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venerdì 30 aprile 2010

COMUNICATO STAMPA DEL 28 APRILE 2010

"Prima vittoria per l'Associazione Pluto Progetto Fauna: il Tribunale di Fermo respinge le richieste di pagamento avanzate dall'A.n.t.a."

FERMO - Nel dicembre del 2008 l'A.n.t.a, l'associazione che è "subentrata" nella gestione del canile ( la cui sede oggi non è più Sant'Elpidio a Mare ma Montegranaro) ha citato  in giudizio l' "Associazione Pluto Progetto Fauna" domandandone la condanna al pagamento della somma di 19.200 euro ( oltre ad interessi legali dal dovuto al saldo, o la diversa somma risultante dal giudizio) quale compenso per il mantenimento di venti cani, allora ospitati pressso la struttura di Sant'Elpidio a Mare, sostenendo che la proprietà fosse dell'associazione convenuta.

L'Associazione "Pluto Progetto Fauna" che si è costituita in giudizio ha contestato tramite il proprio legale, l'avv. Paolo Bacalini del foro di Fermo, la pretesa creditoria così come avanzata dall'A.n.t.a. contestando di essere proprietaria degli animali e comunque obbligata al pagamento della somma richiesta e contestando, altresì, l'entità della pretesta dell'attore.

Le ragioni dell'Associazione Pluto Progetto Fauna sono state tutte accolte dal giudice del tribunale di Fermo, dott. Pierfilippo Mazzagreco, che con sentenza del 27 marzo 2010 ( depositata il 9 aprile 2010), ha respinto le pretese creditorie avanzate dall'A.n.t.a nei confronti dell'Associazione Pluto Progetto Fauna dichiarando la domanda inammissibile e condannando parte attrice al pagamento delle spese di lite.

Esprime soddisfazione per l'esito del giudizio il vicepresidente dell'associazione Pluto, sig.ra Lidia Gomez Olivera :   "Oggi a distanza di tre anni - afferma -  qualcosa si è mosso a nostro favore,  ripagandoci pur se di una minima parte di tutto quanto nei nostri confronti è stato detto e fatto. Quei cani, come d’altronde tutti gli altri che abbiamo dovuto lasciare, li abbiamo sempre sentiti nostri, è vero, sotto ogni punto di vista etico e morale  e pur con mille problematiche, che solo una struttura non a norma può causare,  e non abbiamo mai rinunciato nè a sfamarli né a curarli, nonostante i Sindaci non li abbiano mai trovati sui loro conteggi. Di giusto, quei 20 cani, dal 12 Marzo 2007, avrebbero dovuto trovare la stessa disponibilità in coloro che hanno voluto sostituirci sotto ogni punto di vista nell’intera gestione"

 


martedì 2 febbraio 2010

SCANDALO CACCIA

SONDAGGIO DELLA STAMPA SULLA CACCIA....VOTA NO!

http://www.lastampa.it/sondaggi/cmsvota.asp?IDsondaggio=1421

PRIMA DA NOI 
29 GENNAIO 2010

 

«Scandalo caccia», Senato toglie limiti temporali per attività venatoria

 

ROMA. Il Senato approva l’articolo 38 della legge comunitaria ed apre la strada alla caccia senza regole con l’approvazione dell’emendamento del senatore del Popolo delle Libertà, Giacomo Santini, si lascia alle Regioni la possibilità di estendere senza limiti il periodo di caccia (attualmente ricompreso tra il 1° settembre ed il 31 gennaio).Il testo è stato approvato in Senato e deve tornare alla Camera prima della definitiva approvazione. Oltre 100 associazioni avevano chiesto un intervento al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, «per fermare la strage».«È scandaloso avere un Parlamento che legifera a totale favore dei cacciatori», ha com-mentato Dante Caserta, consigliere nazionale del Wwf Italia. 
«La stragrande maggioranza degli italiani è contraria alla caccia, ma nonostante questo il Senato ha approvato una norma che di fatto apre alla caccia selvaggia. L’Italia inaugura proprio bene il 2010 che è stato dichiarato Anno Internazionale della biodiversità. An-dando contro a qualunque regola di gestione faunistica e contro quanto prevede l’Unione Europea, i senatori che hanno votato per far sparare tutto l’anno di fatto hanno accolto le istanze della lobby dei cacciatori e dei fabbricanti di armi, non curandosi minimamente di ciò che effettivamente vogliono gli italiani».
Il Wwf continuerà a contrastare questa norma e si augura che alla Camera si potrà ribaltare «questo voto vergognoso». 
«'I limiti della stagione sono saltati», hanno detto Lipu e Enpa (Ente nazionale protezione animali) che hanno chiarito che «a scanso di equivoci», con l'approvazione del testo della legge Comunitaria al Senato «è del tutto falso che i limiti primo settembre - 31 gennaio siano stati ripristinati dal subemendamento Ronchi alla legge Comunitaria, che sempli-cemente esclude dalla norma approvata tre specie di mammiferi». 
La verità, avvertono, è che «per decine di specie di uccelli, migratori e non, il governo sta chiedendo l'estensione della caccia ai mesi di febbraio, agosto e chissà cos'altro». Insomma, concludono, «un nuovo assalto alla natura».


