoga la sua rabbia sulla bestiola
In preda all’alcol uccide il cane a coltellate


FERMO - “Se esci di casa ammazzo il cane!”. La donna davanti alle ripetute minacce del figlio stavolta non ci pensa un attimo e fugge fuori. A farne le spese però a questo punto è stata la povera bestia. S.A, 33 anni, operaio calzaturiero a Monte Urano, residente a Capodarco, si è avventato sul cane e lo ha ucciso con un grosso coltello da cucina.

E’ questo il drammatico epilogo di una difficile convivenza familiare che è sfociata l’altro ieri in una furibonda lite, pare l’ennesima. L’uomo con gravi problemi per l’assunzione di alcol e già noto per alcuni precedenti alle forze dell’ordine è stato denunciato dagli agenti del commissariato di Fermo e quindi condotto in ospedale dove è stato posto sotto la stretta sorveglianze dei sanitari. Diverse le accuse: maltrattamenti, minacce aggravate, lesioni personali al padre, uccisione del cane. Quest’ultima contestazione in particolar modo è riferita ad un reato le cui sanzioni sono state in particolar modo inasprite negli ultimi anni prevedendo anche per i responsabili la pena del carcere.

Tutto nasce da una lunga storia di disagio che da tempo stava mettendo a dura prova la famiglia di Capodarco. Padre, madre e due figli. Uno di loro, appunto quello di 33 di anni, con gravi e pesanti problemi di alcol. Un vortice di violenza. Vittime i familiari.

Maltrattamenti, minacce, lesioni nei confronti del padre, aggredito in precedenti frangenti, fino alla violenta lite scoppiata nel pomeriggio di lunedì scorso che ha per un attimo rotto la proverbiale tranquillità della frazione fermana.

Secondo quanto ricostruito dal personale della volante della polizia di Fermo accorsa sul posto S.A. dopo ripetuti maltrattamenti stava litigando violentemente con la madre. Un confronto ripetuto, giornaliero, dovuto alla difficile convivenza che sfocia nell’esasperata lite.

A mano a mano che i minuti passano la discussione si fa sempre più accesa e violenta. Probabilmente sotto gli effetti dell’alcol l’uomo comincia a diventare sempre di più pericoloso. La mamma avverte che la cosa sta degenerando e cerca di mettersi al sicuro. S.A. non ne vuole saper di calmarsi e prende un grosso coltello da cucina, lungo, con la punta, bene affilato, di quelli che solitamente vengono usati per tagliare grossi pezzi di carne o il pane, e minaccia la madre che tenta di uscire forse per chiedere aiuto.

“Se esci di casa - le dice - ammazzo il cane”. La donna è terrorizzata, fugge. Esce dall’ abitazione ma sente i latrati dell’animale. S.A. ormai in preda ad un forte stato di alterazione con il grosso coltello da cucina in mano si è avventato sul cane e su di lui sfoga tutta la sua rabbia uccidendolo all’istante.

Nel frattempo qualcuno aveva pensato bene a dare l’allarme alla polizia.

All’equipaggio di una volante il difficile e delicato compito di riportare alla calma l’uomo e renderlo innocuo privandolo del grosso coltello.

Sotto i loro occhi si è parata una scena di estrema violenza in cui, per caso o per fortuna, non ne hanno dovuto pagare le pesanti conseguenze i familiari dell’uomo ma solo la povera e innocente bestiola.

S.A. è stato quindi denunciato e nel frattempo condotto in ospedale, al Murri di Fermo, dove gli sono state prestate le prime cure in attesa che venga affidato a personale sanitario specializzato probabilmente per affrontare un percorso di disintossicazione.

Nel frattempo la legge continuerà il suo corso nei confronti dell’uomo che deve rispondere di diversi e pesanti reati.
ROBERTO ROTILI,

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