IL GIORNALE

29 GENNAIO 2010

 

Vince la lobby del fucile ma così perde l’Italia

 

REDAZIONE

 

Mentre il mondo intero si interroga su quali provvedimenti siano realmente efficaci per tutelare un ambiente che, con l’arroganza e l’insipienza tipiche della nostra specie, abbiamo degradato fino a procurarci una lunga e lenta agonia all’insegna delle malattie cancerose e degenerative, il Senato del popolo italiano approva un emendamento sul quale anche i cacciatori moderati, quelli che rispettano l’arte venatoria, mugugnano in silenzio. Dovesse, e Dio non voglia, passare anche alla Camera, l’Italia diventerebbe uno dei Paesi più arretrati dell’Europa allargata, in materia di protezione ambientale e faunistica.
Oggi l’attività venatoria si svolge, in Italia, durante il periodo che va da settembre a fine gennaio. Cinque lunghi mesi che vedono decine di specie, tra cui la maggioranza migratorie, falcidiate nei periodi di passo, quando i Paesi più civili concedono, a chi compie quell’arcano e mirabile viaggio che chiamiamo migrazione, di riposare negli specchi d’acqua, nei prati o tra le fronde amiche di piante secolari. Ma per la lobby degli armieri, più ancora per quella dei cacciatori estremisti, cinque mesi non bastano più. Neanche il parere negativo dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, neanche il parere inizialmente negativo dello stesso ministro Ronchi sono riusciti ad arginare gli interessi economici e le passioni selvagge di chi vuole concedere alle Regioni la possibilità di derogare anche sul numero di mesi in cui si può andare a caccia. Questo significa che le Regioni potranno decidere che in agosto o in febbraio si possa continuare a cacciare.
«E così - mi dice sconsolato Danilo Selvaggi, della Lipu - chi si concedeva le prime passeggiate tranquille ai primi di febbraio, dovrà attendere marzo, prima che scompaiano i fucili dal terreno di casa». Si pensi poi ad agosto, con boschi e prati pieni di turisti e i cacciatori che già scambiano regolarmente ragionieri per cinghiali.
Il ministro Brambilla è seriamente preoccupato. «Al di là delle posizioni politiche - afferma - l’Italia è un Paese in cui il turismo fa da volano per l’economia e non può permettersi di sottoporre chi ama stare a contatto con la natura al rischio di essere impallinato, come già tristemente e troppo spesso succede nei canonici cinque mesi di caccia. Un emendamento inaccettabile».
Il paradosso è che tutto ciò avviene nel contesto della legge comunitaria che serve all’Italia per rispondere alle contestazioni della commissione europea. Su questa materia la commissione contesta all’Italia di cacciare «troppo e male», di non prevedere il divieto assoluto nei periodi di migrazione, e di concedere troppe deroghe. «Viste tali premesse - conclude con triste ironia Selvaggi - l’Italia si organizza per cacciare ancora di più e peggio». Naturalmente pagheremo con le nostre tasse le multe che l’Europa ci comminerà per la nostra folle disobbedienza.
Sento già le veementi repliche dei cacciatori, specie di quelli più estremisti (senatore Carrara, sono certo che il direttore è pronto a ospitare il dibattito), però mi si conceda che, dai cacciatori moderati e saggi (e ce ne sono!) mi aspettavo una presa di posizione netta e contraria circa un provvedimento che disonora i puristi dell’ars venandi e che, se disgraziatamente dovesse passare alla Camera, si tramuterà in una vittoria di Pirro per la maggioranza che ne ricaverà una sonora perdita di suffragi elettorali. Meditate, onorevoli parlamentari, quando sarà il vostro turno di decidere.


MOVIMENTAZIONE DI CANI VERSO L'ESTERO, GLI INTERVENTI DEL MINISTERO DELLA SALUTE


MOVIMENTAZIONE DI CANI VERSO L'ESTERO, 
GLI INTERVENTI DEL MINISTERO DELLA SALUTE
1 feb 10
Annuncio del Sottosegretario Martini alla Camera dei Deputati.


Per affrontare il problema della movimentazione di animali da compagnia verso alcuni Paesi dell'Unione Europea e la scarsa tracciabilità dei movimenti degli animali il Ministero della Salute ha costituito un gruppo di lavoro.
L'ha riferito alla Commissione Affari Sociali il Sottosegretario Francesca Martini rispondendo ad una interrogazione presentata dall'On Gianni Mancuso sulle misure di contrasto al traffico di gatti e cani verso località estere.
Ai lavori del gruppo ministeriale partecipano anche rappresentanti delle Regioni nelle quali il fenomeno in questione risulta più rilevante e delle Associazioni coinvolte, con l'obiettivo di "stabilire una procedura che dia garanzie sull'effettiva destinazione degli animali" e sia in grado di tutelare il loro benessere, "con il coinvolgimento diretto delle Autorità Sanitarie dei Paesi di partenza e di arrivo".
Il Sottosegretario ha riferito che, il 19 novembre scorso, il Gruppo ha affrontato il problema della movimentazione dei cani in ambito intra ed extra comunitario, ed ha concordato di elaborare "un documento specifico, in cui si evidenziano, tra l'altro, due importanti iniziative legislative a livello comunitario, che contribuiranno a rendere più facile il controllo di tali movimentazioni". Le iniziative in questione sono:
1) la recente adozione da parte della Commissione Europea di una proposta di modifica del Regolamento CE/998/2003 che fissa a cinque il numero massimo di animali che possono essere movimentati, senza fini commerciali, al seguito dei proprietari o responsabili anche negli scambi;
2) l'approvazione di uno schema di decisione della Commissione, che modifica la Direttiva 92/65, e prescrive la certificazione sanitaria, nell'ambito del sistema di banca dati in cui vengono registrati i movimenti di animali attraverso le frontiere entro i Paesi dell'U.E., nonché i dati relativi ai controlli veterinari di confine delle spedizioni, provenienti da Paesi terzi, che sottostanno all'obbligo di controllo (sistema denominato Trade Control and Expert System - TRACES), anche per le movimentazioni non commerciali degli animali qualora gli stessi superino le cinque unità.
Nel corso della stessa riunione, ha aggiunto il Sottosegretario, " si è convenuto di determinare una procedura nazionale mirata a regolamentare il trasferimento degli animali verso gli altri Paesi europei, al fine di garantirne la tracciabilità ed avere adeguate assicurazioni sulla loro destinazione. La procedura individuata è la seguente:
1. gli animali movimentati devono obbligatoriamente essere identificati con microchip ed iscritti all'Anagrafe Canina nazionale;
2. tutti gli animali movimentati devono essere muniti del Passaporto comunitario previsto dal Regolamento CE/998/2003, recante anche l'attestazione sanitaria di eventuali trattamenti antiparassitari e vaccinali richiesti dal Paese di destinazione;
3. le Associazioni di protezione animale che intendono effettuare tali movimentazioni devono darne comunicazione all'ASL territorialmente competente, specificando le generalità dell'Associazione ricevente o del privato cittadino che adotterà l'animale;
4. per ogni spedizione di animali il servizio veterinario della ASL territorialmente competente provvederà a rilasciare la certificazione sanitaria cumulativa conforme alla Direttiva 92/65 CE e a produrre il relativo messaggio TRACES per l'Autorità sanitaria del Paese di destinazione;
5. obbligo di iscrizione degli animali d'affezione nell'anagrafe del Paese di destinazione;
6. trasmissione annuale di un resoconto di tali movimentazioni dai Servizi Veterinari territorialmente competenti, tramite gli uffici competenti delle Regioni, al Ministero della Salute - Direzione Generale della Sanità Animale e del Farmaco Veterinario.
Le iniziative anticipate dal Sottosegretario ai parlamentari della XII Commissione "garantiscono ogni misura di rintracciabilità anche riferite al soggetto affidatario a diverso titolo dell'animale". Da ultimo, il Sottosegretario Martini ha riferito che "il documento finale sarà presentato alle Autorità dei Paesi di destinazione, già individuati, per l'acquisizione della loro necessaria collaborazione".

da AnmviOggi.it

domenica 17 gennaio 2010

AUSTRIA: TEST MAIALI INTERROTTO

ANSA
15 GENNAIO 2010
 
AUSTRIA: MAIALI-CAVIE SEPOLTI DA NEVE, TEST INTERROTTO /ANSA
 
(ANSA) - BOLZANO, 15 GEN - Poco dopo essere cominciati, e dopo che le immagini televisive dei porcellini morenti in mezzo alla neve avevano fatto il giro dell'Austria, sono stati interrotti, anche per le polemiche degli animalisti, alcuni esprimenti condotti in Austria per un test sulle slavine con maiali vivi, che morivano a Vent nella valle dell'Oetztal. Gli esperimenti sulle possibilita' di sopravvivenza sotto le valanghe erano condotti da un'equipe internazionale di scienziati sotto la guida della clinica universitaria di anestesia di Innsbruck, in collaborazione con l'Accademia europea Eurac di Bolzano dove sorge un centro per la Medicina d'urgenza in montagna fondato appena pochi mesi fa. Come si legge in una nota dei responsabili diffusa a Bolzano, gli esperimenti sono stati interrotti ''dato che il loro regolare svolgimento non poteva piu' essere garantito'', viste le pressioni esterne. In sostanza, erano insorti gli animalisti, non solo in Austria, ma anche in Italia dove la Lega anti-vivisezione Lav aveva fatto presente che esperimenti di questo genere, almeno in Italia sarebbero illegali. L'esperimento avrebbe dovuto durare un paio di settimane, ma pochi minuti dopo la divulgazione della notizia erano arrivate le proteste dall'Austria come dall'Alto Adige. I responsabili hanno ribadito l'importanza scientifica del loro operato, volto - hanno sottolineato - a migliorare le possibilita' di sopravvivenza di persone che fossero eventualmente travolte da valanghe. L'equipe di ricerca composta da ricercatori provenienti da Austria (Universita' di Medicina di Innsbruck), Germania (Charite' Berlin), Norvegia (Universita' di Tromsoe), Alto Adige (Accademia Europea di Bolzano) e con collaborazioni negli Stati Uniti (Mayo Clinic, Rochester) ha ora espresso il proprio rammarico ''per la scarsa attenzione riservata alla rilevanza medica e scientifica dell'esperimento''. ''Nel corso degli ultimi otto anni, abbiamo soppesato con cautela i benefici che la ricerca medica avrebbe tratto dallo studio con la sofferenza inflitta alla cavie'', hanno detto i responsabili dello studio, Hermann Brugger e Peter Paal. Benefici che si sarebbero tradotti in diminuzione del tasso di mortalita' grazie al perfezionamento delle terapie e allo sviluppo di nuove attrezzature''.(ANSA).

TRENTINO
15 GENNAIO 2010
 
Slavine, stop ai test con maiali narcotizzati
 
BOLZANO. Maiali vivi utilizzati in un esperimento sulle morti provocate dalle slavine. Il test era in programma sul versante austriaco della Ötztal ed è curato dalla facoltà di medicina di Innsbruck e dall’Istituto per la medicina di emergenza in montagna dell’Eurac, diretto da Hermann Brugger. La notizia, diffusa ieri, ha scatenato la reazione dei Verdi dell’Alto Adige e della Lav, che hanno duramente critiche l’uso di cavie animali (29 i suini destinati a morire sotto la neve) per l’esperimento in quota. Nel tardo pomeriggio di ieri il presidente del Tirolo, Anton Steixner, ha deciso, in accordo con il Ministero della ricerca, di bloccare i test. Lo stesso Steixner ha dichiarato che l’esperimento è «moralmente discutibile». «E’ un crudele e macabro esperimento, che va subito sospeso - hanno detto i Verdi - tra l’altro, nella comunità scientifica è stato sollevato più di un dubbio sull’utilità dei dati che da simili prove possono essere ricavati. E’ significativo che perfino il soccorso alpino del Tirolo abbia preso le distanze da questo esperimento». «Sono chiare a tutti, ad esclusione dei ricercatori coinvolti, le ovvie e doverose implicazioni etiche legate all’esperimento: l’approccio metodologico è invece, ottocentesco e fuorviante - commenta Michela Kuan, responsabile Lav settore Vivisezione - l’anatomia e la fisiologia del maiale, infatti, sono differenti dalla nostra specie: parametri come il diverso spessore cutaneo, rapporto tra masse grassa e magra, frequenza del battito cardiaco».  «I 29 maiali selezionati per l’esperimento sono stati alloggiati in una stalla ufficialmente certificata e approvata da una commissione internazionale di esperti - ha replicato Brugger prima che arrivasse lo stop ai test - nel giorno di avvio dell’esperimento, agli animali viene somministrata una dose di narcotico e fino alla loro morte non percepiscono niente dell’ambiente circostante. Il carico sugli animali - prosegue - è quindi ridotto al minimo e molto inferiore ai metodi tradizionalmente utilizzati per la macellazione. Considerato il grande numero di vittime che le valanghe provocano nell’arco alpino e in Europa, il progetto internazionale si pone l’obiettivo di intervenire con maggiore efficacia per salvare vite umane. Visto che non è possibile simulare in laboratorio la pressione atmosferica che si riscontra in alta quota, la riproduzione della slavina offre una preziosa risposta su come intervenire con i pazienti - spiega Brugger - nessuno di noi ricercatori accetterebbe di compiere un esperimento di questo tipo, se non fosse convinto della sua utilità», ha concluso. 

Comunicato stampa LAV 
15/01/2010
 
SOSPESI ESPERIMENTI SU MAIALI NELLA NEVE. LAV: SOLO PRIMO PASSO. STATO O PROVINCIA DI BOLZANO FINANZIANO L’EURAC?

Dopo la forte posizione contraria presa dalla LAV, insieme ad associazioni animaliste austriache, esponenti politici e opinione pubblica, gli esperimenti che prevedevano l’utilizzo di 29 maiali sepolti vivi nella neve per indagare gli effetti del congelamento e morte in condizioni simili sull’uomo, sono stati sospesi.
L’incoraggiante notizia deve però essere solo il primo passo verso l’annullamento totale della procedura, considerata eticamente e scientificamente scorretta.
La LAV ha quindi chiesto al Ministero della Salute e alla Provincia autonoma di Bolzano se l’EURAC (Istituto per la medicina d’emergenza in montagna di Bolzano), l’Ente con sede in Italia coinvolto nelle sperimentazioni in territorio austriaco, abbia ricevuto fondi pubblici per finanziare il progetto. Se così fosse, si tratterebbe di un’aggravante, anche politicamente scorretta, vista la chiara posizione legislativa in vigore nella Provincia, che vieta da anni la vivisezione.
Oggi leggiamo che il direttore dell’Istituto giustifica l’esperimento adducendo motivazioni di facile coinvolgimento emotivo, come la possibilità di sopravvivenza di persone vittime di slavine, ma dal punto di vista scientifico il confronto tra anatomia e risposta alle condizioni esterne nei suini non è comparabile con quella umana. Sarebbe più utile sviluppare tecniche di diagnostica, raccolta e analisi di dati epidemiologici e studio dei fattori che incidono in situazioni climatiche, geografiche e logistiche estreme”, commenta Michela Kuan, responsabile LAV settore Vivisezione. 
In Italia tale sperimentazione non sarebbe potuta avvenire – prosegue Michela Kuan – nel nostro Paese, infatti, vige il Decreto legislativo 116 che prevede la dichiarazione e autorizzazione dello stabulario utilizzatore e fornitore di animali. Tale decreto è la trasposizione della Direttiva europea, e lascia quantomeno stupiti che l’Austria, appartenente anch’essa al territorio comunitario, possa effettuare tali esperimenti, a fronte anche del fatto che, incredibilmente, il progetto è stato autorizzato e vagliato anche dal Comitato etico austriaco”.
15.1.2010

REGIONE MARCHE: Lotta al randagismo canino: al via la campagna MEGLIO UNO CHE CENTOUNO !

REGIONE MARCHE: Lotta al randagismo canino: al via la campagna MEGLIO UNO CHE CENTOUNO ! 

CAMPAGNA DI CONTROLLO DELLE NASCITE DEI CANI DI PROPRIETA'

Mezzolani: “Per ridurre il randagismo è necessario anche agevolare economicamente i proprietari che appartengono a particolari categorie sociali”

La Regione Marche concederà ai Comuni contributi per incentivare la sterilizzazione dei cani di sesso femminile i cui proprietari appartengono a fasce sociali deboli: titolari di pensione minima o pensione sociale; possessori di un reddito annuo lordo non superiore a 15 mila euro; disoccupati o non occupati.

“Ogni giorno – spiega l’Assessore Regionale alla Veterinaria, Almerino Mezzolani – nascono numerosi cuccioli di cane. Una femmina che, per negligenza o incuria del proprietario, è libera di accoppiarsi, può avere fino a 20 cucciolate durante tutta la sua vita riproduttiva, rappresentando il bacino di reclutamento per cani potenzialmente randagi.

Molti proprietari non sterilizzano i propri animali perché non hanno le informazioni adatte o si basano su luoghi comuni che non hanno riscontri scientifici.

Fra tutte le motivazioni – continua Mezzolani – il costo dell’intervento è quello che, però, incide maggiormente, alimentando così il randagismo. 

Di conseguenza, per favorire le sterilizzazioni occorre incentivare economicamente i proprietari, specie coloro che appartengono a fasce socialmente deboli”

Il progetto biennale (2009-2010) “Campagna per il controllo delle nascite nei cani di proprietà di particolari categorie sociali approvato con D.G.R. n. 1398 del 7 settembre 2009, nasce allo scopo di proseguire nelle azioni di contrasto, a valenza “strutturale”, nei confronti del randagismo canino,  intraprese dalla Regione Marche, come fatto per  “Vigilare è prevenire” del gennaio scorso, grazie al  quale sono stati donati ai Comuni 250 lettori di microchip destinati a potenziare la vigilanza svolta in ambito territoriale.

I fondi dedicati al progetto provengono da risorse ministeriali con destinazione vincolata alla lotta al randagismo e verranno ripartiti tra i comuni, entro il prossimo mese di dicembre, in quantità proporzionale al numero dei cani iscritti all’anagrafe canina informatizzata regionale. In questo modo i comuni potranno contribuire in parte a sostenere il costo della sterilizzazione.
Con 
Decreto dirigenziale n. 159 del 5 ottobre 2009 è stata definita l’entità del contributo regionale assegnato a ciascun comune.
Al contempo gli Ordini dei medici veterinari delle province marchigiane si sono impegnati a garantire collaborazione e ad applicare una tariffa agevolata per l’intervento.

L’obiettivo è diminuire il sovraffollamento dei canili ed il costo sociale per il mantenimento dei cani randagi; ridurre i danni provocati dal randagismo sia all’uomo (morsicature, incidenti, trasmissione di malattie) sia agli altri animali (aggressioni); aumentare il risparmio per la realizzazione di nuove strutture; migliorare il rapporto uomo/cane nell’ambiente urbano ed il controllo dell’igiene urbana.

Chi potrà accedere al contributo ??

I proprietari di cani di sesso femminile  in regola con l’iscrizione all’anagrafe canina informatizzata regionale che appartengono ad almeno una delle seguenti categorie:

  •  titolari di pensione minima
  •  titolari di pensione sociale
  • possessori di un reddito annuo lordo non superiore a 15 mila euro
  • disoccupati o non occupati 

 Cosa fare per accedere al contributo ??

I proprietari interessati potranno presentare domanda di contributo al proprio Comune che, valutate le richieste ricevute, per quelle accolte invierà apposita comunicazione ai richiedenti.

Entro 30 giorni dal rilascio del modulo di accoglimento della domanda, il proprietario dovrà far sterilizzare il proprio animale da un veterinario a sua scelta tra quelli che hanno aderito al progetto. Orari e tempi dell’intervento saranno concordati tra utente e struttura veterinaria prescelta.

Il medico veterinario provvederà:

  • alla verifica del  microchip e dell’ iscrizione del cane all’anagrafe canina regionale

alla compilazione di una apposita scheda individuale con i dati del proprietario, i dati del cane con il numero di microchip, la data dell’intervento ed il codice identificativo assegnato dal comune di competenza. 

All’inserimento dell’operazione nel Sistema Informativo Veterinaria Alimenti ( SIVA ) 

Il proprietario rilascerà al veterinario che ha eseguito la prestazione il modulo di concessione del contributo ricevuto dal comune e pagherà al professionista l’eventuale differenza tra la tariffa dell’intervento e il contributo concesso dal Comune.

L’amministrazione comunale provvederà al pagamento del corrispettivo spettante al professionista, con frequenza bimestrale, dietro presentazione di regolare fattura e/o ricevuta comprovante gli interventi effettuati.

La Deliberazione della Giunta regionale  n.1398 del 7 settembre 2009, con la quale è stato approvato il progetto, la relativa modulistica, necessaria per aderire al progetto ed il successivo Decreto dirigenziale n. 159 del 5 ottobre 2009, di suddivisione dei contributi regionali  per i Comuni , sono  fruibili consultando i link  e gli allegati correlati al presente articolo.


IL BUSINESS DEI SEQUESTRI DI ANIMALI...

 
FEDERFAUNA
15 GENNAIO 2010
 
IL BUSINESS DEI SEQUESTRI DI ANIMALI...
 
Un vero e proprio racket mascherato da "tutela del benessere animale". I fatti risalgono allo scorso novembre e si riferiscono ad un sequestro di uccelli promosso e condotto, in alta Italia, da una nota associazione animalista, nei confronti di un commerciante. Gli animali, sequestrati perche' ritenuti "di provenienza illecita", nonostante il detentore avesse mostrato tutta la documentazione relativa all'acquisto, sarebbero poi stati "liberati". Motivo: sempre a detta degli animalisti, per "naturale insofferenza degli animali a permanere nella gabbietta". Gli stessi animali pero', sarebbero invece stati trovati in vendita, poco tempo dopo, in un altro esercizio commerciale sempre del nord Italia. Vista la gravita' dei fatti che hanno generato diversi procedimenti penali attualmente in corso, FederFauna non e' ancora possesso di ulteriori particolari che, non appena possibile, verranno resi pubblici. A difesa del commerciante e' stato chiamato l'avvocato Massimiliano Bacillieri di Bologna che, in una nota, sottolinea che l'intera vicenda sara' oggetto di attente valutazioni di carattere processuale e procedurale, con particolare riguardo ai poteri e alle facolta' concesse dalla legge a tutti coloro che si fregiano del titolo di guardie particolari giurate o di guardie volontarie di associazioni animaliste. E pensare, che se passasse il Ddl che tanto vuole la Martini, gli animalisti potrebbero percepire anche dei soldi per "mantenere" gli animali, oltre ai soldi delle sanzioni inflitte sempre a chi il sequestro aveva subito. Sara' sicuramente un caso, ma fa pensare, il fatto che ieri, quasi contemporaneamente, sui media sono comparse due notizie: una riportava del sequestro di 186 bovini di razza piemontese (animale che dimostra una buona adattabilita' ai climi piu' diversi e che risponde bene sia nell'allevamento stallino, sia in quello brado o semibrado), perche' "esposti al gelo e alle intemperie" e del loro allevatore, naturalmente accusato di maltrattamento; l'altra, sulla macellazione clandestina, in particolare di bovini "sottratti" alle aziende agricole, che e' particolarmente pericolosa anche per la salute dei cittadini, perche' priva delle necessarie garanzie sanitarie.